Il nuovo diktat lanciato dal blog dell'ex comico diventato leader maximo è in pratica la stessa cosa: tutte le comunicazioni pubbliche degli eletti 5 stelle, siano a mezzo stampa, tv o web, dovranno essere vagliate ed autorizzate dal sov, ehm, dagli addetti appuntati da Grillo in persona. Pena il "licenziamento".
Con buona pace della lotta di anni contro chi voleva mettere il bavaglio al web. Grillo, ai suoi, il bavaglio glielo mette prima che arrivino al web. "Com'è democratico Lei..." direbbe Fracchia.
L'imposizione arriva con la scusa
delle trappole che i giornalisti cattivoni tendono ai giovani virgulti
pentastellati. Ma forse a Grillo non sono andate giù le esternazioni
degli europarlamentari del suo partito, che un paio di settimane fa
erano rimasti sconcertati dalle manovre che erano state fatte alle loro spalle
per portare via il partito dal gruppo degli euroscettici e farlo unire
ai montiani di ferro.
Alcuni europarlamentari avevano dichiarato il loro dissenso sui loro account social, e sono usciti dal partito dopo la votazione bulgara sulla piattaforma di Casaleggio, nonostante che poi i montiani dell'ALDE hanno almeno avuto la coerenza di mandare Grillo a stendere.
Alcuni europarlamentari avevano dichiarato il loro dissenso sui loro account social, e sono usciti dal partito dopo la votazione bulgara sulla piattaforma di Casaleggio, nonostante che poi i montiani dell'ALDE hanno almeno avuto la coerenza di mandare Grillo a stendere.
E così, tutti sottoposti a censura preventiva. Tutti tranne il capo, ovviamente, che poi spesso è quello che ne avrebbe più bisogno, viste certe sue uscite infelici. L'ultima delle quali è "La politica internazionale ha bisogno di uomini di Stato forti come Donald Trump e Vladimir Putin",
frase che Grillo ha immediatamente smentito accusando i giornalisti di
avere tradotto male le sue parole. Peccato solo che l'autore
dell'articolo apparso su un giornale francese abbia, a quanto pare, una copia dell'articolo firmata da Grillo stesso dop averlo riletto e approvato. Forse ha bisogno lui di un addetto personale che gli ficchi un tappo in bocca quando serve, più che ai suoi parlamentari.
In realtà però anche queste spiegazioni sono insoddisfacenti.
Chiunque abbia occhi non può non aver notato che i più grandi autogol
del movimento 5 stelle non sono venuti dai parlamentari, anzi! Ciò che
allontana sempre più persone dal sogno a 5 stelle è principalmente colpa
dello stesso Grillo e dei suoi più intimi: le espulsioni dei
dissidenti, poi il voltafaccia fallito in Europa, e ora la censura
preventiva modello Stalin, sembrano proprio misure fatte apposta per
perdere consensi. E in effetti dopo il fallimento di Renzi al
referendum, i 5 stelle corrono il rischio di essere il primo partito in
ipotetiche elezioni. "Fortuitamente" Gentiloni&Co. faranno in modo
che si vada a votare il più tardi possibile, di modo che Grillo abbia
tutto il tempo di ridurre i consensi dei 5 stelle.
D'altronde la
strategia è chiara da anni: evitare il rischio di potere/dovere andare
davvero al governo, e mantenere un contenitore del dissenso di dimensioni
adeguate che sia formato il più possibile da individui fidelizzati e
poco critici.
D'altronde Grillo stesso ha confermato che non farà mai alleanze con "i partiti che hanno devastato l'Italia",
il che, a meno che i 5 stelle non prendano la maggioranza assoluta,
significa che vuole stare all'opposizione pure dopo le prossime
elezioni. I pentastellati di spicco blaterano di voler portare avanti il programma
votato dai loro elettori nel 2013, ma come si fa a portare avanti un
qualsiasi programma quando si è sempre in minoranza e non si fanno
accordi?
Se avessero voluto realmente portare avanti il programma, si
sarebbero accordati con il debole Bersani all'epoca, potendo imporre
molte condizioni; in quel modo di certo avrebbero avuto l'opportunità ed
il peso per farne attuare almeno una parte. Si chiama democrazia, e la costituzione che abbiamo appena difeso si basa proprio sul principio dell'ingovernabilità, ovvero è stata progettata
per garantire che le varie fazioni si mettano d'accordo a tutti i
livelli, i belli con i brutti, i santi coi peccatori, e nel periodo in
cui è stata applicata ha funzionato benissimo (per approfondire questo
concetto clicca qui).
Invece la scelta infausta di 4 anni fa sembra che sarà ripetuta anche
la prossima volta. E non ci sembra che in questi 4 anni siano state
portate avanti parti rilevanti del programma grillino.
La pena
maggiore è per quei tanti bravi parlamentari che credevano veramente di
stare partecipando ad una forza di cambiamento. Che hanno lavorato e
lavorano sodo, ma che poi non vedono mai frutti realmente importanti.
Enrico Carotenuto
Enrico Carotenuto
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