Gli esperti della Fondazione sono giunti alla
conclusione che esiste un distacco sociale tra il Nord e il Sud
dell’Unione Europea e che sta crescendo la differenza tra la ricchezza e
la povertà.
Il settimanale “Wirtschaftswoche” ha
osservato che i promotori della moneta unica avevano promesso il
livellamento economico e sociale. Infatti, all’inizio tutto andava bene.
Gli interessi sui prestiti nei paesi periferici dell’UE sono stati
ridotti avvicinandosi al livello della Germania. C’è stato un boom
dell’edilizia e dei consumi che ha portato all’aumento delle
importazioni e alla crescita degli stipendi.
Ma questa felicità, scrive
il settimanale, è durata poco. Invece di sviluppare il sistema di
istruzione e acquistare moderni macchinari, si è preferito investire i
soldi nella costruzione di intere città senza abitanti. Gli stipendi
crescevano più rapidamente della produttività del lavoro.
Il
risultato è noto, riassume «Wirtschaftswoche». Grecia, Italia, Spagna,
Portogallo e Irlanda si sono indebitati fino al collo, tanto che hanno
dovuto chiedere degli aiuti e avviare una serie di riforme molto
difficili. Questo processo continua ancora oggi, ma è già chiaro che
l’unità dell’Europa ne esce compromessa: il divario tra Nord e Sud sta
crescendo. In sostanza, tutto quanto è stato scritto dal settimanale è
stato confermato anche dagli esperti della Fondazione Bertelsmann.
Gli
autori del rapporto sono giunti alla conclusione che l’economia
evoluta, sebbene crei le premesse della giustizia sociale, di per se non
la garantisce. Pertanto in futuro il tema della giustizia sociale deve
essere messo al centro della politica europea, mentre la politica stessa
deve diventare un elemento indivisibile della priorità della crescita
economica.
Il rapporto della Fondazione tedesca si basa
sull’Indice di giustizia sociale, elaborato dagli esperti della
Fondazione. L’indice viene determinato sulla base di 35 criteri, tra cui
politica volta a prevenire la povertà, accesso dei cittadini
all’istruzione e al mercato del lavoro, efficienza del sistema
sanitario, prospettive che hanno i giovani, grado di consenso sociale e
altri indicatori. Da questo punto di vista i risultati dell’inchiesta
sono abbastanza deludenti persino per i paesi più forti d’Europa.
Per
esempio, la Germania, leader dell’economia europea, dal punto di vista
della giustizia sociale è soltanto al 7mo posto tra i 28 stati membri.
Al vertice della classifica ci sono Svezia, Finlandia, Danimarca e
Olanda. Francia si è piazzata 11ma, Gran Bretagna 13ma, mentre Italia,
Spagna e Portogallo sono scesi al di sotto del 20mo posto. L’ultima è la
Grecia. In tutti questi paesi uno dei problemi più gravi è la
disoccupazione, specie quella dei giovani, che sta battendo tutti i
record. In Italia, per esempio, la disoccupazione dei giovani è salita
al 40%. Anche la minaccia di povertà varia col variare dei gruppi di
età. Tra i giovani questo indicatore è cresciuto negli ultimi 4 anni dal
26 al 28%, mentre nel caso delle persone al di sopra di 65 anni è, al
contrario, diminuito. Ciò significa che le pensioni rimangono abbastanza
stabili, mentre gli stipendi sono diminuiti durante la crisi.
Presentando
il rapporto, il presidente della Fondazione Jörg Dräger ha detto che
“il crescente divario tra i membri dell’UE e le varie generazioni può
screditare la politica e provocare la tensione sociale”. Il capo del
Parlamento europeo, Martin Schulz, da parte sua, ha dichiarato che non
si può “restare impassibili di fronte al fatto che le lacune della
giustizia sociale europea diventano sempre più numerose”. Oleg
Barabanov, titolare della cattedra di politica dell’UE e del Consilgio
d’Europa presso l’Istituto delle relazioni internazionali, sottolinea:
– Il divario tra i paesi del Nord economicamente saldi e quelli del Sud è cresciuto dopo l’allargamento dell’Unione Europea. Nella stragrande maggioranza dei casi l’economia dei nuovi membri era molto più debole di quella dei membri vecchi, pertanto l’UE ha deciso di riorientare gli aiuti verso gli ex paesi dell’area socialista. Ma senza il diretto sostegno finanziario da parte dell’UE, i paesi del Sud si sono rivelati incapaci di mantenere gli equilibri economici. Ciò è servito ad aggravare la crisi.
Insomma, a Bruxelles la
politica continua a prevalere sul pragmatismo. In queste condizioni il
termine “giustizia” ci pare poco appropriato.
Nessun commento:
Posta un commento