© REUTERS/ Lucas Jackso
Le accuse alla Russia di interferire nelle elezioni presidenziali
americane sono una dichiarazione forte, una di quelle che Hillary
Clinton potrebbe usare per giustificare la guerra con la Russia, scrive
lo studioso americano Clinton Ehrlich su Foreign Policy.
Secondo Ehrlich, se la Clinton sarà eletta presidente degli Stati Uniti, il 25 agosto sarà ricordato come la data dell'inizio della nuova "guerra fredda".
Secondo Ehrlich, se la Clinton sarà eletta presidente degli Stati Uniti, il 25 agosto sarà ricordato come la data dell'inizio della nuova "guerra fredda".
In quel giorno, nel suo discorso nominalmente dedicato a Donald Trump, ha catalogato Putin come "il padrino dell'estrema destra e del nazionalismo più pericoloso."
Insultando il presidente russo in questo modo, la Clinton ha introdotto
"un elemento di ostilità personale in una relazione già tesa", ritiene
Ehrlich.
I russi che vivono nel loro Paese d'origine non si ritrovano con la
descrizione fatta dalla Clinton. Di che misoginia si parla, quando il
governo di Putin offre alle donne 3 anni di maternità per prendersi cura
del proprio figlio a casa? Di quale intolleranza? Il presidente russo
ha partecipato personalmente all'apertura della più grande moschea di
Mosca. Di che razzismo? Putin costantemente "evidenzia" la diversità
etnica russa.
Pertanto ai russi sembra che la Clinton si sforzi semplicemente di "trovare una giustificazione per la sua ostilità", osserva Ehrlich.
Il capitolo più devastante della sua carriera è stato l'intervento della
NATO in Libia, al quale la Russia avrebbe potuto porre il veto, ma alla
fine si astenne, perché la Clinton, mentre ricopriva l'incarico di
segretario di Stato, aveva dato la sua parola che la no-fly zone sui
cieli libici non sarebbe stata sfruttata come copertura per un cambio di
regime.
Non vi è nulla di sorprendente nel fatto che al Cremlino si sono adirati
quando il leader libico Muammar Gheddafi è stato alla fine deposto con
particolare crudeltà.
Ha gettato ulteriore benzina sul fuoco la successiva reazione della
Clinton. In una video intervista, commentando il colpo di stato in
Libia, ha detto: "Siamo arrivati, abbiamo visto ed è morto" (We came, we
saw, he died), dopodichè è scoppiata a ridere.
Dopo i fatti libici a Mosca la Clinton si è guadagnata la reputazione di doppiogiochista e guerrafondaia, continua l'esperto.
Ora in qualità di candidato la Clinton ancora una volta è favorevole
all'introduzione di una no-fly zone, questa volta in Siria.
"Tenendo conto del coinvolgimento della Russia nel conflitto siriano, la no-fly zone è un eufemismo gentile che in realtà significa la capacità di abbattere gli aerei russi nel caso in cui i loro piloti si rifiutano di restare a terra. La Clinton ne è perfettamente consapevole", — è convinto l'esperto.
Ehrlich crede che Mosca preferisca Donald Trump alla Clinton non perché
sarebbe più facile da manipolare, ma perché il suo programma è coerente
con la posizione della Russia nelle relazioni internazionali.
Nel 2011 la Clinton aveva appoggiato le proteste in Russia e Putin non ha motivo di credere che lei abbia "abbandonato il sogno di una Maidan sulla Piazza Rossa", — aggiunge l'autore.
Le parole della Clinton sul coinvolgimento della Russia negli attacchi
hacker per influenzare le presidenziali degli Stati Uniti rafforzano i
timori delle autorità russe sulla candidata democratica, ha concluso
Ehrlich.
fonte: http://sptnkne.ws/cgGJ
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