lunedì 10 novembre 2014

Le provocazioni di Obama avvicinano Cina e Russia

APEC China

I presidenti statunitense e russo hanno rivelato le loro visioni contrastanti sul futuro non solo dell’Europa (dove Mosca e Washington continuano a scontrarsi sull’Ucraina ), ma anche dell’Asia.
 Al vertice di Pechino dell’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC), il presidente statunitense Barack Obama ha chiarito che non ha alcuna intenzione d’incontrare il suo omologo russo. Ha continuato a dire che probabilmente non s’incontrerà con il presidente russo Vladimir Putin a Brisbane, in Australia, dove entrambi i leader parteciperanno al summit del G20 a metà novembre. Allo stesso tempo, Obama ha ribadito il suo sostegno alla Trans-Pacific Partnership (TPP), accordo commerciale che Washington negozia con 11 nazioni della regione, escluse Cina e Russia. Alla vigilia del vertice APEC di Pechino, Putin ha sottolineato la sua opposizione al TPP. 

Non c’è bisogno di essere un genio per capire che i progetti per costruire una zona economica del Pacifico, senza le due più grandi potenze della regione, Russia e Cina, sono condannati. “E’ chiaro che l’influenza economica degli Stati Uniti e dell’occidente in generale, inevitabilmente diminuirà nei prossimi anni”, ha commentato la rivista Ekspert di Mosca, primo settimanale russo specializzato in analisi economica. “Ma l’amministrazione (Obama) e l’Unione europea sembrano aver scelto il più costoso e doloroso modo di gestire il processo“, prosegue. In effetti, la posizione di Obama è in logica continuazione della linea politica esposta durante il suo tour nel sudest asiatico della primavera 2014, proprio prima della visita di Putin a Pechino.

Durante le sue visite in Giappone e Filippine, Obama promise aiuto nei loro disaccordi con la Cina. Tale mossa non avrebbe potuto essere più provocatoria quando il battibecco tra Cina e Giappone sulle contese isole Diaoyu/Senkaku era all’apice, e il conflitto tra Russia e Stati Uniti sull’Ucraina portava alla guerra civile.

Ritorno di fiamma
Il risultato delle azioni di Obama in Giappone e Filippine ha prodotto l’effetto opposto a quello desiderato, però. A maggio, molto probabilmente su impulso dell’ostilità degli Stati Uniti, Russia e Cina si sono avvicinate firmando un epocale accordo sul gas. Secondo gli accordi firmati durante la visita di Putin a Pechino, quel mese, la Russia fornirà 38 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno alla Cina tramite un gasdotto in costruzione chiamato Sila Sibiri (“Forza della Siberia”). Grazie a questo accordo, la Russia otterrà 400 miliardi di dollari e diversificherà le esportazioni di gas, rivolte ai mercati europei da oltre 40 anni. 

L’attuale accordo Russia-Cina dovrebbe essere attuato nei prossimi 30 anni. “Le dichiarazioni di Obama contro Cina e Russia non rivelano un approccio produttivo e rivelano mancanza di comprensione della regione”, dice Jurij Tavrovskij, principale esperto russo di Cina e Giappone. “Poche persone credono che gli Stati Uniti possano essere un mediatore equo ed equilibrato tra Tokyo e Pechino, (mentre) i pregiudizi di Washington contro la Cina sono evidenti“, ha detto Tavrovskij, che negli anni ’80 era consulente del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica sulle relazioni con Tokyo e Pechino. “Inoltre gli Stati Uniti mostrano mancanza di sottigliezza sulla questione delle perdite della Cina in tempo di guerra. I dati ufficiali cinesi dicono che 35 milioni di cinesi persero la vita durante l’occupazione giapponese, negli anni ’30 e ’40. Questo è una cifra enorme“. 

Allo stesso modo, in Russia, le relazioni con gli Stati Uniti si sono inasprite sul sostegno di Washington ai nazionalisti ucraini e baltici. Tali gruppi spesso sono i successori dei movimenti nazionalisti ucraini e baltici degli anni ’40. Ma molti di tali movimenti sono da decenni offuscati dalla loro collaborazione con il capo nazista Adolf Hitler. Durante l’occupazione di Hitler dei territori sovietici, tra il 1941 e il 1945, i nazionalisti ucraini, lettoni ed estoni diedero il loro “contributo” all’assassinio di 27 milioni di cittadini sovietici, morti durante la seconda guerra mondiale. Quindi, anche emotivamente, se si considerano le vittime e gli orrori inflitti durante quella guerra, le rimostranze di Russia e Cina contro gli Stati Uniti sono simili. La cricca anti-Pechino e anti-Mosca dietro la politica estera di Washington è divenuta fin troppo scoperta negli ultimi anni, spingendo non solo Russia e Cina, ma anche gli altri Paesi BRICS ad adottare misure di protezione comuni contro gli Stati Uniti.

La stratificazione dei BRICS
I leader dei BRICS programmano d’incontrarsi a margine del vertice G20 a Brisbane, il 15-16 novembre. Mentre Putin incontra i suoi alleati dei BRICS, Obama sembra deliberatamente isolarsi, rifiutandosi d’incontrare il presidente russo a Brisbane. Gli analisti fanno notare che nell’autunno 2013 Obama si rifiutò di avere colloqui con Putin al vertice del G20 a San Pietroburgo, Russia. Solo poche settimane dopo, Obama ebbe bisogno dell’aiuto di Putin nell’attuazione del piano russo di smantellamento delle armi chimiche della Siria. Questo piano ha salvato Obama dal perdere la faccia dopo aver annullato la strategia della Casa Bianca d’attacco alle forze del presidente siriano Bashar al-Assad. 

I BRICS hanno già creato una Nuova Banca di Sviluppo da 100 miliardi di dollari e un fondo di riserva per imprevisti da 100 miliardi dollari; entrambi dovranno fornire protezione finanziaria aggiuntiva agli associati, in caso d’emergenza. Per la Russia, sotto sanzioni finanziarie di Stati Uniti ed Unione europea, queste organizzazioni di protezione finanziaria sono una fonte di speranza mentre il rublo da sei mesi continua la sua discesa. La Cina, importante contribuente dei progetti BRICS, è interessata alle riserve energetiche della Russia. In questo ambito, gli interessi di entrambi i Paesi convergono. Ciò è significativo per Mosca, che sente da tempo la minaccia che l’Unione europea possa “ridurre la sua dipendenza” dalle esportazioni di gas russo. 

Oltre al controverso piano statunitense di cooperazione trans-Pacifico, che esclude entrambi i loro Paesi, Putin della Russia e Xi Jinping della Cina porteranno avanti i piani su un gasdotto supplementare dalla Russia alla Cina. Un anno fa, questo piano era più una fantasia. Ma proprio il supporto aggressivo di Washington alla “rivoluzione” anti-russa in Ucraina e alle forze anti-cinesi in Asia, ha trasformato questa fantastica cooperazione russo-cinese in realtà.

Dmitrij Babich, The BRICS Post

ASIA-APEC/ 

Le opinioni espresse nell’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale dell’editore.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/11/09/le-provocazioni-di-obama-avvicinano-cina-e-russia/ 

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