Due titoli oggi confermano che il modo di riferire i fatti da parte dei media “occidentali” spesso è una sfida alla realtà delle cose.
L’Isis ha perso il controllo dei suoi ultimi territori al confine con la Turchia, affermano gli addetti al controllo della situazione, e questo è un grosso colpo alla possibilità per il gruppo di ricevere rinforzi dal resto del mondo.
L’Isis non è affatto tagliato fuori dal mondo, così come non lo è dalla NATO. Combattenti e materiali possono ancora attraversare nei due sensi il confine con la Turchia, così come hanno fatto nel corso degli ultimi anni.

Date solo un’occhiata alla mappa:



Il confine turco-siriano fra Azaz, Al-Ra’i e Jarablus con l’Isis (in grigio) verso sud, è sempre stato aperto al traffico fra le due zone. Adesso l’esercito turco e le forze dei “ribelli moderati” al soldo dei Turchi si sono dislocati nella striscia di territorio segnata in verde sul lato siriano. Questo naturalmente non ha sigillato o chiuso il confine, come avevano chiesto [in inglese] le altre nazioni. 

Ha semplicemente spostato il confine più a sud. Passare dalla zona tenuta dall’Isis a quella sotto il controllo turco sarà adesso ancora più facile perché i media non hanno accesso all’area. Gli affari verranno fatti lontano dagli occhi e i soldi circoleranno bene, come tutti gli altri traffici.

Non c’è stato alcun combattimento nella striscia contesa fra l’Isis e le forze turche. I Turchi hanno detto all’Isis di spostarsi a sud e così è stato, prima dell’ingresso dei Turchi e dei loro mercenari. I Turchi non hanno perso neanche un uomo nel combattere l’Isis nella zona. Lo spostamento della linea di confine è, ovviamente, avvenuto dopo un accordo reciproco.

E’ ridicolo che alcuni media cerchino di spacciarlo come una chiusura del confine o un isolamento. E’ il contrario.

Lo scopo principale di questa mossa turca è stato quello di impedire un ricongiungimento dei settori curdi (in giallo) ad est e ad ovest. Un corridoio del genere lungo il confine, sotto il controllo curdo, lo avrebbe veramente sigillato. Al traffico legato all’Isis non sarebbe stato concesso l’attraversamento dei posti di blocco curdi.

La Turchia cercherà probabilmente di annettersi l’area di cui ha preso il controllo. Ci sono progetti di costruire nuove città sul lato siriano per ospitare i rifugiati attualmente nei campi turchi. La Turchia potrebbe perciò liberarsi di un grosso fardello di cui si trova oberata a causa della sua guerra con la Siria.

La Russia e l’Iran hanno acconsentito [in inglese] all’ingresso della Turchia nell’area, dopo la promessa turca di terminare il proprio sostegno ai combattimenti nella città di Aleppo. E’ ancora da vedere se i Turchi manterranno questa promessa. Una parte dei mercenari turchi coinvolti negli attacchi ad Aleppo sono stati ritirati e spostati nella striscia di terra di confine appena occupata. Ma il supporto materiale all’attacco, sotto forma di munizioni o di altri rifornimenti, sembra continuare.

Due discreti analisti sostengono che l’accordo, anche se non proprio voluto, va comunque a vantaggio della Russia e della Siria.

Elija Magnier dice (in arabo) (in inglese, non corretto) che la politica russa in Siria è come una bambola matrioska, dove una di queste sta dentro ad un’altra. Le più complicate di queste bambole arrivano ad averne fino a 50 sovrapposte, per un totale di 51 bambole. Dice Magnier:
Sembra che Putin abbia tirato fuori la sua prima matrioska bombardando i nemici di Damasco lo scorso settembre. Ha tirato fuori la seconda bambolina più piccola quando ha accettato il cessate il fuoco. Poi ne ha tirata fuori una terza dando il suo appoggio al primo assedio di Aleppo. La quarta è stata abilmente estratta quando ha sostenuto Erdogan ed ha approvato, Putin prima di Obama, un trasferimento sicuro per le truppe turche all’interno della Siria.
Se la Turchia dovesse ritirarsi dall’accordo o se gli Stati Uniti dovessero tentare qualcosa di scorretto, verrebbe tolta un’altra delle 47 bambole rimaste e un nuovo piano russo diventerebbe visibile.
Raphael Lebruja di French Mediapart offre il suo punto di vista (in francese) sull’accordo russo-turco:
Putin ha appena giocato una mossa da maestro. Indubbiamente, dopo aver ottenuto molti vantaggi da Erdogan, ha ora gettato la Turchia, un vecchio avversario, nell’inferno siriano. Erdogan è stato accecato dalla sua ossessione, la lotta ai Curdi.

La Russia, con una pietra sola ha colpito tutti e tre i nemici del regime (siriano): i Curdi, gli Islamisti siriani e la Turchia. Destabilizzare le relazione fra questi tre attori della scena politica e metterli l’uno contro l’altro è stato un colpo da maestro. Meglio ancora, gli Stati Uniti sembrano essere divisi fra filo-Turchi e filo-Curdi. Indubbiamente, la CIA e la politica americana sembrano più vicine agli interessi turchi, il Pentagono a quelli dei Curdi.
Economicamente la Russia, con la riapertura dei traffici commerciali con la Turchia, vince. Gli Islamisti “moderati” nella nuova zona sotto il controllo turco sono ora separati dai gruppi di al-Qaeda attorno ad Aleppo. I Turchi e i Curdi in Siria saranno impegnati a combattersi a vicenda. 

Indubbiamente la Russia potrà utilizzare i Curdi contro la Turchia, casomai Erdogan cercasse di fare il doppio gioco. Qualche missile anticarro o antiaereo fatto arrivare nella Turchia orientale dall’Armenia farà di certo male all’esercito turco che combatte il PKK locale. L’esercito turco, costituito da soldati di leva, già indebolito dalle purghe seguite al recente tentativo di colpo di stato, non può subire pesanti perdite senza che l’opinione pubblica turca si metta in allarme.

L’Isis continuerà ad essere collegata alla Turchia. Ma le sue capacità combattive sono seriamente diminuite, e sta già ripiegando sulle tattiche tipiche della guerriglia. Per ora evita sopratutto le battaglie in campo aperto. Col tempo sarà schiacciata.

Tuttavia, dall’Isis possono ancora arrivare sorprese, dal momento che ha degli uomini molto bene addestrati. Il suo nuovo comandante militare [in inglese] è Gulmurod Khalimov, un ufficiale delle forze speciali del Tajikistan, che ha avuto un lungo addestramento sulle tecniche antiterroristiche da istruttori delle forze speciali degli Stati Uniti. Ha preso il posto del defunto Abu Omar al-Shistani, un ufficiale delle forze speciali cecene, di origine georgiana, anch’egli con una lunga storia di addestramento all’antiterrorismo da parte di istruttori delle forze speciali americane.

Guardate laggiù! I Russi hanno appena sganciato una bomba a barile! Qui non c’è nulla da vedere, niente del tutto…


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Articolo pubblicato da Moon of Alabama il 5 Settembre 2016
Tradotto in Italiano da Mario per SakerItalia.it