lunedì 10 ottobre 2016

Dalla coscienza alla conoscenza

(Immagine presa dal web)
 
Si narra nella bibbia che, quando Dio creò l'uomo e la donna, essi non provavano vergogna. In origine, infatti, essi non si coprivano ma erano nudi. In poche parole, l'uomo era in uno stato che, secondo le religioni orientali, poteva essere definito di COSCIENZA SUPERIORE. In termini esoterici esso viveva al di sopra del mondo polare, quello formato dalla dualità bene/male, onesto/disonesto, amico/nemico e così via.
 
Questo stato di coscienza superiore, però, non durò a lungo. Ad accorciarne la durata, intervenne il serpente tentatore, quello che propose ad Adamo ed Eva di mangiare la mela dell'albero della conoscenza. Tutti conosciamo come andò a finire: il serpente offrì loro la mela ed essi, dopo un seppur minimo attimo di titubanza, ne mangiarono acquisendo così la conoscenza del bene e del male.
 
Questo atto del mangiare la mela, da parte di Adamo ed Eva, segna per loro (come per tutto il genere umano) il passaggio dallo stato di coscienza superiore alla semplice conoscenza delle cose del mondo. Ma lo stato di coscienza era quello che consentiva ad Adamo ed Eva di andare in giro nudi senza vergogna. Ciò era possibile in quanto essi non conoscevano il peccato ed erano, inoltre, in uno stato di unità col TUTTO e, quindi, con Dio.
 
(Immagine presa dal web)
 
Dal momento in cui decidono di mangiare la mela, ecco che per loro si aprono le porte del mondo e della conoscenza. E' proprio questo il peccato originale, l'aver conosciuto il mondo della dualità attraverso l'ingresso in esso tramite il serpente tentatore. Il peccato originale consiste proprio nella separazione dal tutto e, di conseguenza, nell'allontanamento volontario dalla Luce di Dio e dalla sua grazia.
 
(Immagine presa dal web)
 
Ma forse ciò non è dovuto al caso o, come si usa dire, al serpente tentatore. Secondo me, se ciò si è verificato, se l'uomo ha deciso di scendere dallo stato di coscienza alla mera conoscenza, questo è dovuto al fatto che egli aveva esigenza di sperimentare il mondo materiale attraverso la sua incarnazione in un corpo fisico, diversamente non avrebbe avuto ragione di fare esperienze terrene ma, al contrario, sarebbe potuto restare tranquillamente un'entità spirituale in eterna unità con Dio.
 
 
(Immagine presa dal web)
 
E' forse proprio grazie al peccato originale che l'uomo si è spinto verso la ricerca della "redenzione" attraverso un lavoro su di Se volto all'autoscoperta e all'autosuperamento della sua condizione umana attraverso l'accettazione della stessa. Ecco che, quindi, se per un verso si è discesi dall'UNO per sperimentare la separazione, tuttavia si è fatto ciò al solo scopo di conoscere le cose terrene in quanto creazione di Dio, sperimentarle allo scopo di evolvere attraverso la materia per poter ritornare poi, una volta realizzata l'illusorietà sia della materia che della separazione, nella GRAZIA DI DIO.
 
 
Vincenzo Bilotta
 
 

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