mercoledì 10 luglio 2013

Morales taglia corto con gli USA: ‘Non abbiamo bisogno della vostra ambasciata in Bolivia’

Dopo che il dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha applicato tattiche d’intimidazione, facendo atterrare il jet del presidente boliviano Evo Morales, nella loro caccia all’ex-agente della NSA Ed Snowden, 21st Century Wire predisse che questa mossa sconsiderata di Washington DC avrebbe dato un grande balzo alla credibilità dell’icona populista Morales, come ora succede, ma non è tutto…
998832

L’arrivo del Presidente Morales nella capitale boliviana di La Paz, accolto come un eroe all’aeroporto, è solo l’inizio. Il suo profilo, da versione più affabile di Hugo Chavez, era già alto agli occhi dell’America Latina, e ora va ancora più in alto. Come previsto, i funzionari degli Stati Uniti negano, pretendendo di non aver applicato alcuna pressione sui Paesi europei, come Francia, Spagna, Italia e Portogallo nel negare lo spazio aereo al jet presidenziale boliviano che volava da Mosca a La Paz via Isole Canarie. Chiamatela arroganza o incompetenza. Qualunque cosa potreste chiamarla, questo disastroso sbilanciarsi degli USA potrebbe aver innescato un Watergate internazionale. Spionaggio e fine delle libertà civili per la propria popolazione possono essere una cosa, ma estendere lo stato di polizia degli Stati Uniti facendo del bullismo sulle nazioni europee per limitare i movimenti del capo di Stato boliviano, è un’altra questione, assai preoccupante.

Solo una settimana fa, in Senegal, in una conferenza stampa congiunta, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha pronunciato una delle affermazioni più condiscendenti da parte di un capo di Stato, a memoria d’uomo. Alla domanda se gli Stati Uniti avrebbero “interdetto” eventuali voli internazionali negando lo spazio aereo a un velivolo con a bordo Snowden, Obama ha risposto che lui non avrebbe fatto “decollare dei jet militari per prendere un hacker 29enne“. Ciò che gli USA hanno fatto, invece, questa settimana, è potenzialmente assai peggiore, innescando una crisi internazionale della fiducia nella sedicente autorità internazionale degli USA.
 

RT ha riferito del vertice di emergenza dell’UNASUR in Bolivia, dove il Presidente Morales ha detto che la sua “mano non avrebbe esitato” se e quando, avrebbe “chiuso l’ambasciata degli Stati Uniti“. Il leader venezuelano Nicolas Maduro ha affermato, “La violazione del diritto internazionale contro Evo Morales, è anche contro tutti noi.” L’argentina Cristina Fernandez ha aggiunto: “E’ curioso che chi parla di diritti umani commetta queste violazioni.” E l’elenco potrebbe continuare.
 
Nel frattempo, il presidente statunitense Obama continua il tour africano e le vacanze in famiglia, che costeranno ai contribuenti statunitensi una cifra stimata 100 milioni di dollari. Incredibilmente, le ultime parole di Obama sulla vicenda Snowden dimostrano il livello di arroganza cui la sua carica è arrivata: “Non ho intenzione di creare il caso di un sospetto che cerchiamo di estradare, elevandolo improvvisamente al punto in cui debba iniziare intrallazzi e negoziati su tutta una serie di altre questioni, solo per ottenere l’estradizione del tizio per poterlo fare processare.” Obama vantava anche, la scorsa settimana, di quanto si sia esposto nell’artificiale posizione di autorità morale riguardo il diritto internazionale: “La mia continua aspettativa è che la Russia o altri Paesi che hanno detto di voler potenzialmente dare asilo a Snowden, riconoscano che sono parte della comunità internazionale e dovrebbero rispettare il diritto internazionale.”
 
La Bolivia è stata a lungo un parco giochi corrotto della CIA ed i suoi clienti delle multinazionali, che l’hanno utilizzata per il traffico di stupefacenti e, soprattutto, come base fondamentale per rovesciare una serie di governi democraticamente eletti in Sud America dagli anni ’50 agli anni ’80. L’elezione di Evo Morales ha inaugurato una nuova era per il Paese, migliorando le condizioni di milioni di abitanti.
 
La maggior parte degli statunitensi, tra cui i media statunitensi, resta alquanto incurante delle implicazioni internazionali di ciò che il governo ha combinato. Con il suo valore diplomatico già oscillante, da qualche parte, accanto alla Corea del Nord, l’amministrazione Obama sembra aver ormai perso completamente il controllo sulla vicenda Snowden, oltre ad essere indicata moralmente impossibilitata a imporre una qualsiasi posizione alla comunità internazionale che pretende di guidare. Lo stesso si potrebbe dire per il suo coinvolgimento nell’armare gli ascari terroristici in Siria, nell’imporre sanzioni paralizzanti all’Iran, nell’installare il governo islamista fallimentare in Egitto e nel distruggere la Libia, per non parlare del centro di tortura di Guantanamo Bay o della politica degli omicidi extragiudiziali in territori stranieri usando i droni.
 
Tutto sommato, quello che gli operatori di Washington DC pensano sia un esercizio casuale di flessione dei muscoli imperiali, potrebbe aver innescato la più significativa crisi diplomatica della presidenza Obama. Ulteriori effetti a catena sono ancora in corso, mentre il contraccolpo europeo potrebbe costringere i subalterni degli USA nella NATO a rivalutare il loro allineamento politico a tale comportamento apertamente imperiale. Inoltre, ciò potrebbe contribuire a indebolire la politica estera del mandato internazionale di Washington DC sulla guerra sporca in Siria, e sulle aspirazioni, assieme ad Israele, a un attacco preventivo all’Iran negli anni a venire.

La credibilità degli Stati Uniti sulla scena internazionale non potrebbe peggiorare, oggi; una prospettiva spaventosa, perché vuol dire che senza una conveniente via d’uscita di emergenza per salvare la propria immagine che affonda, i più oscuri attori della struttura del potere di Washington potrebbero essere tentati dal tutto per il tutto, ancora una volta, al fine di raccogliere la simpatia internazionale. Ma anche allora potrebbe essere troppo poco e troppo tardi. Il mondo cambia rapidamente, e le istituzioni del potere dominante sembrano essere gli ultimi a rendersene conto.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

http://guardforangels.altervista.org/blog/morales-taglia-corto-con-gli-usa-non-abbiamo-bisogno-della-vostra-ambasciata-in-bolivia/ 

Nessun commento:

Posta un commento