Si chiama Domenico Codispoti,
un passato fatto di alti e bassi, più i secondi che i primi, e un
certificato penale niente di chè: piccolo spaccio, tentate e non
riuscite rapine e piccoli furti.
Processato e condannato: due anni di sorveglianza speciale da scontarsi sul marciapiede sotto i portici nei
paraggi della stazione centrale di Milano, dalle 22 alle 7 del mattino,
con l'obbligo di non muoversi per nessuna ragione, incollato a quel
fazzoletto di marciapiede, fino al 13 aprile 2014.
Un sorvegliato speciale, se si allontana rischia di finire di nuovo in galera.
Del resto è già accaduto, tempo fa, aveva attraversato la strada per
una necessità fisiologica, la pattuglia è passata proprio in quel
momento e non c'è stato verso di farli ragionare "evasione", processato per direttissima, Domenico si è visto affibbiare un altro anno di galera, sempre da scontare ai 'domiciliari'.
Lui sperava lo rimettessero dentro, un tetto, un
pasto sicuro, acqua per lavarsi, meno pericoli rappresentati da
sbandati, tossici spacciatori che popolano le notti milanesi soprattutto
da quelle parti. Qualsiasi cosa accada o gli accada, Domenico non può
difendersi, tantomeno scappando.
Una situazione anomala e paradossale come sottolinea l'avvocato di
Domenico, Andrea D'Amicis, che da sette anni assiste il senzatetto
"Cercheremo di ottenere la revoca della misura. Il mio cliente dovrebbe
trovarsi in una casa o in una comunità, perlomeno con un tetto sopra le
testa".
Intanto lui continua a rannicchiarsi nel suo angolino e ad alzare la
zip del suo sacco a pelo, anche con trenta gradi, per proteggere i suoi
poveri averi.
-R.P.-
http://www.articolotre.com/2013/07/il-senzatetto-ai-domiciliari-sotto-i-portici/186918
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