lunedì 7 agosto 2017

Un vecchio amico: Richard Bach


Il flusso mi porta quello di cui ho bisogno quando ne ho bisogno, senza alcuno sforzo.

Quando l'allievo è pronto il maestro compare.

E' una delle mie convinzioni più profonde, anche se a volte mi incaponisco a non voler dar retta proprio a ciò che cerco di insegnare (ma si sa che chi insegna è colui che ha più bisogno di imparare).

E così mentre aggiornavo il corso di Sviluppo Psichico (che adesso si chiamerà Spiritualità Pratica & Sviluppo Psichico) in un turbinio di nuove scoperte e una rinnovata energia, ecco che salta fuori il libro di Richard Bach "Il cielo ti cerca" che non avevo ancora mai letto.

Un libriccino modesto come dimensioni (tipico di Bach), che si leggerebbe in un attimo se non fosse che ogni tanto mentre leggevo strabuzzavo gli occhi perchè tra le paginette di questo libro ci sono le stesse intuizioni che sono arrivato a vivere di recente, incorporandole nel corso.

Mentre le pagine del libro scorrevano tra le mie dita, ripercorrevo le mie tappe come apprendista-mago-errante e riassumevo la mia esistenza con la sintetica e potente affermazione del protagonista del libro: "Sono l'abitante ipnotizzato di un pianeta psicosomatico".

E' chiaro che si deve imparare a liberarsi da una ipnosi per poter liberare anche gli altri, e mi è palese ora che per tutti questi anni non ho cercato altro che questo: liberarmi dalle mie innumerevoli ipnosi.

Quei momenti-giorni-ore in cui ho vissuto lo stato di non-ipnosi sono stati il propellente per tutti questi anni di ricerca, studio e sperimentazione e mi fa sorridere il fatto che il maestro Richard, come al solito, riesca a condensare anni e anni dei miei sforzi e delle mie esperienze in poco più di 150 pagine.

Leggerlo mi ha dato anche da riflettere su quanto i libri di Bach siano in definitiva sottovalutati e bollati come bassa new-age. Al suo interno infatti ho trovato diverse cose valide anche sotto il profilo dello sviluppo mentale, così come ne avevo trovate tante in Illusioni.

Ma si tratterebbe di avere la buona volontà di rimboccarsi le maniche e cominciare a pensare in maniera radicalmente diversa, pensieri diversi da quelli che l'ipnosi collettiva ci instilla ogni giorno, e questo per qualcuno è tutt'altro che facile (spesso proprio per quelli che etichettano alcuni libri come facilonerie o new age).

Comunque sposo la sua tesi su tutta la linea!

Il messaggio del libro è essenzialmente questo: tutto ciò che ho accettato come vero nella mia vita si è trasformato in una suggestione ipnotica definendo la realtà di ciò che vivo secondo parametri che non ho deciso io. Inutile resitere o cercare di sfondare le pareti dell'illusione quando ci sono dentro (come prova a fare Jamie Forbes nel momento in cui è ipnotizzato).

Posso solo deprogrammarla, saggiamente, con meticolosità e costanza fino a far scomparire i suoi effetti.

Purtroppo molti sono fin troppo pigri per arrivare anche solo a pensare che sia possibile. Il risveglio dall'ipnosi richiede lavoro di fatica e astuzia a non finire. Qualcuno è arrivato anche a dire che non esiste niente di tutto ciò, che la legge dell'attrazione ad esempio è una trovata commerciale e tutte queste menate sui poteri della mente sono solo storie, il che secondo me testimonia solo come le forze dell'ipnosi collettiva abbiano avuto la meglio su queste persone.

Tuttavia io credo a Bach più che a qualunque altro spiritualista della domenica e ci credo per un motivo: ho sperimentato e sperimento tutt'ora che è proprio così. Ci si può staccare da un sogno collettivo solo avendo un proprio sogno e perseguendolo come se fosse la cosa più importante della propria vita (anche più importante dell'incolumità e della vita stessa, perchè no) e non c'è futuro per mezze calzette piene di scuse.

Ci vuole fegato e costanza (costanza di anni magari e non di qualche settimana passata a ripetere due o tre pensieri o visualizzazioni...) per riprogrammare il proprio subconscio e vincere resistenze, memorie, retaggi karmici e suggestioni di tutti i tipi provenienti da gente ben intenzionata come familiari e colleghi di lavoro che vogliono fare il nostro 'bene' dicendoci cosa è 'normale' e cosa non lo è, cosa 'si può' e cosa 'non si può'.

Ci vuole costanza ad andare contro tutto e contro tutti e anche contro parti di sè che ti 'consigliano' di essere 'realista' o almeno 'prudente' annullando così ogni tuo potere creativo (divino) e ributtandoti nell'ipnosi, ed è per questo che sento una profonda verità in questo libro di Bach, ma ho anche il presentimento che questo verrà bollato come il 'solito' libro di Richard Bach che parla delle 'solite' cose strane. E allora meno male che c'è chi scrive cose strane!

Namastè


Andrea Panatta


fonte: http://quantum73.blogspot.it/2010/09/un-vecchio-amico-richard-bach.html

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