Quando gli islamisti diventano corpo costituente europeo
La sconfitta delle forze della jihad ad Aleppo e la rioccupazione di Palmyra da parte dello Stato Islamico (SIIL) mettono in discussione le minacce che i fondamentalisti islamici pongono non solo in Medio Oriente, ma anche per Russia e UE. Prima di tutto, c’è la questione della continuazione della lotta contro Mosca degli islamisti che ricevono sostegno e ordini da Arabia Saudita, Qatar e Turchia. (Lasciamo le speranze di una cooperazione a lungo termine con la Turchia agli “esperti” che cercano di dimostrare tale tesi al governo russo).
La sconfitta delle forze della jihad ad Aleppo e la rioccupazione di Palmyra da parte dello Stato Islamico (SIIL) mettono in discussione le minacce che i fondamentalisti islamici pongono non solo in Medio Oriente, ma anche per Russia e UE. Prima di tutto, c’è la questione della continuazione della lotta contro Mosca degli islamisti che ricevono sostegno e ordini da Arabia Saudita, Qatar e Turchia. (Lasciamo le speranze di una cooperazione a lungo termine con la Turchia agli “esperti” che cercano di dimostrare tale tesi al governo russo).
Poi, si
può studiare il flusso di jihadisti che lasciano zone altamente
pericolose, in cui è minacciata la loro vita, per il “campo di volo
alternativo” europeo. Discuteremo la situazione attuale nei Paesi al di
fuori del Medio Oriente toccati dal radicalismo, utilizzando l’articolo
appositamente scritto da FO Pleshunov e JB Sheglovin per l’Istituto del
Medio Oriente.
Cambio di lavoro per i mercenari
L’eliminazione ai primi di dicembre, a Mosca, San Pietroburgo e Samara, di un gruppo terroristico proveniente dall’Asia centrale è stato un grande successo dei servizi di sicurezza russi. I servizi speciali uzbeko e tagiko hanno giocato il loro ruolo nel lavoro operativo e, naturalmente, hanno contribuito all’intelligence inserendo i loro agenti nella diaspora uzbeka e tagika in Russia. Diamo uno sguardo ravvicinato all’arsenale dei terroristi: armi da fuoco e componenti per dispositivi esplosivi improvvisati ci permettono di avere idea dei loro rifornimenti in Asia centrale.
L’eliminazione ai primi di dicembre, a Mosca, San Pietroburgo e Samara, di un gruppo terroristico proveniente dall’Asia centrale è stato un grande successo dei servizi di sicurezza russi. I servizi speciali uzbeko e tagiko hanno giocato il loro ruolo nel lavoro operativo e, naturalmente, hanno contribuito all’intelligence inserendo i loro agenti nella diaspora uzbeka e tagika in Russia. Diamo uno sguardo ravvicinato all’arsenale dei terroristi: armi da fuoco e componenti per dispositivi esplosivi improvvisati ci permettono di avere idea dei loro rifornimenti in Asia centrale.
La maggior parte degli uomini arrestati
non aveva mai preso parte ad attività terroristiche prima, e non aveva
alcuna esperienza in combattimento. A causa di ciò, possiamo concludere
che ci troviamo di fronte a un caso di lavori ordinati dai terroristi. I
membri del gruppo sono stati identificati come sostenitori dello SIIL.
Hanno ricevuto ordini e un anticipo da un emissario dello SIIL in
Turchia. Questo la dice lunga sulla veridicità di Ankara quando si dice
pronta a collaborare con la Russia nella lotta al terrorismo.
Dobbiamo
aspettarci che la Turchia cooperi a tutti i livelli nella ricerca,
arresto ed estradizione degli organizzatori dei terroristi. Se ciò non
dà risultati, almeno costringerà terroristi e loro alleati a sospendere
temporaneamente le attività. A causa di ciò, la pressione esercitata da
Mosca su Ankara è importante in quanto la Turchia è il “mercato” non
ufficiale per l’organizzazione di attentati su richiesta, perché
numerosi “mediatori” provengono dal Caucaso del nord e dall’Asia
centrale. Concentriamoci sull’etnia dei membri di tali gruppi
terroristici.
La maggior parte è tagika, probabilmente pedine. Anche se
la caduta di una delle loro squadre (l’arresto di un gruppo di
sostenitori dello SIIL nelle vicinanze di Mosca) non ha influenzato
tutti i gruppi, è stato comunque un duro colpo per l’intera cellula. La
spina dorsale del collettivo erano i membri arrestati a Mosca e Samara,
così come i terroristi liquidati ad ottobre a Nizhnij Novgorod. Erano
gli unici che opposero resistenza all’arresto. Ciò significa che erano
mercenari. Resistere all’arresto significa essere eliminati. Solo i
membri più fanatici, soprattutto i terroristi dal Caucaso del nord,
segue tale strada. Gli attentati di Volgograd e Rostov-na-Donu furono
commessi da elementi provenienti dal Daghestan.
A causa dell’evidente
mancanza di contatto con il mondo clandestino nella regione, e poiché
l’ex-comandante degli OMON tagiki G. Khalimov ha aderito allo SIIL, la
gente del Caucaso del nord non fa più da “mediatrice”. E’ probabilmente
Khalimov stesso che ha convinto i capi dello SIIL che i molti migranti
tagiki che vivono in Russia potrebbero essere utilizzati per organizzare
attentati nel Paese. Questo porta alla domanda: chi c’è dietro a tali
operazioni? Appare chiaro che non sono state ordinate dai capi dello
SIIL, che attualmente hanno altre gatte da pelare e non possono
finanziare od organizzare tali operazioni in Russia.
Solo il Qatar
potrebbe. E’ il Qatar che ha finanziato l’invio di unità dello SIIL da
Dayr al-Zur e Raqqa a Palmyra. E’ il Qatar che ha diretta influenza sui
capi dello SIIL. Tenendo conto del tempo per trasmettere informazioni,
ricercare gli autori, trasportare i componenti necessari per le bombe,
le armi, ecc., possiamo dire che l’ordine fu emesso due o tre mesi
prima. Il recente acquisto delle azioni della Rosneft da un fondo
sovrano del Qatar, dettosi motivato da ragioni strettamente economiche,
sarebbe una cortina di fumo per mostrare pubblicamente al mondo la buona
qualità delle relazioni tra Qatar e Russia.
G. Khalimov, a sinistra, negli USA
La debolezza di Berlino
Il Servizio federale d’intelligence e l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione tedeschi sospettano che Arabia Saudita, Quwayt e Qatar finanzino moschee e movimenti religiosi che propagano l’Islam radicale sul territorio tedesco. Lo riporta la Süddeutsche Zeitung in un articolo citando estratti di un rapporto dei servizi segreti tedeschi. Berlino apprende che l'”esportazione dell’Islam” nella versione fondamentalista contribuisce alla crescita del salafismo nel Paese. Vi sono circa 10mila salafiti in Germania oggi. Citando i servizi speciali, la Süddeutsche Zeitung parla di organizzazioni note per il finanziamento della costruzione di moschee in Germania, con una “lunga strategia per influenzare” il Paese.
Il Servizio federale d’intelligence e l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione tedeschi sospettano che Arabia Saudita, Quwayt e Qatar finanzino moschee e movimenti religiosi che propagano l’Islam radicale sul territorio tedesco. Lo riporta la Süddeutsche Zeitung in un articolo citando estratti di un rapporto dei servizi segreti tedeschi. Berlino apprende che l'”esportazione dell’Islam” nella versione fondamentalista contribuisce alla crescita del salafismo nel Paese. Vi sono circa 10mila salafiti in Germania oggi. Citando i servizi speciali, la Süddeutsche Zeitung parla di organizzazioni note per il finanziamento della costruzione di moschee in Germania, con una “lunga strategia per influenzare” il Paese.
Per esempio, l’articolo cita
la Revival of Islamic Heritage Society del Quwait, e la Lega
musulmana mondiale del Qatar. I servizi speciali tedeschi sono certi che
tali organizzazioni siano “strettamente legate ad organizzazioni
statali del Paese in cui hanno sede”. Il Revival of Islamic Heritage Society
operò in Russia negli anni ’90 e fu chiuso dal Ministero della
Giustizia e aggiunto alla lista delle organizzazioni proibite, anche se
le sue azioni verso la propagazione del salafismo e dell’Islam radicale
non erano così importanti come quelle effettuate dai fondi sauditi.
Il
lavoro svolto dagli organi di sicurezza russi ha dimostrato che un fondo
del Quwayt influiva negativamente sull’Ummah in Russia, e su alcuni
imam russi. Fu anche dimostrato che era coinvolto in attività proibite.
Inoltre, a seguito degli ordini del Ministero degli Esteri e dei Servizi
speciali russi per chiudere il fondo, il Quwayt lanciò una campagna per
convincere l’omologo russo a fare marcia indietro.
Ma le azioni del
Quwayt non erano così serie come quelle di Arabia Saudita e Qatar, Paesi
ufficialmente wahhabiti. Tuttavia, Doha non attivò alcuna struttura in
Russia. A causa di ciò, non c’è molto da dire sulla Lega musulmana
mondiale, attiva in Germania. E’ molto probabilmente un ramo della
Fratellanza Musulmana e non un’organizzazione salafita.
Questo movimento
viene utilizzato dal Qatar per contrastare l’Arabia Saudita ed è
considerato suo principale strumento per estendere la propria influenza
nel mondo islamico. Le azioni del fondo del Qatar in Germania intendono
influenzare la società musulmana in tutta l’UE. A causa della
migrazione, si apprende che i musulmani in Germania saranno
un’importante forza demografica ed elettorale, e potranno quindi
influenzare la politica di Berlino.
Questo è il vero obiettivo di tali
fondi. Non intendono organizzare cellule terroristiche, create da
emissari specifici dalla missione specifica in un luogo specifico. I
fondi hanno una missione ideologica: sono destinati a formare ed
arruolare personale e, facendo filantropia e finanziando progetti
sociali, intendono conquistarsi i musulmani. Il lungo lavoro dei servizi
speciali tedeschi permetterà al governo di sapere quali libri e scritti
sono presentati da tali fondi tra i credenti.
Ci saranno informazioni
su scuole musulmane gestite da tali fondi che propagano l’estremismo.
Sarà dimostrato che tali fondi finanziano i progetti sociali o scuole
delle comunità. Con questi argomenti, i servizi speciali potranno andare
in tribunale, ma potranno dimostrare che i fondi sono filantropici e
che la formazione di estremisti sarebbe solo una fantasia di alcuni
genitori. Come possiamo raccogliere le prove che i fondi islamici sono
responsabili di azioni illegali? Dobbiamo prima infiltrarli. Questo
dovrebbe essere agevolato dal numero elevato di persone coinvolte in
tali strutture, ma sarà anche più complicato per via dei loro efficaci
sistemi di sicurezza. Nuovi partecipanti ai fondi agiranno sotto
sorveglianza a lungo.
L’infiltrazione di tali strutture richiederebbe
più di un anno, ma fornirebbe le prove utili per un processo.
L’intelligence dovrebbe monitorare le azioni finanziarie di tali fondi.
Rubano, monetizzano illegalmente, frodano e fabbricano ricevute
contraffatte. Anche se comparissero rapidamente sotto un altro nome,
l’infiltrazione permetterebbe di chiudere alcuni di tali fondi. Il più
importante rimane lo studio dettagliato dei loro documenti, per
dimostrare come contribuiscono ai conflitti interetnici ed
interconfessionali. Ci vorrà del tempo, ma permetterà di mettere questi
fondi sulla lista nera del ministero della Giustizia.
Il gallo francese non si preoccupa
Dopo l’attentato eclatante di Parigi del 13 novembre 2015 commesso da combattenti dello SIIL, l’UE ha iniziato a liquidare i gruppi estremisti di vario tipo. Il 15 novembre 2016, un’operazione speciale contro l’organizzazione salafita “La vera religione” (Die wahre Religion) fu avviata in 10 Länder federali tedeschi, tra cui Berlino e la parte occidentale del Paese. Più di 200 edifici furono perquisiti e il ministro degli Interni tedesco Thomas de Maizière decise di vietare “La vera religione” per attività anticostituzionali. Ma tali azioni non sono il risultato di una strategia ben coordinata ed efficace.
Dopo l’attentato eclatante di Parigi del 13 novembre 2015 commesso da combattenti dello SIIL, l’UE ha iniziato a liquidare i gruppi estremisti di vario tipo. Il 15 novembre 2016, un’operazione speciale contro l’organizzazione salafita “La vera religione” (Die wahre Religion) fu avviata in 10 Länder federali tedeschi, tra cui Berlino e la parte occidentale del Paese. Più di 200 edifici furono perquisiti e il ministro degli Interni tedesco Thomas de Maizière decise di vietare “La vera religione” per attività anticostituzionali. Ma tali azioni non sono il risultato di una strategia ben coordinata ed efficace.
Nel maggio
2016, nel comune di Molenbeek di Bruxelles, una scuola coranica
clandestina fu chiusa per violazione… “della legge urbanistica”. In
Francia, l’attentato commesso il 14 luglio, giorno della presa della
Bastiglia, dal tunisino Muhamad Lahuayaj-Buhlal, dove 86 persone furono
uccise (e 308 ferite) ha dimostrato che il regime di emergenza istituito
dal governo non basta.
Più di 6 mesi dopo gli attentati di Parigi nulla
fu fatto dal governo per dimostrare che in realtà lotta contro
l’estremismo. Nel Paese, le posizioni di media e società civile verso il
terrorismo rendono la lotta all’estremismo più complicata che in altri
Paesi europei. Per esempio, le pubblicazioni dall’agenzia stampa “France Press”
chiamano “terroristi” o “islamisti” persone di ogni origine etnica
tranne i palestinesi che commettono atti terroristici in Israele. L’AFP
chiama tali attentatori suicidi “attivisti”, “combattenti” o
“aggressori”. In Francia, le comunità ebraiche (scuole, negozi, ecc)
vengono attaccate dagli estremisti religiosi (Muhamad Marah, Amedy
Coulibaly), in connivenza con la dirigenza francese.
Per i servizi
speciali, il modo migliore per smascherare un potenziale terrorista è
verificare se riceve assicurazioni sociali. Questo non fu fatto in
Belgio, dove Salah Abdasalam e altri terroristi ricevettero più di
50mila euro dal governo. Il governo “sponsorizzava” i terroristi fino
agli attentati di Parigi; Abdasalam stesso ricevette più di 21mila euro,
quando gli attentati a Parigi e Bruxelles non costarono agli islamisti
più di 33mila euro. Finché le società europee (francese, in primo luogo)
legittimano il terrorismo, gli sforzi degli organi di sicurezza nella
guerra al terrorismo non saranno efficaci, e i terroristi potranno
ancora nascondersi nelle nostre società.
Le “talpe” entrano in azione
Con l’inizio dell’azione delle talpe arabe (come l’attivazione di
gruppi estremisti in Medio Oriente e in Africa del Nord), la guerra in
Siria e la lotta degli Stati regionali contro lo SIIL, s’è permesso che
migliaia di islamisti europei giungessero nella regione per soddisfare
le proprie inclinazioni sadiche. Tra costoro c’erano combattenti
professionisti che molto hanno contribuito al successo dello SIIL prima
del coinvolgimento occidentale e russo nel conflitto. Oggi, una parte
importante di tali combattenti islamisti torna in Europa, dove ricevono
assicurazioni sociali, protezione dei loro diritti fondamentali e riposo
prima della nuova operazione.
Molti terroristi attivi nel 2015 e 2016 a
Parigi, Bruxelles o Germania hanno combattuto in Medio Oriente con lo
SIIL e altri gruppi di stessa obbedienza. Oppure, almeno hanno ricevuto
un addestramento militare. Sebbene l’UE attenda il ritorno degli
islamisti, si può dire che il pericolo provenga anche dagli stessi
servizi speciali europei. Per esempio, dopo gli attentati a Bruxelles e
Parigi si vide l’incompetenza degli organi di sicurezza di questi Paesi.
Apparve la teoria delle talpe islamiste infiltrate nei servizi di
sicurezza occidentali. Ciò fu confermato in Germania, che subì un
attentato questa estate. Dei tre Paesi citati, solo i servizi speciali
tedeschi sono riusciti a smascherare gli agenti doppi.
Il 29 novembre,
The Telegraph, citando Der Spiegel e il governo tedesco, riferiva
l’arresto di un impiegato dell’Ufficio federale per la protezione della
Costituzione, sospettato di preparare un attentato nella sede
dell’organizzazione a Colonia e di reclutare islamisti a tal fine su
internet. Il nome del sospettato non fu rivelato, ma si sa che lavorava
per i servizi speciali almeno dall’inizio del 2016, e fu incaricato di
raccogliere informazioni sugli estremisti. Su diverse chat, il
sospettato, con nomi diversi, appellò gli attentati contro i non
credenti “in nome di Allah” e rivelò informazioni riservate. I
rappresentanti delle sicurezza tedeschi dichiararono che l’agente era
già sospettato: abbracciò l’Islam due anni prima, senza che la famiglia
sapesse delle sue posizioni radicali. Durante le indagini, fu chiarito
che l’agente giurò fedeltà a Muhamad Mahmud, il capo della cellula
austriaca dello SIIL.
Nell’intervista a Reuters del 2016, Hans-Georg
Maassen, direttore dei servizi speciali tedeschi, dichiarò che vi sono
circa 40mila islamisti in Germania. Tra questi, più di 8000 sarebbero
salafiti radicali. I servizi speciali cercano di affrontare questa
minaccia (non solo all’estero ma anche sul territorio nazionale). Una
dichiarazione dell’8 novembre si ebbe sulla custodia di 5 sospetti
terroristi dello ISIS. Il loro capo era un iracheno, Abu Wala (vero nome
Ahmad Abdalaziz), a capo della cellula dello SIIL locale. La scoperta
di una talpa negli organi di sicurezza tedeschi ha portato al
rafforzamento delle azioni delle agenzie di Stato contro l’estremismo in
Germania.
Poiché i servizi ufficiali speciali tedeschi combattono in
segreto le ideologie del terrorismo, la caccia agli islamisti nel Paese è
resa più difficile dal fatto che ora si nascondono tra la crescente
comunità di rifugiati, migranti e minoranze etnico-religiose. Diventa
impossibile avere una chiara visione della situazione. La rivista Der
Spiegel riferisce di zone dove gruppi di migranti, per esempio il clan
libanese a Duisburg o i curdi a Gelsenkirchen, controllano strade o
quartieri, intimidiscono e mettono a tacere i residenti locali. Gli
agenti di polizia femminili sono anche soggetti ad aggressioni, come
riportato cinque anni fa da Rainer Wendt, il presidente del sindacato
della polizia tedesca.
Le elezioni locali del 2016, che hanno visto
“Alternative per la Germania” divenire un attore politico serio, hanno
dimostrato che i tedeschi non sono d’accordo con l’attuale politica del
governo. Le elezioni legislative del 2017 mostreranno il vero rapporto
di potere nella Germania di oggi. Vi sono meno probabilità, tuttavia,
che sarà lo stesso in Belgio e in Germania, nonostante le elezioni in
questi Paesi in 2 anni. In Belgio, le divisioni regionali, che più di
una volta hanno portato il Paese all’anarchia, saranno chiaramente al
centro della scena, davanti ad ogni altra domanda e prima che sia troppo
tardi. Come accennato prima, società e dirigenza francesi, pensando che
i terroristi siano iracheni, siriani, nordafricano, ma non palestinesi,
continuano a permettere all’estremismo islamico di legittimarsi. A
seconda dei Paesi, il problema nel trattare con tale forma di estremismo
viene affrontato in modo diverso.
Alcuni, come Iran, Arabia Saudita,
Qatar, Turchia e Pakistan, collaborano con i radicali per cercare di
usarli nel loro interesse, contro l’opposizione. Altri, come Stati
Uniti, Gran Bretagna e Francia, indirettamente li usano come attori
regionali. Alcuni altri li riforniscono e addestrano, come la Germania
in Siria, o li sostengono militarmente per rovesciare un regime
autoritario, come fece l’Italia in Libia. Ci sono anche Paesi, come
Danimarca, Australia, Nuova Zelanda ed altri membri della coalizione
“antiterrorismo” a guida USA in Iraq o in Afghanistan, che “non si
accorgono” di cosa succeda sotto il proprio naso. E alcuni, come la
Giordania, devono tollerare la presenza dei radicali sul territorio,
purché combattano e distruggano i governi legittimi vicini, se sono
nemici. Infine, vi sono Paesi utilizzati come basi operative nella
speranza che, poiché utilizzati come rifugio confortevole dai radicali,
non li facciano esplodere.
Il passato ha dimostrato che giocare con i jihadisti porta inevitabilmente al conflitto con loro. Questo è già successo in Turchia, Pakistan o Arabia Saudita. A causa delle modeste dimensioni e delle risorse colossali utilizzate per comprarsi la sicurezza, il Qatar finora è stato risparmiato dal terrorismo. Per i Paesi più grandi, questo non è possibile. Ciò non può essere negato. Anche se la situazione in Medio Oriente e nell’Unione europea dimostra che vi sono ancora tentativi di utilizzare od ignorare gli estremisti. Per ora, l’unico esempio di opposizione efficace ad essi in campo internazionale è quello delle Forze Aeree russe in Siria. Il fatto che Mosca guidi questa campagna riuscita, per ora è la maggiore speranza per il resto del mondo.
Evgenij Satanovskij; VPK, 14/01/2017 – South Front
Evgenij Satanovskij, Presidente dell’Istituto del Medio Oriente, Rapporto N° 49 (664), 21 dicembre 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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