“La vita vi trasporta dove vuole,
poiché voi siete parte di essa.”
(Jiddu Krisnamurti)
“Non
so se passeggiando avete mai notato una pozza lunga e stretta accanto
al fiume. Deve averla scavata qualche pescatore, e non è collegata con
il fiume. Il fiume scorre placido, profondo e ampio, ma quella pozza è
coperta di sedimenti perché non è collegata con la vita del fiume, e
dentro non ci sono pesci. È una pozza stagnante, e il fiume profondo,
pieno di vita e animazione, vi scorre accanto velocemente. Ora, non
pensate che gli esseri umani siano così?
Scavano
una piccola pozza per se stessi, lontano dalla rapida corrente della
vita, e in quella piccola pozza ristagnano e muoiono, e chiamiamo
esistenza questo ristagnare e questo deterioramento. Il che significa
che noi tutti vogliamo uno stato di permanenza; vogliamo che certi
desideri durino per sempre, vogliamo che i piaceri non abbiano mai fine.
Costruiamo
un piccolo buco e ci barrichiamo dentro con le nostre famiglie, con le
nostre ambizioni, le nostre culture, le nostre paure, i nostri dèi, le
nostre varie forme di adorazione, e lì muoriamo, lasciando che la vita
trascorra, quella vita impermanente, costantemente cangiante, tanto
rapida, con le sue enormi profondità, con la sua straordinaria vitalità e
bellezza.
Non
avete mai notato che se siete seduti quietamente sulla riva del fiume
potete udire il suo canto, lo sciabordìo dell’acqua, il suono incessante
della corrente? C’è sempre uno straordinario senso di movimento verso
il più ampio e il più profondo. Ma nella piccola pozza non c’è affatto
movimento e la sua acqua è stagnante.
E
se osservate bene vedrete che questo è ciò che vuole la maggior parte
di noi: una piccola pozza stagnante di esistenza lontana dalla vita.
Diciamo che la nostra esistenza nella pozza è quella giusta, abbiamo
inventato una filosofia per giustificarlo; abbiamo sviluppato teorie
sociali, politiche, economiche e religiose in supporto di questo modo di
vedere, e non vogliamo essere disturbati perchè ciò che insegniamo è un
senso di permanenza. Sapete cosa significa ricercare la permanenza?
Significa
volere che ciò che è piacevole continui all’infinito, e volere che ciò
che non è piacevole finisca il più presto possibile. Vogliamo che il
nome che portiamo sia noto e che continui attraverso la famiglia e la
proprietà. Vogliamo un senso di permanenza nelle nostre relazioni, nelle
nostre attività, il che significa che stiamo cercando nella pozza
stagnante una vita durevole e continua; non vogliamo nessun reale
cambiamento, e perciò abbiamo costruito una società che ci garantisce la
permanenza della proprietà, del nome, della fama.
Ma
vedete, la vita non è affatto così; la vita non è permanenza. Come le
foglie che cadono da un albero, tutte le cose sono impermanenti, nulla
perdura; c’è sempre cambiamento e morte. Non avete notato com’è bello un
albero spoglio che si staglia verso il cielo? Tutti i suoi rami sono
ben delineati, e nella sua nudità c’è una poesia, un canto.
Tutte
le foglie sono cadute e l’albero attende la primavera. Quando la
primavera giunge, riveste di nuovo l’albero con la musica di molte
foglie, che nella stagione giusta cadono e vengono soffiate via; questo è
il percorso della vita. Ma noi non vogliamo nulla del genere. Ci
aggrappiamo ai nostri figli, alle nostre tradizioni, alla nostra
società, ai nostri valori e alle nostre piccole virtù, perché vogliamo
la permanenza; ed ecco che abbiamo paura di morire.
Abbiamo
paura di perdere le cose che conosciamo… noi vogliamo che tutto ciò che
ci dà soddisfazione sia permanente; vogliamo che la nostra posizione e
l’autorità che abbiamo sulle persone durino. Rifiutiamo di accettare la
vita così com’é in realtà. La realtà è che a vita è come un fiume: si
muove incessantemente, è sempre in cerca, esplora, sferza e allarga le
rive, penetra con la sua acqua in ogni fenditura.
Ma
la mente non vuole permettere che questo accada a lei. La mente capisce
che è pericoloso rischiare di vivere in uno stato di impermanenza, di
insicurezza, perciò si costruisce intorno un muro: il muro della
tradizione, della religione organizzata, delle teorie politiche e
sociali. La famiglia, il nome, proprietà, le piccole virtù che abbiamo
coltivato - tutti questi sono i muri che allontanano la vita.
La
vita è movimento, impermanenza e tenta incessantemente di penetrare, di
abbattere quei muri dietro ai quali c’è confusione e infelicità. Gli
dèi che stanno nei muri sono tutti falsi dèi, e le loro scritture e
filosofie non hanno significato, perché la vita è al di là di essi. Ora,
una mente priva di muri, non gravata da ciò che ha acquisito e
accumulato, né dalla propria conoscenza, una mente che vive senza tempo e
senza sicurezza: per una simile mente la vita è una cosa straordinaria.
Una
simile mente è vita in se stessa, perché la vita non ha luoghi di
riposo. Ma la maggior parte di noi vuole un posto per riposarsi;
vogliamo una casetta, un nome, una posizione, e diciamo che queste cose
sono molto importanti. Chiediamo permanenza e creiamo una cultura basata
su questa richiesta, inventiamo degli dèi che non sono affatto dèi, ma
nient’altro che una proiezione dei nostri desideri. Una mente che
ricerca la permanenza presto inizia a ristagnare; proprio come quella
pozza lungo il fiume, si riempie subito di materia corrotta e guasta.
Soltanto
la mente non racchiusa da muri, priva di appigli, barriere, luoghi di
riposo, che si muove all’unisono con la vita, che procede senza tempo,
che esplora, demistifica - solo una simile mente può essere felice,
eternamente rinnovata, perché è in se stessa creativa. Capite di cosa
sto parlando? Dovreste capirlo perché tutto questo fa parte della vera
educazione e quando lo capirete la vostra vita sarà trasformata: la
vostra relazione con il mondo, con i vostri vicini, con vostra moglie e
vostro marito avranno un significato totalmente differente…
Se
lo capirete avrete iniziato a comprendere la straordinaria verità di
cosa sia la vita, e in quella comprensione ci sono grande bellezza e
amore, e il fiorire del bene. Ma gli sforzi di una mente che cerca una
pozza di sicurezza e di permanenza possono solo condurre all’oscurità e
al deterioramento. Una volta installatasi nella sua pozza, una simile
mente ha paura di avventurarsi fuori, di cercare, di esplorare; ma la
verità, Dio, la realtà o quello che volete voi giacciono oltre la pozza…
(Jiddu Krisnamurti, La ricerca della felicità, Oscar Mondadori)
fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2016/12/la-pozza.html
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