Ai
primi di novembre, mentre celebrava il 150° anniversario della nascita
del metropolita Andrej Sheptitskij, il primo ministro ucraino Arsenij
Jatsenjuk proclamava che “l’esercito ucraino ha combattuto e vinto per 20 mesi“.
Era un annuncio sorprendente per il capo di un governo che ha perso
praticamente tutto ciò che poteva perdere per mancanza di
professionalità e stupidità.
Dando uno sguardo a cifre secche, le forze
armate dell’Ucraina attualmente sono costituite da 188000 truppe. Lo
scorso anno il numero di generali è aumentato del 60%, da 121 nel 2014 a
201 nel settembre 2015. In altre parole, l’esercito ucraino ha ora un
generale ogni 935 soldati. Quali successi tangibili abbiamo visto da
tale macchina intellettuale che si gonfia ogni mese?
Nel conflitto nel Donbas, l’Ucraina ha perso 24000 soldati in operazioni
di combattimento, quasi 54000 furono feriti e oltre 9000 dispersi. I
morti per incidenti non legati ai combattimenti furono 1309, tra cui 873
suicidi. Oltre 3000 mezzi furono completamente distrutti e altri 2000
catturati dalle forze armate della Novorossia come bottino di guerra.
929 carri armati furono distrutti, 887 blindati, 238 lanciarazzi
multipli BM-21 Grad, 836 autoveicoli, 21 aviogetti militari, 32
elicotteri e 46 UAV. 2500 soldati furono presi prigionieri durante i
combattimenti, la maggior parte dei quali restituita ai parenti o
scambiati. Ma le ostilità non sempre erano tali da giustificare panico e
resa.
Per esempio, nell’agosto 2014 vicino Ilovajsk, il comandante
dell’unità comando operativa meridionale Tenente-Generale Ruslan
Khomchak, ordinò alle truppe di superare le posizioni fortificate dei
ribelli, mentre fuggiva dalla zona. Il generale abbandonò anche il suo
autista personale ferito. Quasi un migliaio di soldati ucraini morì quel
giorno. Non sorprende che il Maggiore-Generale Viktor Nazarov, che era
il Capo di Stato Maggiore dell’operazione antiterrorismo (ATO),
affermasse che le diserzioni di massa cominciarono subito dopo.
L’ufficio del procuratore militare dell’Ucraina ha avviato un’indagine
ufficiale su 16000 casi di diserzione dalla “zona della ATO”, così come
su 6000 casi di mancata osservanza degli ordini (la maggioranza contro
ufficiali che si rifiutarono di eseguire ordini suicidi e tentarono di
ritirare le truppe dalle “sacche” o aree in cui furono circondati da
forze nemiche, per minimizzare le perdite). Alla fine, circa 7000
procedimenti penali sono stati aperti contro uomini arruolabili, ma
renitenti agli ordini di mobilitazione.
La celebre 24.ma Brigata
meccanizzata, creata nella città di Javorov in Ucraina occidentale (ora
base degli istruttori della NATO), era sul punto di sbandare dopo essere
stata ripetutamente intrappolata da accerchiamenti tattici
nell’Oriente, subendo pesanti perdite. Corruzione, furto e mancanza di
rifornimenti furono la ciliegina sulla torta dell’autodistruzione
dell’esercito ucraino.
Quattro milioni di grivne (160000 dollari) furono
sottratte da un solo capo dei servizi finanziari delle forze armate
ucraine, il Maggiore Andrej Kvirel, che li prese dalla paga dei soldati.
Tale importo bastava a mantenere un reggimento nella “Zona
Anti-Terrorismo” per quattro mesi. Infine, l’Ucraina non ha praticamente
alcuna forza aerea o navale, e miliardi di grivne sono state pompate
per la costruzione di fortificazioni al confine russo.
Se questo è ciò che il primo ministro Jatsenjuk chiama “vittoria”, allora cosa sarebbe un fiasco militare?
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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