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venerdì 21 febbraio 2014

I guerriglieri dei ‘Paesi caldi’

Questa la denominazione dei nuovi militanti assoldati dalle lobbies per portare conflitti in Paesi da destabilizzare della zona grigia. Dopo il Nord Africa e la Siria, anche l'Ucraina è stata inesorabilmente colpita dalla rivoluzione violenta dei finti movimenti spontanei pro-europei e pro-democrazia. La loro avanzata viene coperta dall’opera di regia dei media, che associano filmati di disperazione popolare ad atti di violenza della polizia, orchestrando la propaganda sino al punto da far credere che sia in atto una rivoluzione. In realtà, l’Ucraina è stata spinta in una guerra a civile dopo mesi di negoziati, inutili ed inconcludenti, che avevano come unico obiettivo quello di sovvertire l’attuale ordine politico e spezzare ogni legame tra Kiev e Mosca. Ogni richiesta presentata veniva rilanciata con nuove proposte, sino a chiudersi in un circolo vizioso. Lo scopo di fondo dell’Euromaidan non era quindi negoziare con le istituzioni, ma abbatterle. Non c’è alcuna possibilità di trattativa, niente che possa fermare una macchina distruttiva entrata in azione, per cui nel tempo andrà sempre peggio.

La cronaca dei recenti eventi offrono un interessante spunto per dimostrare quanto ci sia di vero nella tesi dell'evidente manipolazione di questa rivolta civile. Indatti, a squarciare la tregua imposta a Kiev, sono le immagini trasmesse da tutti i media internazionali di un gruppo di ‘attivisti-mercenari’ che viene colpito dalla polizia, nei pressi del palazzo presidenziale, mentre si teneva l'incontro dei funzionari di Bruxelles con gli esponenti al potere. Ad un primo sguardo, sembra che la polizia abbia sparato contro dei manifestanti "pacifici" che si stavano spostando lentamente, mentre ad un'analisi più attenta è possibile notare dei piccoli dettagli che tuttavia dimostrano come quell'incidente sia stato provocato di proposito, per essere filmato in maniera dettagliata con una resa diremmo 'professionale'. La sequenza delle immagini seguenti mostra come i primi colpi provengano dalle spalle dei manifestanti, con una raffica che deve colpire la schiera dei poliziotti. Subito dopo, si può notare che solo una persona si volta in direzione degli spari e della telecamera, mentre gli altri avanzano. La polizia, avendo ricevuto la raffica di proiettili, apre il fuoco, nella convinzione che siano anch'essi armati. Quando inizia la sparatoria, molti del gruppo vengono feriti, mentre la cosiddetta 'talpa', si nasconde tra gli alberi e resta in piedi fermo. Non si spiega, tuttavia, perché questo gruppo di persone stia avanzando verso la colonna della polizia, coprendo il capo ogni tre passi e ben sapendo che gli agenti erano pronti ad aprire il fuoco. Da notare come l'immagine sia molto stabile e di alta risoluzione, cosa che lascia pensare che il cameraman fosse posizionato in un luogo molto vicino, ben sapendo dove puntare l'obiettivo e lo svolgimento dei fatti, con grande calma e controllo della situazione.

Sequenza delle immagini
Primo colpo sparato lascia un segno nell'albero (00:17)
Una sola persona del gruppo si gira (00:22)
La stessa persona si nasconde (00:45)
Contestualmente, un'altra telecamera è stata piazzata dall'altra parte della strada, riprendendo da una posizione privilegiata l'azione dei poliziotti, posizionati a difesa dei palazzi delle istituzioni.


Immagini ad alta risoluzione dell'azione degli agenti
La manipolazione del messaggio mediatico, con un rapido montaggio è stata evidente, anche perché media allineati si guardano bene dal trasmettere le immagini delle manifestazioni degli scorsi giorni, in cui i protestanti sono armati e in pieno assetto di guerriglia.




Agente colpito da una molotov in pieno viso
Agente per terra e preso a calci dai manifestanti
Ex pseudo-nazisti, criminali, teppisti, debitori di gioco, vanno a riempire le fila della guerriglia urbana, addestrata con manuali della cosiddetta “rivoluzione intelligente” e metodologie d’assalto di stampo terroristico. L'equipaggiamento militare di cui dispongono i manifestanti, infatti, non è il solo elemento che contraddistingue la frangia, perché hanno anche tattica e strategia, grazie all'addestramento da 'manuale', che ogni rivoluzione arancione che si rispetti, deve avere. In rete è infatti disponibile quella della rivoluzione egiziana, che mostra, con schemi e rapide regole, quali slogan gridare (rigorosamente contro la corruzione o il leader di turno), come dirigersi nelle strade e i percorsi da fare (prevedendo sempre una via di fuga), come affrontare le situazioni di emergenza come i gas lacrimogeni o i colpi di manganello, cosa portare con sé all'interno degli zainetti (coca cola, limone, aceto, acidi,ect), come dispiegarsi tra la folla e come affrontare gli agenti nel corpo a corpo. Vi proponiamo di seguito alcune pagine del manuale della rivoluzione in Egitto, la cui versione tradotta in ucraino sta da tempo circolando, per chiunque voglia unirsi alla lotta armata.
Come scegliere i percorsi e studiare
 il tragitto di fuga evitando vicoli ciechi
Come vestirsi e quali oggetti portare con sé
Come affrontare la polizia
Come dispiegarsi nella folla per
sfondare la colonna della polizia
Coinvolgere la polizia e convincerla
a passare dalla parte dei manifestanti
Guardando queste rapide regole per organizzare e vincere una sommossa, si possono intravedere i tanti punti in comune con le manifestazioni pseudo-democratiche a cui abbiamo assistito nelle tante piazze europee, dalla Grecia sino alla Spagna e all'Italia, sino alle più sanguinose rivolte del Nord Africa e dell'Ucraina, per poi approdare di nuovo nei Balcani, a cominciare dalla Bosnia. La portata di tali fenomeni è molto elevata, se si pensa alle competenze tecnico-militari per l'addestramento, il comando e il controllo per portare a termine la missione, come anche l'esborso economico-finanziario per la movimentazione di tali eserciti. Una frangia operativa, come quella del movimento Euromaidan, ha un costo di circa 2 milioni di euro a settimana, oltre al budget per droghe e anfetamine per mantenere il motore a giro.


Dietro tali frange mercenarie sovversive vi sono forti gruppi di interesse economico, e gli stessi Governi degli Stati Occidentali, che vedono in prima linea Stati Uniti e Germania.  Barack Obama, dall’alto del suo Premio Nobel, si è macchiato di crimini contro l’umanità come nessun Presidente americano aveva mai fatto sinora, sferrando attacchi con droni nello Yemen e in Pakistan contro civili inermi. Dal suo canto, Angela Merkel e l'Unione Cristiano Democratica - CDU, si sono resi complici della ricostituzione del partito nazista nella regione orientale dell’Europa, attraverso il quale troncare i legami con la Russia. Per non dimenticare George Soros, che con la speculazione finanziaria ha finanziato una fitta e diffusa rete di anarchici ed estremisti, pronti a colpire ovunque in Europa.  Questa è una sporca guerra, che non appartiene né ai popoli europei, né al mondo occidentale, e che rappresenta il fallimento del sistema bancario, che ha fatto ricorso al suo braccio armato per rastrellare risorse e recuperare i propri credit. Non dimentichiamo che la crisi finanziaria delle Banche tedesche, le cui tesorerie contengono ormai solo bonds e carta straccia, da tempo viene occultata, mentre il cancelliere detta regole a Bruxelles e sostiene rivolte nell’Est-europeo.

Primavere arabe, terrorismo in Siria, bombardamenti in Libia, fallimento della Grecia, guerra civile in Ucraina e destabilizzazione in Bosnia:  è stata azionata una guerra infinita, i cui risvolti sono imprevedibili. Non si può escludere che queste rivoluzioni-farsa siano parte di una Strategia della NATO, ma resta il fatto che i Governi sono diventati i contractor di queste entità economiche che controllano le materie prime e si riuniscono in grandi lobby, spingendo l'Alleanza Atlantica oltre ai limiti consentiti. Così facendo, tuttavia, non si fa che creare un terrorismo ancora più violento, le cui derive possono essere perpetue.  La strategia è sempre la stessa, ormai è possibile trovare anche su internet dei grandi progetti segreti: ad ogni incontro importante per i negoziati di pace, i media filmano una strage, mentre quando il piano propagandistico fallisce scatta l’auto-bombardamento. Ovviamente, ogni attacco viene sempre documentato, grazie ad “utile idiota” che fornisce agli ispettori ONU la prova materiale della risoluzione del caso. Da vent’anni a questa parte continuiamo ad osservare l'evoluzione di tali metodologie, che hanno portato alla creazione di nuove parole ad effetto, come ‘attivisti, manifestanti’, ‘affamati, indignati’, ‘popolo viola, forconi’,  prese dalle idee più mediocri del neuro-marketing e usate come immagine del futuro bersaglio. In realtà non siamo altro che carne da macello. Questi brevi passaggi tattici si ripetono  in ogni drammatica crisi, come quella che spinge Kiev in una vera e propria guerra civile, con un salto di qualità nell'azione di sfondamento, al fine di dare quindi un netto troncamento.

E' ovviamente in atto un processo che non si arresterà facilmente e, salvo qualche tregua, giungerà anche alle porte dell'Europa, passando attraverso i Balcani. Sul territorio italiano sono già presenti delle cellule operative estremiste pronte ad infiltrare le manifestazioni dei movimenti 'della rete', dei fenomeni di Anonymous o della corrente Occupy. Quei fenomeni che nascono come spontanei grazie all'illusione di solidarietà creata dai social-network, nonostante le buone intenzioni delle persone che vi aderiscono, si prestano ad essere facilmente manipolati, e direzionati verso scopi ben diversi. Le frange da temere maggiormente sono quelle dei pseudo-anarchici, la cui base logistica di riferimento è la Polonia, per poi dislocarsi in tutto l'Est-europeo per addestramento ed indottrinamento. Questa non è storia, è la cronaca dei nostri giorni, che si sta avvicinando inesorabilmente, perché riescono a modificare artificialmente il volere del popolo, controllando e orientando le correnti di protesta, nascondendosi dietro la democrazia. Questo nostro vuole essere un monito per tutti i movimenti italiani che stanno sostenendo l'Euromaidan, come lo stesso Movimento 5 Stelle (M5S), che rischia di subire una bruciante trasformazione nel tempo, per colpo del suo leader, divenuto ormai cieco e sordo dinanzi ai cambiamenti che stanno subendo l'Europa e il Mediterraneo. Beppe Grillo dovrebbe invece decidere ora di ritirarsi a vita privata, per non fare la stessa fine di Roberto Saviano, usato e poi gettato vai dal 'Sistema' perché ormai non più utile alla causa. Le tecniche di lusinghe e di infiltrazione sono così sottili, che spesso non sono quantificabili in denaro, ma anche in "rapida ascesa al successo", con porte che imprevedibilmente si aprono.


Il Blog di Beppe Grillo dà spazio ad un video di propaganda
del movimento di protesta in Ucraina. Una sequenza di immagini
ben studiata, in cui una bella ragazza descrive il suo 'sogno europeo'
mentre la polizia 'aggredisce brutalmente dei pacifisti'.
Un messaggio che rischia di entrare lentamente nelle fila
di un movimento che è già un partito politico, che ha
accesso alle istituzioni e non vede l'ora di 'cambiarle radicalmente'.



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Ucraina, le verità in scatola

Quanto è spontanea la rivolta ucraina? Quante delle drammatiche immagini che circolano sulle televisioni e si condensano nelle foto, offrono una testimonianza e non invece una tesi prefabbricata? Che ci fanno a Kiev 300 ucraini naturalizzati Usa e tornati ben dotati di verdoni a fare una rimpatriata? Che ci fa Radio Maria in piazza Maidan? Come mai l’ambasciatore cinese si allinea all’Europa in cambio di mano libera in Crimea e compaiono come servizio d’ordine dei manifestanti proprio i tartari della piccola repubblica autonoma?

La risposta a questi interrogativi è intuibile e fa parte di una balcanizzazione dell’Ucraina che, come ho già detto in questo post , si serve dei movimenti ultra nazionalisti e neonazisti che ormai hanno preso del tutto la padronanza della piazza. Ognuno poi si dia le risposte che vuole e che gli convengono, ma una cosa è certa: che non è una battaglia per la democrazia formale visto che in Ucraina già si svolgono libere elezioni e che le pressioni della piazza vengono considerate indebite e antidemocratiche in tutto il continente, come per l’Italia, ad esempio, dimostra  la vicenda dei no tav.

Certo ci sono i morti e un governo che sta perdendo la bussola, ma probabilmente anche questo era stato messo in conto, anzi calcolato, quando si è dato spago alle formazioni più estremiste che peraltro in Ucraina hanno spesso un cotè di malavita comune, come del resto è tipico dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica. Una cosa però è certa, la rivolta spontanea è una barzelletta come dimostrano queste istantanee che non campeggiano sui nostri media.

Polizia? No manifestanti

Probabilmente i giornalisti non si rendono del lavoro organizzativo necessario per dotare di scudi con scritte apposite, elmetti, giubbotti antiproiettile spontanei manifestanti che hanno invece tutta l’aria di essere truppe paramilitari

Servizio di ristoro per i rivoltosi. Ci sono persino le lattine targate Euromaidan. 
Sarà un caso di inscatolamento ed etichettatura spontanea?
 Euro 2
   
Euro



Di ilsimplicissimus
http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/author/ilsimplicissimus2/ 

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Ucraina in fiamme - "Cui prodest...?"

... «il delitto l’ha commesso colui al quale esso giova» (Medea di Seneca, a. III,)
Come avevo previsto è scoppiata la guerra civile in Ucraina. Mentre scrivo queste righe i morti sono già 25, nella sola Kiev, quasi la metà dei quali sono poliziotti. Si spara dovunque, un giornalista ucraino è stato ucciso, edifici pubblici sono in fiamme, la città è isolata e ogni accesso è impedito.
Non si tratta più di manifestazioni di protesta, di lotta politica. E’ guerra. Le immagini, che in Italia arrivano espurgate (ma chi censura?) – parlo per esempio delle immagini che vanno in onda sulle televisioni russe – mostrano rivoltosi bene organizzati, molti dei quali armati con armi da fuoco di guerra, pistole, lanciafiamme, che vanno all’assalto, occupano edifici amministrativi e statali, i palazzi del potere, che incendiano case con la gente ancora dentro. Il governo della Crimea, repubblica sul Mar Nero, dove c’è la base militare russa di Sebastopoli, ha chiesto perentoriamente a Yanukovic il ristabilimento dell’ordine: primo segno che la Crimea potrebbe staccarsi se la situazione precipitasse. L’est e il nord russofoni al momento tacciono, ma l’ovest e il sud del paese stanno entrando nella rivolta.
Si preannuncia una presa violenta del potere da parte delle opposizioni. Che significherà un bagno di sangue. Il controllo della rivolta è infatti palesemente in mano agli estremisti nazionalisti, alle formazioni paramilitari armate dei “banderovzy” neonazisti.
In queste condizioni il vacillante Yanukovic potrebbe dover ricorrere all’esercito, poiché è evidente che le forze di polizia non sembrano più in grado di ristabilire alcun ordine.
Le cosiddette cancellerie europee, e il Dipartimento di Stato Usa invitano Yanukovic alla moderazione. Il presidente del Parlamento Europeo, Schultz, si dice addolorato per i “dimostranti uccisi” (anche lui guarda solo Euronews e la Cnn). A rendere ridicoli questi inviti e appelli sarebbero sufficienti le immagini che solo le tv russe mostrano, dove la polizia è in rotta o in fuga, o al massimo si difende. Immagini dove abbondano armi da fuoco tra i rivoltosi. Scene indescrivibili, dove gli attaccanti spogliano addirittura un poliziotto a terra, privo di sensi, forse già morto, strappandogli gli scarponi e la giubba. Siamo già molto oltre la protesta politica. Ma, per lui, niente rammarico. Ai nazisti non si chiede moderazione. Essi sono “gli eroici difensori della democrazia europeo-occidentale contro la barbarie russa”.
La vergogna di questa Europa apre una pagina indelebile, che sconvolgerà tutti gli equilibri della sicurezza del vecchio continente. E – lo ripeto – ogni illusione che la Russia assisterà a questa svolta senza reagire sarà saggio abbandonarla. E’ in azione l’Europa della troika. E’ quella Europa, la “loro” Europa,  che ha incoraggiato, preparato, organizzato, finanziato tutto questo. Ed è la terribile, ma purtroppo logica, conclusione della degenerazione irreversibile del progetto democratico europeo. Dico questo a tre mesi dall’elezione del nuovo Parlamento, mentre i sondaggi dicono che il 53% dei cittadini europei “non si sentono europei”. Infatti siamo di fronte alla stessa Europa ingiusta e antipopolare che opprime i più deboli ; quella stessa che mostra il suo volto imperiale ai vicini, mentre digrigna i denti verso la Russia.
Adesso i media ci racconteranno che è tutta colpa della Russia, e di Putin. I cattivi per antonomasia. Premessa per altre provocazioni, che dobbiamo aspettarci nelle prossime settimane, che sicuramente saranno bagnate di sangue.
Ucraina, chi ha organizzato la guerra civile?
L’Ucraina va in pezzi e tutti gli equilibri, interni ed esterni sono compromessi. Io grido a gran voce che questa crisi è stata voluta e costruita dall’Occidente. Dunque aspettiamoci altri disastri. America e Europa sono in crisi, in una crisi sempre più grave. Il caos è il modo migliore per occultarla. E’ da quella parte che viene ormai la minaccia di guerra. Noi italiani siamo parte di questa minaccia. Noi, in questa Italia, con un governo ridicolo che in questi mesi non ha detto una sola parola udibile al riguardo, dobbiamo mobilitarci perché il nostro paese si ritragga da questo orrore, che mette a repentaglio anche noi e le nostre famiglie. Dobbiamo chiedere al nostro governo che richiami Bruxelles e la Nato (che sono ormai quasi la stessa cosa) al rispetto delle regole. Non mi faccio illusioni, ma dobbiamo farlo.
Giulietto Chiesa


(Fonte: http://www.contropiano.org/) 

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