La spontaneità appartiene ai bambini. Essi soli conoscono il progetto
della loro Anima. Proprio per questo, ad un certo punto, decidono
d'incarnarsi in un corpo per perseguire il loro scopo o, meglio, lo
scopo della loro Anima. Tipica del bambino è la GIOIA INCONDIZIONATA, LA SINCERITÀ, L'INNOCENZA, LA LIBERTÀ DA SCHEMI E CONDIZIONAMENTI.
Il bambino fa quel che sente senza pensarci, di cuore e in assoluta
libertà. Tutto questo lo porta ad esprimere la sua creatività e le sue
potenzialità. Ciò, almeno, fino a quando non comincia ad essere
inquadrato dal sistema educativo impostogli sia dai genitori che, non da
ultime, dalle strutture scolastiche. A partire da quel momento in poi,
salvo rare eccezioni, egli perderà la sua condizione che lo rende unico
fra i tanti abitanti della terra e verrà inquadrato nella massa di
pecore meccaniche.
L'educazione crea persone tutte uguali, ognuna specializzata in base
agli studi intrapresi e con le maniere, più o meno raffinate, apprese,
fra le mura domestiche, dai propri genitori. Con l'educazione finisce la
libertà e, di conseguenza, si diventa finti, scontati, quasi degli
zombie. Dietro tutto ciò sta la nostra Anima col suo progetto, ma il
processo educativo ci fa perdere di vista lo scopo per il quale ci siamo
incarnati in questa Vita.
L'educazione rinforza la nostra mente e zittisce la nostra Anima. Dal
momento in cui l'educazione viene completata, sarà la mente a dominare.
Ogni comportamento sarà una reazione automatica, quasi scontata. Gran
parte della gente rinuncerà ai propri sogni a causa del meccanismo
autosabotante installatole attraverso il processo educativo per
conformarsi, invece, alla massa anonima e incolore che costituisce gran
parte (per fortuna non tutta) della società di oggi.
Lo scopo stesso dell'educazione è proprio quello di formare individui
omogenei in grado di portare a termine nel migliore dei modi i compiti
per i quali sono stati educati (programmati) senza porsi, tuttavia,
troppe domande. Insomma, una sorta di automi con programmi specifici a
seconda del settore nel quale operano. A meno che....
Un'alternativa al completo automatismo è LA VOLONTA' di uscirne. Per
sviluppare questo tipo di volontà, però, occorre prima accorgersi di
essere dentro un sistema di abitudini eseguite alla stregua di automi.
SOLO DOPO AVER PRESO COSCIENZA DELLA PROPRIA AUTOMATICITA' NEL
COMPORTAMENTO SI POTRA' SVILUPPARE LA VOLONTA' NECESSARIA AD USCIRNE PER
VIVERE, FINALMENTE, DA PERSONE LIBERE E CONSAPEVOLI.
La coscienza di Se è un processo che inizia sempre da un atto di
volontà. Senza la volontà di cambiare poco o nulla si riuscirebbe ad
ottenere. Certo, il processo di osservazione di Se è già, di per se
stesso, tappa fondamentale affinchè si possa uscire da questo schema di
dipendenza che ci porta a compiere gesti in maniera inconsapevole.
La volontà di autoconoscenza porta al riallineamento fra Corpo, Mente ed
Anima. Quando accade ciò, si diventa aperti, ricettivi, creativi,
liberi. Questo processo costituisce la liberazione da una schiavitù
generazionale, un'abitudine a comportarsi in un determinato modo ed
entro certi schemi ereditata dai propri avi. Ecco perchè l'automatismo
nei gesti è così difficile da scovare! Esso data, spesso, un numero di
anni, a volte secoli, imprecisato! Diventa consuetudine, lo si esegue
senza più riflettere, altro che genetica!
Spesso è più facile rimanere attaccati a routine ripetitive e noiose che
uscire dagli schemi alla ricerca di una propria identità. Il
cambiamento fa paura, si sa cosa si lascia ma non si sa cosa si troverà.
Ma se ci si lascia bloccare dalla paura si rischia di rimanere bloccati
nei propri automatismi autosabotanti che, nonostante ciò, appaiono
sicuri.
La scelta spetta a chi è pronto a cambiare. Sicuramente non va mai
imposta, altrimenti si rischierebbe di danneggiare, anzichè aiutare, la
persona qualora essa stessa non si accorgesse dei propri automatismi. Il
processo è interiore, parte da noi, SEMPRE, NON PUO' AVVENIRE AL
CONTRARIO. A cambiare, se vogliamo, dobbiamo essere noi perchè nessun
altro può farlo altrimenti.
Dopo il cambiamento, ci vorrà un lavoro costante su di Se. Il solo fatto
di essere usciti dalla modalità automatica, infatti, non comporta
l'affrancamento totale da essa. Occorre sempre osservarsi al fine di
conservare la spontaneità e la presenza necessarie a far sì che ogni
singola azione quotidiana possa trasformarsi in una celebrazione, un
inno alla Vita e alla creatività.
Vincenzo Bilotta
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