lunedì 12 agosto 2013

I manager della Montepaschi che finanziavano le casse del Pd: nomi, cognomi, cifre dello scandalo

Monte-Paschi-SienaSulla base di atti in possesso sia della Guardia di Finanza sia della magistratura che sta indagando sulle operazioni finanziarie del Monte dei Paschi di Siena, risulterebbero le seguenti emissioni di bonifici bancari a favore del Partito Democratico: da parte di Giuseppe Mussari, presidente della banca, un versamento di 246.000 euro; da parte del vice-presidente della banca, Ernesto Rabizzi, 125.000 euro; da parte di Saverio Carpinelli, presidente della società “Monte dei Paschi di Siena Capital Service”, la cifra di 176.063 euro destinata nello specifico alla federazione del Partito Democratico di Siena; da parte di Riccardo Margheriti, presidente di “Monte dei Paschi di Siena Banca Verde” la cifra di 132.890 euro con la specifica destinazione per investimenti nel settore della green economy a fronte dei quali non esiste nessuna fattura emessa; da parte di Alessandro Piazzi, consigliere della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, la cifra di 161.400 euro. Cifre che risultano incassate ma non sono state immesse nel bilancio del Pd, quindi non si può sapere per quale motivo e a quale titolo siano stati versati questi soldi al partito.
Risulta inoltre agli atti che il presidente del Monte dei Paschi di Siena abbia provveduto a far avere al gruppo politico Ds, nell’arco di dieci anni dal 1999 al 2009, la cifra complessiva di 682.000 euro, eppure tale cifra non risulta iscritta in bilancio né in uscita presso la banca né in entrata presso il gruppo DS, tuttora esistente nonostante sia estinto. E che il presidente della fondazione bancaria abbia “personalmente” versato la cifra di 703.000 euro alla federazione del Pd di Siena. Altri 23 attuali o ex manager del Monte dei Paschi di Siena hanno versato negli anni la bellezza di 2 milioni di euro al partito.

Un sistema di finanziamento basato su una regola molto semplice: il Pd manda i suoi uomini nei cda di aziende pubbliche e private, in cambio queste persone sono obbligate a destinare parte dei loro congrui guadagni alle casse del partito. Anche e soprattutto a Siena funziona così, il Pd non lo nasconde neppure, l’articolo 28 del regolamento finanziario del coordinamento territoriale di Siena del Partito Democratico recita infatti quanto segue:
Art. 28Doveri degli eletti, designati e nominati

Gli eletti e/o nominati presso enti pubblici e gli incaricati e designati presso altri soggetti pubblico o privati, ai sensi dell’ art. 23 comma 2 dello statuto nazionale nonché dall’ art. 36 comma 8 dello statuto regionale hanno il dovere di contribuire al finanziamento del partito, versando alla tesoreria una quota dell’indennità e degli emolumenti derivanti dalla carica ricoperta con i criteri e nella misura di cui ai successivi articoli. Il mancato o incompleto versamento del contributo previsto dal regolamento finanziario territoriale, è causa di incandidabilità a qualsiasi altra carica o e  designazione da parte del Partito Democratico e comporta comunque l’applicazione di cui al successivo articolo 37, con le modalità ivi previste. Ai sensi e in applicazione  del regolamento nazionale  per il tesseramento, in osservanza del presente regolamento è giusta causa per la sospensione del rilascio dell’adesione il non aver adempiuto agli obblighi di contribuzione al partito stabiliti in questo regolamento.
Posti di lavoro e ricchi stipendi, a prescindere dalle competenze, in cambio di donazioni e finanziamenti a bonificare le casse del Pd. Pena il ricatto dell’incandidabilità a qualsiasi altra carica o designazione da parte del partito. Non è solo il “sistema Siena”, ma è proprio il modello finanziario-populista-assistenzialista del Pd, che ha fatto, fa e farà del clientelismo e del voto di scambio i propri cavalli di battaglia.

A Siena però qualcosa sta andando storto. Il crack della banca rischia di mandare sul lastrico pure le famiglie di risparmiatori che hanno investito sul titolo quotato in Borsa. Lo scandalo sta per scoppiare, pure a livello giudiziario. Bersani, prima di “sbranare” chiunque parli a ragion veduta di connivenze tra Pd e Mps, dovrà spiegare molte cose. A cominciare dalle donazioni da parte dei dirigenti e manager della banca nominati dal partito.

Fonte: losai.eu
http://guardforangels.altervista.org/blog/i-manager-della-montepaschi-che-finanziavano-le-casse-del-pd-nomi-cognomi-cifre-dello-scandalo/

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