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Si narra nella bibbia che, quando Dio creò l'uomo e la donna, essi non
provavano vergogna. In origine, infatti, essi non si coprivano ma erano
nudi. In poche parole, l'uomo era in uno stato che, secondo le religioni
orientali, poteva essere definito di COSCIENZA SUPERIORE. In termini
esoterici esso viveva al di sopra del mondo polare, quello formato dalla
dualità bene/male, onesto/disonesto, amico/nemico e così via.
Questo stato di coscienza superiore, però, non durò a lungo. Ad
accorciarne la durata, intervenne il serpente tentatore, quello che
propose ad Adamo ed Eva di mangiare la mela dell'albero della
conoscenza. Tutti conosciamo come andò a finire: il serpente offrì loro
la mela ed essi, dopo un seppur minimo attimo di titubanza, ne
mangiarono acquisendo così la conoscenza del bene e del male.
Questo atto del mangiare la mela, da parte di Adamo ed Eva, segna per
loro (come per tutto il genere umano) il passaggio dallo stato di
coscienza superiore alla semplice conoscenza delle cose del mondo. Ma lo
stato di coscienza era quello che consentiva ad Adamo ed Eva di andare
in giro nudi senza vergogna. Ciò era possibile in quanto essi non
conoscevano il peccato ed erano, inoltre, in uno stato di unità col
TUTTO e, quindi, con Dio.
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Dal momento in cui decidono di mangiare la mela, ecco che per loro si
aprono le porte del mondo e della conoscenza. E' proprio questo il
peccato originale, l'aver conosciuto il mondo della dualità attraverso
l'ingresso in esso tramite il serpente tentatore. Il peccato originale
consiste proprio nella separazione dal tutto e, di conseguenza,
nell'allontanamento volontario dalla Luce di Dio e dalla sua grazia.
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Ma forse ciò non è dovuto al caso o, come si usa dire, al serpente
tentatore. Secondo me, se ciò si è verificato, se l'uomo ha deciso di
scendere dallo stato di coscienza alla mera conoscenza, questo è dovuto
al fatto che egli aveva esigenza di sperimentare il mondo materiale
attraverso la sua incarnazione in un corpo fisico, diversamente non
avrebbe avuto ragione di fare esperienze terrene ma, al contrario,
sarebbe potuto restare tranquillamente un'entità spirituale in eterna
unità con Dio.
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E' forse proprio grazie al peccato originale che l'uomo si è spinto
verso la ricerca della "redenzione" attraverso un lavoro su di Se volto
all'autoscoperta e all'autosuperamento della sua condizione umana
attraverso l'accettazione della stessa. Ecco che, quindi, se per un
verso si è discesi dall'UNO per sperimentare la separazione, tuttavia si
è fatto ciò al solo scopo di conoscere le cose terrene in quanto
creazione di Dio, sperimentarle allo scopo di evolvere attraverso la
materia per poter ritornare poi, una volta realizzata l'illusorietà sia
della materia che della separazione, nella GRAZIA DI DIO.
Vincenzo Bilotta
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