Reagan con Rupert Murdoch, Charles Wick, Roy Cohn e Thomas Bolan
Documenti appena declassificati della
biblioteca presidenziale di Reagan spiegano come il governo degli Stati
Uniti abbia sviluppato sofisticate capacità per operazioni psicologiche
che, negli ultimi tre decenni, hanno creato una realtà alternativa sia
per le popolazioni dei Paesi presi di mira che per i cittadini
statunitensi, una struttura che ha espanso l’influenza degli Stati Uniti
all’estero e silenziato il dissenso interno. Walter Raymond Jr.,
specialista in propaganda e disinformazione della CIA, curò la “gestione
della percezione” del presidente Reagan e i piani PSYOPS presso il
Consiglio di Sicurezza Nazionale.
I documenti rivelano la formazione di
una burocrazia PSYOPS sotto la direzione di Walter Raymond Jr.,
specialista di operazioni segrete della CIA assegnato al personale del
Consiglio di Sicurezza Nazionale del presidente Reagan, per aumentare
l’importanza di propaganda e PSYOPS nel minare gli avversari degli Stati
Uniti nel mondo e assicurare il sostegno pubblico alla politica estera e
interna degli Stati Uniti.
Raymond, paragonato a un personaggio di un
romanzo di John LeCarré che passa facilmente inosservato, passò i suoi
anni alla Casa Bianca di Reagan come oscuro burattinaio che fece del suo
meglio per evitare l’attenzione del pubblico e, a quanto pare, neanche
facendosi una foto. Delle decine di migliaia di fotografie di incontri
alla Casa Bianca di Reagan, ne ho trovato solo una coppia mostrare
Raymond seduto in gruppo e parzialmente nascosto da altri funzionari. Ma
Raymond sembra aver capito la propria vera importanza.
Nei dossier del
NSC ho trovato lo scarabocchio di un organigramma con Raymond in alto
tenere ciò che appaiono le fila utilizzate dai burattinai per
controllare le marionette. Anche se è impossibile sapere esattamente ciò
che tale Doodler avesse in mente, il disegno ritrae la realtà di un
Raymond che dietro le tende operative controllava varie task force
inter-agenzia responsabili della propaganda e della strategia PSYOPS.
Fino al 1980, PSYOPS era normalmente considerata una tecnica militare per minare la volontà del nemico diffondendo menzogne, confusione e terrore. Un caso classico fu il generale Edward Lansdale, considerato il padre delle moderne PSYOPS, che drenava il sangue dai cadaveri dei ribelli filippini, in modo che i compagni superstiziosi pensassero che un vampiro li cercasse come prede.
In Vietnam, la squadra PSYOPS di
Lansdale forniva previsioni astrologiche false e terribili sul destino
dei leader nordvietnamiti e vietcong. In sostanza, l’idea PSYOPS era
giocare sulle debolezze culturali di una popolazione presa di mira, in
modo da poter essere più facilmente manipolata e controllata.
Ma le
sfide dell’amministrazione Reagan negli anni ’80 portarono a decidere
che fossero necessarie anche le PSYOPS in tempo di pace e che le
popolazioni bersaglio includessero quella statunitense.
L’amministrazione Reagan era ossessionata dai problemi causati dalle
divulgazioni degli anni ’70 sulle bugie del governo sulla guerra del
Vietnam e le rivelazioni sugli abusi della CIA sia nel rovesciare
governi democraticamente eletti che nel spiare i dissidenti
statunitensi.
La cosiddetta “sindrome del Vietnam” produsse un profondo
scetticismo da parte dei cittadini statunitensi, così come nei
giornalisti e politici, quando il presidente Reagan cercò di spacciare i
suoi piani per intervenire nelle guerre civili, allora in corso in
America centrale, Africa e altrove. Mentre Reagan vedeva l’America
Centrale come “testa di ponte sovietica”, molti statunitensi videro i
brutali oligarchi dell’America centrale e le loro forze di sicurezza
sanguinarie massacrare preti, suore, sindacalisti, studenti, contadini e
popolazioni indigene.
Reagan e i suoi consiglieri capirono che dovevano
trasformare quelle percezioni se speravano di ottenere i finanziamenti
per sostenere i militari di El Salvador, Guatemala e Honduras, nonché i
Contras del Nicaragua, la forza di predoni paramilitari organizzati
dalla CIA contro il governo di sinistra del Nicaragua. Così, fu una
priorità rimodellare la percezione pubblica per sostenere le operazioni
militari del Centro America di Reagan sia nei Paesi presi di mira che
tra gli statunitensi.
Una ‘PSYOP Totale’
Come il colonnello Alfred R. Paddock Jr. scrisse su un documento influente del novembre 1983, dal titolo “Le Operazioni Psicologiche militari e la strategia degli Stati Uniti”,
“il previsto impiego delle comunicazioni per influenzare atteggiamenti o comportamenti dovrebbe, se usato correttamente, precedere, accompagnare e seguire tutte le operazioni belliche. In altre parole, le operazioni psicologiche sono un sistema d’armi dal ruolo importante in tempo di pace, nel conflitto a tutto spettro e durante il periodo successivo al conflitto”. Paddock continua, “Le operazioni psicologiche militari sono una parte importante delle ‘PSYOP Totali’, in pace e in guerra… Abbiamo bisogno di un programma di attività psicologiche integranti le nostre politiche e i programmi di sicurezza nazionale… La continuità di una commissione interagenzie permanente o un meccanismo di coordinamento necessario per lo sviluppo di una strategia coerente, in tutto il mondo le operazioni psicologiche, è assolutamente necessario”.
Alcune note scritte da Raymond, di recente disponibili, mostrano un
focus su El Salvador con l’attuazione di “ PSYOPS multimediali per tutta
la nazione” attraverso raduni e media elettronici. “Radio e TV inoltre diffondono messaggi PSYOPS”,
scriveva Raymond. La grafia ondulata di Raymond, spesso difficile da
decifrare, nelle note chiariva che i programmi PSYOPS erano diretti
anche contro Honduras, Guatemala e Perù.
Un documento “top secret”
declassificato da un dossier di Raymond, del 4 febbraio 1985, per il
segretario della Difesa Caspar Weinberger, sollecitava l’attuazione
piena della National Security Decision Directive 130 del presidente
Reagan, firmata il 6 marzo 1984 e che autorizzava le PSYOPS in tempo di
pace ampliandone oltre i limiti tradizionali dalle operazioni militari
attive alle situazioni in tempo di pace in cui il governo degli Stati
Uniti pretendeva vi fosse qualche minaccia agli interessi nazionali.
“Questa approvazione fornì l’impulso per la ricostruzione della necessaria capacità strategica focalizzando l’attenzione sulle operazioni psicologiche quali strumenti nazionali, non solo militari, per garantire che le operazioni psicologiche siano pienamente coordinate con la diplomazia pubblica e le altre attività d’informazione internazionali”,
affermava il documento per Weinberger. Tale maggiore impegno nelle
PSYOPS portò alla creazione di un comitato per le operazioni
psicologiche (POC), che doveva essere presieduto da un rappresentante
del Consiglio di Sicurezza Nazionale di Reagan, con vicepresidente del
Pentagono e rappresentanti di Central Intelligence Agency, dipartimento di Stato e US Information Agency.
“Questo gruppo avrà il compito di pianificare, coordinare e attuare operazioni psicologiche a sostegno delle politiche e degli interessi per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”,
secondo un “segreto”
addendum a un memo del 25 marzo 1986 del col. Paddock, sostenitore delle
PSYOPS divenuto direttore per le operazioni psicologiche dell’esercito
degli Stati Uniti.
“Il comitato sarà il centro del coordinamento tra le agenzie per dettagliare piani di emergenza per la gestione del patrimonio informativo nazionale durante la guerra, e per la transizione dalla pace alla guerra”, aggiungeva l’addendum. “Il POC deve cercare di assicurare che in tempo di guerra o durante le crisi (che possono essere definiti periodi di tensione acuta riguardanti una minaccia alla vita dei cittadini statunitensi o l’imminenza della guerra tra Stati Uniti e altre nazioni), gli elementi dell’informazione internazionale degli Stati Uniti sono pronti ad avviare procedure speciali per garantire coerenza politica, risposta tempestiva e rapida al pubblico destinatario”.
Prendendo forma
Il Comitato per le Operazioni Psicologiche assunse forma formale con un
memo “segreto” del consigliere di Reagan per la Sicurezza Nazionale
John Poindexter, il 31 luglio 1986. La sua prima riunione fu indetta il 2
settembre 1986 con un ordine del giorno concentrato sull’America
Centrale e “Come altre agenzie possono sostenere il POC e completare
i programmi del DoD in El Salvador, Guatemala, Honduras, Costa Rica e
Panama”. Il POC ebbe anche il compito di ‘sviluppare le linee guida
nazionali per le PSYOPS’ e ‘di formulare e attuare un programma PSYOPS
nazionale’.
Raymond venne nominato co-presidente del POC con l’agente
della CIA Vincent Cannistraro, allora vicedirettore per i programmi
d’Intelligence dello staff del NSC, secondo un appunto “segreto” del
vicesottosegretario alla Difesa Craig Alderman Jr. Il promemoria notava
anche che le future riunioni POC riguardavano i piani PSYOPS per le
Filippine e il Nicaragua, con quest’ultimo dal nome in codice “Niagara
Falls”. Il memo faceva riferimento anche a un “Progetto Touchstone”, ma
non è chiaro a cosa puntasse tale programma PSYOPS.
Un altro memo
“segreto” del 1° ottobre 1986, con co-autore Raymond, riferiva del primo
incontro del POC, il 10 settembre 1986, e osservava che
“Il POC, ad ogni riunione, si concentrerà su un’area d’operazioni (ad esempio, America centrale, Afghanistan, Filippine)”.
Il secondo incontro del POC, il 24 ottobre 1986, si concentrava sulle
Filippine, secondo un appunto del 4 novembre 1986, sempre co-autore
Raymond. “Il prossimo passo sarà un contorno ben elaborato per un piano
PSYOPS che invieremo all’ambasciata per un commento”, affermava il memo.
Il piano
“in gran parte si focalizzava su una serie di azioni civiche di sostegno allo sforzo complessivo per sconfiggere l’insurrezione”, osservava un addendum. “V’è notevole preoccupazione sulla sensibilità di qualsiasi programma PSYOPS, data la situazione politica nelle Filippine di oggi”.
In precedenza, nel 1986, nelle Filippine vi fu la cosiddetta “People
Power Revolution”, che scacciò il vecchio dittatore Ferdinand Marcos, e
l’amministrazione Reagan, che tardivamente tolse il sostegno a Marcos,
cercava di stabilizzare la situazione politica per evitare che ulteriori
elementi populisti avessero il sopravvento. Ma l’attenzione primaria
dell’amministrazione Reagan continuava a volgersi all’America Centrale,
come il “Piano Niagara Falls”, il programma PSYOPS contro il Nicaragua.
Un appunto “segreto” del vicesottosegretario assistente del Pentagono
del 20 novembre 1986, illustrava il lavoro del 4.to Gruppo per le
operazioni psicologiche per tale piano “per la democratizzazione del
Nicaragua”, con cui l’amministrazione Reagan intendeva “cambio di
regime”.
I dettagli precisi del ‘Piano Niagara Falls’ non furono
divulgati dai documenti declassificati, ma la scelta del nome in codice
suggerisce una cascata di PSYOPS. Altri documenti dei dossier NSC di
Raymond illuminano sugli altri operatori chiave nelle PSYOPS e nei
programmi di propaganda.
Per esempio, in note non datate su sforzi per
influenzare l’Internazionale socialista, per assicurare il supporto alla
politica estera degli Stati Uniti da parte dei partiti socialisti e
socialdemocratici in Europa, Raymond citava gli sforzi di “Ledeen e
Gershman”, riferendosi agli operativi neoconservatori Michael Ledeen e
Carl Gershman, altro neocon e presidente della National Endowment for
Democracy (NED) finanziato dal governo degli Stati Uniti dal 1983 ad
oggi. Anche se il NED è tecnicamente indipendente dal governo degli
Stati Uniti, riceve la maggior parte del finanziamento (circa 100
milioni di dollari all’anno) dal Congresso.
I documenti dagli archivi
Reagan chiariscono che il NED fu organizzato per sostituire alcune
operazioni segrete politiche e di propaganda della CIA, caduta in
disgrazia negli anni ’70. All’inizio dai documenti del dossier di
Raymond indicano il direttore della CIA William Casey spingere per la
creazione del NED e Raymond, uomo di Casey nel NSC, consigliava e
guidava spesso Gershman (La mano invisibile della CIA nei gruppi per la ‘democrazia’).
Un’altra figura della costellazione di Raymond per la propaganda era il
magnate dei media Rupert Murdoch, visto sia quale alleato politico
fondamentale del presidente Reagan che come preziosa fonte di
finanziamento per i gruppi privati che si coordinavano con le operazioni
di propaganda della Casa Bianca. (“Rupert Murdoch: recluta la propaganda“)
In una lettera del 1° novembre 1985 a Raymond, Charles R. Tanguy dei
“Comitati per una Comunità delle Democrazie – Stati Uniti d’America”
chiese a Raymond d’intervenire per garantire i finanziamenti di Murdoch
al gruppo.
“Vi saremo grati… se potesse trovare il tempo per telefonare a Murdoch e incoraggiarlo a darci una risposta positiva”, dice la lettera. Un altro documento, intitolato “Progetto Rafforzamento della Verità”, descrive come 24 milioni di dollari sarebbero stati spesi per potenziare le infrastrutture delle telecomunicazioni del “Progetto Rafforzamento della Verità”, permettendo una capacità tecnica dei media più efficiente e produttiva per le principali iniziative politiche del governo USA, come Democrazia Politica”.
Il Piano Verità era il nome
generale di un’operazione di propaganda dell’amministrazione Reagan.
Per il mondo il programma fu classificato “diplomazia pubblica”, ma gli
addetti ai lavori dell’amministrazione la chiamavano privatamente
“gestione della percezione”. (La vittoria della gestione della percezione).
I primi anni
La priorità originale del “Progetto Verità” era ripulire l’immagine del
Guatemala, delle forze di sicurezza salvadoregne e dei Contras del
Nicaragua, guidati da ex-ufficiali della Guardia Nazionale del deposto
dittatore Anastasio Somoza. Per garantirsi il finanziamento militare
costante a tali famigerate forze, la squadra di Reagan sapeva che doveva
disinnescare la pubblicità negativa e in qualche modo avere il sostegno
del popolo statunitense. In un primo momento, lo sforzo si concentrò su
come estirpare i giornalisti statunitensi che scoprirono i fatti che
minavano l’immagine pubblica desiderata.
Nell’ambito di tale sforzo,
l’amministrazione denunciò il corrispondente del New York Times
Raymond Bonner per aver rivelato il massacro del regime salvadoregno di
circa 800 uomini, donne e bambini del villaggio di El Mozote, nel
nord-est di El Salvador, nel dicembre 1981. Accuracy in Media e organi
d’informazione conservatori, come ad esempio la pagina editoriale del
Wall Street Journal, si unirono al linciaggio di Bonner che fu ben
presto licenziato. Ma tali sforzi furono in gran parte ad hoc e
disorganizzati.
Il direttore della CIA Casey, per anni nel mondo
intrecciato tra business e intelligence, ebbe contatti importanti per
creare una rete di propaganda sistemica. Riconobbe il valore dell’uso
gruppi stabili noti per aver sostenuto i “diritti umani”, come Freedom House. Un documento dalla libreria Reagan mostra l’alto funzionario di Freedom House Leo Cherne, stendere un piano sulle condizioni politiche in El Salvador per Casey e promettere che Freedom House
avrebbe richiesto “correzioni e cambiamenti” editoriali, perfino
inviando il redattore per consultazione con chiunque Casey avrebbe
assegnato alla revisione dei documenti. In una lettera al “Caro Bill”
datata 24 giugno 1981, Cherne, presidente del comitato esecutivo di Freedom House, scrisse:
“Sto allegando copia del progetto del manoscritto di Bruce McColm, specialista di Freedom House su America centrale e Caraibi. Questo manoscritto su El Salvador era quello di cui aveva esortato la preparazione e nella fretta di stenderlo il più rapidamente possibile appare abbastanza agitato. Lei aveva detto che venisse verificato con una precisione meticolosa dal governo e questo sarebbe molto utile…. Se ci sono domande sul manoscritto di McColm, suggerisco che chiunque vi lavori contatti Richard Salzmann presso l’Istituto di Ricerca (un’organizzazione in cui Cherne era direttore esecutivo). Era caporedattore presso l’Istituto e presidente del Comitato Salvador di Freedom House. Faccia in modo che correzioni e cambiamenti arrivino a Rita Freedman che lavora con lui. Se v’è un beneficio per Salzmann nel recarsi in qualsiasi momento per parlare con questa persona, è disponibile a farlo”.
Nel 1982, Casey radunò alcuni potenti
ideologi di destra per finanziare il piano “gestione della percezione”,
sia con denaro che con i media. Richard Mellon Scaife era il rampollo
della famiglia di banchieri, petrolieri e dell’alluminio Mellon che
finanziò una serie di fondazioni di destra della famiglia, come Sarah
Scaife e Cartagine, che finanziavano giornalisti e gruppi di riflessione
di destra.
Scaife pubblicava anche The Tribune Review di
Pittsburgh, Pennsylvania. Un’operazione completa di “diplomazia
pubblica” prese forma nel 1982, quando Raymond, un veterano con 30 anni
di servizi clandestini della CIA, fu trasferito al NSC.
Raymond divenne
il centro della potente rete di propaganda, secondo una bozza inedita
del comitato d’indagine del Congresso sull’Iran-Contra, che fu soppresso
nell’ambito della transazione che permise a tre senatori repubblicani
moderati di firmare la relazione finale e dare all’inchiesta una patina
di bipartitismo.
Anche se la bozza non indica Raymond nelle pagine
iniziali, a quanto pare alcune informazioni provenivano da deposizioni
classificate, il nome di Raymond apparve oltre nella bozza e le
citazioni precedenti combaciano con il ruolo noto di Raymond. Secondo la
bozza di relazione, l’ufficiale della CIA reclutato per lavorare nel
NSC fu direttore delle personale della CIA per le operazioni coperte nel
1978-1982, ed era uno “specialista di propaganda e disinformazione”.
“Il funzionario della CIA (Raymond) discusse del trasferimento con (il direttore della CIA) Casey e il consigliere del NSC William Clark, affinché fosse assegnato al NSC come successore di (Donald) Gregg (in qualità di coordinatore delle operazioni d’intelligence, nel giugno 1982) e ricevette l’approvazione per il coinvolgimento nella creazione del programma di diplomazia pubblica, insieme ai compiti d’intelligence”,
afferma la bozza. Gregg era un altro alto funzionario della CIA
assegnato al NSC prima di diventare consigliere per la sicurezza
nazionale del vicepresidente George HW Bush.
“Nella prima parte del 1983, i documenti ottenuti dal Comitato Scelto (Iran-Contra) indicano che il direttore del personale dell’intelligence del NSC (Raymond) raccomandava con successo la creazione di una rete inter-governativa per la promozione e la gestione del piano di diplomazia pubblica, volto a creare sostegno alla politica dell’amministrazione Reagan in patria e all’estero”.
Guerra di idee
Durante la sua deposizione Iran-Contra, Raymond spiegò la necessità di questa struttura di propaganda, dicendo: “Non venne configurata in modo efficace per affrontare la guerra di idee”.
Una delle ragioni di tale carenza fu che la legge federale proibiva che
i soldi dei contribuenti venissero spesi per la propaganda interna o il
lobbying per fare pressione sui rappresentanti del Congresso.
Naturalmente, ogni presidente e suo team hanno grandi risorse per
convincere il pubblico, ma per tradizione e legge si limitavano a
discorsi, testimonianze e persuasione di ognuno dei legislatori. Ma il
presidente Reagan vide la “sindrome del Vietnam” del pubblico
statunitense come ostacolo alla sua politica aggressiva. Insieme a
un’organizzazione governativa di Raymond, c’erano gruppi esterni
desiderosi di cooperare e incassare.
Tornando a Freedom House, Cherne ed i suoi soci erano a caccia di finanziamenti. In una lettera del 9 agosto 1982 a Raymond, il direttore esecutivo di Freedom House Leonard R. Sussman scrisse che
“Leo Cherne mi ha chiesto d’inviare queste copie di Freedom Appeals. Probabilmente ha detto che abbiamo dovuto ridurre questo progetto per soddisfare le realtà finanziarie…, naturalmente, vorremmo espandere il progetto, ancora una volta, quando, come e se i fondi saranno disponibili. Propaggini del progetto appaiono in giornali, riviste, libri e servizi di radiodiffusione qui e all’estero. È un significativo canale unico di comunicazione”,
proprio il centro del lavoro di
Raymond. Il 4 novembre 1982, Raymond, dopo il trasferimento dalla CIA
allo staff del NSC, ma quando era ancora ufficiale della CIA, scrisse al
consigliere del NSC Clark sull’“Iniziativa Democrazia e i programmi
informativi”, affermando che
“Bill Casey mi ha chiesto di passare il seguente pensiero sul vostro incontro con (il miliardario di destra) Dick Scaife, Dave Abshire (allora membro del Foreign intelligence Advisory Board del presidente), e Co. Casey pranzò con loro oggi e discussero la necessità di muoversi nell’area generale per sostenere i nostri amici in tutto il mondo. Tale definizione comprende sia la ‘costruzione democrazia’… che rinvigorire i programmi dei media internazionali. Il DCI (Casey) si preoccupa anche del rafforzamento delle organizzazioni d’informazione del pubblico negli Stati Uniti, come Freedom House… Un pezzo fondamentale del puzzle è un serio sforzo per raccogliere fondi privati per generare slancio. Parlando di Scaife e Co. Casey suggerisce che sarebbero molto disposti a collaborare… Suggeriscono di far notare l’interesse della Casa Bianca nel sostegno privato all’Iniziativa Democrazia”.
L’importante nell’organizzare
segretamente fondi privati per la CIA e la Casa Bianca era che tali voci
apparentemente indipendenti avrebbero rafforzato e convalidato gli
argomenti in politica estera dell’amministrazione, con un pubblico che
ritenesse che tali decisioni si basavano sul merito delle posizioni
della Casa Bianca, e non sull’influenza dei soldi che cambiavano di
mano.
Come i venditori di olio di serpente che piazzavano complici tra
la folla per suscitare entusiasmo nella panacea, i propagandisti
dell’amministrazione Reagan assunsero alcuni ben pagati “privati”, nei
pressi di Washington, per riprendere i “temi” della propaganda della
Casa Bianca. Il ruolo della CIA in tali iniziative fu nascosto, ma non
fu mai lontano dalla superficie.
Una nota del 2 dicembre 1982
indirizzata a “Bud”, riferimento all’alto funzionario del NSC Robert
“Bud” McFarlane, descriveva una richiesta di Raymond per un breve
incontro.
“Quando (Raymond) tornò da Langley (quartier generale della CIA), aveva una lettera di proposta… per il Progetto Democrazia da 100 milioni di dollari”,
affermava la nota. Mentre Casey tirava le
fila di tale progetto, il direttore della CIA incaricò i funzionari
della Casa Bianca di nascondere la mano della CIA.
“Ovviamente ci siamo (della CIA),ma non dovremmo apparire nello sviluppo di tale organizzazione, né sembrarne sponsor o sostenitori”,
scriveva Casey
in una lettera non datata per l’allora consigliere della Casa Bianca
Edwin Meese III, mentre Casey sollecitava la creazione di un “Fondo
nazionale” (National Endowment). Ma la formazione del National Endowment
for Democracy, con le sue centinaia di milioni di dollari del governo
degli Stati Uniti, richiese ancora mesi.
Nel frattempo,
l’amministrazione Reagan avrebbe dovuto radunare dei donatori privati
per far avanzare la propria propaganda.
“Svilupperemo uno scenario per ricevere finanziamenti privati”
scrisse il consigliere del NSC Clark a Reagan in un appunto del 13 gennaio 1983, aggiungendo che il direttore dell’US Information Agency
“Charlie Wick si è offerto di prendere l’iniziativa. Potremmo dovervi richiamare per incontrare un gruppo di potenziali donatori”.
Nonostante il successo di Casey e Raymond nell’arruolare ricchi
conservatori per i finanziamenti privati delle operazioni di propaganda,
Raymond era preoccupato che lo scandalo potesse scoppiare sul
coinvolgimento della CIA. Raymond si dimise formalmente dalla CIA
nell’aprile 1983 così, disse,
“non ci sarebbe alcun dubbio su una qualsiasi contaminazione”.
Ma Raymond continuò ad agire verso il pubblico degli Stati Uniti
similmente a un ufficiale della CIA che dirigeva un’operazione di
propaganda in un Paese straniero ostile. Raymond si agitò anche sulla
legittimità del ruolo continuo di Casey.
Raymond confidò in una nota che
era importante “escludere (Casey) dal giro”, ma Casey non fece mai marcia indietro e Raymond continuò ad inviare relazioni al suo vecchio capo fino al 1986. Fu “il genere di cose che (Casey) aveva ampio interesse da cattolico”,
Raymond alzò le spalle durante la deposizione Iran-Contra, e poi avanzò
la scusa che Casey avesse intrapreso tale interferenza chiaramente
illegale in politica interna
“non tanto in quanto capo della CIA, ma come capo-consigliere del presidente”.
Propaganda in tempo di pace
Nel
frattempo, Reagan iniziò a porre l’autorità formale su tale inaudita
burocrazia propagandistica in tempo di pace. Il 14 gennaio 1983, Reagan
firmò la National Security Decision Directive 77, dal titolo “Gestione
della diplomazia pubblica relativa alla sicurezza nazionale”. Nella
NSDD-77, Reagan riteneva
“necessario rafforzare organizzazione, pianificazione e coordinamento dei vari aspetti della diplomazia pubblica del governo degli Stati Uniti”.
Reagan ordinò la creazione
di un gruppo di pianificazione speciale nel Consiglio di Sicurezza
Nazionale per dirigere queste campagne di “diplomazia pubblica”.
Il
gruppo di progettazione sarebbe stato diretto da Walter Raymond e uno
dei suoi avamposti principali sarebbe stato il nuovo Ufficio di
Diplomazia Pubblica per l’America Latina, presso il Dipartimento di
Stato, ma controllato dal NSC. (Uno dei direttori dell’ufficio
diplomazia pubblica latino-americano fu il neoconservatore Robert Kagan,
che più tardi avrebbe co-guidato il Progetto per il Nuovo Secolo
Americano, nel 1998, divenendo il primo promotore dell’invasione
dell’Iraq presso il presidente George W. Bush, nel 2003).
Il 20 maggio
1983, Raymond raccontò in una nota che 400000 dollari furono raccolti
dai donatori privati presso la Situation Room della Casa Bianca dal
direttore dell’US Information Agency Charles Wick. Secondo tale nota, il
denaro fu diviso tra le diverse organizzazioni, come Freedom House e
Accuracy in Media, un’aggressiva organizzazione mediatica di destra.
Quando scrissi di quella nota nel mio libro del 1992, Ingannare
l’America, Freedom House negò di aver ricevuto denaro dalla
Casa Bianca o di collaborare con qualsiasi campagna propagandistica di
CIA/NSC. In una lettera di Freedom House, Sussman chiamò Raymond “fonte di seconda mano” e insisté che
“questa organizzazione non ha bisogno di alcun finanziamento speciale per prendere posizioni… su tutte le questioni di politica estera”.
Ma non aveva senso che Raymond mentisse ad un superiore in un memorandum interno.
Chiaramente, Freedom House
era al centro dei piani dell’amministrazione Reagan per aiutare i
gruppi di sostegno alle sue politiche in America Centrale, in
particolare la guerra dei Contra organizzata dalla CIA contro il regime
sandinista in Nicaragua. Inoltre, i documenti della Casa Bianca
rilasciati in seguito rivelavano che Freedom House continuava
ad aver la sua parte nei finanziamenti. Il 15 settembre 1984, Bruce
McColm, scrivendo dal Centro Studi Caraibi e America Centrale della
Freedom House, inviò a Raymond
“una breve proposta di progetto sul Nicaragua del Centro per il 1984-1985. Il progetto combina elementi della proposta di storia orale con la pubblicazione di documenti sul Nicaragua”,
un libro che doveva screditare l’ideologia e le pratiche dei sandinisti.
“Mantenere la parte della storia orale del progetto aumenta i costi complessivi; ma le discussioni preliminari con i registi mi hanno dato l’idea che un improprio documentario potrebbe essere girato sulla base di questi materiali”,
scrisse McColm, riferendosi ad un film del 1984 che criticava ferocemente la Cuba di Fidel Castro.
“Un film del genere avrebbe dovuto essere il lavoro di un rispettato regista latinoamericano o europeo. I film statunitensi sull’America Centrale sono semplicemente ideologicamente rozzi ed artisticamente scarsi”.
Nella lettera di tre pagine di McColm si legge qualcosa di
molto simile a un passo di un libro o film, cercando d’interessare
Raymond nel finanziamento del progetto:
“I Quaderni del Nicaragua saranno anche facilmente accessibili al lettore comune, al giornalista, opinionista, al mondo accademico e simili. Il libro sarà distribuito equamente in generale in questi settori e sono sicuro che sarà estremamente utile. Già costituiscono una forma di samizdat della Freedom House, dato che li distribuisco ai giornalisti negli ultimi due anni, mentre lo ricevo da nicaraguensi scontenti”.
McColm propose
un faccia a faccia con Raymond a Washington e allegò una proposta di sei
pagine per la concessione di 134100 dollari. In base alla proposta, il
progetto doveva includere
“la distribuzione gratuita ai membri del Congresso e ai principali funzionari pubblici; distribuzione nelle gallerie, prima della pubblicazione, per la massima pubblicità e recensioni tempestive su giornali e riviste di attualità; conferenze stampa della Freedom House a New York e presso il National Press Club di Washington DC; articolo da fare circolare in più di 100 giornali…; distribuzione di un’edizione in spagnolo nelle organizzazioni ispaniche negli Stati Uniti e in America Latina; disposizione della distribuzione in Europa attraverso i contatti della Freedom House”.
I documenti
che ho trovato nella biblioteca Reagan non indicano cosa poi successe a
questa specifica proposta. McColm non rispose ad una richiesta via
e-mail di commento in merito al piano sui documenti nicaraguensi o la
precedente lettera di Cherne (morto nel 1999) a Casey sulla modifica del
manoscritto di McComb. Freedom House fu il principale critico del
governo sandinista del Nicaragua e divenne anche uno dei maggiori
destinatari del denaro del National Endowment for Democracy finanziato degli Stati Uniti, fondato nel 1983 sotto l’egida del piano Casey-Raymond.
Gli ultimi documenti resi pubblici, declassificati tra il 2013 e il 2017, mostrano come questi sforzi Casey-Raymond si fusero creando una formale burocrazia PSYOP nel 1986, sempre sotto il controllo operativo di Raymond nel NSC. La combinazione dei programmi di propaganda e PSYOP sottolinea la potenza che il governo degli Stati Uniti, sviluppato più di tre decenni fa, nel diffondere notizie tendenziose, distorte o false. (Casey è morto nel 1987; Raymond nel 2003).
Nel corso di questi
decenni, anche se la Casa Bianca è passata da repubblicani ai
democratici e dai repubblicani ai democratici, lo slancio creato da
William Casey e Walter Raymond ha continuato a perpetrare tali strategie
di “gestione delle percezione/PSYOPS”. Negli ultimi anni, la
formulazione è cambiata, lasciando il posto ad eufemismi più piacevoli
come “smart power” e “comunicazioni strategiche” ma l’idea è sempre la
stessa: come utilizzare la propaganda per spacciare la politica del
governo degli Stati Uniti all’estero e in patria.
Robert Parry Consortium News 25 marzo 2017
Il giornalista investigativo Robert Parry rivelò l’Iran-Contra presso The Associated Press e Newsweek negli anni ’80. È possibile acquistare il suo ultimo libro America’s Stolen Narrative qui e presso Barnes and Noble.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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