“La mia casa mi dice: «Non lasciarmi,
perché è qui che dimora il tuo passato.»
E la strada mi dice: «Alzati e seguimi,
giacché io sono il tuo futuro.»
E io dico alla casa e alla strada:
«Non ho passato e non ho neppure futuro.
Se resto qui, vi è un andar nel mio restare fermo;
se vado, resto fermo anche andando.
Solo amore e morte trasmutano ogni cosa.»
(Kahlil Gibran)
Più
sei attaccato al passato, o più hai investito nei risultati futuri, più
ti sarà difficile accettare “ciò che è” e lavorare con questo. Quello
che è accaduto in passato ti può influenzare nei confronti del presente.
Può impedirti di aprirti pienamente al presente. Per esempio, se in
passato sei stato ferito da qualcuno, potresti aver paura di entrare di
nuovo in una relazione.
Alcune
cose appartengono al futuro, non al presente. Per esempio, potresti
avere in mente di sposarti in futuro. Ma se vedi la tua relazione
attuale solo come un potenziale matrimonio, potresti non lasciarle
l’opportunità di svilupparsi in modo naturale. La verità è che non sai
bene cosa accadrà in futuro. Potresti avere una sensazione generale
riguardo al futuro basata su quello che sta avvenendo nel presente.
Potresti
sapere quale sarà il passo successivo, ma ora come ora non puoi saperne
di più. Per essere nel presente hai bisogno di rimanere centrato in
quello che sai, accantonando passato e futuro. Se continui a ritornare
al passato, o cerchi di pianificare il futuro, ti troverai indietro o
avanti rispetto a te stesso. Seminerai semi di conflitto dentro e fuori.
Quindi
questa è un’azione equilibratrice. Devi camminare sulla fune tesa tra
passato e futuro. Non puoi aspettarti di camminare senza inclinarti da
un lato o dall’altro. Ma quando lo fai, devi controbilanciarti, in modo
da poter ritornare al centro. Centrarsi significa essere presente,
significa stare con ciò che si sa e lasciar perdere quello che non si
sa.
Non
sai che il passato ripeterà se stesso. Non sai che l’esperienza
presente si estenderà nel futuro. Le cose potrebbero cambiare o rimanere
uguali. Vecchie strutture potrebbero di dissolversi o riapparire; non
sai nulla di queste cose. Sai solo come ti senti riguardo a ciò che sta
avvenendo ora.
Se
riesci a rimanere qui e ora, allora puoi essere onesto con te stesso e
con gli altri riguardo la tua esperienza. Puoi dire su cosa puoi
prenderti un impegno e su cosa no. In futuro le cose potrebbero
cambiare, ma non puoi vivere adesso nella speranza che cambieranno. Devi
essere dove sei, non dove vorresti essere. È un lavoro difficile.
Il
passato ti dice: «Non aprirti. Fa troppa paura. Non ti ricordi cosa è
successo quando…?» e il futuro dice: «Ci stai mettendo troppo. Perché
non fai un bel salto e lo fai?». Il passato cerca di trattenerti e il
futuro di spingerti, un dilemma interessante, non credi? La verità è che
devi ascoltare le due voci e rassicurarle del fatto che le hai sentite.
Poi puoi ritrovare l’equilibrio e ritornare al centro.
E
solo dopo puoi trovare il ritmo giusto per te, qui e ora. È esattamente
questo che deve fare un funambolo. Non può preoccuparsi di aver perso
l’equilibrio in passato. Non può sognare di fare una prestazione
perfetta in futuro. Deve concentrarsi su quello che succede adesso. Deve
mettere un piede davanti all’altro, e ogni passo è un atto di
equilibrio, ogni passo è un atto spirituale.
(Paul Ferrini, Io sono la
porta, Macro ed.)
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