Un sistema di finanziamento basato su una regola molto semplice: il Pd manda i suoi uomini nei cda di aziende pubbliche e private, in cambio queste persone sono obbligate a destinare parte dei loro congrui guadagni alle casse del partito. Anche e soprattutto a Siena funziona così, il Pd non lo nasconde neppure, l’articolo 28 del regolamento finanziario del coordinamento territoriale di Siena del Partito Democratico recita infatti quanto segue:
Art. 28 – Doveri degli eletti, designati e nominati
Gli eletti e/o nominati presso enti pubblici e gli incaricati e designati presso altri soggetti pubblico o privati, ai sensi dell’ art. 23 comma 2 dello statuto nazionale nonché dall’ art. 36 comma 8 dello statuto regionale hanno il dovere di contribuire al finanziamento del partito, versando alla tesoreria una quota dell’indennità e degli emolumenti derivanti dalla carica ricoperta con i criteri e nella misura di cui ai successivi articoli. Il mancato o incompleto versamento del contributo previsto dal regolamento finanziario territoriale, è causa di incandidabilità a qualsiasi altra carica o e designazione da parte del Partito Democratico e comporta comunque l’applicazione di cui al successivo articolo 37, con le modalità ivi previste. Ai sensi e in applicazione del regolamento nazionale per il tesseramento, in osservanza del presente regolamento è giusta causa per la sospensione del rilascio dell’adesione il non aver adempiuto agli obblighi di contribuzione al partito stabiliti in questo regolamento.
Posti di lavoro e ricchi stipendi, a
prescindere dalle competenze, in cambio di donazioni e finanziamenti a
bonificare le casse del Pd. Pena il ricatto dell’incandidabilità a
qualsiasi altra carica o designazione da parte del partito. Non è solo
il “sistema Siena”, ma è proprio il modello
finanziario-populista-assistenzialista del Pd, che ha fatto, fa e farà
del clientelismo e del voto di scambio i propri cavalli di battaglia.
A Siena però qualcosa sta andando storto. Il crack della banca rischia di mandare sul lastrico pure le famiglie di risparmiatori che hanno investito sul titolo quotato in Borsa. Lo scandalo sta per scoppiare, pure a livello giudiziario. Bersani, prima di “sbranare” chiunque parli a ragion veduta di connivenze tra Pd e Mps, dovrà spiegare molte cose. A cominciare dalle donazioni da parte dei dirigenti e manager della banca nominati dal partito.
Fonte: ● losai.eu
http://guardforangels.altervista.org/blog/i-manager-della-montepaschi-che-finanziavano-le-casse-del-pd-nomi-cognomi-cifre-dello-scandalo/
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