giovedì 5 marzo 2015

Come i media creano realtà e mode del tutto inesistenti


Il trucco è molto semplice e viene usato in continuazione, anche se sostanzialmente solo in Italia (c’era bisogno di specificarlo?): si tratta di  
insinuare nella mente del lettore o del pubblico in genere che qualsiasi cosa si voglia far diventare più o meno “virale”… lo sia già.
Un modo subdolo ma molto efficace usato sempre più spesso per imporre alle masse tendenze, ideologie e nuove morali sempre più assurde.

Per farlo basta usare poche frasi nella presentazione. Le più classiche? Vediamole un po’ nel dettaglio
Usare la frase “…che fa impazzire il web”. 
Il trucco è il più terra-terra: consiste nel presentare il web come un’essenza compatta, individuale e senziente, cosa che ovviamente non solo non è vera ma è proprio opposta alla realtà. In questo modo le persone sono portate a considerare il contenuto come già famoso e quindi si sentono in dovere di visualizzarlo.

Imporre una morale come se già fosse reale.
Il trucco consiste nel fare leva sul moralismo dei più bacchettoni in modo che accettino il nuovo parametro come fondamentale. Tutti gli altri si adeguano per paura di esprimere un parere che temono andrà contro il pensiero comune.
Ad esempio continuare a parlare di donne obese o grandi obese come se fossero il nuovo parametro di riferimento della bellezza e della salute (“Curvy”).
La maggior parte dei moralisti accetterà senza batter ciglio (anzi partendo subito a spada tratta nella difesa del nuovo baluardo idiota), mentre quasi tutti gli altri non oseranno contraddire per timore di andare controcorrente.
Utilizzare una cosa che tutti odiano per spingere una persona alla ribalta.
In questo caso si parla solitamente di un’intervista in cui la persona che deve essere spinta verso gli onori della cronaca ha “sconfitto” un fenomeno sociale avverso. Può essere il bullismo, piuttosto che una malattia o una mania etc. etc. Nella maggior parte dei casi la storia viene letteralmente tirata per i capelli e trasformata per impattare positivamente (ancora una volta) sul moralismo della massa. Di solito ha il formato “Pinco Pallino: vi racconto come ho sconfitto la dissenteria”
Iniziare una frase con “IO… ” (Per esempio: “IO, vittima dei bulli”)
Ancora una volta un trucco, questa volta retorico. Usando il termine “IO” si fa capire che è una storia individuale, e in qualche modo si “eroizza” quella singola persona. Ma dato che IO è la parola più pronunciata dall’ego, ecco che si fornisce un ponte diretto al lettore per identificarsi con il personaggio.

Pensateci la prossima volta che leggete un quotidiano… potreste accorgervi di molte cose.

Per esempio che vi stanno educando a pensare in modo predefinito, conforme, beceramente moralista e irrimediabilmente meccanico.





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