La mente brama un nuovo libro, un altro mantra, l’ennesima tecnica, una nuova meditazione, un’altra preghiera. Va bene qualsiasi cosa purché continui a rifuggire il momento presente e non si arrenda a se stessa.
La mente cerca vanamente di riempirsi di quelle conoscenze, di carpirle, di farle sue, e per un attimo ci riesce. Non ti è mai capitato di iniziare a leggere un libro che ti risuonava a tal punto da non riuscire a staccartene? O aver visto la conferenza di un divulgatore di tematiche spirituali, talmente diretto e Vero che non hai potuto poi fare a meno di guardare tutto il materiale video su youtube relativo al medesimo conferenziere? Benvenuto.
Dipendenza da spiritualità
Tutto ciò serve, ha ragione di esistere, come ogni altra cosa in questo Universo, ed, anzi, a mio parere inizialmente è pressapoco indispensabile, ma col tempo rischia di diventare un’arma a doppio taglio, una distesa di sabbie mobili da cui è sempre più difficile districarsi. Finito di leggere il libro, o di aver visto una stupenda conferenza, col passare dei minuti o delle ore, il senso di completezza di pace e di gioia lentamente svaniscono e lasciano spazio ad un leggero e silente disagio, una sorta di senso di mancanza e di non totale appagamento, che vengono ben presto colmati non appena prendi a sfogliare il nuovo libro ed ad assimilarne voracemente i concetti ed il messaggio intrinseco, l’essenza del libro e del suo autore.Si cade nell’illusione che qualcosa possa “darci qualcosa” da fuori. La mente instaura una sorta di dipendenza, ovvero ti fa sentire completo e realizzato solo nel momento in cui si riempie di tali verità, salvo poi inviarti segnali di disagio non appena ci si allontana da questi argomenti. Si può restare dispersi in queste lande anche tutta la vita, tra molti soldi spesi, stress, tempo, risorse ed energie. Si rischia di finire per voler concettualizzare a livello mentale tematiche che non sono comprensibili pienamente restando nella mente, un po’ come cercare di contenere l’oceano in un secchiello.
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