lunedì 12 settembre 2016

La Malattia del Grande Fratello


Nel libro 1984 c'è una scena che mi si è piantata in mente e regolarmente torna su come un rigurgito del cervello. E' qualcosa che non riesco a digerire né ad espellere, e continua a girare in background.

E' la parte in cui O'Brien mostra a Winston quattro dita, e gli chiede di riferirgli quante siano. Winston gli risponde quattro. Allora O'Brien gli ripete la domanda: quante dita, se il partito afferma che sono cinque? Winston torna a rispondere quattro; cos'altro avrebbe potuto rispondere?

A quel punto Winston viene torturato fino a quando non ammette di vedere cinque dita. Risultato apprezzabile ma non soddisfacente. Così viene anche drogato fino a quando non si persuade sinceramente, intimamente, di vedere cinque dita. Solo allora la tortura si conclude.

Quella scena simboleggia alla perfezione la madre di tutti i mali. Il male che sfida ogni legge naturale e si adopera per negare qualcosa che non può essere negato.

Tutte le tecniche di tortura, di programmazione mentale, tutte le droghe e qualsiasi altro espediente grottesco e ingannevole posto in essere dai burattinai, non sono che squallidi giochi di prestigio.

L'unica cosa che possono ottenere è che la gente creda ad una menzogna, non certo che quella menzogna si trasformi in verità. Una menzogna resta tale a prescindere che la gente la consideri una verità. Le masse ingannate non provocano la minima modifica di quella verità; il minimo cambiamento. Ha luogo 'solo' la distruzione della mente e del corpo di un'entità sovrana, qualcosa di incredibilmente distante da ciò che i burattinai vorrebbero realmente. Il loro obiettivo infatti è del tutto impossibile, irrealizzabile.

Dopo la tortura O'Brien annuncia a Winston che sta per liberarlo dalla sua pazzia, ​​cioè la verità. Che gli pulirà il cervello. E che poi gli concederà l'immenso dono di poter amare sinceramente il Grande Fratello, sovrascrivendo la sua mente. E che una volta guarito, quando finalmente si sarebbe sentito bene, solo allora lo avrebbe ucciso.

Chiunque con un briciolo di senso di giustizia riterrà che dopo il lavaggio del cervello Winston possa essere considerato già ampiamente catechizzato. Che abbia già dato tutto ciò che aveva, o meglio che gli sia stato sottratto già tutto il sottraibile. E allora perché per il Grande Fratello non è sufficiente? Perché arrivare, infine, ad ucciderlo?

Nell'ottica del Grande Fratello, la natura del presunto crimine commesso da Winston è di quelli imperdonabili. Winston infatti ha osato pensare concetti veritieri, totalmente in contrasto rispetto al partito, e quindi pericolosi, dato che il partito non è altro che una grande menzogna. Dunque, pensare un concetto non avallato dal partito è una colpa imperdonabile; equivale ad un tentato omicidio, il tentato omicidio della menzogna. Il partito è ben consapevole che tutti devono credere alla menzogna, perché se anche una sola persona smettesse di crederci, la menzogna rischierebbe di essere rivelata e uccisa.

Ma alla fine dei conti l'intento ultimo del partito non è realizzabile. Non potrà mai accadere che diversi individui che vivono diverse esperienze di vita, d'un tratto si mettano a pensare all'unisono i pensieri selezionati dal partito. Non vi è alcuna possibilità che ciò accada. È una cosa contraria alla natura, il che significa che non è opzionale. Semplicemente non è così, che piaccia o meno.

La verità esteriore ed interiore di ogni uomo è quella di essere separato ed indipendente da ogni altro uomo; di sperimentare sensazioni mediante i propri organi sensoriali, di avere pensieri ed emozioni individuali, quindi di sintetizzare nella mente l'insieme di queste percezioni, all'interno di un mondo brulicante di attività. Questa è la prima verità esistente. Questo è ogni singolo essere umano, dall'inizio alla fine della vita. Un legittimo, senziente, indipendentemente funzionale essere umano. La nostra mente è solo nostra, ed ogni parte di noi è nostra per definizione. Nessuno mai potrà rivendicare il diritto di possederci, perché nessuno ha avuto alcuna voce in capitolo circa la nostra venuta al mondo. Noi esistiamo.

Esistiamo fisicamente a funzioniamo come esseri autonomi continuamente impegnati a riprodursi. Questa è la nostra funzione primaria. Come le lavatrici lavano i vestiti e non possono fare molto altro, noialtri facciamo ciò per cui siamo stati creati.

Il crimine più grave è quello di esigere con la forza, la legge, l'inganno, la manipolazione, la minaccia, la reclusione, la reticenza, o qualsiasi altro mezzo di coercizione, che qualcuno abdichi alla propria sovranità individuale, cessando in sostanza di esistere, per diventare la mera estensione della volontà di qualcun altro, assumendone pensieri, idee, desideri, obiettivi e filosofie. Questo è un crimine contro la natura e contro la specie umana. Siamo in grado di offrire, possiamo chiedere, possiamo supplicare, ma non abbiamo il diritto di imporre la nostra volontà sul nostro prossimo.

Esiste invece il sacrosanto diritto di difendersi dalle intrusioni indesiderate e dagli attacchi alla nostra sovranità, tuttavia la giurisprudenza non prevede la possibilità di intraprendere azioni legali contro questo genere di crimini.

Certa gente non sembra comprendere e apprezzare pienamente le regole di base della convivenza. Confondono le loro personali aspirazioni con il diritto di soddisfarle ad ogni costo, mentre in verità non esiste giustificazione per chiunque persegua i propri obiettivi danneggiando gli altri o costringendoli a partecipare. Questo 'diritto' non è mai esistito, e mai esisterà.

Il libro 1984 ci mostra come la burocrazia si dia da fare per dissimulare i propri crimini contro la natura, avanzando impossibili pretese di autorità e concedendo assurdi diritti, tutto ciò per propagare la filosofia ufficiale e bollare come maligna qualsiasi versione alternativa. Il partito crede di poter monopolizzare la verità a proprio vantaggio; dichiara illegali i diritti naturali e rende legali condizioni innaturali. Il partito vuole cancellare dall'esistenza la mente individuale di Winston. Il Grande Fratello esige l'omicidio della coscienza umana.

Ora, viene facile affermare che si tratti di una follia. Che un simile sistema è folle. Che sia l'espressione del male. La cosa difficile da capire è perché mai qualcuno dovrebbe desiderare qualcosa del genere. Non ha senso. Voler sopprimere l'individualità delle persone, e allo stesso tempo desiderare di essere circondati da persone, è una contraddizione inspiegabile. Mi fa pensare a Narciso che contempla la propria immagine riflessa nello stagno. Se si desidera un'unica mente sulla Terra, allora perché non cercare semplicemente la solitudine? Che cos'è che rende così difficile per alcune persone accettare il fatto che altre persone non la pensino come loro? Cosa le induce a credere di avere il diritto di fare del male a chiunque non sia come loro, quando in realtà la condizione della individualità è estremamente naturale, del tutto lecita e legittima? Cosa vogliono realmente?

Persone di questo tipo hanno riempito interi libri di scuse e bugie, le stesse scuse e bugie che esse stesse si raccontano vicendevolmente illudendosi che ciò che fanno abbia perfettamente senso, ed auto-assolvendosi per i loro cattivi comportamenti. Ma in realtà non possono esistere giustificazioni per chi è un serial killer.

Il tentativo di plasmare le persone in qualsiasi modo, compresa la coercizione, privandole della loro funzione primaria, equivale alla volontà che quelle stesse persone siano espunte dall'esistenza. Più precisamente, corrisponde al desiderio che quelle persone non siano mai esistite. Si tratta di un desiderio impossibile da soddisfare. Nessuno può esistere e non essere mai esistito. Non ha senso.

Ancor più, non c'è ragione o diritto che giustifichi l'esigenza che qualcuno cessi di esistere. Esigere che qualcuno smetta di essere ciò che è, di esistere mentalmente, fisicamente, o entrambe le cose, affinché qualcun altro possa sentirsi appagato e felice a causa di quella non-esistenza. Questa non è un'esigenza ragionevole. E mai potrà essere considerata lecita.

Per come la vedo io, questa è la prima legge naturale. Se esisti, hai ovviamente il diritto di esistere. Punto e a capo. Tutto il resto viene dopo, non prima.

La caratteristica delle leggi naturali è che uno può anche fingere che non esistano e rinchiudere in prigione chiunque le consideri invece le uniche vere leggi, ma alla fine restano lì, immutate ed immutabili. La legge naturale non può essere modificata o influenzata. È possibile scegliere di ignorarla, ma sarà sempre lì.

Chiunque sia intelligente può beneficiare profondamente della saggezza del diritto naturale, perché il diritto naturale insegna anziché imporre; rende liberi anziché imprigionare; guarisce anziché fare ammalare. La legge naturale è come una bussola che in ogni momento ci fa sapere dove siamo in relazione al resto dell'universo;  ma è anche una lanterna che si può accendere per avere un po' di luce. Essa non fornisce 'risposte.' Le leggi naturali non sono risposte: sono verità. Sono punti di partenza, realtà, essenza. Si applicano con reale uguaglianza a chiunque, nessuno escluso.

L'essenza individuale è il punto di partenza dell'esistenza umana. Si tratta di ciò che siamo. Non può essere rimossa dalla nostra esistenza o essere data ad altri. Condividere la nostra essenza individuale con altri è impossibile quanto condividere un braccio o una gamba. Non funziona in questo modo. La nostra essenza individuale è ciò che sceglie di muovere le nostre braccia, le nostre gambe. Nessuno può farlo per noi, e non importa quanto sarebbe stato bello se fosse stato possibile; semplicemente, non è possibile.

Non possiamo percepire il dolore del nostro prossimo. Non possiamo vedere attraverso gli occhi del nostro prossimo. Siamo in grado di arrivare a conoscere qualcuno, comprenderlo, interagire con lui a livelli incredibilmente intimi, ma le nostre essenze resteranno sempre separate, individuali ed uniche, non importa quanto intimi si sia diventati.

È interessante notare che se non fossimo degli individui senzienti separati, non potremmo amare. Se fossimo un'unica entità non potremmo sperimentare l'altra persona. Se fossimo tutti una sola mente, sperimenteremmo qualsiasi cosa contemporaneamente e tutto in una volta. Dobbiamo essere individualmente senzienti per vedere, pensare, percepire e comunicare. La nostra vita è una esperienza personale ed unica. La magia consiste nel fatto che miriadi di esperienze personali trovino il modo di interagire, comunicare ed esprimere vicendevolmente la loro singolare essenza.

E questo è proprio ciò che il Grande Fratello ambisce a sradicare non solo in Winston, ma in chiunque altro. Il Grande Fratello letteralmente non vuole che la gente esista. Si adopera affinché ogni esistenza non esista, soppiantata da miriadi di repliche di se stesso. Una società composta da innumerevoli cloni di una sola persona. Il partito vuole sostituire le essenze individuali con un'unica sensibilità, cioè la propria. Questo è ciò che vuole realizzare. Una cosa totalmente irrazionale, innaturale. Insensata. Vuole trasformare il mondo nel proprio santuario. Questa si chiama follia.

"Voglio che gli altri cessino di esistere, affinché io possa essere felice." Si tratta di un grave disturbo della volontà. E' come una malattia, la cui presenza impregna le pagine di 1984, e da tempo si percepisce anche nel mondo reale.

Ho notato qualcosa di interessante in merito a questa malattia. Si tratta di una disperata, paranoica, isterica necessità di etichettare se stessi come la più perfetta espressione di sanità mentale. E allo stesso tempo persuadere gli altri che non si tratti di una malattia, un disordine della volontà, ma un vero e proprio distillato di verità e di pensiero umano progredito.


charlie-hebdo1
je suis charlie hebdo
charlie-hebdo2
je ne suis pas charlie hebdo

Se questa ipotesi fosse scientificamente provabile, per l'infetto sarebbe comunque irrilevante. Per gli infetti la realtà è irrilevante. L'unica cosa realmente rilevante - per loro - è ciò che essi stessi pensano o sentono. Non temono di essere ipocriti o bugiardi, o confusi. Sono capaci di trovarsi al centro di una società malata, in cui infuria una malattia che rende il mondo disgustoso e orribile, ed affermare placidamente che tutto sia bello e sano, e che chiunque non la pensi come loro sia stupido, pazzo, arretrato oppure addirittura un terrorista. Sono capaci di giudicare e criticare gli altri in qualsiasi momento, e allo stesso tempo del tutto incapaci di guardarsi allo specchio e mettere in discussione se stessi.

Coloro che non sono infetti possono riconoscere distintamente i sintomi della malattia, con tutte le sue false affermazioni, ed è molto difficile che si lascino ingannare. I non infetti riconoscono le persone infette, mentre gli infetti non hanno la benché minima idea di essere malati, e continuano a percepirsi come perfettamente sani. Sviluppano spontaneamente un isterico, ossessivo, paranoico bisogno di essere percepiti come perfetti nella loro sanità mentale. Ogni seppur minima obiezione, ogni suggerimento finalizzato a mostrargli la loro confusione, la loro carenza di obiettività, i loro errori, i loro crimini, viene recepito passivamente, senza equlibrio. Simili tentativi possono addirittura diventare rischiosi, perché li si mette di fronte alla prova oggettiva dell'esistenza della malattia. Tutto ciò viene percepito come una minaccia alla loro stessa esistenza, e la reazione può essere rabbiosa.

I germi del "voglio che gli altri cessino di esistere così che io possa essere felice" aleggiano nell'aria intorno a noi in gran quantità, ed in ogni momento, proprio come tanti altri tipi di germi e agenti patogeni. Il nostro sistema immunitario mentale non sempre è maturo e forte a sufficienza per fronteggiare i loro attacchi.

La cura non è complicata; basta fare uno sforzo cosciente unito al desiderio di guarire. Nessuno può considerarsi del tutto immune da questa roba. È interessante notare, però, che trattandosi di un malfunzionamento della volontà, è sempre possibile scegliere consapevolmente di guarire.

Le persone infette sono la causa di quasi ogni male di questo mondo. Come ogni malattia sistemica, essa non riguarda unicamente la volontà; si estende ad altri componenti dell'essere e li invade, trasformandoli in ulteriori strumenti che favoriscono la cronicizzazione della malattia. Gradualmente vengono compromessi la ragione, la logica, la compassione, il pensiero critico, e quasi ogni altra normale funzione dell'essere individuale.

Tra i sintomi peggiori di questa malattia vi è la manifesta convinzione che il diritto naturale non esista, o che sia in qualche modo sbagliato e perfettibile. Questa malattia esiste in diretta opposizione alla verità e alla antica realtà ordinaria. Ma dato che la verità e la realtà ordinaria non sono modificabili, la malattia induce a produrre enormi sforzi per distruggerle, altro intento irrealizzabile. La malattia genera una vera e propria ossessione. Induce ad imbastire gigantesche crociate finalizzate alla distruzione della verità e del diritto naturale. Alla fine la sola risorsa appannaggio di queste folli schiere di crociati, è la forza; la coercizione con cui cercare di cancellare la semplice verità e la realtà ordinaria. Usano la forza in quanto la volontà è sufficiente solo a cambiare se stessi, mai gli altri.

Si tratta di un'altra di quelle immutabili leggi naturali che gli infetti cercano di sovvertire, peraltro inutilmente. Ritenere di poter usare la nostra volontà personale per controllare i pensieri e le azioni di un'altra persona è un atteggiamento abbastanza comune, ma a quanto pare pochi hanno compreso che la nostra volontà è limitata solo a controllare noi stessi, sia fisicamente che mentalmente. In assenza di armi ed effimeri inganni, non possiamo convincere qualcuno ad essere ciò che desideriamo.

Cosa significa? Significa semplicemente che cercare di farlo è un errore, è sbagliato. Significa che la cosa non rientra nel regno delle possibilità. Non abbiamo la capacità di farlo, dunque non abbiamo alcun diritto di controllare i pensieri, le credenze, i sentimenti o la vita di un'altra persona. Invece possiamo agire - ne abbiamo il diritto - sui nostri pensieri, le nostre vite, le nostre persone. Noi lo facciamo per noi stessi, gli altri lo fanno per loro stessi. Ecco come funziona l'esistenza umana. Ecco come funzioniamo. La nostra volontà non può pregiudicare l'esistenza di base o qualsiasi naturale funzione di qualsiasi altro essere. Non può farlo.

A meno che, naturalmente, non si agisca in modo criminale. Ognuno di noi può utilizzare la propria volontà per comportarsi come un buon essere umano, oppure può decidere di usare la propria volontà per ordire piani, usare la forza e l'inganno per assoggettare gli altri alla propria volontà. In quest'ultimo caso, perfino se le nostre ragioni suonano ottime e del tutto razionali, stiamo comunque infrangendo la prima regola naturale della convivenza tra esseri individuali. Solo perché si è in grado di aggirare e sfidare la legge naturale, non significa che si abbia il diritto di farlo. Usare la forza e numerosi squallidi trucchi per perseguire i propri scopi, significa commettere un crimine capitale contro la natura e contro la sensibilità indipendente.

Esiste lo stupro fisico, che è un crimine, e lo stupro mentale, ed anche questo è un crimine. L'omicidio mentale è grave quanto l'omicidio fisico. Non è possibile perseguire i propri scopi quando per farlo si viola la legge naturale; la malattia ci induce a negare l'evidenza che per quanto importanti riteniamo che siano i nostri obiettivi, ciò non ci autorizza a violare il diritto naturale. Non esiste alcuna legge naturale che affermi un principio del genere.

So che alcuni obietteranno che - ad esempio - al fine di nutrirci dobbiamo uccidere qualcosa. E che - dal momento che questa è una legge naturale - di conseguenza dovrebbe essere lecito fare qualsiasi cosa pur di realizzare i propri personali obiettivi. Che non esistano regole. Che nemmeno l'omicidio sia un crimine. Ma si tratta di un ragionamento errato. E' come dire: "Se questa è una mela, allora tutto è una mela." No, non lo è. Esiste una legge naturale che ci impone di mangiare la vita per restare in vita. Non abbiamo scelta tra la morte ed il cibarci di altri esseri viventi animali o vegetali, il che significa ucciderli. Tuttavia quegli esseri viventi per noi rappresentano il cibo, la sopravvivenza, e non sono altre persone. Mangiare è una necessità universale, mentre non lo è affatto stuprare, uccidere o mentire in funzione di una esigenza soggettiva. In realtà è solo sintomo di ignoranza e stupidità.

Cercate la legge naturale. Se non ve ne è traccia, vuol dire che si tratta di una balla culturale. E' semplice. E' il senso comune. E' una cosa insita in noi naturalmente e perciò è comprensibile da chiunque, inclusi coloro i quali non sappiano leggere né scrivere. Possiamo osservarla intorno a noi, nel nostro mondo naturale.

Esistono regole supreme ed immortali. Non esiste ciò che 'noi riteniamo' essere giusto e sbagliato. Esiste il giusto e lo sbagliato. Noi non siamo i padroni dell'universo. Siamo esseri viventi individuali, complessi, diversi, senzienti, che coabitano con altri esseri senzienti e molte altre forme di vita. Siamo qui insieme. Ci piace far finta che non facciamo parte di tutto questo, ma è la verità. Più ci diamo da fare per discostarci dalle leggi della natura, più scivoliamo verso l'errore. Quanto più cerchiamo di sfidare le immodificabili regole del buon senso, tanto più male produciamo.

Per quanto giuste ed impellenti ci sembrino le nostre aspirazioni, il desiderio di soddisfarle non va mai confuso con il diritto di soddisfarle. Il confine della nostra giurisdizione è segnato dalla superficie della nostra pelle. Questo è il nocciolo della questione, ed è un dato di fatto che a volte detesto. Ma per quanto uno mal sopporti una legge naturale, il suo personale disappunto non cambierà una singola virgola di quella legge naturale. Fingere che non esistano regole, che non esista la legge morale, che non esista il senso comune, non modificherà di una virgola la legge che ci dice che invece tutte le cose anzidette, naturalmente, esistono.

La malattia descritta nel libro 1984 oggi è in piena diffusione nel mondo reale. Come da copione, i burattinai hanno mentito, ingannato, rubato, ucciso, e tentato di modificare la realtà nell'inutile tentativo di legittimare la loro malattia. Hanno compilato grandi tomi affinché i loro crimini potessero essere protetti 'legalmente' da ogni tentativo di correzione, ma non hanno raggiunto il loro reale, impossibile obiettivo, cioè renderli legittimi. Nessuna malattia potrà mai essere legittimata. Il passo successivo è stato quello di elevare la menzogna sistematica al rango di sacra verità che nessuno può permettersi di discutere o mettere in dubbio. Di conseguenza chiunque ponga domande o dubiti delle sacre false verità è diventato un pazzo, un vile, un orribile nemico che merita di essere vilipeso, perseguito, brutalizzato, sanzionato, imprigionato e perfino ucciso in nome dell'auto-difesa delle sacre false verità. Ogni persona guidata da principi che non siano i loro è diventata una minaccia diretta alla loro esistenza.

Quando questa tremenda malattia assume il controllo della nostra vita, tutto muore lentamente, perché questa malattia, come molte altre malattie, alla lunga conduce alla morte. L'esatto opposto della legge naturale, la quale facilita la vita, la crescita e la salute.

Molti considerano 1984 solo un bel libro di fanta-politica, ma personalmente dissento. 1984 è un duro ritratto della realtà, e descrive perfettamente l'eterna lotta che infuria in questo mondo. Ci mostra l'esatta definizione di 'sbagliato.' Ci mostra come sia possibile mascherare ciò che è 'sbagliato' affinché appaia 'giusto.' E ci mostra come sia semplice persuadere la gente a perdere di vista il vero problema e ad abbracciare la menzogna con lo stesso entusiasmo con cui abbraccerebbe la 'verità.' Ci mostra come attraverso il controllo della cultura e delle informazioni si possano trasformare le persone in automi che non riescono a pensare oltre il loro indottrinamento. Raffigura fedelmente ciò che accade alle persone quando il loro fondamentale diritto di pensiero autonomo viene soffocato attraverso la brutalità, le menzogne e gli inganni.

Per quanto spiacevole sia tutto ciò, è necessario prenderne atto. Bisogna contemplarlo e metabolizzarlo abbastanza a lungo, affinché sia chiaro a tutti quanto sia importante conoscere con ogni certezza ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e perché ciò sia così importante. Finché proseguiremo a credere ai fiumi di stronzate e bugie con cui viene deviata la nostra comprensione della semplice verità, finché non riusciremo a vedere l'essenziale, finché proseguiremo a giustificare comportamenti imperdonabili, continueremo lentamente ma inesorabilmente a morire, e poi cesseremo di esistere. E se c'è un concetto su cui la stragrande maggioranza dell'umanità concorderà, è quello secondo cui qualsiasi attentato alla nostra esistenza non potrà mai essere legittimato. Non è legittimo pretendere che qualcun altro cessi di esistere, per soddisfare le esigenze di qualcun altro.

Ciò significa che anche le persone più infette hanno tutto il diritto di esistere. La cosa importante è che gli altri prendano atto di chi siano queste persone e di come la loro malattia le induca ad agire, così da potere sfuggire alle loro trappole e al contagio, e poi scegliere una qualsiasi via legittima per arginare il contagio. E un giorno forse saremo in grado di liberarci dalla morte e distruzione che la malattia ha sempre seminato nel mondo.

La malattia induce a pensare che le proprie convinzioni personali diano il diritto di perseguire i propri desideri, come se fossero leggi naturali. Il punto qui è che una convinzione personale non è una verità o una legge naturale. Una vera e propria legge naturale è universale, si applica a chiunque senza eccezioni. Agisce a prescindere che la si conosca o meno, la si codifichi o meno, la si neghi o meno. Non è questione di aderirvi o dissociarsene. Le leggi naturali semplicemente sono. Si applicano a chiunque su tutta la linea. Sono qualcosa che ci accomuna tutti fin dal giorno in cui siamo nati. (...)

Purtroppo, ciò che ci insegna 1984, e che si rispecchia nella realtà attuale, è che alcune persone credono o fingono che le loro verità personali siano migliori o più importanti delle leggi naturali. Questa gente è pronta a perseguitare, sanzionare, cancellare chiunque si azzardi a negarle.

Ecco perché è importante essere irremovibili nel mantenere intatta ed inalterabile la nostra idea del giusto e dello sbagliato, e non permettere che qualcuno o qualcosa la modifichi, dirottando i nostri principi e la nostra ragione d'essere. Se non ci impegniamo in prima persona per proteggere la nostra esistenza come individui, e deleghiamo questo compito ad altri, finiremo per perderla. E alla fine ci ritroveremo in un mondo privo di coscienze individuali, e popolato da pupazzi di carne addestrati per essere la mera estensione della volontà di qualcun altro.

Difficilmente potranno modificare qualcosa in me, questo perché io sono a conoscenza delle regole, quindi è molto improbabile che mi lasci fuorviare. Ma coloro che non sono a conoscenza delle regole rischiano di caderci dentro senza neanche avere idea di come o quando sia accaduto. E questa idea è qualcosa che mi spaventa anche più del libro 1984.


dal saggio Think or be Eaten
di Angie Rieden e Paul Bondarovski


Traduzione e sintesi a cura di Anticorpi.info
http://www.anticorpi.info/2016/09/la-malattia-del-grande-fratello.html

Nessun commento:

Posta un commento