martedì 9 luglio 2013

Il senzatetto ai domiciliari sotto i portici

Si chiama Domenico Codispoti, un passato fatto di alti e bassi, più i secondi che i primi, e un certificato penale niente di chè: piccolo spaccio, tentate e non riuscite rapine e piccoli furti.

Processato e condannato: due anni di sorveglianza speciale da scontarsi sul marciapiede sotto i portici nei paraggi della stazione centrale di Milano, dalle 22 alle 7 del mattino, con l'obbligo di non muoversi per nessuna ragione, incollato a quel fazzoletto di marciapiede, fino al 13 aprile 2014.

 
Un sorvegliato speciale, se si allontana rischia di finire di nuovo in galera. Del resto è già accaduto, tempo fa, aveva attraversato la strada per una necessità fisiologica, la pattuglia è passata proprio in quel momento e non c'è stato verso di farli ragionare "evasione", processato per direttissima, Domenico si è visto affibbiare un altro anno di galera, sempre da scontare ai 'domiciliari'.

Lui sperava lo rimettessero dentro, un tetto, un pasto sicuro, acqua per lavarsi, meno pericoli rappresentati da sbandati, tossici spacciatori che popolano le notti milanesi soprattutto da quelle parti. Qualsiasi cosa accada o gli accada, Domenico non può difendersi, tantomeno scappando.
Una situazione anomala e paradossale come sottolinea l'avvocato di Domenico, Andrea D'Amicis, che da sette anni assiste il senzatetto "Cercheremo di ottenere la revoca della misura. Il mio cliente dovrebbe trovarsi in una casa o in una comunità, perlomeno con un tetto sopra le testa".
Intanto lui continua a rannicchiarsi nel suo angolino e ad alzare la zip del suo sacco a pelo, anche con trenta gradi, per proteggere i suoi poveri averi.

-R.P.-

http://www.articolotre.com/2013/07/il-senzatetto-ai-domiciliari-sotto-i-portici/186918 

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