Dal
2011, l’Esercito Arabo Siriano (EAS) ha intrapreso una guerra
implacabile sul territorio siriano contro ciò che fin dall’inizio ha
chiamato invasione di estremisti settari armatissimi ed eterodiretti. In
retrospettiva, la natura ridicola degli articoli del Guardian, come “I ribelli siriani si uniscono per cacciare Assad e sostenere la democrazia” è chiara. L’articolo riporta affermazioni sulla Siria in linea con le storie raccontate in occidente, affermando:
“In uno degli scontri più feroci dall’insurrezione, le truppe siriane finalmente hanno preso il controllo della città di Rastan, dopo cinque giorni di intensi combattimenti con i disertori dell’esercito schieratisi con i manifestanti. Le autorità siriane hanno detto che combattono bande terroriste”.
Col senno del poi, e dopo aver
esaminato l’evidente situazione sui campi di battaglia della Siria oggi,
le autorità siriane hanno chiaramente ragione. Poco dopo che la NATO
effettuò con successo il “cambio di regime” in Libia nel 2011, sotto il
falso pretesto dell'”intervento umanitario”, armando, finanziando e
sostenendo via aerea i mercenari settari in Libia, ha iniziato ad
infiltrarli costantemente in Siria dal confine settentrionale con il
membro della NATO Turchia. I terroristi dell’organizzazione
terroristica, secondo il dipartimento di Stato, del Gruppo combattente
islamico libico (LIFG), contattò ufficialmente i terroristi che
combattono in Siria per offrirgli armi, denaro, addestramento e
combattenti. Il London Telegraph riferiva nell’articolo “I capi libici islamici incontrano il libero gruppo dell’opposizione armata siriana“, che:
“Gli incontri indicano i crescenti legami tra il nuovo governo della Libia e l’opposizione siriana. Il Daily Telegraph ha rivelato che le nuove autorità libiche avevano offerto denaro e armi alla crescente insurrezione contro Bashar al-Assad. Belhaj ha anche discusso l’invio di combattenti libici per addestrare le truppe, ha detto la fonte”.
Infatti, i vertici, anche nel lontano 2011-2012, dei cosiddetti “ribelli
moderati” erano legati ad al-Qaida, confermando le dichiarazioni del
governo siriano di lottare contro il terrorismo straniero, e non una
“rivolta pro-democrazia”. Oggi, l’occidente ha espunto ogni retorica
“pro-democrazia”, con l’estremismo settario che chiaramente guida i
militanti dalle frontiere della Siria con Libano e Iraq. Invece,
l’occidente non s’è rassegnato ai tentativi di distinguere i gruppi come
al-Nusra affiliati ad al-Qaida. e la loro controparte dello Stato
islamico (SIIL), sostenendo che quest’ultimo deve essere affrontato con
urgenza, anche a costo di cooperare ancora con l’ex-organizzazione
terroristica designata dal dipartimento di Stato USA.
La lunga guerra della Siria
Mentre i combattimenti feroci in Siria iniziarono nel 2011, la guerra dell’estremismo settario eterodiretto iniziò una generazione prima. Nel 1976-1982 il padre del presidente siriano Bashar al-Assad, Hafiz al-Assad, avviò la grande guerra ai Fratelli musulmani. Dopo la dissoluzione dell’organizzazione in Siria, fuggirono e successivamente furono ricostituiti da Stati Uniti e Arabia Saudita, divenendo al-Qaida nelle montagne dell’Afghanistan, combattendo l’Unione Sovietica. Nella relazione del 2008 del Centro antiterrorismo (CTC) dell’US Army di West Point, “Dimamitardi, conti bancari e sangue: al-Qaida da e per l’Iraq“, affermava inequivocabilmente che:
Mentre i combattimenti feroci in Siria iniziarono nel 2011, la guerra dell’estremismo settario eterodiretto iniziò una generazione prima. Nel 1976-1982 il padre del presidente siriano Bashar al-Assad, Hafiz al-Assad, avviò la grande guerra ai Fratelli musulmani. Dopo la dissoluzione dell’organizzazione in Siria, fuggirono e successivamente furono ricostituiti da Stati Uniti e Arabia Saudita, divenendo al-Qaida nelle montagne dell’Afghanistan, combattendo l’Unione Sovietica. Nella relazione del 2008 del Centro antiterrorismo (CTC) dell’US Army di West Point, “Dimamitardi, conti bancari e sangue: al-Qaida da e per l’Iraq“, affermava inequivocabilmente che:
“Nella prima metà degli anni ’80 il ruolo dei combattenti stranieri in Afghanistan era trascurabile ed ignorato dagli osservatori esteri. Il flusso di volontari provenienti dal centro dei Paesi arabi era solo un rivolo, anche se c’erano legami significativi tra i mujahidin e i musulmani dell’Asia centrale, soprattutto tagiki, uzbeki e kazaki. Individui come il suddetto Abu al-Walid, furono reclutati con campagne di sensibilizzazione ad hoc avviate in Afghanistan, ma nel 1984 le risorse versate nel conflitto da altri Paesi, in particolare Arabia Saudita e Stati Uniti, aumentò come l’efficacia e la raffinatezza dei reclutamenti. Solo allora gli osservatori stranieri notarono la presenza di volontari stranieri. La repressione dei movimenti islamici in Medio Oriente contribuì ad accelerare la partenza dei combattenti arabi per l’Afghanistan. Un processo importante fu la brutale campagna del regime siriano di Hafiz Assad contro il movimento jihadista in Siria, guidato dall'”avanguardia combattente” (al-Talia al-Muqatila) dei Fratelli musulmani siriani. Il giro di vite avviò l’esodo dei militanti dell’avanguardia negli Stati arabi confinanti. Nel 1984, molti di loro si diressero da Arabia Saudita, Quwayt e Giordania al sud-est Afghanistan per combattere i sovietici”.
Nonostante termini come
“repressione” e “brutale campagna,” è chiaro che il CTC si riferisce ai
pesantemente armati e militarizzati movimenti estremisti su cui gli USA
presumibilmente conducono “repressive e brutali” campagne in tutto il
pianeta, anche nel vicino Iraq. E’ anche chiaro che la Siria combatte
l’estremismo settario da decenni, di cui l’attuale violenza protratta è
semplicemente l’ultimo capitolo. E’ anche chiaro che Stati Uniti ed
Arabia Saudita certamente puntellano l’estremismo regionale dei Fratelli
musulmani e delle sue varie fazioni armate, come di al-Qaida e quindi
del SIIL. La Siria combatte una lunga guerra contro gli ascari
dell’imperialismo, i terroristi armati fino ai denti ed infiltrati che
agiscono da mercenari e da pretesto, se tutto il resto fallisse, per i
loro Stati-sponsor d’intervenire direttamente per fermare il caos sparso
dai loro piani.
C’è solo un logico alleato nella guerra al SIIL
Se l’occidente fosse veramente interessato a combattere il SIIL, avrebbe un solo alleato nella regione, l’Esercito Arabo Siriano che combatte ferocemente il SIIL ed i suoi affiliati dal 2011, e i suoi predecessori da decenni. Ciò che l’occidente invece propone è aumentare l’armamento e il finanziamento dei cosiddetti “moderati” del SIIL, al-Nusra e innumerevoli altre fazioni estremiste, svelando l’ipocrisia e la doppiezza assoluta delle sue intenzioni in Medio Oriente e Nord Africa (MENA). Si tratta di geopolitici incendiari che cercano di spegnere le fiamme dei loro crimini gettando benzina sull’inferno che infuria. Infatti, dal 2011 i cosiddetti “moderati” dell'”esercito libero siriano” collaborano apertamente con il LIFG, organizzazione terroristica per gli Stati Uniti.
Se l’occidente fosse veramente interessato a combattere il SIIL, avrebbe un solo alleato nella regione, l’Esercito Arabo Siriano che combatte ferocemente il SIIL ed i suoi affiliati dal 2011, e i suoi predecessori da decenni. Ciò che l’occidente invece propone è aumentare l’armamento e il finanziamento dei cosiddetti “moderati” del SIIL, al-Nusra e innumerevoli altre fazioni estremiste, svelando l’ipocrisia e la doppiezza assoluta delle sue intenzioni in Medio Oriente e Nord Africa (MENA). Si tratta di geopolitici incendiari che cercano di spegnere le fiamme dei loro crimini gettando benzina sull’inferno che infuria. Infatti, dal 2011 i cosiddetti “moderati” dell'”esercito libero siriano” collaborano apertamente con il LIFG, organizzazione terroristica per gli Stati Uniti.
Sarebbe inoltre confermato che l'”esercito libero
siriano” combatte al fianco della filiale di al-Qaida (se non sua componente integrale) al-Nusra
nel territorio che ora sarebbe controllato dal SIIL. Il SIIL infatti
non nasce da moderati idealisti, solo il racconto per nascondere
l’esistenza e l’entità degli aiuti esteri al SIIL in Siria, e ora in
Iraq e in Libano, è cambiato. Fin dall’inizio, e in effetti, prima della
guerra in Siria, una grossa forza mercenaria genocida e settaria fu
prevista per devastare la regione per conto degli Stati Uniti e dei loro
partner regionali, il piano fu svelato già nel 2007. Il giornalista
premio Pulitzer Seymour Hersh avvertì, in un profetico articolo sul New
Yorker del 2007, intitolato “The Redirection, la nuova politica dell’amministrazione avvantaggia i nostri nemici nella guerra al terrorismo?” che:
“Per minare l’Iran sciita, l’amministrazione Bush ha deciso in effetti di riconfigurare le sue priorità in Medio Oriente. In Libano, l’amministrazione collabora con il governo dell’Arabia Saudita, sunnita, in operazioni clandestine volte ad indebolire Hezbollah, l’organizzazione sciita sostenuta dall’Iran. Gli USA inoltre partecipano ad operazioni clandestine contro l’Iran e la sua alleata Siria. Sottoprodotto di tali attività è il rafforzamento dei gruppi estremisti sunniti dalla visione militante dell’Islam ed ostili agli USA, e inclini verso al-Qaida”.
Non si può più negare che l’occidente sia la
causa, non la soluzione, del caos che lentamente devasta tutto il Medio
Oriente e oltre. Non si può negare che l’unica vera forza regionale che
combatte al-Qaida e la miriade di suoi alias sia il governo
siriano con l’appoggio degli alleati Libano, Iraq, Iran e anche della
Russia. L’occidente che posa da “nemico” del SIIL creando una coalizione
composta dagli stessi patrocinatori dell’organizzazione terroristica,
illustra l’audacia concessa all’occidente con i suoi immensi potere ed
influenza ingiustificati, potere ed influenza che devono essere
ridimensionati per risolvere veramente le violenze in Medio Oriente ed
evitare che un caos simile sia istigato in altre parti del mondo.
Tony Cartalucci New Eastern Outlook
Tony Cartalucci, ricercatore e scrittore di geopolitica a Bangkok, per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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