"Le cose che possiedi, alla fine ti posseggono!" Fight Club
Parlando di oggetti “usa e getta” il
primo pensiero va a qualcosa di pratico e di uso immediato, quali magari
supporti sanitari (come un banale ago) che per evidenti motivi igienici
non vengono utilizzati (si presume) piu’ di una volta. A qualcuno piu’
“vintage” potrebbero pure venire alla mente le ormai storiche
macchinette fotografiche che anni fa potevano essere acquistate per
cifre ridicole presso qualsivoglia tabaccheria, un facile sostituto per i
turisti pigri o distratti che lasciavano a casa le loro “reflex a
rullino”, oggi purtroppo quasi estinte. All’alba del XXI secolo si
potrebbe credere che la caducità di un oggetto possa essere riferibile
soltanto a cose di piccola entità o costo, come ad esempio il cibo, il
quale non di meno è diventato ben piu’ “longevo”, venendo sempre piu’
plastificato con conservanti ed altre oscenità chimiche.
In ogni caso è evidente che invece oggi,
delle due, tutto si è fatto monouso, con scadenza precedentemente
pianificata. Ci si sta riferendo in particolare alla “obsolescenza
programmata”, un crimine industriale che prevede la manipolazione della
vita utile di un prodotto, volta a ridurne drasticamente la temporaneità
del suo utilizzo. Un fenomeno, questo, sempre piu’ diffuso tra le
maggiori compagnie, prima fra tutte la Apple, che piu’ volte e’ stata
citata in giudizio al riguardo, ovviamente senza mai riceve pene di
qualsivoglia importanza.
Chiunque avrà notato che oggetti come il
computer, il cellulare, il televisore, il lettore mp3 e tutta quella
incredibile accozzaglia di prodotti tecnologici presto o tardi comincia a
dar problemi spesso di origine ignota. I problemi in questione,
evidentemente non dovuti ad incidenti o a manipolazioni esterne (per
capirci, nessuno ha lanciato o messo a mollo il cellulare), saranno
invece il risultato di coscienziosi programmatori che grazie ai loro
“accorgimenti” garantiranno una breve (e voluta) durata ai prodotti
sopra citati.
Curiosamente, tutte queste
“scadenze” sono spesso facilitate da “aggiornamenti” che appesantiscono i
supporti rallentandoli enormemente, ed arriveranno poco dopo un’altra
scadenza, quella di garanzia. Verosimilmente si tratterà di un
intervento il cui costo sarà praticamente pari al valore di
acquisto. Contemporaneamente campagne di marketing apposite non
mancheranno di invogliare gli acquirenti verso altri “desideri” ancora
piu’ appetibili, seducenti, necessari. L’uomo nel frattempo avrà
lasciato spazio ad un’altra creatura, il consumatore, un bipede
addomesticato in laboratorio, il quale, circuìto sin dalla nascita, ha
difficoltà motorie e cerebrali quando non supportate da congegni
tecnologici.
Questi ultimi ovviamente devono essere
continuamente sostituiti, giacchè i camici da laboratorio hanno reso
l’umanoide consumista assolutamente indipendente dai beni materiali,
succube del “like”, vittima delle “selfie”, figlio del cibernetico
giudizio. Intanto le compagnie multinazionali ingrassano rifilando a
folle materialiste montagne su montagne di materiale scadente rivenduto a
caro prezzo, un valore per supportare il quale persone carenti di
attenzione vanno spesso a siglare prestiti demoniaci con banche tiranne,
perchè l’anima e la salute son ben misera cosa dinanzi allo “status
simbol”. La generazione dei bambini nati con l’etichetta.
Guido Rossi
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