lunedì 15 luglio 2013

Black Sun

Accadde in Argentina

Disprezzato o negletto, il contattismo è, invece, una miniera di informazioni di notevole interesse. Nick Redfern ha dedicato al tema la prima monografia in inglese, “Contactees”, ma l’”archetipo” è “Apocalissi aliene”. Dimostrando intelligenza, i ricercatori, Liliana Flotta ed Eduardo Grosso, hanno operato una rilettura di un celebre caso, adottando la metodologia che più si addice ad un fenomeno tanto controverso: individuare analogie con altri episodi e soprattutto provare a confermare la veridicità delle dichiarazioni provenienti dai contattisti, attraverso l’enucleazione di elementi predittivi.


Il resoconto di Ferraudi mostra palesi similitudini con altri incontri indagati. Una notte d’agosto del 1956, l’argentino Orlando Jorge Ferraudi, (all’epoca aveva diciotto anni), mentre era intento a pescare sulla costa del Northern Resort, dove sorge Universe City, vicino alla capitale Buenos Aires, scorse un essere dalla pelle bianchissima e dagli occhi chiari, col viso incorniciato da capelli corti e lisci. Il visitatore invitò mentalmente Ferraudi a seguirlo; lo guidò quindi in un velivolo. L’uomo ebbe non solo l’opportunità di compiere un’escursione nello spazio, ma poté anche esplorare gli abissi oceanici dove notò “un’immensa cupola sottomarina, simile ad un gigantesco igloo eschimese”.

Sull’astronave, descritta come “una grossa scodella rovesciata”, il contattato incontrò una bambina, Elena, di undici anni che era stata prelevata poco prima dagli “stranieri”, nonché una creatura femminile, alta e bionda. La donna, inguainata in una tuta aderente, esortò Ferraudi a togliersi i vestiti affinché non contaminassero l’ambiente e ad indossare una tunica. Il giovane fu condotto sul ponte della nave in cui si apriva un’ampia finestra. In seguito l’U.F.O. si sollevò: durante il viaggio nello spazio, l’uomo ammirò la Terra che aveva l’aspetto di un globo blu, e la Luna, una sfera di colore grigio opaco. Quando l’oggetto volante si diresse verso il Sole, con sbalordimento il giovane constatò che “il Sole era nero”. Infine il vascello spaziale fece rotta verso la Terra a velocità mozzafiato per immergersi nel Mar delle Antille: sul fondale oceanico Orlando ed Elena videro una calotta trasparente che copriva un’area di cinque - sei ettari. Essi entrarono in una galleria che sboccava in una camera dove erano collocati dei lettini ed installati degli strani macchinari: qui agli ospiti fu dato da bere un liquore denso e piccante e da ingoiare alcune compresse. Fu spiegato loro che si sarebbero assopiti. Furono destati e condotti in stanze separate dove Orlando ed Elena poterono indossare di nuovo i loro abiti. Ad Orlando fu spiegato che era stato compiuto un lavoro sulla sua ghiandola pineale. L’experiencer ricorda il chiarimento che gli fu fornito dall’ufonauta: “La ghiandola pineale è l’ultima nostra eredità che rimanga qui… Le razze terrestri hanno subito mutazioni genetiche per loro stessa colpa e tutto ciò che rimane di quanto eravate è l’epifisi. Per questo motivo l’abbiamo risvegliata e, quando comunicheremo con te, sentirai una sorta di ronzio”.

Osservano gli autori succitati che il ronzio è un sintomo comune a molti contattisti: definito “segnale di aggiustamento”, è un suono percepito quasi sempre nell’orecchio destro e che preannuncia un messaggio telepatico.

Il caso Cerminara palesa delle similitudini con il racconto di Ferraudi: Luis Cerminara era il dirigente di una compagnia assicurativa a Pergamino (provincia meridionale di Buenos Aires). Le sue straordinarie esperienze risalgono all’infanzia, quando nella città natale, Arroyo Dulce, un “minuscolo essere grigio” lo portò su un “piccolo aereo bianco” con cui compì un viaggio all’interno del pianeta. Una volta adulto, Luis cominciò a ricevere messaggi mentali. Nel 1981 gli fu chiesto di recarsi a Caleta Olivia (Argentina meridionale): colà lo attendevano due ufonauti abbigliati con tute di colore chiaro. Gli extraterrestri portarono l’uomo su un’astronave: all’interno la luce promanava dall’intera superficie dell’ambiente. Luis raggiunse poi il ponte: attraverso le aperture nello scafo contemplò la sfera azzurra della Terra, la Luna ed il Sole che gli apparve... nero. Ritornata su Gaia, la nave stellare penetrò in una struttura sotterranea formata da diverse cupole. Luis Cerminara, dopo la sue avventure, sviluppò poteri terapeutici e facoltà speciali, come il figlio. Particolare interessante: l’uomo mostrava un marchio rosso dietro l’orecchio dove, a suo dire, gli era stato introdotto un impianto. Sia Orlando sia Luis, come altri rapiti, rammentano di aver veduto un’icona, un cerchio in cui è inscritto un triangolo: è un simbolo che contraddistingue una precisa civiltà aliena?



Coincidenze

Enumeriamo in modo molto stringato le coincidenze tra i due casi riferiti, per poi indugiare su un aspetto che ha conosciuto in questi ultimi tempi sorprendenti ed inattesi sviluppi.

• Ferraudi e Cerminara rilevarono che la luce all’interno del veicolo spaziale non scaturiva da una fonte precisa, poiché si effondeva dall’intera superficie interna della nave.
• I due contattati si accorsero che Gaia, vista dallo spazio, è un globo blu. Yuri Gagarin compì la stessa osservazione: era il 12 aprile 1961.
• Ferraudi e Cerminara ricordano delle cupole sottomarine o ipogee con hangar.
• Entrambi gli experiencers acquisirono poteri di guarigione.
• I due uomini, dopo la loro passeggiata spaziale, cominciarono ad udire un ronzio all’orecchio destro.
• Ambo i protagonisti degli incontri ravvicinati descrivono un “logo alieno”. [1]

Non manca qualche discrepanza: Ferraudi non ha mai menzionato impianti. Egli incontrò visitatori di sembianze adamskiane, laddove Cerminara ebbe la ventura di imbattersi probabilmente in una stirpe di Grigi.

La convergenza più stupefacente riguarda il Sole nero: è un elemento che appare incongruo nell'ambito di storie già inconsuete ed incredibili per la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica. Tutti noi, condizionati dall’istruzione canonica, siamo convinti che il Sole è un’abnorme centrale nel cui nucleo avvengono trasformazioni termonucleari di idrogeno in elio. Se così non fosse? Se la nostra stella fosse, come ipotizzano alcuni scienziati eretici, tra cui Eric Dollar, un corpo sui generis? Dollar ha dedicato quattro anni a studiare il Sole alla Sonoma State University, prima che il suo laboratorio fosse chiuso d’autorità. Egli ritiene che il Sole non sia una gigantesca fornace a fusione nucleare che sprigiona luce e calore bruciando combustibile, ma un oggetto celeste in grado di convertire energia da un’altra dimensione. L’ipotesi, che può sembrare peregrina, non è del tutto nuova: è possibile che le stelle attingano l’energia dall’etere, come ventilato da taluni studiosi.

Scrive la fisica Giuliana Conforto: “In un video l’ingegnere nucleare, Mehran Keshe, mostra i princìpi base della sua tecnologia, indicando l’esistenza al centro della Terra di un wormhole – un buco nero – e proponendo una concezione della materia simile a quella che io considero in sintonia con il modello standard. Nel mio libro ‘Il parto della Vergine’, suggerisco che il ‘buco’ al centro della Terra coincide con quello che i geofisici chiamano “inner inner core” – una sfera di 300 chilometri di raggio – al centro del core (nòcciolo) cristallino della Terra. Non solo: dico anche che questo buco nero è il SOL INVICTUS, ovvero anche il SOLE NERO, legato al culto di Mithra, iniziato nell’antica Persia (Iran) e propagatosi poi nella Roma antica. […] Il buco nero al centro della Terra è in istantaneo contatto con quel buco bianco che è il sole in cielo. È una rivoluzione astronomica ed antropica, proposta da millenni e cancellata sia dalle religioni sia dalle scienze”.

Dunque la Conforto trascende la cosmologia accademica, concependo il Sole come un buco bianco. Il buco bianco, ipotetica controparte di un black hole, sarebbe una regione dello spazio da cui materia ed energia emergono da una singolarità (confine del buco nero o bianco in cui le leggi fisiche note non valgono più, n.d.a.), entrando nell’universo. Anche se le ipotesi sulla natura dei buchi bianchi sono dissimili e non facilmente conciliabili, resta il fatto che l’astronomia scopre nell’universo sempre nuovi e sorprendenti fenomeni, mentre ricercatori eterodossi si avventurano in congetture forse peregrine, ma che non si possono scartare a priori. Stando ad alcuni cosmologi, i buchi bianchi sarebbero l’altro estremo dei buchi neri cui sarebbero collegati attraverso cunicoli spazio-temporali.

Un’interpretazione dell’astro, in linea con quelle sopra accennate, si deve a Nassim Haramein. Egli sostiene che le macchie solari sono delle singolarità e che il Sole è un buco nero, una sorta di stargate attraverso il quale transitano esseri interdimensionali. Anche la Terra possiederebbe un buco nero: le affinità con la teoria della Conforto sono evidenti. Last but not least, le missioni le cui sonde scrutano il Sole, secondo Haramein, sarebbero finanziate dal Vaticano. (Una nostra amica, ricercatrice fededegna, si spinge a congetturare che la stessa nasuta N.A.S.A. sarebbe una costola della "Santa" sede, n.d.a.)

Sempre più spesso sono segnalati avvistamenti di oggetti per lo più sigariformi in prossimità del Sole: vengono e vanno passando per il portale eliaco, uno scuro varco fra universi?

Escluso che Ferraudi e Cerminara videro la stella attraverso un filtro polarizzato, si può pensare che i due “cosmonauti” vennero a conoscenza della reale natura del Sole?

Erano i lontani anni ’50 del XX secolo… 


Schwarze Sonne

In alcune culture antiche, ad esempio egizia, il Sole era nero, poiché era assimilato ad una pupilla, talora ad un abisso. Le acque del Sole riflettevano il fuoco che tutto permea ed il riverbero del fuoco era la luce. L’astro era concepito come un oggetto celeste mosso da forze misteriose, di volta in volta immaginate come animali potenti e temuti. Per gli Egizi il Sole era il nume Ra che la scuola teologica di Eliopoli identificava con il dio primordiale Atum. Il nome Atum dovrebbe derivare dal verbo “tem” che significa “non essere”: il buio ed il nero (non colore, come il bianco) ben si addicono ad un dio del caos primordiale, del nulla prima dell’essere.

Il Sole nero è pure un tema centrale nella cultura segreta del Nazionalsocialismo: qui la cosmologia si sposa con concezioni esoteriche, attinte ad una sapienza ancestrale. Aiwass 418, in un controverso e temerario articolo, esamina la questione. Riporto le parti salienti della ricerca che trova delle convergenze con quanto esposto nel testo “Dagli U.F.O. nazionalsocialisti a H.A.A.R.P”, precisando che per Sole nero si intende in questo filone il buco nero al centro della nostra galassia.

“Sono state rilasciate di recente dichiarazioni da ex ricercatori del Dipartimento segreto di Psicotronica del K.G.B. o G.R.U. che, nel dopoguerra, ebbero accesso agli archivi segreti della Ahnenerbe di Himmler. Negli archivi furono trovati dati riguardanti la spedizione tedesca in Antartide compiuta nel 1938-1939. Tali dichiarazioni indicano una possibile minaccia per opera di forze esterne al pianeta, civiltà extraterrestri fortemente interessate ad impedire indagini e sperimentazioni degli scienziati terrestri nel campo dell’energia del 'vuoto' (nota anche come Z.P.E., ossia energia del punto zero, n.d.r.). [...]

Secondo queste dichiarazioni, è in corso una contesa per il dominio dell’Organo intelligente centrale della Galassia: il gigantesco buco nero nel centro galattico spiroidale. [...] L’immagine simbolica del Sole nero fu effigiata, sul pavimento della sala di meditazione nel Castello di Wewelsburg in Germania, il quartier generale della Ahnenerbe.

La civiltà che avesse detenuto il controllo del Sole nero sarebbe stata in grado di far esplodere stelle, frantumare pianeti e/o popolarli con razze di sua scelta, ovvero sarebbe divenuta la padrona incontrastata della Via Lattea. Secondo alcune fonti, il controllo del Sole nero potrebbe essere esercitato attraverso una sua 'modificazione', inviando un 'virus' di trasformazione del 'vuoto', attraverso l’ipertunnel spazio-temporale situato al Polo Sud che ora, secondo la stampa russa, è studiato ed esplorato dal Pentagono. In pratica si tratterebbe di usare i campi di torsione, ossia 'vortici di energia' più veloci della luce.

Secondo talune teorie scientifiche, i buchi neri non sarebbero gli oggetti cosmici descritti dall’astronomia ufficiale, ma contenitori di informazioni registrate come 'superstringhe di frattali spiroidali' (Mathur, Ohio University). Queste spirali possono emettere le così dette 'onde di torsione' che, diffondendosi più rapide della luce, non possono essere fermate dal campo gravitazionale del buco nero.

Il Dottor J. Milewski di Albuquerque ha ipotizzato che la rete di comunicazione cosmica di questi campi diriga e controlli i processi evolutivi della vita cosmica. Egli ha scoperto, per mezzo di rilevatori a fibre ultrafini, la capacità di tali campi di interagire direttamente con i ritmi del D.N.A.

Iniziati ai misteri di civiltà antiche come quella dell’Egitto, dei Maya, dell’India, del Tibet, le cui dottrine occulte prestano molta attenzione al concetto ed al ruolo del Sole nero, concepito come una Matrice cosmica (definita 'Utero di Iside' dagli Egizi e 'Madre del mondo' negli insegnamenti di Roerich) in grado di accelerare e sincronizzare i processi evolutivi di distinte civiltà planetarie. [1]

In un articolo firmato da K. I., pubblicato sul periodico russo 'Anomaly', l’autore asserisce che nei registri segreti della Ahnenerbe, erano contenuti accenni ad una missione germanica organizzata sotto l’egida dei Maestri di Shamballa. Si intendeva impedire possibili attacchi alla Terra per opera di civiltà extraterrestri, generando delle onde di torsione. [...]

L’articolo di 'Anomaly' afferma che, nel novembre del 1975, quando la Terra, il Sole, la Luna e il Sole Nero furono allineati in modo particolare (?), i Maestri di Shamballa trasmisero attraverso lo stargate del Polo Sud, un ‘messaggio retroattivo’ al Centro galattico, al fine di risalire ad un tempo di miliardi di anni fa, quando una ‘Galassia bambina’ non aveva ancora sviluppato quei formidabili meccanismi di difesa immunitaria che possiede ora. [...]

Sarebbero stati approntati sistemi di difesa da un presidio tedesco-ucraino per respingere, curvando lo spazio-tempo, anche i più forti attacchi sferrati da alieni ostili (ad esempio, la deviazione sul pianeta di asteroidi).

L’esistenza del Reich antartico, se reale, rimane un mistero celato, come il portale del Polo Sud e la minaccia di esseri allotri che mirerebbero a controllare lo spaventoso potere del Sole Nero. [...] E’ una realtà che supera la più fervida immaginazione. [...] Il Sole nero arde nelle viscere, alla radice della vita, come l’urlo della Madre terribile che divora i suoi figli nell’apoteosi del suo feroce, perfetto, immacolato ed implacabile Amore”.

Che cosa pensare di questa audace, fantastica ricostruzione? Ognuno la giudichi come meglio crede. E’ comunque probabile che il cuore della Via Lattea sia qualcosa di più e di diverso rispetto alle acquisizioni della cosmologia ufficiale. D’altronde anche uno scienziato accademico come Paul La Violette, indica il centro della Galassia come il luogo da cui circa 12.000 anni or sono provenne una micidiale onda energetica che fu la causa del Diluvio universale. Osservano La Violette ed altri che il dardo del Sagittario e l’aculeo dello Scorpione puntano verso il fulcro della Galassia, come se antichi mitografi avessero voluto indicarlo come il “mozzo” di una ruota spaziale, il cuore pulsante del nostro universo.

Forse non hanno torto quegli autori e non sono lungi dal vero quelle venerande tradizioni che vedono nelle dolorose vicende dell’umanità l’ombra di un conflitto di proporzioni cosmiche. E’ un’ombra nera ormai del tutto indistinguibile dal nero della notte… l’ultima.

[1] Non senza ragione in tedesco e in qualche altra lingua, Sole è sostantivo di genere femminile.

Addenda. Gli emblemi e le grafie aliene sono un soggetto di nicchia all’interno di un disciplina già marginale, quale l’Ufologia. Sul tema si legga A. Marcianò, Scritture e simboli alieni, F. Vanetti, Christain Macé e la scrittura degli Alieni, 2012. Qualche informazione si rintraccia pure nell’accurato e voluminoso saggio di M. Tambellini, U.F.O. e alieni in Italia, Roma, 2012. In particolare Tambellini, nel suo repertorio, accenna al caso di Croara (Bologna): il testimone vide all’interno di un’astronave un triangolo col vertice in alto al cui interno era inscritto il pianeta Terra sul quale erano intrecciati due fiori (rose?). E’ l’immagine grafica che maggiormente ricorda i simboli scorti dai contattisti argentini, per quanto concerne l’Italia.

Fonti:

Aiwass418, Il Sole nero
Dizionario di Astronomia e Cosmologia, a cura di John Gribbin, Milano, 2005, s.v. buchi bianchi
G. Conforto, Possiamo vincere la gravità?, 2012
L. Flotta e E. Grosso, Il Sole è nero, in X Times, n. 56, giugno 2013
Grande enciclopedia illustrata dell’antico Egitto, Novara, 2005, s.v. Atum, Sole, Ra
A. Marcianò, Apocalissi aliene, 2007
Redazione di Segni dal cielo, Il Sole è un grande stargate, 2013
Redazione di Tanker enemy, Segnalazioni di giugno, 2013


http://zret.blogspot.it/2013/06/black-sun-prima-parte.html 
http://zret.blogspot.it/2013/06/black-sun-seconda-parte.html 
http://zret.blogspot.it/2013/07/black-sun-terza-ed-ultima-parte.html 

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