lunedì 13 giugno 2016

“Anaconda”, la NATO prepara la guerra

© AFP 2016/ Alik Keplicz

La Russia è più pericolosa di Daesh, potrebbe attaccare la Polonia e i Paesi Baltici in ogni momento, una vera minaccia secondo gli amici americani. Proprio per questo in Polonia è in atto “Anaconda”, l’esercitazione NATO più massiccia dalla guerra fredda.

Carri armati tedeschi attraversano la Polonia in lungo e in largo, no, non è una scena della II Guerra mondiale, è la realtà di oggi. L'esercitazione dal gioioso nome "Anaconda", come anche le precedenti missioni NATO in Europa, hanno lo scopo di preparare i Paesi membri alla guerra.

L'esercitazione "Anaconda", che vede la partecipazione di 30 mila soldati e si svolge ad un mese dal vertice NATO a Varsavia, sembra più che altro una bella provocazione alla Russia. Perché bisognerebbe prepararsi ad una guerra contro Mosca? Gli Stati Uniti sono stati informati che la guerra fredda è finita?

Sputnik Italia ha raggiunto per una riflessione in merito il giornalista e documentarista Fulvio Grimaldi.

— In Polonia la NATO sta svolgendo le esercitazioni "Anaconda", le più grandi dalla fine della guerra fredda. Fulvio, qual è il suo punto di vista in merito?

— Questa esercitazione gigantesca con oltre 30 mila soldati americani segue quella della Trident Juncture dell'ottobre scorso nel Mediterraneo. Queste due esercitazioni indicano apertamente che c'è una strategia di aggressione nei confronti da un lato dei Paesi del Mediterraneo, in particolare la Siria, dall'altro lato nei confronti della Russia.
Sono esercitazioni a carattere provocatorio allucinante, incredibile, perché oltretutto non ci sono i motivi neanche più trascurabili per missioni di questo genere. Questo si aggiunge poi alla collocazione dei missili strategici in Romania e in Polonia, alla costante militarizzazione dei Paesi Baltici. Si sta creando un cerchio, una cintura d'acciaio nei confronti della Russia. Questo non soltanto è pericoloso, ma anche irresponsabile.
— Quale rischio si può correre con queste esercitazioni secondo lei?
— C'è il rischio che a qualcuno sfugga il controllo della situazione, parta una provocazione e ci sia poi una reazione. In quel caso poi chi ferma l'escalation? Abbiamo inoltre in Occidente, soprattutto negli Stati Uniti, una classe dirigente ultra aggressiva, conservatrice e militarizzata, la cui politica economica dipende dal complesso industriale militare. Tutto dipende dalla guerra. Il pericolo è estremo, confidiamo nella capacità dei russi e dei Paesi che non ci stanno con questo tipo di accerchiamento, di mantenere i nervi saldi e di mostrare la volontà di non farsi sottomettere e a non spaventarsi, stare fermi.
— Per gli Stati Uniti ovviamente la Russia è il nemico numero uno, peggio di Daesh. L'Italia che fa parte della NATO come dovrebbe reagire a queste esercitazioni? Quale dovrebbe essere il ruolo dell'Italia in questo scenario di tensione?
— L'Italia e l'Europa tutta stanno perdendo delle occasioni enormi da un punto di vista economico e politico. La loro naturale dimensione è l'Eurasia. Siamo un continente che va dagli Urali all'Atlantico. Il nostro mercato naturale, culturale, commerciale ed economico è verso Est, non è al di là dell'Atlantico.
Obbedendo a questo tipo di mobilitazione, di riarmo e aggressività nei confronti con la Russia ci stiamo martellando i piedi da soli. Stiamo facendo dei danni enormi, c'è un gran numero di categorie produttive in Europa che si lamentano delle sanzioni, tanto più si lamenterebbero di una guerra, che eliminerebbe qualsiasi rapporto produttivo, costruttivo con il nostro partner naturale, che è la Russia.

 
Tatiana Santi
 
 

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