venerdì 9 settembre 2016

Coe'è il Focusing



Dopo il terzo incontro conoscitivo-esperienziale sul Focusing, mi sento in grado di raccontare/trascrivere qualcosa a proposito di questa chiamiamola tecnica, che ultimamente va molto di moda, ma, all'atto pratico se ne capisce poco..

Premetto che ho già fatto 2 incontri con Laura T., la quale ha proposto un percorso basato su 3 incontri successivi a cadenza settimanale, e ieri ne ho fatto uno anche con Claudia D., che è stata molto più chiara, per cui ora mi sento in grado di riversare questo piccolo sapere, a beneficio di chi voglia leggerne/saperne qualcosina.

La premessa è che, un po' tutti noi, ci siamo allontanati dal nostro sentire corporeo, siamo un po' tutti “nella mente” oppure, per dirla con un'immagine più easy: siamo delle menti che camminano..

Dunque il focusing ci aiuta a metterci in contatto con il corpo. Come?

Ecco in breve la tecnica:

Prima di tutto ci si mette in un luogo tranquillo, senza telefono e rumori.

A questo punto occorre farsi una domanda, rivolgerla a sé stessi, dentro. Tipo: com'è la mia vita ora?

Oppure, dato che parliamo di una tecnica che agisce bene sulle situazioni congiunturali, potrei chiedermi: come mi sento in questo nuovo lavoro? Oppure, come mi sento dopo il litigio con Giovanna?.., ecc.

A questo punto, a occhi chiusi, ascoltando il proprio respiro, si aspetta che arrivi il cosiddetto “FELT SENSE” , cioè la sensazione pregnante che in qualche modo il corpo lega alla domanda che gli abbiamo posto.

Questa sensazione ci può mettere un po' ad arrivare, ma bisogna avere pazienza, anche perché questa del Focusing è veramente un tecnica molto sottile.

Quando ci arriva la sensazione chiave, io provo a trovare una parola o una immagine che possa corrispondergli.

Poi cerco di mettere insieme le due cose, di associarle: la sensazione e l'immagine o parola che sia.

Se la sensazione si amplifica o se ne va, abbiamo trovato la strada giusta, era quello che cercavamo.

Altrimenti, se non c'è alcun input di ritorno, dobbiamo raffrontare alla sensazione iniziale un'altra parola o immagine, da cercare.

Se la parola o immagine è corretta, succede che la sensazione iniziale cambia (FELT SHIFT),
e quando cambia, cambia di seguito anche la consapevolezza del problema e noi abbiamo una risposta!

E la risposta del corpo non mente! A differenza della mente..

Quando poi decidiamo che, per ora, la nostra sessione di lavoro col focusing è terminata, salutiamo la sensazione, o quella parte di noi stessi su cui avevamo lavorato.

Possiamo anche riporre le cose in un luogo simbolico a cui tornare, che abbiamo creato nel frattempo, tipo un cassetto arancione nella nostra mente che sappiamo solo noi come e quando ritrovare ed aprire.

Concludendo, è possibile fare anche degli scambi tra due persone col focusing, un po' come lo si fa col reiki, anche se qui la persona che accompagna non deve fare molto, a parte far sentire protetto e ascoltato chi focalizza.

Concludendo, il Focusing aumenta la consapevolezza di come viviamo le situazioni della nostra vita e, aggiungo io: se il corpo è aperto, rilassato e disponibile, per esempio dopo una seduta di ginnastica dolce o di bioenergetica, i segnali che da esso ci arrivano sono molto più chiari e facilmente leggibili.

Buon lavoro su voi stessi!

Trag


fonte: http://blog.libero.it/adavede/13409991.html
http://compressamente.blogspot.it/2016/09/cose-il-focusing.html

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