L'olio di palma è il grasso principale di quasi tutte le merendine, i biscotti, gli snack dolci e salati, le creme
Stop all'uso dell'olio di palma, utilizzato dal 95% delle aziende italiane. Sta riscuotendo grande successo la petizione lanciata da ilfattoalimentare.it su Change.org per limitare l'uso di questo prodotto dannoso per l'ambiente e per la salute.
L'olio di palma è il grasso principale di quasi tutte le merendine, i biscotti, gli snack dolci e salati, le creme. Il suo ampio utilizzo è dovuto al costo decisamente basso e alle sue caratteristiche che permettono ai produttori di sostituirlo al burro.
L'olio di palma è il grasso principale di quasi tutte le merendine, i biscotti, gli snack dolci e salati, le creme. Il suo ampio utilizzo è dovuto al costo decisamente basso e alle sue caratteristiche che permettono ai produttori di sostituirlo al burro.
“Secondo i nutrizionisti – si legge nel testo della petizione - l’assunzione giornaliera di dosi elevate di questo ingrediente può risultare dannosa per la salute a causa della presenza dei grassi saturi. Questa ipotesi si verifica più spesso di quanto si creda, visto che il palma si trova nella maggior parte degli alimenti trasformati, soprattutto in quelli più consumati dai giovani. Anche se in Italia non esistono studi sul consumo pro-capite, i nutrizionisti consigliano di limitarne l’assunzione, in particolare ai bambini che sono i più esposti”.
Inoltre
“la produzione di palma è correlata alla rapina delle terre e alla deportazione di milioni di famiglie africane e asiatiche (land grabbing). È inoltre causa primaria della deforestazione di aree boschive (prima causa di emissioni di CO2 nel Sud-Est asiatico) e della devastazione degli “habitat” naturali per lasciare spazio alle monocolture come quelle della palma da olio.
Queste operazioni comportano gravi violazioni dei diritti umani, l’eliminazione della sovranità alimentare e la riduzione della biodiversità. Per stemperare le problematiche e ripulire l’immagine dell’olio di palma esiste una certificazione sostenibile (RSPO), che tuttavia copre solo una quota minima della produzione, senza neppure mitigare i problemi denunciati”.
Per questi motivi etici,
ambientali e di salute Il Fatto Alimentare dice “no” all’olio di palma e
invita le aziende a sostituirlo con altri oli vegetali non idrogenati o
burro.
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