lunedì 9 novembre 2015

Flusso, forma (Dominio), manifestazione.


In cosa sei immerso/a? Il reale manifesto è il risultato di una “lavorazione” (per questo “il caso non esiste”) che parte da un flusso di possibile (chiamalo, se meglio credi “energia”), che altri non è che “una condizione di reale precedente ad un certo punto/momento”, interessato da una forma “statica” in attesa, che lo devia rispetto, quindi, ad un certo “prima”:
  • la forma è il Dominio
  • il Dominio è un ordine di umani che ha conseguito una grande concentrazione di massa, tale da risultare “un massimo giurisdizionale locale
  • così che la legge, strumento e memoria della frattalità espansa (il “Genio della lampada”) è obbligata a rimodellare quanto esiste, rimodulandolo in “quanto esisteva” ed, al contempo, autorizzando la trasposizione di informazione relativamente al Dominio (mittente) verso quanto viene ad esistere (destinatario). Questa proiezione “a propria immagine e somiglianza” modifica (1) quanto esiste in quanto esisteva con (2) il relativo shift (spostamento) di quanto era intenzionale... in quanto esiste.
Prima e dopo “l’impatto del flusso con la forma (angolo) di deviazione” = passato e presente.
   
 


Il passato, in seguito, continua a “scivolare via”, disperdendosi anche nella memoria di chi ricorda sempre meno.
È una conseguenza dell’intento dominante, che sparisce strategicamente dal piano del contenuto e che, allo stesso modo, ordisce che anche l’autentico passato venga assorbito e “passi di moda”.
Ora, i tempi che “ti dicono” esistere, sono tre:
  1. passato
  2. presente
  3. futuro.
Ma, nella sostanza, esiste solo il presente (e, prima della deviazione, esiste solo il passato non convenzionale), essendo gli altri… due proiezioni (1) del ricordo e (2) dell’intenzione… provenienti sempre dal presente.
Il tempo va, dunque, ridisegnato in maniera diversa:
  • presente (ciò che rappresenta lo scorrere del possibile, con te mentre fai "surf", ossia, mentre sei dentro/sopra, presente/non presente e nel tuo centro oppure no)
  • passato (ciò che non ricordi più)
  • futuro (ciò che esiste in una varietà di stati infiniti).
Il passato convenzionale è sempre “presente”, ossia, rientrando nel medesimo “ordine di cose”, non è differente nella sostanza, rispetto al presente né rispetto al futuro.
Il futuro convenzionale è una conseguenza della linea di conduzione passato/presente (convenzionale), pertanto rimane sempre nel solco dell’aratro dominante.
Quindi, da questa prospettiva, che cosa hai dimenticato?
Il passato precedente all’attuale forma di tempo “passato/presente/futuro” convenzionale.
Che cosa è avvenuto nel passato precedente?
Ecco il punto. Lascia perdere “che cosa è avvenuto” e sincronizzati attentamente sul fatto centrale che:
è già successo qualcosa”, essendo quel tipo di passato ormai dimenticato, ossia, lasciato indietro rispetto all’attuale linea temporale, preda di un Dominio diverso.
L’umano attuale non è cambiato rispetto a quello del “passato convenzionale” (uomo primitivo a parte, che rimane una sorta di chimera distaccata da famoso anello di collegamento mancante). Ad un certo punto, gli umani assumono la forma attuale. Il sumero piuttosto che l’egizio o “quello che vuoi”, sono già identici a te, per come “sei ora”.
Che cosa significa?
Significa che (1) l’umano è un progetto “abbandonato a se stesso”, (2) che non c’è evoluzione, (3) che tutto è fermo ad una condizione iniziale, (4) frutto di un “concepimento”, che è più un intervento genetico su qualcosa di precedente, piuttosto che una “creazione (da zero)”.
Ossia, (5) l’umano attuale (ciò che la storia deviata ti insegna a scuola) consegue da un certo punto, fissato nel dimenticatoio, sbucando come dal nulla ed autorizzando, di conseguenza, la necessità di un “Creatore distaccato e dotato di 'super poteri'”.
È il consueto vuoto (senza risposte) che rende interdipendente tutto ciò che “viene dopo”, collegando ogni ambito del reale manifesto ad una necessità impellente di “capire” ma... nell’impossibilità di “ricordare”, generando la inevitabile conseguenza dello smarrimento e del relativo “palliativo (placebo)”, al fine di… “non impazzire, cercando la propria ‘causa’ e non trovandola mai, se non ancora nell’illusione, nell’apparenza di giustificazioni di parte, piuttosto che di verità sostanziali”.
L’umano è un progetto abbandonato a se stesso = ad uno stato iniziale non è conseguito nessun progresso “naturale”, mentre ciò che si è sviluppato a partire da questa “stasi” è tutto il resto, ossia, il contorno all’umano – la realtà manifesta.
Ciò che ha iniziato ad essere “lavorato dagli umani”, resi ciechi/Golem rispetto alla forma di Dominio, che “vive, regna ed impera.. nei secoli dei secoli (senza mai apparire direttamente = "nei cieli")”.
Che cosa è la “Magia”?
 

 
È un ricordo disordinato relativamente al “prima (passato originale)”
Perché esiste ancora un simile frammento di memoria, nonostante tutto? Perché la frattalità espansa è, anche, memoria.
Dove stai andando?
Verso quello stato di “Magia” ma, ottenuto per svuotamento della tua identità, trasformandoti in un “consumatore” in luogo di un “centro proprio di riproiezione dell’intento”.
La tecnologia sta riportandoti a quello stato, quando comandavi la realtà per mezzo del “pensiero intenzionale”, ma… ottenuto per mezzo tecnologico (ripetizione) e, sopra a tutto, delocalizzato, rispetto al tuo centro sovrano.
Se ti porti in avanti, rispetto ad “ora”, nel futuro convenzionale (quello che è la “naturale” evoluzione del flusso temporale passato/presente convenzionale “qua, così”)… che cosa puoi evincere?
Che la tecnologia diverrà sempre più (1) tascabile, (2) portabile, (3) indossabile, (4) ingeribile
Ossia? Diverrà come la Magia che molti film e romanzi ti raccontano.
Ma, il “Mago Merlino” di turno, che cosa “sarà, nella sostanza”?
  • un complesso umano/tecnologico
  • un dispositivo comandabile in remoto (da chi/cosa?)
  • una “App Mobile” mossa non localmente, wireless ed in leva da un “centro di comando esterno”.
Accorgiti.

Per cui:

che cosa è la “Magia, qua, così”?
Tutto ciò che riesci a fare per mezzo tecnologico invisibile.
Chi ti rifornisce, dunque, della “Magia”?
I vari produttori internazionali. Ossia, gli asset indiretti del Dominio.
Che cosa era la “Magia”? Forse ancora una forma di tecnologia implementata nel complesso umano. Forse, no… Forse, uno stato proprio di grande concentrazione di massa, che piegava la frattalità espansa ai propri ordini, ossia:
ciò che ancora oggi esegue il Dominio
il Grande Mago che concretizza il proprio intento, per mezzo frattale espanso.

Il reale manifesto è sempre frattale, per cui tende a replicare ogni “stato esistente, anche se dimenticato”. Da “lì” deriva la confusione che comporta l’essere nella corrente senza più avere il proprio auto sostentamento (bussola).
Ci sono molte correnti nella corrente dominante, ma è proprio di quest’ultima che devi iniziare ad accorgerti.
Per poi giungere alla realizzazione che:
la corrente dominante lo è solo “qua, così”, ossia, all’interno di una giurisdizione dominante.
Come, anche dentro in/a qualcosa, impedisci che la località (e la non località remota) abbia la meglio sul tuo centro di sovranità?
Fermandoti e lasciando passare le onde. Accorgendoti che “non è così grave come sembrava”…
Diventando sempre più “un centro proprio”.
Se perdi il lavoro, che cosa succede? Se lo perdi solo tu, è una cosa. Ma, se lo perdono tutti?
Se tutti (la gran parte) si fermano? Il... Mondo si ferma "a fare la conta".
È questa una via del possibile molto difficile da raggiungere, perché la Massa è resa sempre più egoica dal sopravvivere.
Per cui, non ti resta che “pensare per te”.
Sei tu il “Campione”…
Non ci credi, vero? Non ce la puoi fare e non ce la farai mai, dunque.
Vivrai sempre di romanzi e film, immaginando di essere il protagonista della vicenda, per il breve spazio di una parentesi temporale fine a se stessa, ossia, affine allo status quo.
Come, la “Magia”, interagisce con il reale manifesto?





 
Impattando con la tecnologia frattale espansa (natura autentica), che rende tutto possibile, interattivo, di conseguenza…
SPS, per oggi, si ferma qua. A scuola si sarebbe scritto nella giustifica: “per motivi di salute”.
  
Anche se "il caso non esiste".
       
Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2015/Prospettivavita@gmail.com

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