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giovedì 1 settembre 2016

Vivere nella gioia e non nel terrore


Anni fa, quando lavoravo come giornalista in finanza il mondo cambiò per sempre. Guardavo immagini in diretta alla CNN lanciando aggiornamenti per l’agenzia per cui lavoravo e mi sembrava di guardare uno dei soliti film d’azione, solo che non era un film… O forse lo era ma all’epoca non lo capivo in quel senso!
 
Seguivo Wall Street e la mia agenzia è stata una delle prime a dare la notizia che gli Stati Uniti erano stati attaccati nel loro territorio, che il WTC stava esplodendo, squagliadosi come un panetto di burro su se stesso mentre uomini e donne disperati si lanciavano nel vuoto per sfuggire ad una morte nelle fiamme. 

Il Pentagono era bucato da quello che sembrava il foro di un missile, anche se rapidamente ci dissero che un aereo di cui non c’erano resti lo aveva colpito nonostante l’erba del prato fosse intatta davanti all’edificio senza segni di alcun velivolo schiantato. Il mondo cambiò e io con lui, perdendo fiducia nel fatto che stavo facendo informazione… era DIS-informazione.

Lo capii col tempo, all’inizio ero solo stordita, e incredula che proprio il giornale per cui lavoravo (che era presieduto dal neo-sindaco di NY) non voleva pubblicare la notizia che i mostri della finanza Goldman Sachs e Lehman Brothers mostravano – dati alla mano – che qualcuno SAPEVA quello che stava per accadere, settimane in anticipo sull’evento. 

Avevano scambiato miliardi di dollari con la scommessa che le azioni delle compagnie aree coinvolte nell’11 settembre sarebbe crollate. Ma di voler indagare nessun interesse, si doveva scrivere che gli Stati canaglia del Medio Oriente volevano distruggere il mondo occidentale, che era meglio scambiare libertà con sicurezza, e con qualche piccola guerra chirurgica avremmo messo a posto Iraq e magari Siria. 

Ci sarebbero stati pochissimo in Iraq, gli americani, al massimo due settimane… cosa da fare visto che lì c’erano armi di distruzioni di massa! Io sentivo che non sarebbe stato affatto così e che da qualche parte se fino a quel momento pensavo che la società a cui appartenevo avesse creato il migliore dei mondi possibili adesso intuivo che forse i “cattivi” eravamo noi e che tacendo e acconsentendo come pecore senza fare domande reggevamo il gioco a chi si arricchiva occupando pozzi di petrolio altrui e creando nuove armi che avrebbero ucciso e avvelenato persino i soldati stessi che le usavano massacrando popolazioni ignare e innocenti. Il mondo è cambiato e io con lui: o almeno il segno di un cambiamento sembra arrivare.
 
Oggi so che la guerra al terrore crea solo altro terrore e paura. Le guerre non sono fatte per essere vinte ma solo per mantenere il predimonio di chi guadagna dall'armamento bellico e dal mantenimento del sistema dominante. Le guerre non sono fatte per combattere la giustizia o mantenere la pace: l'atto stesso di uccidere un'altro essere umano o invadere o distruggere la sua casa non è un atto che può portare pace.

La guerra non è un atto inevitabile, non è l'unica alternativa: in un mondo globale l'uomo è chiamato a rispondere del dolore dell'altro come il suo, del lutto del suo fratello come se fosse il proprio, della sua fame e della sua povertà. Perchè l'altro siamo noi. Siamo un'Unica Coscienza, che vive attraverso tutti i corpi, inclusi quelli di coloro che sembrano volerti fare del male, o che hanno un colore di pelle che ti fa paura, o che minacciano di distruggere il tuo benessere o la tua salute.

Questa è la realizzazione che annienta il vecchio paradigma dell'occhio per l'occhio e dente per dente e apre invece una dimensione diversa, l'unica capace di trasformare davvero la paura. E' la dimensione dell'Amore.

Fino a che non capiamo questo saremo dominati dalla paura e dal terrore e obbediremo alle loro leggi al punto che ci sembrerà impossibile vivere in un altro modo che non sia quello di proteggerci e difenderci o attaccare per poter avere di più. Gli occhi della paura non vedono che il dolore che spinge qualcuno a fare del male è lo stesso che brucia nel tuo cuore. Gli occhi della paura ignorano che le lacrime di una madre il cui figlio è morto in guerra sono le stesse non importa che bandiera fosse cucita sulla sua divisa. 
 
Gli occhi della paura non sanno che Dio è sempre dalla tua parte anche quando si chiama Allah o Krisna. Gli occhi della paura puntano il dito contro le vergogne del mondo perchè c'è troppo pudore a mostrare le proprie fragilità e contraddizioni. Gli occhi della paura vogliono avere ragione, vogliono spiegarti come stanno le cose e non sanno ascoltare che il proprio desiderio di verità è lo stesso che anima chi sembra non essere d'accordo con te.

Gli occhi dell'amore si aprono all'ingiustizia vedendo che è solo un riflesso della propria incapacità di vivere ciò che sappiamo essere vero di noi , dell'incapacità onorare il nostro cuore. Gli occhi dell'amore non chiedono pace a chi fa la guerra, ma la offrono in ogni istante senza imporre i propri modi. Gli occhi dell'amore non vedono separazioni, non riconoscono confini, non chiedono quale sia il tuo credo o la tua moneta o la tua legge, per poterti amare.

Fino a che saremo dominati dalla paura e non seguiremo quelle leggi dell'Amore che sono scritte nei nostri cuori non fioriremo nella gioia. La gioia è il nostro diritto di nascita e lo è per ogni essere vivente su questo pianeta, ogni vecchio, uomo, bambino, ogni animale o pianta, o cristallo o roccia.

Apri il tuo cuore e se non sai come vivere dall'Amore, chiedi che ti venga mostrato. Accadrà istantaneamente. Senti il cuore che aprendo si spezza, il dolore che si scioglie in lacrima. Chiedi di imparare ad amare, e il tuo Sè profondo ti mostrerà come. Lo sta già facendo in realtà, da sempre.

 
Un abbraccio a tutti voi,
Shakti Caterina Maggi
 
 

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