Egitto e Giordania hanno forzato la mano puntando
invece sull’uso della forza e su misure di “security assistance”, quali
il ritiro delle milizie che controllano Tripoli e restrizioni al flusso
di armi a entità non governative in Libia.
Il
Dipartimento di Stato degli USA si è limitato a condannare il grave atto
terroristico contro i copti in Libia e a mostrare “rispetto” per la
reazione egiziana.
Durante la riunione del Consiglio di
Sicurezza dell’Onu di mercoledì sera, l’Italia ha ribadito la propria
fiducia negli sforzi negoziali di Leon, volti a una composizione delle
parti e alla formazione di un governo libico di unità nazionale.
Impegnate in una difficile mediazione in queste ore sono proprio le autorità italiane.
Il
premier, Matteo Renzi, ha inviato un messaggio al presidente egiziano
Abdel Fatah al Sisi, contenente un invito a credere nei negoziati. Nella
lettera, recapitata al Cairo dal sottosegretario Marco Minniti, il
premier esprime il cordoglio dell’Italia per l’uccisione dei cittadini
copti da parte dello Stato islamico, e si spiega che una stabilizzazione
della Libia è un interesse diffuso che riguarda lo stesso Egitto. In
sostanza, il governo vuol far avvicinare Il Cairo alla linea italiana, e
farlo desistere dai propositi di una spallata unilaterale.
La
lettera ha inoltre l’intento di riportare la Russia nella coalizione
anti-Isis in Libia. Ed è per questo che Renzi si recherà a inizio marzo a
Mosca per incontrare Putin.
Il Partito democratico
starebbe, inoltre, lavorando per affiancare al mediatore delle Nazioni
Unite un italiano. Potrebbe trattarsi dell’ex premier Romano Prodi,
anche se la notizia è stata smentita nei giorni scorsi.
Presso
la Rappresentanza permanente dell’Italia all’Onu si è tenuta inoltre
una riunione dell’International Crisis Group - ong specializzata in
diplomazia preventiva - con delegati dei P3+5, ossia Usa, Francia, Gb,
Italia, Germania, Spagna, Ue e Onu. L’obiettivo è di creare un
coordinamento degli sforzi tra istituzione ed entità che operano sul
territorio libico.
L’intreccio di consultazioni ieri è
passato anche per Washington, in occasione del vertice sul terrorismo
organizzato alla Casa Bianca, dove a margine si sono riuniti Federica
Mogherini, John Kerry, Ban Ki-moon, il ministro degli Esteri egiziano,
Sameh Shoukri. ''Da tutti è arrivato un sostegno forte alla mediazione
dell'inviato speciale dell'Onu, Bernardino Leon, per un governo di unità
nazionale'' in Libia, ha dichiarato la Mogherini. Mentre Barack Obama
ha rinnovato l’invito a rafforzare la coalizione mondiale contro
l’estremismo, spiegando che non si tratta di “una guerra dell’Occidente
contro l’Islam”, e che “non esiste nessuno scontro tra civiltà”.
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