Immaginavo di
aver sufficientemente compreso il pensiero di Carl Gustav Jung fino a quando non
ho letto il suo ‘Realtà dell’Anima’ edito da Bollati Boringhieri. L’opera è
scorrevolissima e lo dico non senza sorpresa in quanto alcuni suoi lavori sono
di ardua lettura; evidentemente si tratta di un’opera destinata non solo agli
addetti ai lavori ma anche alla divulgazione ed alla sua diffusione.
Il primo capitolo
si concentra sul ‘Problema Fondamentale’, in cui l’autore si pone la domanda
sull’esistenza dell’Anima Sostanziale, ossia della concretezza (sebbene non
percepibile dai sensi umani) di quel soffio od energia vitale che nei tempi
antichi era definito appunto Anima. Jung si interroga inoltre, stupito, della
pratica sua contemporanea di una psicoanalisi senza ‘psiche’.
Dopo un breve
excursus storico, Jung sembra commiserare questi nostri tempi moderni in cui l’empirismo,
il determinismo ed il materialismo hanno costretto il pensiero ad occuparsi
esclusivamente degli aspetti della nostra vita che fossero percepibili dai
nostri limitati sensi. Concedere quindi evidenza sostanziale all’Anima
equivarrebbe oggi ad una specie di eresia. Il pensiero moderno (soprattutto
quello occidentale) quindi si è spinto verso l’esterno, in un notevole clima di
ansia esplorativa e sperimentale.
Il grande segreto
dell’essere umano è invece, per Jung, proprio sotto i nostri occhi o, meglio,
nella nostra costituzione più intima; si tratta di un elemento dotato di una
sua autonomia, collegato ad un substrato comune ed immortale.
Jung si interroga
inoltre sul rapporto tra anima e mondo materiale sensibile, riscontrandone
singolari e pioneristiche similitudini. Anche il rapporto tra Anima e Morale
viene affrontato da Jung, con risultati sorprendenti che confermerebbero la
validità e l’importanza, per i movimenti spirituali, dei concetti di ‘peccato’
ed espiazione.
LHC - LARGE HADRON COLLIDER - DI GINEVRA
Jung conclude il
suo brillantissimo primo capitolo considerando l’inintelligibilità ultima sia
della realtà spirituale che di quella materiale. In ciò dà prova di notevole
preveggenza. Ove i sedicenti scienziati si adoperano con ‘la macchina più
grande del mondo’ (l’LHC di Ginevra) nei limiti estremi dell’esplorazione
materiale, senza cavarne granché, allo stesso modo ai confini della realtà
spirituale l’uomo osserva un quid oscuro e soprattutto indefinibile. Questa
situazione mi ricorda il muto sbigottimento di Dante al termine del suo cammino
nel Paradiso, di fronte a Dio. Si tratta perciò di ambiti inesauribili in cui l’uomo,
soprattutto quello occidentale e sedicente evoluto, si è appena messo in
viaggio.
Occorre infine
ricordare in proposito l’opera di ricerca e divulgativa di Corrado Malanga che
dopo sorprendenti intrusioni ipnotiche nell’allora oscuro ambito dei ‘rapimenti
alieni’, si è persuaso non solo dell’esistenza dell’Anima (giudicata
addirittura come unico elemento decisamente reale) ma anche di quale boccone
ambito sia per entità che non la possiedono: predatori e parassiti di questa
pura energia, definiti nei millenni come spiriti, demoni oppure, empiricamente e modernamente, alieni.fonte: http://offskies.blogspot.it/2015/12/realta-dellanima.html
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