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giovedì 12 novembre 2015

La Vita come quantità iperdimensionale


Esiste una crescente quantità di prove circostanziali e matematica accompagnata da una convinzione in lenta crescita all’interno della comunità scientifica, indicante che la realtà fisica che sperimentiamo sia iper-dimensionale. Ci sono più dimensioni del nostro spaziotempo continuo rispetto alle comuni quattro di cui che normalmente facciamo esperienza: lunghezza, larghezza, altezza e tempo. Il concetto di base che il nostro mondo sia iper-dimensionale in realtà risale a un secolo e mezzo fa. all’innovativa ricerca matematica di Bernhard Riemann e alle teorie fisiche di William K. Clifford. Ma poco è stato fatto con queste basi teoriche, fino a circa tre decenni fa.

Oggi abbiamo due diversi gruppi di teorie iper-dimensionali in funzione della finalità per la quale l’iper-dimensionalità è stato originariamente considerata. Il primo gruppo è composto di teorie puramente fisiche che cercano di spiegare la realtà come una unificazione delle teorie della relatività e quantistica, piuttosto che strettamente teorie della vita o della coscienza, mentre il secondo gruppo è costituito da teorie più specializzate che sono state sviluppate per spiegare i fenomeni anomali o paranormali. Il Biocampo si trova tra questi due gruppi.

Tra le teorie di unificazione puramente fisiche, ne troviamo diverse che hanno bisogno solo di cinque dimensioni per modellare la realtà. L’esempio classico è la teoria originale di Clifford del 1870, che era un primo tentativo di spiegare l’elettromagnetismo in uno spazio tridimensionale curvato in quattro dimensioni con un tempo separato. Gli sforzi lungo questa linea di sviluppo si arrestarono negli anni dopo il 1905, quando Einstein ha dimostrato che il tempo potrebbe essere considerato la quarta dimensione. Einstein poi ha ampliato il suo concetto di spazio-tempo quadri-dimensionale per spiegare la gravità nella teoria della relatività generale, l’inizio di un nuova ma simile linea di sviluppo. Nel 1921, Theodor Kaluza aggiunse una quinta dimensione matematica per unificare la gravità e l’elettromagnetismo come diversi aspetti di un campo combinato singolo.

Cinque anni più tardi, Oskar Klein ha sviluppato un modello di gravità quantistica basato su un’estensione a cinque dimensioni di solo circa una lunghezza di Planck. L’estensione del nostro comune spazio-tempo a quattro dimensioni in cinque dimensioni, necessitava che fosse così piccola da garantire che la quinta dimensione non potesse essere percepita o rilevata in qualsiasi modo. Questa linea di sviluppo si è basata sulla teoria di Kaluza-Klein, piuttosto che la Teoria di Kaluza ed è proseguita nel 1980, quando è stata adottata come base della supergravità a undici dimensioni e delle teorie delle superstringhe a dieci dimensioni.

Tuttavia, l’estensione di Kaluza della relatività generale ha prodotto un’altra meno conosciuta linea di sviluppo. Nel 1938, Einstein e Peter Bergmann hanno dimostrato che l’estensione nella quinta direzione non deve essere estremamente ridotta, ma potrebbe essere macroscopica. Einstein ha rinunciato a questa strategia per sviluppare una teoria del campo unificato dopo solo pochi anni, perché non poteva giustificare come tale quinta dimensione non venisse percepita. Dopo il 1979 James Beichler adottò il modello di Einstein-Kaluza e sviluppò la teoria del campo unico “single (operational) field theory” (SOFT). In questo sviluppo della teoria, un singolo campo continuo riempie tutto lo spazio-tempo a cinque dimensioni. Questo singolo campo è il precursore di tutti gli altri campi fisici e rende possibili materia, gravità, elettricità, magnetismo e gli altri campi naturali nel nostro mondo a quattro dimensioni. Ogni particolare campo è una costruzione fisica specifica del campo a cinque dimensioni nello spazio-tempo quadridimensionale. Un certo numero di altre teorie puramente penta-dimensionali sono state sviluppate lungo altre linee di ragionamento.

Paul Wesson ed i suoi colleghi hanno lavorato sulla teoria Space-Time-Matter (STM). In questa teoria, la materia è indotta dallo spazio-tempo continuo. Un altro tentativo è stato fatto da Robert Var, che richiama una visione tradizionale e classica della teoria elettromagnetica che richiede un etere che riempe, in questo caso, un universo a cinque dimensioni. Il nostro universo è essenzialmente una sfera a quattro dimensioni diffusa nello spazio a cinque dimensioni, come un’onda d’etere proveniente dal Big Bang. Questi diversi esempi non completano la lista delle teorie a cinque dimensioni, ma fornisce un buon esempio della varietà di teorie contendenti. Altrimenti la gamma di teorie iperdimensionali va dalla teoria della supergravità a undici dimensioni degli anni ’80 alla teoria delle superstringhe deca-dimensionale degli anni ’90. Entrambe queste teorie dipendono dal modello a cinque dimensioni di Kaluza-Klein dello spazio-tempo. Con tutte le dimensioni oltre la base di quattro, compattificate tanto da essere essenzialmente non rilevabili.

Per la loro parte, le teorie delle superstringhe molto popolari hanno presentato gravi e schiaccianti difficoltà matematiche per gli scienziati. Una stringa è un oggetto unidimensionale corrispondente a un punto adimensionale nello spazio-tempo a quattro dimensioni che è esteso alla lunghezza di Planck in un circuito chiuso nella quinta direzione. Se la stringa mostra super-simmetria, allora è una superstringa. La teoria postula altre cinque dimensioni, che sono tutte compattificate alla lunghezza di Planck, come è la quinta dimensione. I problemi matematici e le previsioni fisiche di questa teoria sono di gran lunga al di là di qualsiasi possibilità di soluzione per i prossimi due secoli. Tuttavia, se la stringa unidimensionale è invece una Brana (membrana) bidimensionale che è avvolta in un piccolo tubo che forma l’anello a cinque dimensioni, la matematica è semplificata. Aggiungendo una terza dimensione per ottenere una Brana tridimensionale e poi una quarta dimensione per farne una quadridimensionale, si semplifica la matematica ulteriormente.

A questo punto abbiamo una Brana di spazio-tempo a quattro dimensioni allungata nella quinta dimensione, che è, a tutti gli effetti, non più di una possibile variante del modello di Einstein-Kaluza. Se invece, si prende una Brana tridimensionale allungata in una quarta dimensione, con un tempo separato, allora avete una variante del modello originale Clifford del 1870. La teoria delle superstringhe evolve in teoria delle Brane, che a sua volta sta evolvendo in una teoria a cinque dimensioni. Diviene facile vedere che il modello SOFT è equivalente ad altri recenti modelli iperdimensionali, oltre ad essere molto più ricco nelle sue proprietà geometriche, potendo così spiegare molti fenomeni fisici ben noti. SOFT è una unificazione globale e l’unica teoria per spiegare sia la coscienza e il paranormale come conseguenze emergenti logicamente della struttura della nostra realtà fisica a cinque dimensioni, piuttosto che essere una teoria separata il cui unico scopo è di spiegare solo i vari fenomeni anomali e paranormali.

Tutte le teorie iper-dimensionali stanno lentamente fondendosi in un unico comune punto di vista, per cui la nostra realtà fisica ha cinque dimensioni. La proliferazione di teorie iper-dimensionali è simile alla situazione proverbiale in cui un gran numero di uomini ciechi sta cercando di descrivere lo stesso elefante toccando diverse parti del suo corpo. Possono dare diverse descrizioni, ognuna corretta dalla propria prospettiva limitata, ma c’è ancora un solo elefante, così come c’è solo un universo a cinque dimensioni. Tutte queste teorie e modelli iper-dimensionali, tra cui la teoria di Bohm che implica solo una dimensione superiore come ‘variabile nascosta’ o un ‘ologramma’, possono essere unificatie in un unico modello a cinque dimensioni. Una unificazione di questo tipo era il sogno di Einstein e la ricerca alla quale ha dedicato gli ultimi decenni della sua carriera, mezzo secolo prima che il resto della comunità scientifica si interessasse alla unificazione e trovasse le Brane e le T.O.E..

Nell’edizione finale del suo lavoro seminale “Il senso della relatività”, Einstein ha dichiarato tre diversi metodi che potrebbero portare ad una teoria del campo unificato. Uno di quei tre era il modello a cinque dimensioni di Kaluza. Ma Einstein ha aggiunto che il modello a cinque dimensioni non avrebbe mai funzionato a meno che non possa essere spiegato perché non riusciamo a percepire la dimensione extra. La risposta al paradosso che Einstein ha posto in realtà è piuttosto semplice. Sarà mostrato che la vita, la mente e la coscienza sono specifiche strutture del campo a cinque dimensioni, rendendo le nostre percezioni della quinta dimensione completamente paranormali piuttosto che inesistenti come Einstein e tutti gli altri hanno assunto.

Beverly Rubik definisce il Biocampo come “l’endogeno campo elettromagnetico dinamico e complesso (EM) risultante dalla sovrapposizione di campi EM componenti dell’organismo che sono coinvolti in auto-organizzazione e bioregolazione dello stesso”. (Rubik, 709) Dovrebbe essere chiaro che il modello a cinque dimensioni della VITA costruito utilizzando la teoria del campo singolo corrisponde a questa definizione piuttosto bene. Prima la VITA emerge da una complessità di reazioni chimiche, seguita dalla MENTE e dalla COSCIENZA, che regolano e organizzano l’essere vivente. Il rapporto tra questi livelli è strettamente elettromagnetico, anche se è un elettromagnetismo del singolo campo a cinque dimensioni. Rubik afferma inoltre che:
I componenti del biocampo sono campi EM forniti da ciascun oscillatore o movimento di particelle o insieme di particelle, elettricamente cariche, nell’organismo (ioni, molecole, cellule, tessuti, ecc), secondo i principi della fisica convenzionale. Il biocampo risultante può essere concepito come un’onda stazionaria dinamica e complessa (Rubik, 1997b, Zhang, 1995, 1996). Ha ampia larghezza di banda spettrale, essendo composta di molte diverse frequenze EM, analoga a una sinfonia musicale con molte armoniche che cambiano nel tempo. (Rubik, 709)
Anche in questo caso il modello SOFT sembra corrispondere alla descrizione. Il modello rappresenta una deduzione logica dalla fisica convenzionale della teoria di Einstein-Kaluza.


Tratto da Life as a Hyper-Dimensional Quantity di James E. Beichler, Ph.D. (Annual Meeting of the U.S. Psychotronics Association
16 to 18 July 2004, Columbus, OH)
 
Documento completo academia.edu

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