Dopo che il dipartimento di Stato
degli Stati Uniti ha applicato tattiche d’intimidazione, facendo
atterrare il jet del presidente boliviano Evo Morales, nella loro caccia
all’ex-agente della NSA Ed Snowden, 21st Century Wire predisse che
questa mossa sconsiderata di Washington DC avrebbe dato un grande balzo
alla credibilità dell’icona populista Morales, come ora succede, ma non è
tutto…
L’arrivo
del Presidente Morales nella capitale boliviana di La Paz, accolto come
un eroe all’aeroporto, è solo l’inizio. Il suo profilo, da versione più
affabile di Hugo Chavez, era già alto agli occhi dell’America Latina, e
ora va ancora più in alto. Come previsto, i funzionari degli Stati
Uniti negano, pretendendo di non aver applicato alcuna pressione sui
Paesi europei, come Francia, Spagna, Italia e Portogallo nel negare lo
spazio aereo al jet presidenziale boliviano che volava da Mosca a La Paz
via Isole Canarie. Chiamatela arroganza o incompetenza. Qualunque cosa
potreste chiamarla, questo disastroso sbilanciarsi degli USA potrebbe
aver innescato un Watergate internazionale. Spionaggio e fine delle
libertà civili per la propria popolazione possono essere una cosa, ma
estendere lo stato di polizia degli Stati Uniti facendo del bullismo
sulle nazioni europee per limitare i movimenti del capo di Stato
boliviano, è un’altra questione, assai preoccupante.
Solo una settimana fa, in Senegal, in una conferenza stampa congiunta, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha pronunciato una delle affermazioni più condiscendenti da parte di un capo di Stato, a memoria d’uomo. Alla domanda se gli Stati Uniti avrebbero “interdetto” eventuali voli internazionali negando lo spazio aereo a un velivolo con a bordo Snowden, Obama ha risposto che lui non avrebbe fatto “decollare dei jet militari per prendere un hacker 29enne“. Ciò che gli USA hanno fatto, invece, questa settimana, è potenzialmente assai peggiore, innescando una crisi internazionale della fiducia nella sedicente autorità internazionale degli USA.
RT ha riferito del vertice di emergenza dell’UNASUR in Bolivia, dove il Presidente Morales ha detto che la sua “mano non avrebbe esitato” se e quando, avrebbe “chiuso l’ambasciata degli Stati Uniti“. Il leader venezuelano Nicolas Maduro ha affermato, “La violazione del diritto internazionale contro Evo Morales, è anche contro tutti noi.” L’argentina Cristina Fernandez ha aggiunto: “E’ curioso che chi parla di diritti umani commetta queste violazioni.” E l’elenco potrebbe continuare.
Nel frattempo, il presidente statunitense Obama continua il tour
africano e le vacanze in famiglia, che costeranno ai contribuenti
statunitensi una cifra stimata 100 milioni di dollari. Incredibilmente,
le ultime parole di Obama sulla vicenda Snowden dimostrano il livello di
arroganza cui la sua carica è arrivata: “Non ho intenzione di
creare il caso di un sospetto che cerchiamo di estradare, elevandolo
improvvisamente al punto in cui debba iniziare intrallazzi e negoziati
su tutta una serie di altre questioni, solo per ottenere l’estradizione
del tizio per poterlo fare processare.” Obama vantava anche, la
scorsa settimana, di quanto si sia esposto nell’artificiale posizione di
autorità morale riguardo il diritto internazionale: “La mia
continua aspettativa è che la Russia o altri Paesi che hanno detto di
voler potenzialmente dare asilo a Snowden, riconoscano che sono parte
della comunità internazionale e dovrebbero rispettare il diritto
internazionale.”
La Bolivia è stata a lungo un parco giochi corrotto della CIA ed i suoi
clienti delle multinazionali, che l’hanno utilizzata per il traffico di
stupefacenti e, soprattutto, come base fondamentale per rovesciare una
serie di governi democraticamente eletti in Sud America dagli anni ’50
agli anni ’80. L’elezione di Evo Morales ha inaugurato una nuova era per
il Paese, migliorando le condizioni di milioni di abitanti.
La maggior parte degli statunitensi, tra cui i media statunitensi, resta
alquanto incurante delle implicazioni internazionali di ciò che il
governo ha combinato. Con il suo valore diplomatico già oscillante, da
qualche parte, accanto alla Corea del Nord, l’amministrazione Obama
sembra aver ormai perso completamente il controllo sulla vicenda
Snowden, oltre ad essere indicata moralmente impossibilitata a imporre
una qualsiasi posizione alla comunità internazionale che pretende di
guidare. Lo stesso si potrebbe dire per il suo coinvolgimento
nell’armare gli ascari terroristici in Siria, nell’imporre sanzioni
paralizzanti all’Iran, nell’installare il governo islamista fallimentare
in Egitto e nel distruggere la Libia, per non parlare del centro di
tortura di Guantanamo Bay o della politica degli omicidi extragiudiziali
in territori stranieri usando i droni.
Tutto sommato, quello che gli operatori di Washington DC pensano sia un
esercizio casuale di flessione dei muscoli imperiali, potrebbe aver
innescato la più significativa crisi diplomatica della presidenza Obama.
Ulteriori effetti a catena sono ancora in corso, mentre il contraccolpo
europeo potrebbe costringere i subalterni degli USA nella NATO a
rivalutare il loro allineamento politico a tale comportamento
apertamente imperiale. Inoltre, ciò potrebbe contribuire a indebolire la
politica estera del mandato internazionale di Washington DC sulla
guerra sporca in Siria, e sulle aspirazioni, assieme ad Israele, a un
attacco preventivo all’Iran negli anni a venire.
La credibilità degli Stati Uniti sulla scena internazionale non potrebbe peggiorare, oggi; una prospettiva spaventosa, perché vuol dire che senza una conveniente via d’uscita di emergenza per salvare la propria immagine che affonda, i più oscuri attori della struttura del potere di Washington potrebbero essere tentati dal tutto per il tutto, ancora una volta, al fine di raccogliere la simpatia internazionale. Ma anche allora potrebbe essere troppo poco e troppo tardi. Il mondo cambia rapidamente, e le istituzioni del potere dominante sembrano essere gli ultimi a rendersene conto.
http://guardforangels.altervista.org/blog/morales-taglia-corto-con-gli-usa-non-abbiamo-bisogno-della-vostra-ambasciata-in-bolivia/
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