“Tutto quanto concerne l'Anima si svela spontaneamente
e ogni sforzo razionale non fa che allontanarla.
Questo perché la sua natura non è fenomenica.
Si coglie col cuore come una poesia,
come un'opera d'arte.
Si sente, si ama, ma nessun concetto,
come ombra fugace, è ad essa adeguato.”
(Jalāl al-Dīn Rūmī)
“Più
mi osservo, più sperimento la falsità del mio ego. Ho iniziato a
sentirmi straniero a me stesso, e non so più cosa sia falso. Questo mi
lascia con una sensazione di disagio, quasi non avessi più una rotta,
che invece sentivo di avere in passato. Accade, è inevitabile. E
ricorda: dovresti essere felice che sia accaduto, è un buon segno.
Quando inizi il viaggio interiore, tutto sembra limpido, ben radicato,
perché l'ego è al comando e possiede tutte le rotte da seguire. L'ego è
ricco di mappe, è il padrone.
Quando
ti inoltri un po' più a fondo, lungo il sentiero, l'ego inizia a
sfumare, sembra essere sempre più falso, sembra sempre di più come un
inganno, una allucinazione. E quando inizi a svegliarti dal sogno, perdi
ogni direttiva. Ora il vecchio padrone non è più tale, e il nuovo
maestro non è ancora sorto. Si ha confusione, c'è caos. È un buon segno.
Metà del viaggio è concluso, ma avrai una sensazione di disagio, di
sconforto, perché ti sentirai perso, straniero a te stesso, non saprai
chi sei.
In
passato, sapevi chi eri: conoscevi il tuo nome, la tua forma, il tuo
indirizzo, il tuo conto in banca; tutto era certezza, e ti diceva chi
eri. Avevi una identificazione con l'ego. Ora l'ego sta evaporando, la
vecchia costruzione è caduta e tu non sai chi sei, dove sei. Tutto è
oscuro, nebuloso, e ogni vecchia certezza è andata perduta. E una cosa
ottima, perché si trattava di una falsa certezza. Di fatto, non era
assolutamente una certezza. In profondità, alle sue spalle, c'è
incertezza.
Ecco
perché, quando l'ego evapora, ti senti insicuro. Ora gli strati più
profondi del tuo essere ti vengono rivelati, ti senti uno straniero. Lo
sei sempre stato, ma l'ego ti ha ingannato dandoti la sensazione di
sapere chi fossi. Il sogno era travolgente, appariva reale. Al mattino,
quando esci dal sogno, all'improvviso non riconosci più chi sei o dove
ti trovi. Lo hai mai provato?
Quando
all'improvviso ti svegli da un sogno, e per qualche istante non sai
dove sei, chi sei, cosa accade? La stessa cosa succede quando esci dal
sogno dell'ego: provi disagio, insicurezza, ti senti sradicato, ma
dovresti esserne felice. Se lo trasformi in tristezza, ricadrai nella
vecchia condizione in cui le cose erano certe, in cui tutto era
tracciato, segnato sulla carta, tutto era conosciuto, la rotta era
limpida.
Lascia
cadere questo disagio. Anche se esiste, non fartene impressionare
troppo. Lascia che sia presente, osservalo, e anche questo se ne andrà.
Molto presto il disagio scomparirà. È lì solo a causa di una vecchia
abitudine ad avere certezze. Non sai come vivere in un universo privo di
sicurezze. Non sai come vivere nell'insicurezza. Il disagio è frutto
della sicurezza passata. È prodotto dalla vecchia abitudine, è il
postumo di una sbronza. Se ne andrà. Devi solo aspettare, osservare,
rilassarti, ed essere felice che qualcosa sia accaduto. E io ti dico che
è un buon segno.
Molti,
da questo punto, sono tornati indietro, solo per sentirsi di nuovo a
proprio agio, in pace, a casa. E hanno perso la propria realizzazione.
Si sono avvicinati moltissimo alla meta, per poi voltarle le spalle. Non
lo fare: vai avanti. Quell’insicurezza è ottima, non è nulla di male.
Devi solo sintonizzarti, ecco tutto. Sei sintonizzato con un particolare
universo frutto dell'ego, il sicuro universo egoico. Per quanto sia
falso in superficie, tutto sembra essere perfetto, come dovrebbe
esserlo. Devi sintonizzarti di più con l'incertezza dell'esistenza.
L'esistenza
è priva di sicurezze, è incerta, è pericolosa. È un flusso: le cose si
muovono, cambiano. È un mondo strano, familiarizzati con esso! Fatti un
po' di coraggio, e non guardarti alle spalle, guarda avanti; ben presto
l'insicurezza stessa acquisterà splendore, l'insicurezza stessa
diventerà meravigliosa. Di fatto, l'insicurezza è bellissima, perché è
vita. La sicurezza è orribile, è parte della morte, per questo è tanto
sicura. Vivere senza direttive, è il solo modo di vivere. Quando la tua
vita ha una rotta, è falsa.
Gli
ideali, le regole, le discipline, ti portano a forzare qualcosa nella
tua vita, a modellarla, ti impediscono di essere, cerchi di darti un
senso. Le regole sono violente, e tutti gli ideali sono disgustosi.
Seguendoli, ti lascerai sfuggire te stesso. Non realizzerai mai il tuo
essere. Divenire non è essere. Ogni divenire, ogni sforzo per diventare
qualcosa, forzerà qualcosa dentro di te. Sarà uno sforzo violento.
Potrai anche diventare un santo, ma la tua santità sarà disgustosa.
Lo
dico e lo sottolineo: vivere una vita priva di regole è il solo modo
per essere santi. Anche se, in questo caso, puoi diventare un peccatore;
ma nell'essere un peccatore, ci sarà qualcosa di santo, di sacro. La
vita è sacra; non devi importi nulla, non la devi modellare, non le devi
dare uno schema, una disciplina, un ordine. La vita ha un proprio
ordine, una propria disciplina. Seguine semplicemente il corso, fluisci
con lei, e non cercare di spingere il fiume. Il fiume scorre: unisciti a
lui e ti porterà all'oceano.
Questa
è la vita di un sannyasin: una vita di eventi, non di azioni. In questo
caso il tuo essere, pian piano va oltre le nuvole, oltre ogni oscurità e
ogni conflitto. All'improvviso ti ritrovi libero: nel disordine della
vita, troverai un nuovo ordine. Ma la qualità dell'ordine ora sarà
completamente diversa: non è qualcosa di imposto a te, è parte
integrante della vita stessa. Gli alberi hanno un ordine, e così pure i
fiumi, le montagne, ma non sono imposizioni fatte da moralisti,
puritani, preti.
Nessuno
di loro va da qualcuno che dia delle regole. L'ordine è un fattore
intrinseco, è racchiuso nella vita stessa. Quando l'ego non è più
presente a manipolarti, a spingerti di qua o di là - “Fai così, fai
cosà!” - quando sei completamente libero dall'ego, sorge in te una
disciplina, una disciplina interiore. Non è motivata. Non tende verso
uno scopo, accade semplicemente: così come respiri, così come mangi
quando hai fame, così come dormi quando hai sonno, avrai un ordine
interiore, è un ordine intrinseco alla tua natura.
Verrà
quando ti sarai sintonizzato con l'insicurezza, quando ti sarai
sintonizzato con il tuo essere uno straniero, quando ti sarai
sintonizzato con il tuo essere sconosciuto. Nello Zen esiste uno dei
detti più belli: quando una persona vive nel mondo, le montagne sono
montagne, i fiumi sono fiumi. Quando una persona si addentra lungo il
sentiero della meditazione, le montagne non sono più montagne e i fiumi
non sono più fiumi. Tutto è confusione e caos.
Ma
quando un uomo consegue il satori, il samadhi, i fiumi sono di nuovo
fiumi e le montagne, montagne. Questi sono i tre livelli: all'inizio, il
tuo ego ti rende sicuro, nel terzo sei assolutamente certo, nel tuo
non-ego, e nel mezzo esiste il caos; quando la certezza dell'ego
svanisce e l'incertezza della vita non è ancora sopraggiunta. È un
momento molto, molto intenso, ricco di potenzialità: se ti lasci
prendere dalla paura e torni indietro, ti lascerai sfuggire questa
opportunità.
Di
fronte a te esiste la certezza reale. E quella certezza reale non si
oppone all'insicurezza. Andando avanti troverai la certezza reale, ma
non sarà in contrapposizione all'insicurezza. Quella sicurezza è così
vasta da contenere in sé l'insicurezza stessa. È così vasta da non
temere insicurezza alcuna: assorbirà in sé l'insicurezza, in quanto
contiene in sé ogni contraddizione. Per cui, qualcuno può definirla
insicurezza e qualcun altro definirla sicurezza. Di fatto, non è né
l'una né l'altra cosa, oppure è entrambe le cose.
(Osho Rajneesh)
fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2016/06/linsicurezza.html
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