Una delle prove più sfacciate di come la NASA
abbia mentito e menta tutt’ora sulle sue sbandierate quanto improbabili imprese
astronautiche, è il destino dell’equipaggio dello Shuttle ‘Challenger’,
disintegratosi poco dopo il decollo nel 1986. Ebbene, gran parte dei membri dell’equipaggio
sono stati rintracciati ancora vivi e vegeti, svolgendo spesso incarichi di
prestigio in istituti universitari statunitensi.
La longa manus dei servizi segreti è in grado
di occultare persone, renderle irriconoscibili, inserirle in nuovi contesti,
creando nuove identità di comodo. L’aspetto divertente della vicenda del ‘Challenger’
è che i superstiti non hanno cambiato neppure il loro nome, o lo hanno fatto in
modo blando ed assai poco dissimulato.
ROLAND/CARL MAC NAIR
La sicumera dei depistatori è così sfacciata da
non rendere necessario un particolare sforzo nel nascondere la verità. Tanto la
grande maggioranza della popolazione/gregge si beve tutto ciò che i media di
regime gli propongono, senza dubitare e senza farsi domande scomode.
Da Wikipedia:
‘Judith Arlene Resnik (Akron, 5 aprile
1949 – Cape Canaveral, 28 gennaio 1986) è stata un'astronauta
statunitense. Nel 1970
ricevette un bachelor of science in ingegneria elettronica presso la Carnegie Mellon University di Pittsburgh
in Pennsylvania. Nel 1977 conseguì il PhD all'Università del Maryland
di College Park. Nel gennaio del 1978 fu selezionata come candidata astronauta
dalla NASA
e nell'agosto del 1979 completò l'addestramento. Volò con la missione STS-41-D
del programma Space Shuttle nel 1984. Con
questa missione, Resnik divenne la seconda donna astronauta americana dopo Sally
Ride e la prima persona americana di religione ebraica a raggiungere lo spazio. Nel 1986
partì con la missione STS-51-L con il Challenger disintegratosi 73 secondi
dopo il lancio. Judith
Resnik oggi riposa nel International Forest of Friendship Memorial
di Atchison, Kansas.’
Ebbene, ecco la superstite omonima:
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