venerdì 7 ottobre 2016

Sintonizzarsi con la realtà

(Immagine presa dal web)
 
Cos'è la realtà? Molti di voi potranno rispondere: ciò che i nostri sensi percepiscono. Alla luce di ciò, quindi, si potrebbe dire, a primo acchito, che la realtà consiste in ciò che i nostri occhi possono vedere e descrivere, le nostre orecchie udire, le nostre mani toccare, il nostro naso odorare. E con questa definizione ci sarebbe da perdervisi dentro in quanto, poichè ognuno ha la propria visione della realtà, ciò in base ai propri vissuti esperienziali, ciascuno di noi potrebbe tranquillamente dare la PROPRIA VISIONE, o versione che dir si voglia, DELLA REALTA'.
 
Da qui si capisce come la realtà sia soggettiva, pur partendo da un semplice oggetto neutro, se questo venisse visto con gli occhi di chi ha saputo far tacere la mente e far pace con la propria anima. Oggi, tuttavia, non sono qui per parlarvi di realtà soggettiva piuttosto che di realtà oggettiva ma del sintonizzarsi sulla realtà. Ma cos'è la realtà? Con questa domanda, dopotutto, ho deciso di cominciare l'articolo di oggi senza avere dato ancora una risposta in merito.
 
Si sa dalla fisica quantistica, così come dagli insegnamenti esoterici, che la realtà esula dai nostri cinque organi di senso, non constando, infatti, di oggetti solidi ma, semmai, di vibrazioni. TUTTO E' VIBRAZIONE. Sempre secondo la fisica dei quanti, infatti, gli oggetti materiali stessi sarebbero anch'essi irreali ed immateriali essendo la loro solidità solo apparente e causata dall'oscillazione ad altissima velocità delle particelle che l'andrebbero a comporre.
 
Il paradosso è che, alla fine, reale sarebbe ciò che gli occhi non vedono, le orecchie non odono, le mani non possono afferrare e il naso e la lingua non possono fiutare né assaporare. Ma come fare a percepire la VERA realtà? Qui si entrerebbe in un vero e proprio labirinto di parole, ci sarebbe da scrivere per giorni interi ma, tuttavia, proverò ad arrivare al punto cercando, al contempo, di essere il più breve possibile.
 
(Immagine presa dal web)
 
Prima di tentare di spiegare il modo in cui si può riuscire a percepire la realtà al di là delle illusioni, occorre che chiarisca cosa c'impedisce, normalmente, di poterci sintonizzare con la realtà. Viviamo in un'epoca di cambiamenti, in un mondo che ci hanno fatto credere fino ad oggi, Newton in testa a tutti, composto da cose materiali facenti parti di un universo il cui funzionamento sembra essere identico al meccanismo di un gigantesco orologio. In questo mondo di stampo Newtoniano-materialista tutto accade per caso e l'uomo è vittima degli eventi che si succedono senza che nessuno possa averne il controllo.
 
La fisica quantomeccanica, invece, ha assunto, sin dalla sua nascita, una posizione nettamente diversa in merito. Secondo quest'ultima, infatti, il mondo materiale è solo una facciata di quello che in realtà si nasconde dietro le apparenze di materia solida. Al di sotto di questo mondo esiste una realtà costituita da particelle di grandezza infinitesimale in grado di interagire fra di loro istantaneamente anche a distanze notevoli.
 
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Si ricollega a ciò il cosiddetto "effetto farfalla" in base al quale tutto è connesso con tutto e, di conseguenza, sempre in base a questa connessione, il semplice battito d'ali di una farfalla in Messico può causare un tornado in Australia. L'invisibile influenza il visibile, anzi, è in grado anche di modificarlo sul nascere. IL PENSIERO CREA LA MATERIA.
 
Alla luce di quanto detto, ecco che, per potersi sintonizzare con la realtà, bisogna cominciare a credere in una realtà invisibile che governa il mondo visibile, un varco dimensionale nel quale i miracoli sono all'ordine del giorno e dove tutto è possibile ed accade in maniera istantanea. Nella Kabbalah si parla di una realtà visibile, in cui vive l'uomo ordinario-meccanico addormentato, e una realtà in grado di essere percepita da coloro i quali hanno già compiuto il "salto".
 
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Sempre secondo gli insegnamenti della Kabbalah, il mondo ordinario e visibile costituirebbe solo l'1% della realtà, mentre il restante 99% sarebbe invisibile ai più e costituirebbe quel varco dimensionale parallelo a quello materiale in cui tutto è possibile. Per poter accedere a questo 99% occorre essere sintonizzati, avere i canali energetici puliti, la mente libera e fluida, una mentalità possibilista ed aperta ai miracoli.
 
Se notate, in ciò si può rilevare un parallelismo con i concetti di conscio e subconscio. Come tutti sappiamo, la maggior parte delle persone usa una percentuale di potenzialità cerebrali che varia fra il 5 e il 10% del totale disponibile. Questo 5-10% ci da l'impressione di poter avere il controllo della realtà, ma così non è. Infatti, sotto sotto c'è il restante 90-95% a comandare in base agli schemi acquisiti nel corso della propria Vita attraverso il processo educativo-programmatico e ripetuti negli anni fino a diventare dei processi automatici.
 
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Questo meccanismo che ci domina e sovrasta ma del quale, tuttavia, non abbiamo il controllo, è costituito dal subconscio. Ecco un evidente parallelismo con le due realtà, l'una materiale, sulla quale sembriamo avere il controllo, e l'altra invisibile, della quale molti di noi dubitano o non sono completamente a conoscenza della sua esistenza.
 
Per sintonizzarsi con la realtà occorre, innanzitutto, cominciare a ripulire la propria mente dalle convinzioni limitanti apprese durante il processo educativo, ciò allo scopo di potersi finalmente riappropriare delle infinite potenzialità della mente subconscia. Quando ci si sarà liberati dai condizionamenti derivanti da un'educazione programmatica, solo allora si potrà cominciare a lavorare per poter utilizzare il restante potenziale insito nel cervello di ciascuno di noi.

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Solo attraverso lo sviluppo di questo potenziale epurato da tutte le convinzioni limitanti insite in un subconscio condizionato potremo, finalmente, sintonizzarci col restante 99% della realtà invisibile che, pur non essendo percepita dai più governa e condiziona le Vite della maggior parte delle persone che non hanno ancora raggiunto uno stato che permetta loro di essere coscienti di se.
 
 
Vincenzo Bilotta
 
 

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