Riguardo
alla scoperta di Urano e Nettuno e, in seguito, a quella di Plutone
(oggi declassato dagli astronomi a Satellite) nel 1930, nel 1972,
lavorando alla traiettoria della cometa di Halley, Josep Brady del Lawrance Livermore Laboratory California, si rese conto che l'orbita di Halley era perturbata.
I
suoi calcoli lo indussero a ipotizzare l'esistenza del pianeta X a una
distanza di 64 UA, con un periodo orbitale di 1.800 anni terrestri.
Poiché lui e tutti gli altri astronomi alla ricerca del Pianeta X
pensano che abbia un'orbita eliocentrica, ne misurarono la distanza dal
Sole considerando metà del suo asse maggiore (vedi figura sotto "a")
Ma
secondo le prove dei Sumeri, Nibiru orbita intorno al Sole come una
cometa, con il Sole a un fuoco stremo, così che la distanza dal Sole
corrisponderebbe a quasi tutto l'asse maggiore (vedi figura sopra
distanza "b").
Il
fatto che Nibiru stia tornando verso il suo perielio giustifica forse
il fatto che l'orbita calcolata da Brady (1.800 anni) è l'esatta metà
del periodo orbitale di 3.600 anni terrestri, che i Sumeri attribuiscono a Nibiru?
Brady
è giunto a diverse conclusioni che corroborano in pieno i dati sumeri:
il pianeta ha un'orbita retrograda fortemente inclinata rispetto a tutti
gli altri pianeti (eccezion fatta per Plutone).
Per
un certo periodo gli astronomi si sono chiesti se Plutone potesse
essere causa delle perturbazioni delle orbite di Urano e Nettuno. Ma nel
giugno del 1978 James W. Christie dell'U.S. Naval Observatory.
Washington, D.C., scoprì che Plutone ha un satellite (chiamato Caronte) e
che Plutone è molto più piccolo di quanto non si pensasse il che lo escludeva quale causa delle perturbazioni.
Inoltre,
l'orbita di Caronte attorno a Plutone ha anche rivelato che il pianeta,
è inclinaro come Urano. Questa scoperta ha rafforzato il sospetto che
una singola forza esterna - un invasore - abbia colpito Urano, abbia
colpito e spostato Plutone, causando l'orbita retrograda di Tritone
(satellite di Nettuno).
Incuriositi da queste scoperte due colleghi di Christie, dell'U.S. Naval Observatory
- Robert S. Harrington (che ha collaborato con Christie
all'identificazione di Caronte) e Thomas C. Van Flandern - effettuarono
una serie di simulazioni al computer, giungendo alla conclusione che
doveva esserci un "invasore", un pianeta grande da due a cinque volte la
Terra in un'orbita inclinata, con un semiasse di <<meno di 100
UA>> (<<Icarus, vol. 39, 1979).
Questo
rappresentava un altro passo avanti nella conferma, da parte della
scienza moderna, delle conoscenze degli antichi. Il concetto di un
invasore, causa di tutte le anomalie del sistema solare, concordava
pienamente con la narrazione sumera di Nibiru; e la distanza di 100 UA
(unità astronomiche), se raddoppiata a causa della posizione focale del
Sole, collocherebbe il pianeta X esattamente laddove i Sumeri lo avevano
collocato.
Nel 1981, con in mano i dati di Giove e Saturno forniti dal Pioneer 10 e 11, Van Flandern e quattro colleghi dell'U.S Naval Observatory riesaminarono le orbite di questi due pianeti e quelli degli altri pianeri esterni.
Parlando all'American Astronomical Society, Van
Flandern presentò nuove prove, basare su complesse equazioni
gravitazionali, del fatto che un corpo grande almeno il doppio della
Terra è in orbita intorno al Sole a una distanza di 2,5 miliardi di
chilometri oltre Plutone, con un periodo orbitale di 1000 anni.
Il
Detriit Nwes del 16 gennaio 1981 pubblicò la notizia in prima pagina,
insieme alla raffigurazione sumera del sistema solare, ripresa da Il Pianeta degli Dei, e a un sunto della tesi principale del libro (vedi immagine sotto).
Anche
la NASA si mise alla ricerca del Pianta X sotto la direzione di John D.
Anderson del JPL (allora sperimentatore della meccanica celeste delle
sonde Pioneer). In un comunicato del 17 giugno 1982 dell'Ames Research Center intitolato
I Pioneer possono trovare il Decimo Pianeta, (oggi nono pianeta per il
declassamento di Plutone), la NASA divulgò la notizia che le due sonde
erano sulle tracce del pianeta X.
<<Persistenti
irregolarità>> nelle orbite di Urano e Nettuno fanno pensare che
realmente vi si trovi un oggetto misterioso, ben al di là dei pianeti
più esterni>>, recitava il comunicato NASA. Poiché le sonde Pioneer viaggiavano
in direzione opposta, sarebbero state in grado di determinarne la
distanza: se una di loro avesse avvertito una forza di attrazione più
forte, allora il corpo misterioso sarebbe stato vicino e avrebbe dovuto
essere un pianeta; se entrambe le sonde avessero avvertito la stessa
forza di attrazione, allora il corpo celeste si sarebbe trovato fra 75 e
170 miliardi di chilometri di distanza e avrebbe potuto essere una
"stella scura" o una "nana bruna", ma non un altro membro del sistema
solare.
Tratto da alcuni spunti del libro "L'altra Genesi". p: 366-367-368-369 di Zecharia Sitchin 1991 (Genesis Revisited)
Articolo di settembre 2015: Anni di Censura sul 'Pianeta Alato'
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Articolo correlato da Redazione Segnidalcielo
Se una Stella Nana Bruna, ovvero un “piccolo” sistema
stellare, dovesse spingersi verso le zone poste all’interno del nostro Sistema
Solare, ci troveremmo di fronte ad un problema inaffrontabile. Il pianeta
orbitante nella zona più estrema di questa Stella Oscura arriverebbe, di logica
conseguenza, a spingersi decisamente a ridosso delle orbite a noi circostanti,
forse proprio tra Marte e Giove, influenzando cosi, con il suo potente effetto
“magnetico-gravitazionale”, i pianeti della parte interna del sistema solare
compresa la Terra.
L’allarmante cambiamento climatico che degenera senza tregua
è reale; il global warming è legato a qualcosa di “estremo” proveniente dallo
Spazio, un nodo da sciogliere ben più grande del semplice aumento della
quantità di biossido di carbonio concentrato nell’atmosfera terrestre. L’intero
Sistema Solare sta mutando in perfetta sintonia col pianeta Terra.
I Sumeri e gli egiziani credevano che il pianeta Nibiru
avesse un’orbita ellittica e non una normale orbita orizzontale. Anche il
popolo Maya ha predetto l’esistenza di Nibiru, ma come una energia oscura sotto
forma di un pianeta che si avvicinerà alla Terra in un lontano futuro.
fonte: http://ningizhzidda.blogspot.it/2017/01/il-sole-nero-nana-bruna.html
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