Grande
è l’errore di credere che Soros non faccia parte dell'”arcipelago della
cospirazione”, di cui Patrick Buchanan dà buona descrizione. (Ma
accetta, se non conferma, la nostra ipotesi che avrebbe dovuto esserci
Soros…):
“…Così Breitbart.com è contento, il 9 marzo, di trasmettere la felice notizia. Ricorda l’essenza della lista di invitati, cercando invano il nome di Soros, che sembrava non essere stato invitato. Ed ecco invece un grande errore strategico“.
In
realtà era presente, come un’ombra ispiratrice, tale strano personaggio
la cui caratteristica essenziale è ovviamente satanica e sembra ispirare
tutti gli altri suoi ben noti personaggi di speculatore e manipolatore
ideologico. È vero, Clinton-Soros è ovviamente presente in questa
avventura della candidata Hillary Clinton, che si può immaginarla meglio
come “coppia” satanica decisa a vincere le elezioni, e soprattutto a
distruggere chiunque si metta di traverso alla candidata Clinton,
accusandolo di corruzione senza prove, segnandolo con scandali e
minacciose accuse, carattere archetipico dipendente dal sistema spinta
all’estremo da un’arroganza disastrosa, venale e allucinata da hybris
affettiva.
Certo, perché no un Soros candidato vicepresidente che
traffica col suo certificato di nascita, scoprendo miracolosamente una
nazionalità americanista poco dopo la nascita in Ungheria? Infine, se lo
prevedevamo da subito, è perché vi è la tesi molto ben documentata sui
disordini fomentati (prima a Chicago il 11 marzo, poi nche a Dayton e
Cleveland il giorno successivo, in attesa di altri) cercando di
distruggere l’azione pubblica e populista del candidato Trump, che
appaino ben orchestrati da Hillary-Soros, mentre prima la responsabilità
sembrava attribuibile a Bernie Sanders, dato che i manifestanti
anti-Trump lo salutavano. Ecco il nodo dell’operazione…
ZeroHedge riassume il 12 marzo i commenti trasmessi da Infowars.com lo stesso giorno, su alcune osservazioni minacciose su futuri eventi fatte da Ilya Sheyman, direttore esecutivo di MoveOn.org Political Action, organizzazione finanziata da George Soros e la cui azione politica (come dice la parola?) è in gran parte orientata dallo stesso Soros.
“(Sheyman) ha promesso che violenze e scontri si verificheranno nelle futuri manifestazioni elettorali di Trump”. Trump e i capi repubblicani che lo sostengono, che hanno una retorica carica di odio, sono stati avvertiti dopo gli eventi di questa sera”, dice la pagina web MoveOn, finanziata da George Soros. “A tutti coloro scesi in strada a Chicago, diciamo grazie per esservi alzati per dire basta. A Donald Trump e al GOP diciamo, benvenuti nelle elezioni generali”. La manifestazione violenta di Chicago rappresenterebbe un avvertimento sul tipo di attività che l’organizzazione svolgerebbe cercando di “spegnere” i nemici politici ed eleggere Hillary Clinton o Bernie Sanders. Venerdì sera molti manifestanti gridavano “Bernie!” portando cartelli che annunciano il loro sostegno al socialista democratico. Il gruppo agisce come facciata dei ricchi democratici, fondato con l’aiuto del finanziere George Soros che donò 1,46 milioni di dollari per creare l’organizzazione. Linda Pritzker della famiglia Hyatt diede al gruppo una donazione di 4 milioni”.
Infowars.com
poi evolve in particolare sull’interpretazione nella trasmissione
televisiva del direttore Alex Jones, che riceveva Roger Stone, un
tirapiedi ed noto investigatore del partito repubblicano. L’interesse
dell’intervento di Stone è che dà un’assai sostanziata interpretazione
documentata sugli aggressori anti-Trump a Chicago, che non sarebbero
stati ispirati e diretti da Sanders, ma indirettamente da Clinton-Soros.
Questa versione è stata completamente ripresa dallo storico Eric Zuesse
sul Washington blog, sempre il 12 marzo.
Anche in questo caso, come nel caso di Jones, inizialmente si sosteneva
la tesi della responsabilità di Sanders, ma l’accettazione delle
valutazioni di Stone è significativa per l’assenza di pregiudizi da
filiazione ideologica: Zuesse inizia dicendo che non condivide
l’ideologia di Stone, che non gli piace e non gli piacciono i metodi, ma
ne riconosce l’abilità investigativa.
(“In altri termini: anche se non mi piace l’uomo e non sono d’accordo con la sua idea politica, rispetto le sue informazioni“).
Zuesse riprende dal DVD la trasmissione di Jones, dandone una
trascrizione rapida, permettendoci di capire meglio i dettagli della
tesi. Secondo Stone, si tratterebbe di un’operazione montata da
Clinton-Soros, la coppia pensa di far passare l’operazione anti-Trump
come opera di Sanders dividendo completamente gli elettori di Sanders da
quelli di Trump, per scoraggiarli dal votarlo nelle elezioni generali.
(Le posizioni di Trump sul libero scambio (trattati TPP e TPIP) sono
molto vicine a quelle di Sanders, soprattutto nella campagna del
Michigan, facendo temere, nel campo della Clinton più precisamente, la
diserzione in massa per Trump degli elettori democratici di Sanders, se
si opporranno alle elezioni generali, come è probabile ora, Clinton e
Trump). Ecco le note che Zuesse trascrive dall’intervista a Stone:
Stone: “Penso che tutti nel Paese ormai sappiano di queste proteste violente (al raduno di Trump) incolpandone i sostenitori di Bernie Sanders…. è una falsa bandiera. Questi manifestanti sventolano una falsa bandiera. Non sono per nulla sostenitori di Sanders. È un’operazione diretta dai sostenitori di Hillary Clinton, pagati da George Soros e Move-On, da David Brock di Media Matters for America, finanziato sempre da Soros, e anche dal miliardario solitario Jonathan Lewis. Ora Lewis è stato indicato dal Miami New Times come l”uomo del mistero’. Ha ereditato circa un miliardo di dollari dal padre Peter Lewis… (fondatore della Progressive Insurance Company). Di Jonathan Lewis è interessante notare che ha ritirato il sostegno al Comitato Nazionale Democratico per il disegno di legge sull’immigrazione che pensa sia ingiusta per i gay. In ogni caso, è un’operazione di Hillary Clinton. L’idea qui, molto chiaramente, è dividere gli elettori economici di Sanders da quelli di Trump. In altre parole, gli elettori che hanno perso il lavoro a causa del NAFTA e degli altri accordi commerciali internazionali avviati dai globalisti di questo Paese, che ora si rendono conto che questi elettori sono potenzialmente, quando Sanders sarà fuori gioco, voti per Trump, e questo è il motivo per cui si denigra Trump, definendolo razzista e bigotto; essenzialmente tutta una bufala. Si tratta di una mossa diretta, tra l’altro, da Brock. Brock era una volta mio amico e compagno di lotta per la libertà; ma si avvicinò al lato oscuro, ai Clinton, pagandolo con molti, molti, molti soldi; e questo è, purtroppo, il suo piccolo sporco trucco, purtroppo per loro vi sono fughe sulla loro operazione, le mie fonti sono tra le migliori. L’intera manovra di Chicago è un’operazione di Hillary Clinton. E, francamente, non vedo Bernie Sanders averne a che fare. Non sono d’accordo con Bernie, ma lo rispetto, e questo non è opera sua o della sua campagna.
Jones qui continua a spiegare il motivo per cui rispetta i rapporti investigativi di Stone, quindi dice: “Quando ho visto tutte queste magliette con Bernie e i sostenitori di Bernie dire ‘Attacchiamo!’ e che, si sa, sparano in aria con le pistole dicendo ‘Sosteniamo Bernie!’, chiaramente è un modo per attaccarlo, facendolo apparire un rivoluzionario radicale, e per mettere sotto buona luce Hillary, e anche far sembrare Trump un razzista, cosa su cui media giocano. Hai assolutamente ragione…. Per chiarirsi: si hanno fonti interne che dicono che ciò sia opera di Media Matters di Soros/Brock, che ammettono sia gestito dalla Casa Bianca dove hanno incontri settimanali con l’ex-capo della transizione di Obama…. Abbiamo visto la corsa alla guerra questa estate, quest’autunno, per cercare di offuscare l’intera elezione; è a questo che si vuole arrivare; è questa la salva di apertura…”
Stone: “Penso che Hillary sappia che Trump perderebbe i voti di certi dirigenti repubblicani se fosse candidato. D’altra parte, non importa, a causa della sua sovrapposizione. In questo momento in Ohio, democratici e indipendenti della valle di Mahoning, dove queste persone hanno perso il lavoro a causa dei grandi accordi commerciali globalisti, sono in coda per votare Donald Trump nelle primarie repubblicane, cosa legale in Ohio con alcuni documenti. E abbiamo visto questa stessa sovrapposizione nel Michigan. Così si c’erano sostenitori della Clinton essere elettori economici di Bernie, non tra gli elettori di estrema sinistra, dove lei non passa; ma non tifano per Hillary, sono operai che hanno solo capito di esser stati espulsi dall’economia del nuovo ordine mondiale, un bersaglio ovvio per Trump; già si vede che ne è pietrificata; così, questa piccola manovra, questo sporco trucco di David Brock risolve due problemi in una volta: aiuta ad abbattere Bernie, coinvolgendo tutte queste persone nelle violenze; e squalifica anche Trump nel voto futuro, dipingendolo come razzista o bigotto. Il tutto è una danza kabuki. E penso che sia molto importante che Trump capisca che non è la campagna di Sanders che interrompe le sue manifestazioni; è un’operazione di Hillary Clinton”.
Jones chiede maggiori dettagli… Stone continua: “Hillary Clinton ha dato mandato a certi membri del Congresso per avvicinarsi al miliardario John Lewis per fargli pagare parte di tale programma globale. Non solo a Chicago. Adesso vedremo tali dimostranti falsi, tali agenti, presentarsi in altre manifestazioni di Trump…. Questo è quanto sono pronto a dire…”
Da qui si deduce che gli avversari di Trump, in questo caso e in questo
senso, non si nascondo più, ma è più importante individuare con
chiarezza e capirne le posizioni, e speculare sui loro obiettivi. Che
sia MovOn.org o MediaMatters.org
si tratta di organizzazioni del “Fronte” di Soros, dove Soros ha il
segreto dell’organizzazione. Il fatto è che tali organizzazioni a
malapena nascondono i loro piani per una campagna d’intimidazione che
può essere definito “terrorismo”, a malapena soft. Tale sfacciataggine e
tali azioni, data la popolarità di Trump, rendono difficile credere che
tali istigatori possano sperare di fermarne all’improvviso la corsa
alle primarie; possiamo anche considerare l’ipotesi opposta, che gli
attacchi posano rafforzare la popolarità di Trump (dopo la riunione
annullata di Chicago), dopo tale attacco Trump ha attirato grandi folle
in Ohio (20000 persone a Dayton, 25000 a Cleveland) dandogli una
copertura mediatica nazionale straordinaria. Inoltre, (gli stessi
avversari) sembrano dare per scontato che Trump andrà all’elezione
finale e quasi non ne nascondono la soddisfazione; quando Sheyman
afferma su MovOn.org: “a Donald Trump e al GOP diamo il benvenuto alle elezioni generali”
(cioè, nella fase finale delle elezioni presidenziali), sembra fare una
dichiarazione di guerra più che sfidare al confronto elettorale.
Così
si pone la questione se il vero obiettivo, almeno di Soros, non sia
un’altra guerra civile, ma certamente va oltre la competizione
elettorale. (È sicuro che il campo di Trump non rimarrà a lungo senza
prendere provvedimenti, che Trump lo voglia o meno; già proposte per
costituire milizie per proteggere i raduni pro-Trump circolano su
Internet.) Soros, dietro ogni sovversione del sistema, ha già dimostrato
di saper indurire la formula iniziale (passando dalle “rivoluzioni
colorate” abbastanza soft all’“istigazione” di quelle molto più hard,
come Majdan); perché non dovrebbe inasprirla seguendo la formula di
Kiev? A quale scopo tutto ciò? Dato che Soros è coinvolto, molte cose
sono possibili, anche la mera volontà satanico-nichilistica di
distruzione… finalmente si cominciano a misurare le implicazioni del
grande collasso della crisi generale del sistema.
Philippe Grasset, Dedefensa, 13 marzo 2016
Perché George Soros ha incontrato lo zar sullo SIIL di Obama?
Il miliardario George Soros non si limita a interferire nella politica interna delle nazioni dell’Europa orientale, ma dice anche all’amministrazione Obama cosa fare con lo SIIL
Il miliardario George Soros non si limita a interferire nella politica interna delle nazioni dell’Europa orientale, ma dice anche all’amministrazione Obama cosa fare con lo SIIL
Il
miliardario liberale George Soros si era recato alla Casa Bianca, nel
2015, per incontrare il controverso consigliere sullo SIIL del
presidente Obama, secondo il registro dei visitatori della Casa Bianca.
Soros, assieme all’assistente Michelle Vachon e al politologo bulgaro
Ivan Krastev, incontrava alla Casa Bianca lo zar sullo SIIL Rob Malley,
nel tardo pomeriggio dell’8 ottobre 2015, all’Executive Office Building,
secondo l’aggiornamento del registro. La Casa Bianca non ha risposto a
una richiesta di commento sul tema dell’incontro con Malley, il
consigliere del presidente per la campagna contro lo SIIL in Iraq e
Siria. Anche se Malley non fu nominato zar sullo SIIL che qualche
settimana dopo, la forza terroristica era quasi certamente l’argomento
di discussione della riunione. Krastev, presidente di un think tank di
politica estera europeo, ha pubblicato un editoriale sul New York Times
il giorno prima della riunione, che analizzava la lotta di potere tra
Russia e Stati Uniti in Siria. Soros è attivo sul come coinvolgere la
Russia nella campagna contro lo SIIL.
E’ sorprendente che Soros abbia
accesso a Malley. Il miliardario siede nel consiglio di amministrazione
ed è importante finanziatore dell’International Crisis Group,
dove Malley fu direttore per il Medio Oriente prima di essere nominato
dall’amministrazione Obama. Fu il lavoro di Malley all’ICG che lo portò
ad essere licenziato dalla campagna 2008 di Obama, una volta saputo che
era entrato in negoziati diretti con Hamas, classificato gruppo
terrorista dal dipartimento di Stato. Malley aveva detto al New York Times che aveva accettato di lasciare la campagna
“perché era una distrazione per me e la campagna del senatore Obama, e per evitare qualsiasi errata percezione, o per meglio dire false dichiarazioni, nella posizione del candidato sul movimento islamista“.
I critici evidenziarono un “pregiudizio pro-palestinese ed anti-israeliano”, evidente in molti dei suoi scritti, secondo NBC News. Nel 2006, per esempio, Malley sostenne che l’ascesa di Hamas al potere nella Striscia di Gaza
“non era necessariamente una sconfitta fatale” per la diplomazia.
“Anche sul fronte diplomatico, la vittoria di Hamas non è necessariamente una sconfitta fatale“, disse allora Malley. “L’approccio degli islamisti è più in sintonia con il pensiero israeliano attuale che mai col più nobile obiettivo (dell’Autorità Palestinese) di una pace permanente negoziata“.
Nel 2002 sostenne che l’esercito israeliano aveva danneggiato strutture sanitarie e scuole con la scusa dei
“problemi sulla sicurezza“. “La logica di tali azioni sembra avere meno a che fare con la sicurezza d’Israele che con i suoi obiettivi politici“, scrisse Malley.
Malley precedentemente era nel consiglio consultivo di J Street,
una frangia liberale finanziata anche da Soros. Fu la 13.ma volta che
Soros era ufficialmente ospite della Casa Bianca, secondo i registri dei
visitatori. Incluse le volte per parlare con il presidente Obama nello
Studio Ovale e il vicepresidente Joe Biden alla West Wing. Il
miliardario di 85 anni è fortemente coinvolto nella politica liberale,
versando milioni di dollari ai suoi gruppi favoriti.
Brent Scher, The Washington Free Beacon, 4 marzo 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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