Il racconto delle accuse fasulle
sull’influenza russa sulle elezioni presidenziali degli Stati Uniti
diventa sempre più avvincente ogni giorno che passa. Fa parte della
guerra tra gruppi della “élite”, ma include lotte intestine tra le
organizzazioni governative statunitensi. Sappiamo come ci sia la pesante
influenza ucraina al fianco di Clinton nelle elezioni e nella campagna
diffamatoria contro Trump e Russia. Ma certamente non c’è solo l’Ucraina
alla base di ciò.
Vi sono altri collegamenti internazionali.
L'”ex”-funzionario per la Russia nell’MI6 Christopher Steele è colui che
ha preparato le 35 pagine di evidenti false affermazioni sui
collegamenti russi e del kompromat di Trump. Vi sono così tante
incongruenze in tali pagine che qualcuno informato del modo di operare
di Mosca potrebbe immediatamente identificare come false. Putin ha
personalmente iniziato a lavorare su Trump cinque anni fa, quando Trump
non aveva alcun ruolo politico o speranza? Un socio di Trump incontrò
funzionari russi a Praga, anche se non è mai stato nella Repubblica
Ceca?
Steele spacciò falsi alla stampa di Washington DC, ma alcun media
le pubblicò perché erano chiaramente falsità. Steele quindi decise di
consegnare le carte all’FBI e di parlarne con i suoi agenti sperando di
avviare un’indagine ufficiale. Avvertì della mossa (o gli fu ordinato di
procedere?) il vertice del governo inglese:
“Il Daily Telegraph avrebbe saputo durante un incontro con una fonte assai a dentro a Washington DC, lo scorso ottobre, che l’FBI aveva contattato Steele chiedendo se potevano discuterne i risultati. La fonte disse che Steele parlò ai funzionari di Londra per chiedere il permesso di parlare con l’FBI, debitamente concesso, e che Downing Street ne fu informata…. Una volta concessogli il via libera, incontrò un agente dell’FBI in un altro Paese europeo, dove discusse il contesto in cui aveva compilato il dossier. Il suo contatto con l’FBI sarebbe iniziato a luglio dello scorso anno e concluso ad ottobre, per frustrazione della lentezza del bureau”.
Quando la prima mossa di Steele con l’FBI ad ottobre non diede i
risultati sperati, tentò di rifilarglielo attraverso il senatore John
McCain. Un “ex”-ambasciatore inglese a Mosca organizzò il passaggio: “Un
ex-ambasciatore inglese in Russia ha rivelato di aver giocato un ruolo
significativo nel portare il ‘dossier sporco’ su Donald Trump
all’attenzione dei servizi segreti statunitensi. Sir Andrew Wood disse
che parlò al senatore repubblicano John McCain ad una conferenza sulla
sicurezza internazionale, a novembre, dell’esistenza di materiale che
potesse compromettere il neopresidente. McCain successivamente consegnò
il documento contenente accuse di squallido comportamento sessuale di
Trump negli alberghi russi, al capo del FBI”.
L’MI6 è ben noto per il
lancio di falsi per conto del governo inglese. Anche la seconda consegna
ufficiale all’FBI non scatenò l’auspicata pubblicazione delle accuse.
Ma da quel momento Clinton si aspettava ampiamente di vincere le
elezioni in ogni caso, quindi non furono prese ulteriori misure. Dopo
che Trump inaspettatamente vinse le elezioni, fu lanciato il tentativo
di pubblicare le denigrazioni. Il direttore della National Intelligence
decise (o gli fu ordinato) di “avvicinare” Presidente, presidente eletto
e Congresso sulle accuse, chiaramente discutibili. Fu questa la
decisione che permise ai documenti di essere finalmente pubblicati. Come
il New York Times osservò:
“Cosa ha spinto i funzionari dell’intelligence statunitensi a trasmettere una sintesi delle accuse non provate ad Obama, Trump e Congresso? I funzionari hanno detto di aver sentito che il presidente eletto dovesse sapere dei memo, circolati ampiamente a Washington. Ma trasmettendo il riassunto di un rapporto diffuso a più persone nel Congresso e nell’esecutivo, rese molto probabili le fughe.”
Solo dopo che Clapper o altri passarono alla CNN i rapporti per Obama, Trump e Congresso, la CNN pubblicò le 35 pagine:
“I documenti classificati presentati la scorsa settimana al presidente Obama e al presidente eletto Trump includono accuse su agenti russi che sostengono di avere compromettenti informazioni personali e finanziarie su Trump, dicono alla CNN altri funzionari degli Stati Uniti a conoscenza diretta dei rapporti… I rapporti classificati la scorsa settimana sono stati presentati dai quattro capi dell’intelligence degli Stati Uniti, il direttore della National Intelligence James Clapper, il direttore dell’FBI James Comey, il direttore della CIA John Brennan e il direttore della NSA ammiraglio Mike Rogers… la CNN ha esaminato le 35 pagine dei memo, da cui sono state tratte due pagine di sinossi. I promemoria da allora sono stati pubblicati da Buzzfeed. I memo sono nati dalla ricerca dell’opposizione, per prima commissionata dai repubblicani anti-Trump, e in seguito dai democratici. A questo punto, la CNN non inviò rapporti sui dettagli delle note, in quanto non poté confermare in modo indipendente le accuse specifiche”. L’ultima parte della frase fa parte della campagna di diffamazione. Quando il DNI Clapper cercò di discolparsi dalla tempesta di merda che aveva creato, si eclissò allo stesso modo: “L’IC non crede che le informazioni contenute in questo documento siano affidabili…” Come dire: “L’IC non crede che l’informazione sulla cittadinanza keniana di Barack Obama sia affidabile…”
Qualsiasi media o agenzia di intelligence che afferma di poter o meno
giudicare il contenuto di 35 pagine evita di dargli altro peso. Il
contenuto è facilmente verificabile ed è così evidentemente falso che le
poche affermazioni non immediatamente verificabili non possono essere
prese sul serio. I media e Clapper lo sanno e, se fossero sinceri, lo
direbbero. L’attacco a Trump (e alla Russia) è fallito. Trump l’ha
liquidato con un paio di tweet e frasi alla conferenza stampa. L’attacco
non ha fermato le procedure del Congresso o altrove, necessarie ad
installare la nuova amministrazione. Non ha cambiato la politica. Il
governo e l’MI6 inglesi ne escono squalificati. I capi di DNI e CIA
pure. L’attacco è stato un tentativo dello Stato profondo d’inscenare un colpo di Stato contro Trump:
“Trump ha deliberatamente scosso lo Stato profondo con le critiche feroci sui risultati dell’intelligence degli Stati Uniti sull’hackeraggio russo. Il governo invisibile non sta a guardare, come David Runciman ha scritto recentemente sulla London Review of Books, ma si lascia stracciare dai nuovi arrivati. Il presidente eletto ha nemici interni a profusione che praticano l’arte della fuga di notizie. Possono non aver avuto qualche ruolo ufficiale nel tentativo di organizzare il colpo di Stato contro Trump prima della nomina, ma devono aver salutato la volgarità di BuzzFeed mentre affilano i coltelli per la sua amministrazione”.
Questo blog ha segnalato e avvertito un mese fa
di tali tentativi di golpe “elitari”. La lotta è sempre più aspra. Ma
quest’attacco è fallito. Trump resiste alle “notizie false” create dalle
35 pagine. Il tentativo di denigrazione era troppo evidente. Ci si
chiede il motivo per cui è stato tentato. Chi s’è spaventato?
Il
presidente Obama, i principali capi dell’ntelligence degli Stati Uniti, i
neoconservatori, il governo inglese, i circoli ucraini “nazionalisti
(fascisti) e la campagna di Clinton cospirano contro Trump e cercano di
sabotarne i cambiamenti politici annunciati. Trump ha sostenuto di voler
migliorare le relazioni con la Russia e di concentrarsi a combattere in
Siria e in Iraq lo ISIS e altri taqfiriti ed islamisti. Questo mette in
pericolo l’eredità di Obama, la nuova guerra fredda con la Russia e le
coccole ad al-Qaida e SIIL per rovesciare il governo siriano.
Vi sono due lotte nel governo degli Stati Uniti che si combattono in un contesto più ampio. Una è la lotta tra CIA ed esercito sulle competenze su spionaggio ed operazioni letali. Il direttore della CIA Brennan, consigliere di Obama e agente saudita, ha intrapreso campagne militari in Afghanistan, Yemen, Iraq, Siria e molti altri Paesi. Gli assassini della CIA con i droni sono un problema operativo, che i militari credono debbano controllare in modo esclusivo. Dall’altra parte i militari delle forze speciali hanno ostacolato l’intelligence della CIA. Il supporto della CIA all’addestramento dei terroristi taqfiriti in Siria, Iraq e Libia è contro l’interesse dei soldati, che alla fine dovranno combattere questi gruppi.
Il prossimo consigliere della Sicurezza
Nazionale Flynn mise in guardia dalla politica della CIA, nel 2012,
quando guidava la Defense Intelligence Agency. Le forze speciali degli
Stati Uniti hanno poi sabotato le operazioni della CIA in Siria. Con
Flynn prossimo consigliere della Sicurezza Nazionale, la CIA rischia di
perdere in questa lotta. Flynn sosterrà che la CIA debba solo
raccogliere ed analizzare e probabilmente cercherà di assegnare tutte le
operazioni ai militari del Joint Operational Special Command. Oggi la
CIA ha utilizzato (di nuovo) il suo portavoce non ufficiale, per
avvertire Flynn. Scrivendo sul blog di Jeff Bezos, David Ignatius ha
stenografato la minaccia:
“Secondo un alto funzionario del governo degli Stati Uniti, Flynn ha telefonato all’ambasciatore russo Sergej Kisljak più volte il 29 dicembre, il giorno in cui l’amministrazione Obama annunciò l’espulsione di 35 funzionari russi, così come altre misure in rappresaglia per l’hackeraggio. Cosa ha detto Flynn, e se ha minimizzato le sanzioni degli Stati Uniti? La legge Logan (anche se mai applicata) impedisce ai cittadini degli Stati Uniti dal corrispondere con l’intenzione di influenzare un governo straniero su “controversie” con gli Stati Uniti. È stato violato il suo spirito?” (Se le telefonate di Flynn sono sorvegliate dalla FISA, non sarebbero classificate? Come qualcun altro potrebbe saperlo? Quante leggi hanno violato per fare queste accuse tramite Ignatius?)
Una seconda area di conflitto interno è sul direttore dell’FBI Comey. E’
stato o meno sufficientemente deferente verso la cabala di Obama e la
campagna di Clinton. Ha lanciato e pubblicamente annunciato un’indagine
sui chiari comportamenti illegali di Clinton sul suo server di posta
elettronica privata, ma si astenne dall’annunciare ed indagare le accuse
evidentemente false contro Trump che gli furono spacciate. Tale slealtà
richiede una punizione:
“L’ispettore generale del dipartimento di Giustizia ha detto che avrebbe aperto una vasta indagine su come il direttore dell’FBI, James B. Comey, ha gestito il caso sulle email di Hillary Clinton… L’ufficio dell’ispettore generale ha detto che è stata avviata l’inchiesta in risposta ai reclami dai membri del Congresso e dell’opinione pubblica per le azioni di FBI e dipartimento di Giustizia durante la campagna, che potrebbero essere viste come politicamente motivate“.
L’ispettore generale fa un piacere al presidente. Sarà
licenziato non appena Trump andrà in carica. E a meno che non si unisca
alla cabala contro Trump, Comey non ha nulla da temere. Ma la guerra
contro Trump non è finita. Trump dovrebbe e deve essere combattuto, ma
la lotta dovrebbe riguardare le importanti questioni economiche e
sociali a cui la gente bada e sente molto. Trump ha la sua cricca,
miliardari libertari come i fratelli Koch, alcuni generali nel suo
gabinetto e arcisionisti come Adelson Ma gli scagnozzi di questa cabala
non sono ancora al governo. È importante ostacolare tale infestazione.
La lotta per come è condotta oggi è un tentativo di riorientare la politica estera di Trump e generalmente impartire la lezione della potente politica estera. Tale lotta è stata già persa durante la campagna. Ogni tentativo di accusare Trump di questo o quell’oltraggio con la “Russia” non ha nulla a che fare con la vita dell’elettore medio, a cui non interessa semplicemente. Questi pseudo-scandali combattuti dai media delle “élite” lo rendono solo più forte. Ma la cabala non lo capiva durante la campagna e neanche ora lo capisce. Continuerà i suoi tentativi e diminuirà il proprio potere attraverso i suoi fallimenti. Gli sforzi dei lealisti di Obama contro Trump iniziarono subito dopo il giorno delle elezioni:
“Negli ultimi 10 anni, gli ex-seguaci di Obama hanno occupato il governo, il mondo della difesa e le parti influenti del settore privato, anche Google e Facebook. Ciò significa che ci sono molte risorse da sfruttare”.
Ulteriori attacchi a Trump
arriveranno anche quando Trump sarà la potere e comincerà a far
pulizie. Ma coloro che lavorano apertamente contro di lui saranno in
pericolo. Gli attacchi continui e aperti mettono a nudo i diversi attori
dietro di loro. Saranno tutti schivati ed ogni nuovo attacco aperto
contro Trump eliminerà un centro di potere installato
dall’amministrazione Obama. Se tali attacchi disperati continueranno
pochi ne rimarranno per intraprendere in silenzio la resistenza paziente
contro l’amministrazione Trump, necessaria a ridurre i danni che
creerà. Per ora attaccare Trump, Flynn, Comey o anche Putin è fatuo e
vacuo. Impedisce solo di raggiungere i loro obiettivi a lungo termine. Ci
si chiede quindi perché continui tale panico della cabala dello Stato
profondo. Quali sporcizie che ha nascosto teme emergano?
Aggiornamento: il
direttore dell’FBI Comey ha sbroccato con i democratici alla fine di
un’udienza classificata al Congresso, oggi. Questo il giorno dopo che il
dipartimento di Giustizia di Obama ha aperto un caso contro di lui
(vedi sopra). Si potrebbe immaginare che Comey ne abbia abbastanza o sia
ormai certo del sostegno di Trump. The Hill riporta:
“Un certo numero di deputati democratici ha lasciato la conferenza riservata sulla pirateria russa, irritati dalle azioni del direttore dell’FBI James Comey e convinti che sia inadatto a guidare l’agenzia. “Non avevo opinione fino agli ultimi 15 minuti. Non vi ripongo più fiducia”, ha detto il Rep. Tim Walz (D-Minn) del Comitato affari dei veterani, mentre lasciava la riunione in Campidoglio. “Alcune delle cose che sono state rivelate in questo briefing classificato, hanno scosso la mia fiducia”…”
Moon of Alabama 13 gennaio 2017
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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