lunedì 12 settembre 2016

“Hillary Clinton troverà qualcosa per giustificare la guerra con la Russia"

© REUTERS/ Lucas Jackso
 
Le accuse alla Russia di interferire nelle elezioni presidenziali americane sono una dichiarazione forte, una di quelle che Hillary Clinton potrebbe usare per giustificare la guerra con la Russia, scrive lo studioso americano Clinton Ehrlich su Foreign Policy.

Secondo Ehrlich, se la Clinton sarà eletta presidente degli Stati Uniti, il 25 agosto sarà ricordato come la data dell'inizio della nuova "guerra fredda". 
In quel giorno, nel suo discorso nominalmente dedicato a Donald Trump, ha catalogato Putin come "il padrino dell'estrema destra e del nazionalismo più pericoloso." 
Insultando il presidente russo in questo modo, la Clinton ha introdotto "un elemento di ostilità personale in una relazione già tesa", ritiene Ehrlich. 
 
I russi che vivono nel loro Paese d'origine non si ritrovano con la descrizione fatta dalla Clinton. Di che misoginia si parla, quando il governo di Putin offre alle donne 3 anni di maternità per prendersi cura del proprio figlio a casa? Di quale intolleranza? Il presidente russo ha partecipato personalmente all'apertura della più grande moschea di Mosca. Di che razzismo? Putin costantemente "evidenzia" la diversità etnica russa. 
Pertanto ai russi sembra che la Clinton si sforzi semplicemente di "trovare una giustificazione per la sua ostilità", osserva Ehrlich. 
Il capitolo più devastante della sua carriera è stato l'intervento della NATO in Libia, al quale la Russia avrebbe potuto porre il veto, ma alla fine si astenne, perché la Clinton, mentre ricopriva l'incarico di segretario di Stato, aveva dato la sua parola che la no-fly zone sui cieli libici non sarebbe stata sfruttata come copertura per un cambio di regime. 
 
Non vi è nulla di sorprendente nel fatto che al Cremlino si sono adirati quando il leader libico Muammar Gheddafi è stato alla fine deposto con particolare crudeltà. 
 
Ha gettato ulteriore benzina sul fuoco la successiva reazione della Clinton. In una video intervista, commentando il colpo di stato in Libia, ha detto: "Siamo arrivati, abbiamo visto ed è morto" (We came, we saw, he died), dopodichè è scoppiata a ridere. 
Dopo i fatti libici a Mosca la Clinton si è guadagnata la reputazione di doppiogiochista e guerrafondaia, continua l'esperto. 
 Ora in qualità di candidato la Clinton ancora una volta è favorevole all'introduzione di una no-fly zone, questa volta in Siria. 
"Tenendo conto del coinvolgimento della Russia nel conflitto siriano, la no-fly zone è un eufemismo gentile che in realtà significa la capacità di abbattere gli aerei russi nel caso in cui i loro piloti si rifiutano di restare a terra. La Clinton ne è perfettamente consapevole", — è convinto l'esperto. 
Ehrlich crede che Mosca preferisca Donald Trump alla Clinton non perché sarebbe più facile da manipolare, ma perché il suo programma è coerente con la posizione della Russia nelle relazioni internazionali. 
Nel 2011 la Clinton aveva appoggiato le proteste in Russia e Putin non ha motivo di credere che lei abbia "abbandonato il sogno di una Maidan sulla Piazza Rossa", — aggiunge l'autore. 
Le parole della Clinton sul coinvolgimento della Russia negli attacchi hacker per influenzare le presidenziali degli Stati Uniti rafforzano i timori delle autorità russe sulla candidata democratica, ha concluso Ehrlich.



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