Siamo abituati da sempre a pensare alla storia politica del
mondo come ad una successione di sistemi sviluppati da personaggi che, alternativamente,
in nome di una ideologia, prendono il potere e quindi cercano una loro
espansione.
Ripercorriamo in breve la storia partendo dai popoli mesopotamici che invadono e sterminano i concorrenti spinti dal sacro fuoco delle loro divinità o chessoio dal desiderio di diffondere la scrittura cuneiforme per poter espandere il proprio commercio.
Poi arrivano persiani ed egizi, popoli guidati da semi-déi o
déi-interi che si assumono l'ingrato compito di assoggettare l'umanità
circostante per mostrare loro la luce, la vera luce.
Acquisita la luce dell'intelletto, la razionalità della
logica e della dialettica, i greci, per puro desiderio di conoscenza, diciamo
pure per turismo, invadono mezzo mondo. La loro è una ideologia inoppugnabile, hanno
le storie di déi più belle dell'universo e quindi non possono non essere vere.
Gli déi li assistono, sono con loro e, a differenza di chiunque altro, hanno il
diritto di governare il mondo perché sono i migliori pensatori di sempre, ottimizzatori
ante-litteram, loro sono il passato, il presente ed il futuro. Peccato che
anche i romani abbiano una ideologia niente male, quella della vittoria e
dell'assorbimento che li guida trionfanti per il mondo antico.
Poi la frattura barbarica: popolazioni nomadi senza uno
straccio di ideologia, senza neanche una parola che possa esprimere il concetto
di futuro, distruggono tutte le ideologie fino ad allora vincenti, piegandosi
però di fronte a quella cristiana........e grazie a quella si ricomincia.
Da allora la storia delle ideologie da battaglia è ben nota
e ci si continua ad illudere che siano le idee vecchie o nuove a portare i nuovi
conflitti, i cambiamenti di regime e quelli di territorio.
Io penso che invece le ideologie seguano sempre a ruota la
sete di dominio dei dominatori, vengano ricreate a posteriori o al massimo
immediatamente dopo l'inizio dei cambiamenti.
I popoli mesopotamici entrano in conflitto esclusivamente
per motivi di dominio dei terreni fertili.
I persiani si spingono ad occidente per derubare le sue
ricchezze.
I greci invadono il mediterraneo per poter controllare tutti
gli attracchi delle loro navi mercantili.
I romani conquistano il loro impero perché la loro economia
è basata sul lavoro degli schiavi e lo sfruttamento intensivo e depauperante
delle risorse, sete senza fondo che caratterizzerà molto più tardi il primo
capitalismo.
I fondatori della chiesa cristiana mettono in piedi un
sistema che garantisce loro espansione illimitata, sopravvivenza e prosperità:
chiese di mattone, solide e inamovibili istituzioni, sacre scritture a cui fare
riferimento, un proprio esercito di volontari e uno sfruttamento intensivo
della schiavitù morale mediante donazioni e questue varie, compravendita di indulgenze
e reliquie. Ecco che, cavalcando la storia del palestinese che probabilmente
mai parlò mai di chiese, fondano l'impero millenario delle chiese cristiane.
Hitler scrive il proprio programma politico in carcere dopo
aver già iniziato la sua personalissima rivolta, e man mano che accede al potere,
continua la sua opera di fondazione ideologica dal nulla, l'architetto che
disegna il palazzo mentre lo costruisce.
Così in Russia, una élite tra le tante altre di boiardi che
per secoli hanno rovesciato e sostituito zar, trova in un filosofo ebreo
tedesco la chiave per accedere al cuore di un esercito di diseredati. Ma Lenin
è un russo come tutti gli altri, un individuo con una esagerata sete di potere,
e Stalin sostituendolo mette da parte ogni marxismo di facciata e cerca ed
ottiene il dominio assoluto ed incontrastato.
………Così infine gli esportatori dell'ideologia democratica
occidentale vengono a contendersi il mondo, apparentemente in nome delle loro
profane e sante idee……
Postato Yesterday da Gianna Bonacorsi
Nessun commento:
Posta un commento