Esiste una crescente quantità di prove circostanziali e matematica accompagnata da una convinzione in lenta crescita all’interno della comunità scientifica, indicante che la realtà fisica che sperimentiamo sia iper-dimensionale. Ci sono più dimensioni del nostro spaziotempo continuo rispetto alle comuni quattro di cui che normalmente facciamo esperienza: lunghezza, larghezza, altezza e tempo. Il concetto di base che il nostro mondo sia iper-dimensionale in realtà risale a un secolo e mezzo fa. all’innovativa ricerca matematica di Bernhard Riemann e alle teorie fisiche di William K. Clifford. Ma poco è stato fatto con queste basi teoriche, fino a circa tre decenni fa.
Oggi abbiamo due diversi gruppi di teorie iper-dimensionali in funzione della finalità per la quale l’iper-dimensionalità è stato
originariamente considerata. Il primo gruppo è composto di teorie
puramente fisiche che cercano di spiegare la realtà come una
unificazione delle teorie della relatività e quantistica, piuttosto che
strettamente teorie della vita o della coscienza, mentre il secondo
gruppo è costituito da teorie più specializzate che sono state
sviluppate per spiegare i fenomeni anomali o paranormali. Il Biocampo si
trova tra questi due gruppi.
Tra le teorie di unificazione puramente
fisiche, ne troviamo diverse che hanno bisogno solo di cinque dimensioni
per modellare la realtà. L’esempio classico è la teoria originale di
Clifford del 1870, che era un primo tentativo di spiegare
l’elettromagnetismo in uno spazio tridimensionale curvato in quattro
dimensioni con un tempo separato. Gli sforzi lungo questa linea di
sviluppo si arrestarono negli anni dopo il 1905, quando Einstein ha
dimostrato che il tempo potrebbe essere considerato la quarta
dimensione. Einstein poi ha ampliato il suo concetto di spazio-tempo
quadri-dimensionale per spiegare la gravità nella teoria della
relatività generale, l’inizio di un nuova ma simile linea di sviluppo.
Nel 1921, Theodor Kaluza aggiunse una quinta dimensione matematica per
unificare la gravità e l’elettromagnetismo come diversi aspetti di
un campo combinato singolo.
Cinque anni più tardi, Oskar Klein ha
sviluppato un modello di gravità quantistica basato su un’estensione a
cinque dimensioni di solo circa una lunghezza di Planck. L’estensione
del nostro comune spazio-tempo a quattro dimensioni in cinque
dimensioni, necessitava che fosse così piccola da garantire che la
quinta dimensione non potesse essere percepita o rilevata in qualsiasi
modo. Questa linea di sviluppo si è basata sulla teoria di Kaluza-Klein,
piuttosto che la Teoria di Kaluza ed è proseguita nel 1980, quando è
stata adottata come base della supergravità a undici dimensioni e delle
teorie delle superstringhe a dieci dimensioni.
Tuttavia, l’estensione di Kaluza della
relatività generale ha prodotto un’altra meno conosciuta linea di
sviluppo. Nel 1938, Einstein e Peter Bergmann hanno dimostrato che
l’estensione nella quinta direzione non deve essere estremamente
ridotta, ma potrebbe essere macroscopica. Einstein ha rinunciato a
questa strategia per sviluppare una teoria del campo unificato dopo solo
pochi anni, perché non poteva giustificare come tale quinta dimensione
non venisse percepita. Dopo il 1979 James Beichler adottò il modello di
Einstein-Kaluza e sviluppò la teoria del campo unico “single
(operational) field theory” (SOFT). In questo sviluppo della teoria, un
singolo campo continuo riempie tutto lo spazio-tempo a cinque
dimensioni. Questo singolo campo è il precursore di tutti gli altri
campi fisici e rende possibili materia, gravità, elettricità, magnetismo
e gli altri campi naturali nel nostro mondo a quattro dimensioni. Ogni
particolare campo è una costruzione fisica specifica del campo a cinque
dimensioni nello spazio-tempo quadridimensionale. Un certo numero di
altre teorie puramente penta-dimensionali sono state sviluppate
lungo altre linee di ragionamento.
Paul Wesson ed i suoi colleghi hanno
lavorato sulla teoria Space-Time-Matter (STM). In questa teoria, la
materia è indotta dallo spazio-tempo continuo. Un altro tentativo è
stato fatto da Robert Var, che richiama una visione tradizionale e
classica della teoria elettromagnetica che richiede un etere che riempe,
in questo caso, un universo a cinque dimensioni. Il nostro universo è
essenzialmente una sfera a quattro dimensioni diffusa nello spazio a
cinque dimensioni, come un’onda d’etere proveniente dal Big Bang. Questi
diversi esempi non completano la lista delle teorie a cinque
dimensioni, ma fornisce un buon esempio della varietà di teorie
contendenti. Altrimenti la gamma di teorie iperdimensionali va dalla
teoria della supergravità a undici dimensioni degli anni ’80 alla teoria
delle superstringhe deca-dimensionale degli anni ’90. Entrambe queste
teorie dipendono dal modello a cinque dimensioni di Kaluza-Klein dello
spazio-tempo. Con tutte le dimensioni oltre la base di quattro,
compattificate tanto da essere essenzialmente non rilevabili.
Per la loro parte, le teorie delle
superstringhe molto popolari hanno presentato gravi e schiaccianti
difficoltà matematiche per gli scienziati. Una stringa è un oggetto
unidimensionale corrispondente a un punto adimensionale nello
spazio-tempo a quattro dimensioni che è esteso alla lunghezza di Planck
in un circuito chiuso nella quinta direzione. Se la stringa mostra
super-simmetria, allora è una superstringa. La teoria postula altre
cinque dimensioni, che sono tutte compattificate alla lunghezza di
Planck, come è la quinta dimensione. I problemi matematici e le
previsioni fisiche di questa teoria sono di gran lunga al di là di
qualsiasi possibilità di soluzione per i prossimi due secoli. Tuttavia,
se la stringa unidimensionale è invece una Brana (membrana)
bidimensionale che è avvolta in un piccolo tubo che forma l’anello a
cinque dimensioni, la matematica è semplificata. Aggiungendo una terza
dimensione per ottenere una Brana tridimensionale e poi una quarta
dimensione per farne una quadridimensionale, si semplifica la matematica
ulteriormente.
A questo punto abbiamo una Brana di
spazio-tempo a quattro dimensioni allungata nella quinta dimensione, che
è, a tutti gli effetti, non più di una possibile variante del modello
di Einstein-Kaluza. Se invece, si prende una Brana tridimensionale
allungata in una quarta dimensione, con un tempo separato, allora avete
una variante del modello originale Clifford del 1870. La teoria delle
superstringhe evolve in teoria delle Brane, che a sua volta sta
evolvendo in una teoria a cinque dimensioni. Diviene facile vedere che
il modello SOFT è equivalente ad altri recenti modelli iperdimensionali,
oltre ad essere molto più ricco nelle sue proprietà geometriche,
potendo così spiegare molti fenomeni fisici ben noti. SOFT è una
unificazione globale e l’unica teoria per spiegare sia la coscienza e il
paranormale come conseguenze emergenti logicamente della struttura
della nostra realtà fisica a cinque dimensioni, piuttosto che essere una
teoria separata il cui unico scopo è di spiegare solo i vari fenomeni
anomali e paranormali.
Tutte le teorie iper-dimensionali stanno
lentamente fondendosi in un unico comune punto di vista, per cui la
nostra realtà fisica ha cinque dimensioni. La proliferazione di teorie
iper-dimensionali è simile alla situazione proverbiale in cui un gran
numero di uomini ciechi sta cercando di descrivere lo stesso elefante
toccando diverse parti del suo corpo. Possono dare diverse descrizioni,
ognuna corretta dalla propria prospettiva limitata, ma c’è ancora un
solo elefante, così come c’è solo un universo a cinque dimensioni. Tutte
queste teorie e modelli iper-dimensionali, tra cui la teoria di Bohm
che implica solo una dimensione superiore come ‘variabile nascosta’ o un
‘ologramma’, possono essere unificatie in un unico modello a cinque
dimensioni. Una unificazione di questo tipo era il sogno di Einstein e
la ricerca alla quale ha dedicato gli ultimi decenni della sua carriera,
mezzo secolo prima che il resto della comunità scientifica si
interessasse alla unificazione e trovasse le Brane e le T.O.E..
Nell’edizione finale del suo lavoro
seminale “Il senso della relatività”, Einstein ha dichiarato tre diversi
metodi che potrebbero portare ad una teoria del campo unificato. Uno di
quei tre era il modello a cinque dimensioni di Kaluza. Ma Einstein ha
aggiunto che il modello a cinque dimensioni non avrebbe mai funzionato a
meno che non possa essere spiegato perché non riusciamo a percepire la
dimensione extra. La risposta al paradosso che Einstein ha posto in
realtà è piuttosto semplice. Sarà mostrato che la vita, la mente e la
coscienza sono specifiche strutture del campo a cinque dimensioni,
rendendo le nostre percezioni della quinta dimensione completamente
paranormali piuttosto che inesistenti come Einstein e tutti gli altri
hanno assunto.
Beverly Rubik definisce il Biocampo come
“l’endogeno campo elettromagnetico dinamico e complesso (EM) risultante
dalla sovrapposizione di campi EM componenti dell’organismo che sono
coinvolti in auto-organizzazione e bioregolazione dello stesso”. (Rubik,
709) Dovrebbe essere chiaro che il modello a cinque dimensioni della
VITA costruito utilizzando la teoria del campo singolo corrisponde a
questa definizione piuttosto bene. Prima la VITA emerge da una
complessità di reazioni chimiche, seguita dalla MENTE e dalla COSCIENZA,
che regolano e organizzano l’essere vivente. Il rapporto tra questi
livelli è strettamente elettromagnetico, anche se è un elettromagnetismo
del singolo campo a cinque dimensioni. Rubik afferma inoltre che:
I componenti del biocampo sono campi EM forniti da ciascun oscillatore o movimento di particelle o insieme di particelle, elettricamente cariche, nell’organismo (ioni, molecole, cellule, tessuti, ecc), secondo i principi della fisica convenzionale. Il biocampo risultante può essere concepito come un’onda stazionaria dinamica e complessa (Rubik, 1997b, Zhang, 1995, 1996). Ha ampia larghezza di banda spettrale, essendo composta di molte diverse frequenze EM, analoga a una sinfonia musicale con molte armoniche che cambiano nel tempo. (Rubik, 709)
Anche in questo caso il modello SOFT
sembra corrispondere alla descrizione. Il modello rappresenta una
deduzione logica dalla fisica convenzionale della teoria di
Einstein-Kaluza.
Tratto da Life as a Hyper-Dimensional Quantity di James E. Beichler, Ph.D. (Annual Meeting of the U.S. Psychotronics Association
16 to 18 July 2004, Columbus, OH)
16 to 18 July 2004, Columbus, OH)
Documento completo academia.edu
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