Mercoledì 18
Dicembre: questa mattina il cielo sopra Firenze era totalmente coperto
da lunghe scie bianche molto persistenti, che non si dissolvevano come
fanno le normali scie da condensazione. Si diramavano in ogni
direzione, intersecandosi e formando delle griglie. Sono riuscito a
contarne oltre settanta!
Verso le ore
15:00, quando ho iniziato a scrivere questo articolo, la maggior parte
di queste scie erano ancora ben visibili nel cielo da ogni punto della
città. Tutti gli abitanti di Firenze ne sono stati quindi testimoni.
Rivolgendomi ai
soliti detrattori di uno dei più gravi e inquietanti fenomeni del
nostro tempo (che possono essere in buona fede, perché non
sufficientemente informati, o in malafede perché ne sono in qualche modo
coinvolti o implicati), è sotto gli occhi di tutti che i conti non
tornano. L’aeroporto Amerigo Vespucci, peraltro piccolo e inadeguato per
i grandi voli di linea, ha un traffico aereo notoriamente piuttosto
contenuto. Attorno alle ore 8:00 del mattino, quando ho constatato la
presenza di un numero così elevato di scie, i voli in partenza o in
arrivo si potevano contare sulle dita di una mano. Oltre 70 scie
attestano il passaggio di altrettanti aerei che le hanno tracciate.
Ed
ecco quindi che cade la classica scusa utilizzata dai detrattori del
fenomeno che, quando non riescono a negarlo, derubricano queste scie
come normali scie di condensazione tracciate da aerei in fase di decollo
o di atterraggio. Le normali scie di condensazione, chiamate in Inglese
“Contrails”, sono formate dal vapore acqueo e dai gas di scarico
immessi nell’atmosfera fredda dai motori caldi degli aerei. La loro
formazione è legata a specifiche condizioni atmosferiche, come ad
esempio una temperatura inferiore a -40 °C, un’umidità relativa non
inferiore al 70%, e si formano quando un aereo viaggia ad una quota di
almeno 8.000 metri. E, particolare di fondamentale importanza, si
dissipano mediamente in una cinquantina di secondi, o al massimo qualche
minuto.
Ho continuato
ad osservare queste oltre 70 scie sul cielo di Firenze fino alle ore
17:00, e molte di esse erano ancora ben visibili. É molto probabile che
queste scie siano state tracciate all’alba, se non addirittura nelle
ultime ore della notte. Quindi, se dopo 10 o 12 ore risultavano ancora
perfettamente visibili, è evidente che non si trattava di scie di
condensazione.
E fin qui mi sono rivolto ai “detrattori” del fenomeno, che sono sempre in agguato quando se ne parla, o ai semplici curiosi.
Mi rivolgerò
adesso ai più esperti e agli “addetti ai lavori”. Ebbene, ho contattato
oggi telefonicamente numerosi miei collaboratori in varie zone
d’Italia, riscontrando come il fenomeno rilevato a Firenze fosse
presente simultaneamente anche altrove, sui cieli di molte altre città.
Vi è quindi un netto intensificarsi del fenomeno, per la realizzazione
del quale non vi è certo risparmio di mezzi aerei e di risorse
finanziarie. Questi picchi di scie avvengono in genere quando è in
arrivo una forte perturbazione e si vuole impedire che essa si manifesti
in determinate aree, poiché le perturbazioni atmosferiche compromettono
l’uso di sofisticate apparecchiature radar della N.A.T.O. Se l’arrivo
di una perturbazione è previsto, ad esempio, per la giornata di Sabato,
si inizia massicciamente ad irrorare il cielo con determinate sostanze
già dalla notte di Giovedì.
Tutto questo fa
parte del quadro della geo-ingegneria e dei mutamenti climatici
artificiali già da vari anni in atto nel più totale silenzio dei media e
all’insaputa dell’opinione pubblica. Ma i problemi di fondo sono due.
Il primo è prettamente “metereologico”: si possono infatti impedire gli
effetti di una perturbazione su alcune zone, magari anche vaste, ma se
questa è di particolare intensità, non viene dissolta del tutto, e da
qualche parte alla fine si scarica, determinando acquazzoni violenti in
stile tropicale o vere e proprie “bombe d’acqua”. E siamo poi alle
solite, con i danni, anche ingenti, causati da queste mini-alluvioni
improvvise.
Il secondo
problema è l’elevata tossicità delle sostanze usate per queste
irrorazioni, la più dannosa delle quali è l’elettroparticolato di
alluminio. Quando questa sostanza arriva alla quota del suolo, viene
respirata dai cittadini e si deposita ovunque, contaminando i terreni
agricoli e poi le falde acquifere. Ed è una delle prime cause di
malattie neurologiche e degenerative come il morbo di Alzheimer.
Sto ricevendo
da tempo segnalazioni dell’utilizzo, ai fini di queste irrorazioni (che
ricordo essere illegali, non formalmente ammesse o autorizzate e sulle
quali sono state fatte già varie interrogazioni parlamentari) non più
soltanto di aerei militari o di droni guidati a distanza, ma anche di
velivoli civili. E si parla anche del coinvolgimento, diretto e
consapevole, di note compagnie aeree. Su questa questione vi sono delle
indagini in corso e mi auguro che le responsabilità vengano presto alla
luce.
Mi rivolgo
adesso nuovamente ai “detrattori” del fenomeno: aprite gli occhi! Per
quanto tempo ancora volete continuare a negare l’evidenza? Avete anche
voi dei figli? Non tenete alla loro (e alla vostra) salute?
Nicola Bizzi
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