mercoledì 11 maggio 2016

Il vortice del debito getta la Grecia nelle mani degli usurai. Un preavviso per gli altri ?

Grecia. Proteste popolazione

Con l’aggravarsi della crisi debitoria causata dalle politiche neoliberiste dell’austerità imposta in Europa, sempre più attuale diventa la questione della illegittimità del debito che a suo tempo era stata posta, nel periodo degli anni ’90, per i paesi del Terzo Mondo. La questione non è da considerare fuorviante, visto che Il sistema usuraio governato e diretto dalle grandi banche sovranazionali (FMI, Golman Sachs, JP Morgan, Black Rok, ecc..), pur rifiutando di considerare tale questione nei giusti termini, altre volte aveva dovuto piegarsi alle richieste di alcuni Stati e procedere ad una ristrutturazione o annullamento del debito.

Come ricorda Eric Toussaint, presidente del Comitato CADIM (“Comitè para la Abolicion de las Deudas Ilegitimas”) , oltre alla vicenda della Germania Ovest, che nel dopoguerra ottenne un trattamento di favore dalle potenze vincitrici, nell’epoca della Guerra Fredda, esistono altri esempi recenti di ristrutturazioni del debito concesse a condizioni favorevoli ai paesi indebitati:

“Nel 1991, la Polonia ha beneficiato di una riduzione del debito pari al 50% del suo debito bilaterale con il Club di Parigi.

I suoi creditori volevano sostenere il governo pro-occidentale di Lech Walesa, che aveva lasciato il Patto di Varsavia, l’alleanza militare dei paesi del blocco sovietico. Certo, la riduzione del debito polacco è stata inferiore rispetto a quello tedesco, ma il contesto appare molto simile. Si trattava di attrarre nell’area di influenza occidentale uno dei paesi più importanti dell’Europa dell’Est, attraverso l’adozione di misure economiche in linea con le politiche neoliberali all’insegna delle privatizzazioni, che poi hanno consentito alla Polonia di integrare l’Unione Europea.

Sempre nel 1991 durante il G7 di Londra, l’Egitto ha ottenuto la riduzione del 50% del suo debito bilaterale contratto con il Club di Parigi. Gli Stati Uniti e i suoi alleati miravano ad ottenere la cooperazione del regime egiziano di Mubarak durante la prima guerra del Golfo. Infine, non si può non ricordare la riduzione del debito concessa all’Irak nel 2004. Pochi giorni dopo l’occupazione di Baghdad avvenuta il 20 marzo 2003, il Segretario di Stato al Tesoro americano, John Snow, aveva invitato i suoi colleghi del G7 a Washington per una riunione durante la quale aveva definito il debito contratto in passato da Saddam Hussein “odioso”. Risultato: il debito iracheno è stato ridotto dell’80%.

Eric Toussant. Fondatore del CADTM
Eric Toussant. Fondatore del CADTM
Risulta fondamentale in questi casi realizzare, a partire da governi non piegati ai dettami dei potentati finanziari, o a partire dal potere legislativo, un audit (indagine) del debito, per stabilire quale parte sia legittima, oppure insostenibile, illegale, odiosa o illegittima. Bisogna considerare un debito come “illegittimo” se è stato contratto senza rispettare l’interesse generale. In altri termini, se è stato accumulato in favore di una minoranza di privilegiati. È così, ad esempio, se esso nasce dal salvataggio delle banche private, seppur responsabili della crisi. In Francia, o in Belgio, si può parlare di illegittimità per il debito derivante dai sistematici doni fiscali a favore dell’1% dei più ricchi, o delle grandi imprese private.

La stessa Organizzazione internazionale CADIM aveva dimostrato, nella decade degli anni 1990, che i debiti pubblici del Terzo Mondo erano da considerare illegittimi ed illegali e, pertanto, inaccettabili. Oggi nella stessa situazione si trovano molti paesi dell’ Unione Europea che presentano un debito finanziario utilizzato come arma letale nelle mani del potere finanziario attraverso l’oligarchia tecnofinanziaria che si trova a Bruxelles e a Francoforte.

La stessa Unione Europea che concede a paesi come la Spagna un anno o due per ridurre il proprio debito, schiaccia la Grecia in modo implacabile con il pretendere misure di riduzione immediate che gettano la popolazione in un avvitamento drammatico della crisi sociale già in atto in quel paese.

Attualmente nessun paese della UE può mettere in dubbio la politica dell’austerità di riduzione della sua spesa pubblica e del rigoroso pagamento del debito. Non a caso i governi dei paesi indebitati sono tenuti sotto ricatto dai potentati finanziari con l’arma dello Spread, del declassamento delle Agenzie di Rating (di proprietà delle banche creditrici) e con la politica del credito detenuto da BCE, FMI o altri organismi finanziari sovranazionali.

Non sono ammesse moratorie, come nel caso della Grecia, ristrutturazioni o slittamento dei termini.

Piuttosto si è ricorso a meccanismi quali il MES/ESM (Fondo Salva Stati) per salvaguardare l’esposizione delle Banche con i paesi debitori. Le politiche imposte dalla Commissione Europea hanno causato, in paesi come la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l’Italia, affossamento economico, mancata crescita economica con conseguente disoccupazione e calo degli investimenti, riduzione della domanda interna, precarietà e povertà più diffusa con enorme aumento delle disuguagliaze sociali.

Secondo Eric Toussaint, fondatore del CADIM, la soluzione per la Grecia sarebbe stata, sulla base di principi giuridici e precedenti storici recenti:
A) uscire dall’euro, 
B)– realizzare un auditing integrale del debito, con una partecipazione di esperti delegati dalla cittadinanza; 
C)- sospendere il pagamento; 
D)- rifiutare il pagamento della parte illegittima  
E)– imporre una riduzione della restante parte. - Vedi: La Grecia ha il diritto di sospendere il pagamento di debiti illegittimi

La riduzione della parte restante, dopo l’annullamento della parte illegittima, può avere le caratteristiche di una ristrutturazione ma in ogni caso non potrà essere una risposta sufficiente.

Lo stesso Toussant aggiunge che “senza sospensioni dei pagamenti anticipati e senza una verifica pubblica, i creditori si trovano in una posizione di dominio. Non bisogna sottovalutare la loro capacità di manipolazione, che può portare i governi a compromessi inaccettabili. E’ la sospensione del pagamento del debito come atto sovrano unilaterale che crea un rapporto di forza con i creditori. Inoltre, la sospensione obbliga i creditori a farsi avanti: quando si tratta di affrontare i detentori dei titoli, se non c’è sospensione del debito, essi agiscono in maniera opaca, poiché i titoli non sono nominativi. Ed è soltanto rovesciando tale rapporto di forza che gli Stati creano le condizioni per poter imporre misure la cui legittimità si fonda sul diritto internazionale e interno”.

La Grecia presenta un surplus primario di bilancio perchè incassa più imposte di quello che spende nel pagamento di stipendi pubblici e per finanziare le sue politiche. Tuttavia la stessa Grecia presenta un deficit finale accumulato per effetto degli interessi passivi sul debito. Se avesse ottenuto una riduzione di tali interessi non avrebbe più deficit o quantomeno questo sarebbe più tollerabile.

Piegare la testa alle direttive della Commissione Europea, come ha fatto il governo Tsipras, governo di finta opposizione, ha comportato il dover tagliare le spese sociali, i salari pubblici, le pensioni, la spesa sanitaria e la necessità (imposta dai creditori) di privatizzare molti serivizi pubblici essenziali.

Un evidente forma di ricatto del sistema dell’usura che si dimostra collegato agli interessi delle grandi multinazionali, quelle che prendono in mano la gestione dei servizi pubblici privatizzati.

Queste misure comportano la violazione dei diritti fondamentali dei cittadini quali il diritto alla salute, all’assistenza per le famiglie, il diritto al lavoro ed ad una esistenza dignitosa.

Queste misure tuttavia non sono bastate per saziare la voracità degli usurai ed il governo, su istanza dei creditori, sta procedento a vendere le isole a grandi investitori esteri: questa vendita equivale ad una cessione del territorio in cambio della riduzione del debito. Vi sarebbero tutti i motivi per stabilire la illegittimità di tali scelte del Governo greco che si è prostrato al servizio degli usurai internazionali. Se sarà attuata la svendita di parti del territorio nazionale, un domani gli stessi responsabili governativi potranno essere portati a processo per violazione degli obblighi costituzionali.

Il comissario europeo in questioni economiche, Pierre Moscovici, ha sottolineato ultimamente che, nel caso della Grecia, ci potrà essere l’accordo con i creditori ed il Governo greco se questo procederà nel piano di riforme sollecitato dalla Troika. Rimane chiaro che, quando i tecnoburocrati della UE e del FMI, chiedono l’attuazione delle “riforme”, la gente comune deve iniziare a stringere la cinghia dei calzoni, mentre i comitati d’affari iniziano a focalizzare le aree di privatizzazione dei servizi dove possono piombare a fare business. Le grandi riforme fiscali presuppongono sempre grandi sacrifici per i cittadini, i lavoratori e le famiglie, al contrario di coloro che detengono i grandi capitali che riescono a sfuggire alla mannaia del fisco tramite elusione e trasferimento in paradisi fiscali.

L’austerità, la riduzione deficit e i tagli del bilanco sono un conto che viene sempre presentato alla popolazione ed ai lavoratori.

Dalla crisi si avvantaggia una esigua minoranza di speculatori, di banchieri e di persone che si trovano ancorate in organismi dell’alta burocrazia amministrativa che ha stretto un patto politico con l’elite dominante. Milioni di cittadini greci si trovano oggi in uno stato di incertezza e minacciati dalla perdita del lavoro e dall’impoverimento . Queste misure segnano un grande passo indietro di tutta la società civile che si trova a vedere annullati molti dei diritti e delle conquiste sociali che erano state appannaggio delle precedenti generazioni e considerati conquiste di civiltà.

Questo tunnel è la prospettiva concreta che si va presentando ai paesi europei che si sono trovati stretti nella trappola del debito, dell’euro, della perdita della propria sovranità nazionale. Il sistema neoliberista dominante, basato sulla preminenza del grande capitale, sulla logica del profitto e delle leggi di mercato, ha proceduto a far annullare quelle che si consideravano non soltanto diritti ma conquiste di civiltà.

Nel fosco panorama dell’austerità imposta e della perdita dei diritti, si può riscontrare oggi soltanto qualche notizia positiva, come l‘accusa di omicidio, fatta in Spagna da un Tribunale Penale, a carico di due funzionari del Consiglio della Sanità del Governo autonomo della Galizia, per aver negato la consegna di farmaci salvavita ad alcune persone ammalate di epatite C, persone sono poi decedute per mancanza di cure. Il farmaco in oggetto era stato tagliato per “necessità di tagli del bilancio”.

Vedi: El Pais  Imputados dos cargos de Feijóo por negar fármacos de la hepatitis C

Quando un giudice inizia a stabire che il taglio di bilancio non può prescindere dalla vita delle persone, allora un barlume di civiltà può ritornare nei sistemi sociali europei.


Luciano Lago

fonte: http://www.controinformazione.info/il-vortice-del-debito-getta-la-grecia-nelle-mani-degli-usurai-un-preavviso-per-gli-altri/

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