venerdì 10 giugno 2016

Hillary Clinton la candidata delle “Lobby” veste Armani e parla ai poveri

Hillary Clinton

La candidata democratica Hillary Clinton, ormai cammina sicura con la nomination in tasca e può permettersi qualsiasi discorso pubblico promettendo progresso e benessere per tutti, senza alcuna remora di apparire demagocica ed ipocrita, come se lei fosse una politico di primo pelo e non avesse una carriera costellata di pesanti responsabilità.

In particolare, nel mese di Aprile, la illustre signora aveva pronunciato un magnifico discorso sulla disuguaglianza di redditi che è enormemente aumentata negli USA , sulla creazione di nuovi posti di lavoro e sulla necessità di fornire aiuti alle persone povere ed ai pensionati. Tuttavia, nel suo abituale tentativo di manipolare l’opinione pubblica per mostrarsi goffamente interessata alle necessità degli strati popolari, ha commesso una imperdonabile gaffe.

Secondo le rivelazioni di vari media e come denunciato anche sui social media, la candidata democratica si è mostrata in pubblico vestita con una giacca di Armani da 12.495 dollari, una esibizione che è stata ampiamente criticata come una enorme esempio della sua ipocrisia.

Naturalmente non è la sola a fare questo tipo di esibizionismo visto che la stessa Michael Obama è conosciuta negli States per essere una cliente assidua delle firme più presigiose della moda come Jason Wu e Prabal Gurung, anche se non sembra che personalmente non ne abbia guadagnato molto come stile ma anzi è stata molto criticata su questo aspetto.

Facezie naturalmente in raffronto ai veri problemi ed alle sostanziali manifestazioni di ipocrisia e di attitudine criminale che ha dimostrato la Clinton in occasione delle crisi che lei stessa ha contribuito a determinare, come  quando si volle impuntare per il rovesciamento del leader libico Gheddafi, a motivo della volontà di questi di adottare il dinaro d’oro come moneta, staccandosi dal dollaro, come rivelato dalle sue e-mail personali desecretate. Esemplare il ghigno di soddisfazione che la Clinton mostrò al momento della notizia della morte del leader Libico, ucciso e torturato dagli agenti segreti anglo statunitensi che operavano al fianco dei gruppi di Al Qaeda.

La Clinton appartiene a quella elite di potere che l’analista James Petras ha recentemente definito la classe dominante nord-americanaPlutosionista”, inventandosi una nuova categoria politica eloquente nel definire l’offensiva imperialista congiunta Usa – Israele. Nella terminologia di Petras il “Plutosionismo” è il connubio fra plutocrazia e Sionismo. La candidata presidenziale U.S.A., Hillary Clinton, rappresenta in modo esemplare questo connubio essendo appoggiata e sostenuta da entrambi i rami del potere economico dominante.

Si potrebbe parlare della responsabilità della Clinton nella crisi siriana in cui, lei, come segretario di Stato, fu la prima a progettare l’intervento di sobillazione architettato dagli USA per rovesciare il governo di Damasco. La Hillary Clinton ha una carriera costellata di migliaia di vittime e di distruzioni fatte dalle ingerenze USA in vari paesi tanto da poter essere definita una criminale di guerra con manie psicopatiche.

Tuttavia lei non se ne cura più di tanto e non fa una piega, visto che riceve comunque l’appoggio ed il finanziamento dalle principali industrie di quel complesso militare industriale che è la lobby più potente degli USA, assieme a quella sionista ed a quella di Wall Street, entrambe collegate fra di loro.

Non costituiscono alcun segreto i fetidi collegamenti di Hillary Clinton con l’industria del gas e del petrolio, in parallelo con le multinazionali degli armamenti della morte (NSA– Lockheed Martin ). Le sue azioni da Segretario di Stato hanno contribuito a produrre gli ininterrotti mega profitti dei mercanti di morte come la Lockheed Martin, la Raytheon e la Boeing e sono le stesse corporations che hanno assicurato alla Clinton i finanziamenti per la sua campagna elettorale.

Se volessimo enumerare quali sono i principali finanziatori della Clinton troviamo la Intel Corporation (ricavi per 55mila 400 milioni di dollari, finanziamenti diretti alla Fondazione Clinton) -, la Lockheed Martin (ricavi per 46mila 132 milioni di dollari, finanziamenti diretti alla fondazione Clinton, alla figlia di Dick Chenney ed alla NSA, alla BlackRock e alla CFR), la Boeing (ricavi 96 mila e 114 milioni, collegato a NSA, finanziatori della Fondazione Clinton e del CFR) – la General Dynamics (ricavi per 30mila 852milioni di dollari, collegato alla NSA). Meno noti ma sicuri i finaziamenti alla Fondazione Clinton da parte delle grandi corporations del petrolio e del gas, come la Halliburton e la Exon che contano di avvantaggiarsi dalla politica estera che potrà condurre la Clinton con ulteriore espansione di affari da parte delle grandi corporations energetiche.

L’influenza della lobby sionista (AIPAC ed associati) ha avuto un ruolo decisivo nell’ascesa dei neocons, considerati i “falchi guerrafondai: ‘’La comunità dei think-tank ha subito una decisiva influenza in misura preponderante da generosi donatori filoisraeliani e da attivi intellettuali filo-israeliani’’ ( vedi: Diana Johnstone, Hillary Clinton, La Regina del caos, pag. 32 ). Si tratta di una linea che rimanda al barbaro principio secondo cui ‘’la forza crea il diritto’’, una concezione balorda del diritto internazionale che ‘’ha riscosso un consenso maggioritario nell’ambito della classe politica americana divenuta totalmente succube del complesso militare-industriale’’.

Israele e la sual potente lobby costituita da esponenti dell’alta borghesia Usa d’origine ebraica, da essere un fedele alleato è divenuto l’entità dominante della politica estera USA in funzione dei cui interessi vengono elaborate le strategie e la pianificazione delle azioni militari ed interventi USA nel Medio Oriente, in Europa ed in Asia.

Hillary Clinton si può considerare l’anello di congiunzione fra la lobby sionista’’ (militaristi) e la lobby del ‘’business’’ (Wall Street e grandi corporations). Lei rappresenta la migliore interprete dei “Neo Cons”, il partito trasversale dominante nella politica USA, secondo la cui visione del mondo, i sostenitori dell’ideologia neo con sono impegnati a promuovere in tutto il mondo gli interessi e i valori americani i quali ruotano attorno alla libertà dei mercati; gli Stati nazionali che osano resistere alla ‘’globalizzazione della Dottrina Monroe’’ devono essere spazzati via attraverso colpi di Stato, rivoluzioni colorate (sobillazioni mascherate) o guerre d’aggressione neocoloniale.

Il destino questo riservato all’ Iraq, all’Afghanistan, alla Libia, alla Siria (in corso) e successivamente all’Iran. In lista d’attesa il Venezuela (operazione già in corso), la Bolivia di Morales, il Nicaragua e l’Ecuador di Correa.

Accanto a questi collegamenti si evidenzia il sostanziale sostegno finanziario che la Clinton ha ricevuto dalla Monarchia dell’Arabia Saudita, uno stato protetto dagli USA come enclave dei propri interessi petroliferi, ove i Saud, confidando nell’appoggio della Clinton, quale futuro presidente USA per i loro piani di espansione in Medio Oriente a spese della Siria, dello Yemen e dell’Iraq e per la diffusione della loro ideologia wahabita fra le comunità islamiche in Europa.

La Hillary Clinton rappresenta perfettamente questi interessi e si è candidata per esserne la plastica rappresentazione, ammantandosi della stucchevole retorica democratica di “difesa dei valori americani” e di volontà di sostenere le classi sociali disagiate. Una versione ancora più ipocrita e scontata del “yes we can” di Obama che viene adesso pronuciato con nuova formula dalla migliore esponente delle lobby, vestita da Armani.


Luciano Lago


fonte: http://www.controinformazione.info/hillary-clinton-la-candidata-delle-lobby-veste-armani-e-parla-ai-poveri/#

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