mercoledì 18 novembre 2015

Necronomicon, Libro Eretico tra Leggenda e Realtà

Intro - Anticorpi.info

Dopo circa 80 anni dalla scomparsa del grande autore americano Howard Phillips Lovecraft, vi è ancora incertezza circa la provenienza delle idee che diedero alla luce il suo immaginario. Oggi l'universo lovecraftiano sembra riecheggiare nelle teorie di alcuni autori che si dedicano a reinterpretare il contenuto di antichi testi sacri ed apocrifi in chiave 'esopolitica', cioè di interferenze aliene nei fatti della storia umana. Molti lettori di Lovecraft avranno notato le analogie esistenti tra alcune opere di autori come Sitchin, Biglino, Freixedo ed i racconti del Solitario di Providence.

La parte main-stream della critica tende ad attribuire l'innovatività di Lovecraft alla straordinaria alchimia generata dalla sua immaginazione combinata ad una profonda conoscenza della mitologia biblica, sumera e babilonese. D'altro canto, un gruppo di cultori e studiosi è convinto che l'autore americano abbia attinto le sue storie da alcuni segreti appresi nel corso della militanza in massoneria. Insomma, molti esperti tendono a considerare Lovecraft una sorta di whistleblower di una sapienza proibita.

Tra gli elementi più caratteristici della narrativa lovecraftiana, un posto di rilievo spetta al Necronomicon. Secondo la versione main-stream il Necronomicon sarebbe uno pseudobiblium, cioè un libro mai scritto, citato in letteratura come se fosse realmente esistente; un espediente letterario creato da Lovecraft per infondere verosimiglianza nei propri racconti. Il nome del presunto autore del Necronomicon: Alhazred, viene interpretato come un gioco di parole costruito sul significato nascosto dell'inglese all has read, ovvero ha letto tutto, in riferimento alla grande cultura che avrebbe contraddistinto l'autore del libro.

Tale corrente tuttavia continua a sostenere che il Necronomicon fosse un libro di evocazione dei defunti, cioè un testo di 'comune' negromanzia, mentre in effetti - anche nella letteratura lovecraftiana - i 'morti' indicati nel titolo sarebbero antiche entità non umanedefunte solo temporaneamente.
 "Non è morto ciò che può attendere in eterno, e col volgere di strani eoni anche la morte può morire." H.P. Lovecraft - La Città Senza Nome
L'altra corrente - supportata dal saggio che segue -  afferma invece che il libro sia reale e tuttora esistente in un numero molto limitato di esemplari, e che lo stesso Lovecraft ne abbia descritto solo sommariamente il contenuto, non avendo mai avuto l'opportunità di leggerlo. Alcune fonti ritengono che Lovecraft abbia appreso dell'esistenza Necronomicon - indirettamente - addirittura da Aleister Crowley, che affermava di aver letto la traduzione realizzata da John Dee, celebre alchimista inglese.

L'anello di congiunzione tra Crowley e Lovecraft sarebbe stata una donna. Nel 1918 Crowley si trovava a New York dove collaborava come giornalista per The International e Vanity Fair. Qui fece la conoscenza della giovane scrittrice Sonia Greene, dalla quale fu poi invitato a tenere una conferenza sulla poesia moderna. Nel 1921 la Greene incontrò Lovecraft, ed il 3 marzo del 1924 i due si sposarono ...

Buona lettura.
Traduzione e sintesi di Anticorpi.info


§§§
 
Cos'è il Necronomicon.
Il Necronomicon (letteralmente: Libro dei Nomi dei Morti, oppure Descrizione delle Leggi dei Morti) non è - come si ritiene comunemente - un grimorio, cioè un libro di incantesimi. Fu concepito come una narrazione, 'un libro di cose ormai morte e sepolte', un libro di (prei)storia, più che un'opera di negromanzia.

Stile e metodo di scrittura ricordano quelli di Madame Blavatsky per la tendenza dell'autore a raccogliere e confondere realtà, voci, speculazioni e complete sciocchezze. Il risultato è un vasto compendio a tratti insensato, quasi illeggibile, che denota più di una somiglianza superficiale con La Dottrina Segreta della Blavatsky. In passato il libro era noto come Al AzifLibro degli Arabi. Azif è una parola con cui gli arabi si riferiscono agli insetti notturni, ma è anche un riferimento al leggendario urlo dei demoni (Djinn). Il Necronomicon fu scritto in sette volumi, per una lunghezza di oltre 900 pagine nell'edizione latina.

Dove e Quando fu Scritto.
Fu scritto a Damasco nel 730 dC da (secondo Lovecraft) Abdul Alhazred.

Chi era Abdul Alhazred.
Quel poco che sappiamo dell'autore proviene in larga parte da alcune informazioni biografiche contenute nello stesso Necronomicon. Nacque a Sanaa, nello Yemen, viaggiò molto, da Alessandria a Punjab, e trascorse molti anni in totale solitudine, nel deserto a sud dell'Arabia. Aveva un talento per le lingue, ed in diversi passi del libro si vanta della propria capacità di leggere e tradurre manoscritti inaccessibili agli studiosi minori. La sua metodologia di ricerca ricorda più Nostradamus che Erodoto. Come Nostradamus, inserisce se stesso nella storia nelle Quartine 1 e 2: 
"Seduto da solo di notte in uno studio segreto, 
su un treppiede di ottone. 
Una lieve fiamma spunta dal nulla 
e fa si che non creda invano. 
La bacchetta in mano è posta 
al centro del treppiede. 
Spruzza con acqua sia l'orlo 
della sua veste che il suo piede. 
Una voce, la paura, trema nelle sue vesti. 
Splendore divino, il dio gli siede vicino."
Nostradamus faceva ricorso alla magia cerimoniale per sondare il futuro, ed Alhazred utilizzava simili tecniche (abbinate alla bruciatura di un incenso composto da franchincenso, storace, dittamo, oppio ed hashish) per sondare il passato, ed è proprio questo elemento, in combinazione con una sostanziale assenza di riferimenti, che ha indotto gli storiografi ad ignorare il contenuto del Necronomicon. Alhazred viene spesso definito come 'l'Arabo Pazzo' o il 'Poeta Pazzo', e benché sia indubbia la sua eccentricità rispetto agli standard moderni, non esiste alcuna prova a sostegno di tale accusa (se si esclude la sua cronica incapacità di mantenere una linea di pensiero per più di pochi paragrafi prima di partire per la tangente).

E' interessante notare come la parola utilizzata per definire la sua follia (majnun) abbia il secondo significato, molto antico, di 'posseduto dai demoni.' Aspetto che chiariremo più avanti. Alhazred è stato accostato a figure come quella del filosofo greco neoplatonico Proclo (410-485 dC). Proclo era maestro di astronomia, matematica, filosofia e metafisica, ma era anche sufficientemente esperto in tecniche magiche di teurgia da essere in grado di evocare la presenza visibile di Ecate (dea della magia nella religione greca e romana - n.d.t.). Proclo era anche un iniziato delle religioni misteriche egiziane e caldee. Non è un caso che Alhazred avesse una grande familiarità con le opere di Proclo.

Storia Editoriale.
Non è nota l'esistenza di manoscritti in lingua araba. L'autore Idries Shah ha effettuato una ricerca del testo arabo nelle biblioteche di Deobund in India, Al-Azhar in Egitto, e della Città Santa della Mecca, senza successo. Nel 1487 (non nel XVII Secolo come sostiene Lovecraft) fu redatta una traduzione in latino da parte del frate domenicano Olaus Wormius. Costui, tedesco di nascita, fu uno dei segretari del primo Grande Inquisitore spagnolo, Tomas de Torquemada, ed è probabile che il manoscritto del Necronomicon fosse entrato in suo possesso durante la persecuzione dei mori spagnoli ('moriscos'). Per un uomo nella posizione di Wormius, in quel contesto, la traduzione e stampa di un testo come il Necronomicon era un atto di pura follia. Il libro dovette esercitare sul monaco un fascino ossessivo che travalicò il buon senso.

Infatti dopo che ne inviò una copia a Johann Tritheim, abate di Spanheim (meglio noto come Trithemius), fu accusato di eresia e messo al rogo. La lettera di accompagnamento conteneva un'interpretazione dettagliata e blasfema di alcuni passi del libro biblico della Genesi. Praticamente tutte le copie della traduzione di Wormius furono sequestrate e arse al rogo insieme al loro fautore, per quanto esista un fondato ed inevitabile sospetto che almeno una copia fu risparmiata ed archiviata nella Biblioteca Vaticana.

Quasi un secolo dopo, nel 1586, una copia della traduzione latina di Wormius ricomparve a Praga. Il dr. John Dee e il suo assistente Edward Kelly si trovavano alla corte dell'imperatore Rodolfo II, impegnati nei loro studi alchemici. Kelly acquistò il raro esemplare del testo dal cosiddetto Black Rabbi, il cabalista e alchimista Jacob Eliezer, fuggito dall'Italia dopo essere stato accusato di negromanzia. A quel tempo Praga era diventata una sorta di calamita per maghi, alchimisti e ciarlatani di ogni genere con il patrocinio di Rodolfo, e non è difficile credere che possa essere stata proprio Praga il teatro della ricomparsa del Necronomicon. Sembra che il libro abbia esercitato una forte influenza su Kelly, dal momento che dopo esserne entrato in possesso produsse una straordinaria canalizzazione che - si narra - inondò d'orrore la casa di Dee.

Aleister Crowley interpretò tale episodio come un primo tentativo effettuato da una entità extra-umana di entrare in contatto per dettare il Libro della Legge Thelemica.

Poco dopo l'episodio di canalizzazione, Kelly decise di separarsi da Dee. Quest'ultimo tradusse il Necronomicon in inglese mentre ricopriva il ruolo di direttore del Christ College di Manchester, ma la sua traduzione non fu mai data alle stampe. Il manoscritto finì poi nella raccolta privata del grande collezionista Elias Ashmole, e successivamente negli scaffali della Bodleian Library di Oxford. Stralci del Necronomicon furono tradotti in ebraico (probabilmente nel 1664) e distribuiti sotto forma di manoscritti abbinati ad un ampio commento ad opera di Nathan di Gaza, apologista mistico dello pseudo-messia Sabbatai Zvi. Tale versione fu intitolata Sefer ha-ha-Sha'are Daath (Il Libro delle Porte della Conoscenza). La storia che circonda questa versione è così insolita da meritare una trattazione separata, che potrete leggere più avanti.
Per finire va notato che al giorno d'oggi esistano numerosi falsi del Necronomicon; testi caratterizzati da una totale assenza di intelligenza ed immaginazione, qualità che al contrario Alhazred possedeva in abbondanza.

Il Tema del Necronomicon.
Il libro è molto noto a causa delle sue speculazioni antidiluviane. Sembra che Alhazred avesse avuto accesso a tutta una serie di fonti ormai perdute, in cui gli eventi solo accennati nella Genesi biblica e nel libro di Enoch, o mascherati da miti in altre culture, erano riportati in dettaglio. Alhazred ricorreva a dubbie tecniche magiche per sondare il passato, tuttavia condivise con scrittori greci del V secolo come Tucidide un forte senso critico ed una inesauribile volontà di esplorare il significato di antichissimi miti e scritture. Le sue speculazioni sono di concezione assai moderna, e ciò spiega almeno in parte l'attuale popolarità. Era convinto che prima della comparsa dell'umanità la Terra sia stata popolata da altre specie intelligenti, e che molta conoscenza sia stata tramandata al genere umano attraverso 'contatti' avvenuti con esseri provenienti da 'oltre le sfere' o da 'altre sfere.'

Alhazred condivideva con alcuni neoplatonici la convinzione che le stelle fossero simili al nostro sole, e che avessero i loro pianeti con le relative proprie forme di vita, ma elaborò questa convinzione integrandola con una buona dose di metafisica, per cui tali esseri farebbero parte di una gerarchia cosmica di evoluzione spirituale. Sosteneva inoltre di essere entrato in contatto - per mezzo di evocazioni magiche - con gli esseri che definiva gli Antichi, entità che attendevano di tornare a dominare la Terra. Sorprendentemente, basò le proprie speculazioni anche sul libro dell'Apocalisse di San Giovanni, del quale invertì il finale, prevedendo il trionfo della Bestia dopo una grande guerra che devasta la Terra.

Gli Antichi.
Risulta piuttosto evidente che Alhazred elaborò la teoria degli Antichi basandosi su un insieme di tradizioni preesistenti, e che abbia inventato ben poco. Secondo Alhazred gli Antichi sarebbero esseri esistenti 'al di là delle sfere', presumibilmente le sfere dei pianeti. Creature sovrumane ed extra-umane che dopo essersi incrociate con gli umani avrebbero generato una progenie mostruosa. Attraverso quest'ultima, un insieme di conoscenze proibite sarebbe stato tramandato al genere umano. Tali esseri sarebbero impegnati nella continua ricerca di un canale di accesso al nostro piano di esistenza.

Si tratta di una storia praticamente identica alla tradizione ebraica dei Nephilim (i giganti descritti in Genesi 6,2 - 6,5). Il termine significa letteralmente 'caduti' e deriva dalla radice ebraica del verbo NapHal, che vuol dire 'cadere.' La storia narrata nella Genesi sarebbe solo un frammento di una tradizione più ampia, di cui un altro frammento può essere riscontrato nel Libro di Enoch. Secondo tale versione, un gruppo di angeli inviati per vigilare sulla Terra concupì le figlie degli uomini. Non volendo agire individualmente, duecento di questi 'Vigilanti' fecero un giuramento collettivo, scesero sulla terra e presero moglie. Le loro mogli partorirono una prole di giganti. I giganti si rivoltarono alla natura e iniziarono a 'peccare contro gli uccelli e le bestie ed i rettili ed i pesci, a divorarsi l'un l'altro ed a bere il sangue.'

Gli angeli caduti insegnarono agli uomini l'astrologia e l'agricoltura, a creare armi da guerra e fabbricare gioielli, e tramandarono loro altri segreti. Tali miti sparpagliati furono raggruppati e rielaborati all'interno di testi sacri ebraici come il Talmud, in cui risulta che le vicende riportate nel Libro di Enoch e nella Genesi biblica si riferiscano alla medesima tradizione. Secondo tale interpretazione, il grande Diluvio della Genesi sarebbe stato una punizione diretta al male causato dall'unione dell'umanità con gli angeli caduti. Mediante esso, gli angeli caduti sarebbero stati scacciati e vincolati:

"E ho visto che le cose erano caotiche. E ho visto qualcosa di orribile: Non ho visto un cielo sopra, né una terra sotto, ma ho visto un luogo caotico e orribile. E lì ho visto sette stelle del cielo che ardevano, legate ad essa come grandi montagne, e Allora ho detto:
'Per quale colpa sono state legate, e sono state gettate quaggiù?'
Poi disse Uriel, il capo dei santi angeli che erano con me:
'Enoch, perché chiedi, e perché sei ansioso di conoscere la verità? Sette è il numero delle stelle del cielo che hanno trasgredito il comandamento del Signore, e che saranno imprigionate qui per diecimila anni, fino a quando il tempo consumerà i loro peccati."
Secondo le tradizioni arabe i Jinn o Djinn erano delle creature sovrumane - create dal fuoco - che esisterono prima della creazione del genere umano. Alcune tradizioni li descrivono come inferiori agli esseri umani, ma la gran parte delle leggende popolari attribuisce loro un numero illimitato di poteri magici; difatti il mito dei Djinn è sopravvissuto e si è diffuso fino ai giorni nostri sotto forma dei geni della lampada in stile Le Mille e una Notte. L'Islam subordina i Djinn al Corano, e li descrive come folletti e fate che con il passare del tempo persero le loro qualità per diventare entità oscure ed estremamente malvagie. Ai tempi di Alhazred le antiche leggende sui Djinn erano più note che mai, e si narra che i maghi arabi ('muqarribun') tentassero di acquisire conoscenza e potere proibiti mediante l'evocazione dei Djinn.

Le Evocazioni.
Gran parte degli occultisti concordano che il sistema di contattismo enochiano di Dee e Kelly fosse direttamente ispirato dalle sezioni del Necronomicon che descrivono le tecniche usate da Alhazred per evocare gli Antichi. Va ricordato che il Necronomicon contenga soprattutto un resoconto storico, e benché accenni ad alcuni dettagli pratici e formule, non possa assolutamente considerarsi alla stregua di una guida passo-passo per evocatori principianti. Dee e Kelly quindi avrebbero integrato tali dati con le loro pratiche personali, ed il sistema che ne scaturì fu la risultante di una commistione di idee tratte dal Necronomicon e da tecniche di altra provenienza.

Sigillum Dei / Signum Dei Vivi
Sigillum Dei / Signum Dei Vivi

Non vi è alcun dubbio che il Sigillum Dei / Signum Dei Vivi (Segno del Dio Vivente - disegno in alto), il linguaggio Enochiano e le chiamate o chiavi enochiane provenissero dal Necronomicon, dunque siamo portati a dubitare dell'affermazione secondo cui Dee e Kelly li avrebbero appresi mediante un contatto con l'Arcangelo Uriel. Lo scrittore, drammaturgo e politico britannico Bulwer Lytton, che sembra abbia avuto modo di studiare il manoscritto di Dee, affermò senza mezzi termini che quelle tecniche fossero state trascritte direttamente dal libro, e che se erano realmente il frutto di una canalizzazione dell'arcangelo Uriel, allora il ricevente doveva essere stato Alhazred in persona. Il nome stesso del sistema Enochiano rappresenta di per se un indizio che quel metodo si rifacesse direttamente alle tradizioni registrate nel Libro di Enoch, e che l'intenzione di Dee e Kelly fosse proprio quella di evocare i Nephilim, o Grandi Antichi.

Collegamenti con la Mitologia Nordica.
Le somiglianze esistenti tra il tenore apocalittico della mitologia norrena e gli eventi profetizzati da Alhazred, hanno sollevato speculazioni.

Una recente ricerca ha rivelato un collegamento bizzarro e del tutto inaspettato. Nel mito norreno esistono gli dei della terra e dell'umanità, Aesir e e Vanas, ai quali si contrappone un gruppo di antichi poteri ostili incarnati dai giganti del fuoco e del ghiaccio abitanti ai margini del Grande Abisso Ginnunga-gap, e anche da Loki (il fuoco) con la sua sua progenie mostruosa. Nel tempo del Ragnarok, cioè il crepuscolo degli dei, è scritto che tali antichi poteri ritorneranno per scatenare una lotta mortale. Tra di essi i più devastanti sono Surtur ed i giganti di fuoco Muspelheim, i quali completeranno la distruzione del mondo.

Questo canovaccio ricalca essenzialmente la profezia di Alhazred sul ritorno degli Antichi, ed è anche la profezia di Crowley (religione di Thelema) sull'Eone di Horus, dio conquistatore del fuoco. I giganti di fuoco Muspelheim non sono altro che i Djinn, ed è plausibile supporre che Surtur sia una corruzione del nome Surturiel. Uriel, l'angelo biblico incaricato di vigilare sui Nephilim, prende il nome dalla parola ebraica che indica il fuoco. Proprio come Surtur, impugna una spada di fuoco. Il nome di Uriel sembra ricorrere molto spesso nei miti del Necronomicon. Mentre ufficialmente si tratterebbe di uno degli arcangeli della Presenza di Dio, estemporaneamente emerge un lato oscuro che induce a chiedersi se sia il vigilante dei Nephilim oppure il loro comandante in capo. Tutto ciò potrebbe riflettere l'ambivalenza simbolica del fuoco, ma potrebbe anche voler significare che gli angeli e gli Antichi siano in realtà due lati della stessa medaglia.

Tali analogie tra il Necronomicon di Alhazred ed il mito di Ragnorok sulle prime potrebbero sembrare semplici coincidenze, ma acquisiscono sostanza se si viene a conoscenza di come il Necronomicon giunse fino al nord, in Islanda.

Questa storia ebbe inizio nella città di Harran, nel nord della Mesopotamia. Si trattava di una località molto particolare, in quanto mentre il resto della regione era stata sottomessa dagli arabi e convertita all'Islam nel 633-643 d.C., Harran restò libera. Nella regione di Harran si continuò a praticare il paganesimo e adorare la luna ed i sette pianeti. Ancora più notevole è il fatto che presso Harran fossero custoditi un gran numero di documenti ermetici e neoplatonici. Quando venivano obbligati a nominare un profeta da sottoporre all'approvazione del Corano, gli abitanti di Harran nominavano regolarmente Hermes Trimegisto e il suo insegnante Agathos Daemon. Con il passare del tempo molti cittadini di Harran si trasferirono a Baghdad, dove formarono una comunità nota come i sabei.

La conoscenza della lingua greca dava loro accesso ad una vasta gamma di letteratura, e molti sabei divennero famosi in campi quali la filosofia, la logica, l'astronomia, la matematica e la medicina. Alhazred li descrisse come una comunità 'nota per la conoscenza delle cose ormai lontane.' E' molto probabile che trascorse un periodo di studio tra di essi, periodo in cui constatò come quella comunità fosse riuscita a mantenere legami diretti con il paganesimo, la filosofia e le tradizioni segrete delle culture ellenica ed araba, anche dopo che furono dichiarate eretiche.

I sabei sopravvissero come comunità distinta fino all'XI secolo, quando la forza dell'ortodossia islamica crebbe fino ad impedire la sopravvivenza di qualsiasi comunità giudicata eretica. Fu proprio in quel periodo (fonti norvegesi indicano la data del 1041 o 1042) che nella città di Bisanzio emerse un notevole corpo di documenti molto insoliti, di cui si impossessò Michele Psello, famoso storiografo, filosofo neoplatonico e demonologo. La maggior parte dei documenti formava ciò che in seguito sarebbe stato denominato Corpus Hermeticum, ma della ricca documentazione facevano parte anche altri scritti, tra cui una copia siriaca dell'Al Azif, che Psello tradusse in greco.

Nell'XI secolo il duca Guglielmo di Normandia invase l'Inghilterra e uccise re Aroldo II d'Inghilterra. La figlia del re Aroldo II d'Inghilterra sposò il principe Vladimir Monomakh di Kiev (la cui madre era figlia di Costantino IX di Bisanzio). I russi, assistiti da un gran numero di scandinavi, invasero Bisanzio nel 1043, un evento testimoniato dallo stesso Michele Psello attraverso un ritratto di se stesso in piedi a fianco dell'Imperatore. Harald Hadrada, che in seguito divenne re di Norvegia, si aggregò all'esercito bizantino con un grande seguito di guerrieri scandinavi (Varanger), in una campagna che culminò con lo spodestamento dell'imperatore bizantino Michele Califfati, nell'anno 1042.

Re Harald Hadrada di Norvegia invase l'Inghilterra nel 1066 e fu ucciso da re Aroldo II d'Inghilterra, il quale fu ucciso dal duca Guglielmo nella battaglia di Hastings. Poche soap opera sono incasinate come il viavai che ebbe luogo in Europa in quel periodo.

Gli scandinavi (vichinghi) furono impiegati in numero significativo come guardie del corpo (Varanger) degli imperatori bizantini. La maggior parte dei Varanger parlava fluentemente la lingua greca. Era usanza comune che alla caduta di un imperatore, al Varanger fosse permesso di saccheggiarne il palazzo ed appropriarsi di qualsiasi cosa fosse in grado di portare via. Harald partecipò a tre saccheggi, e le cronache narrano che ne ricavò grandi ricchezze. Harald aveva due stretti compagni d'arme: Halldor Snorrason e Ulf Ospaksson. Quest'ultimo era un uomo estremamente scaltro e colto, e alla fine prese in moglie la sorella di Harald, diventando un Marshall della Norvegia.

Ulf era un incorreggibile macchinatore, un appassionato poeta che parlava un ottimo greco ed amava trascorrere il tempo in compagnia di Psello, in parte per discutere di poesia greca, ma soprattutto per tastare il polso dell'opinione pubblica delle genti invase. Ulf assisté Psello nella traduzione dell'Al Azif, e ne discusse con lui il contenuto. Dopodiché la traduzione realizzata da Psello sparì, in quanto rubata (forse da Halldor) oppure finita per sbaglio in qualche operazione di sfoltimento del bottino considerato 'inutile.'

Fortunatamente Psello possedeva ancora la versione originale siriaca. A questo punto possiamo soltanto congetturare. Non sappiamo come Halldor Snorrason entrò in possesso dell'Al Azif. Sappiamo che Ulf e Halldor tornarono in Norvegia con Harald, e che poi Halldor proseguì fino alla patria natale, cioè l'Islanda, portando con se la storia delle avventure di Harald e molto altro. E' un dato certo, in quanto il discendente di Halldor fu Snorri Sturluson (1179-1241), celebre esponente della letteratura islandese ed autore di molte opere importanti. E' noto che Sturluson fosse in possesso di una grande quantità di materiale per effettuare le proprie ricerche storiche, ed è molto probabile che fu allora che alcuni elementi dell'Al Azif - Necronomicon - si confusero con la mitologia tradizionale nordica, in larga parte tramandata proprio dalle opere di Sturluson.

Che fine ha fatto la traduzione greca di Michele Psello?
Questa è una bella domanda...

Nathan di Gaza.
Come si diceva nel paragrafo dedicato alla storia editoriale del Necronomicon, uno dei personaggi più singolari che ne segnò la storia fu Nathan di Gaza, artefice di un evento molto singolare nella storia del giudaismo. Nel 1665, quando aveva solo 21 o 22 anni, Nathan si diede a proclamare che Sabbatai Zvi fosse l'atteso messia. Di per se ciò non avrebbe molto di straordinario, considerati i molti altri 'aspiranti' messia di cui pullula la storia ebraica, ma in questo caso le straordinarie personalità di Nathan e Sabbatai Zvi fecero si che la notizia dell'avvento del Messia si diffondesse 'viralmente' in tutta Europa. Le ripercussioni di tale evento si protrassero per un secolo. Dopo di allora l'ebraismo non sarebbe stato più lo stesso.

Nathan nacque a Gerusalemme nel 1643 o 1644. Poi si trasferì a Gaza, città della sua sposa, la figlia di un ricco mercante. Era un brillante studente della Torah e del Talmud, e nel 1664 intraprese lo studio della Kabbalah. L'atmosfera in quel momento era pregna dell'aspettativa della venuta del Messia.

Il brillante e carismatico cabalista Isaac Luria aveva lasciato intendere che il processo di restauro fosse prossimo al completamento, e che il tempo della redenzione e del Messia fosse vicino. Una delle caratteristiche chiave della Kabbalah di Luria era la convinzione che a causa di una catastrofe primordiale avvenuta durante la creazione dell'universo, le anime degli esseri umani fossero precipitate in un mondo grossolanamente materiale, vicino al regno del klippoth. Il klippoth era considerato la fonte del male. Il termine significa 'guscio' o 'conchiglia', dunque il klippoth era l'insieme dei gusci di materialità che irretiscono lo spirito (scintille prigioniere).

Il presunto messia Sabbatai Zvi sembra soffrisse di manie depressive. Era proprio durante tali 'stati maniacali' che emergeva la forza prorompente della sua personalità. Alcuni resoconti riportano che durante alcuni stati estatici il suo viso letteralmente si illuminasse come un sole. In tali situazioni, Sabbatai compieva azioni che nessun ebreo avrebbe mai compiuto.

Nathan scrisse un documento intitolato Trattato dei Draghi (i draghi sarebbero il klippoth) che era una sorta di tentativo di mitizzazione dei comportamenti di Zvi, rappresentandoli in termini di necessità da parte del messia di scendere nel mondo del klippoth per riscattare le restanti scintille.

Poco prima della pubblicazione di tale trattato, Nathan diffuse anche un curioso documento, il Sefer ha-ha-Sha'are Daath. Il testo era descritto come un commento di due capitoli del Libro di Alhazred, Storia Antica del Mondo. Il titolo significa Libro delle Porte della Conoscenza.

Lo scopo di Nathan era quello di sviluppare una metodologia per l'esplorazione sistematica dei regni del klippoth, come parte della missione messianica di redimere le scintille utilizzando alcune delle tecniche di Alhazred.

Nathan attirò un enorme seguito e per molti anni l'ebraismo fu lacerato da molte accuse di eresia. Diversi rabbini importanti e leader della comunità si schierarono con Nathan, e furono necessari oltre cento anni affinché le acque smosse dalla dottrina di Nathan di Gaza si placassero. Alla fine, il movimento sabbatiano si eclissò nella clandestinità.

Oggi è risaputo che una copia del Sefer ha-ha-Daath Sha'are sia sopravvissuta e custodita in una biblioteca privata, ma nessun collezionista ha mai ammesso di possederla.

Gli Esemplari Superstiti.
Ancora una volta possiamo ipotizzare che Aleister Crowley sia entrato in contatto con una copia del Necronomicon nel lungo periodo in cui operò all'interno dell'Ordo Templi Orientis (OTO). Negli anni 1933-1938 le poche copie conosciute del Necronomicon semplicemente sparirono; qualche occultista del governo di Hitler si diede a sequestrare tutte quelle che riuscì a scovare. La traduzione di Dee sparì dalla Bodleian nella primavera del 1934. Il British Museum - vittima di numerosi furti - eliminò dal proprio catalogo la versione Wormius. Altre biblioteche persero le loro copie, e oggi non esiste biblioteca che includa nel proprio catalogo una voce riferita a copie originali del Necronomicon. Circola la storia di un grande nascondiglio ricavato durante la seconda guerra mondiale nella zona montagnosa di Osterhorn, vicino Salisburgo, per custodire molti documenti occulti. E' possibile che la leggenda della rilegatura in pelle umana derivi dall'esistenza di un esemplare rilegato con la pelle di una vittima dei campi di prigionia.

Conclusione.
Forse ci aspettiamo troppo. Dopotutto si tratta solo di un libro. Nessun vero libro esoterico potrà mai realmente svelare un mistero, ma è proprio allo svelamento del mistero che aspirano le persone. Il mistero della creazione. Il mistero del bene e del male. Il mistero della vita e della morte. Il mistero delle cose ormai remote. Sappiamo che l'universo è immenso al di là di qualsiasi immaginazione. Che cosa c'è là fuori? Cosa accadde? Quali poteri ci sovrastano?

Le culture antiche si ponevano questo genere di interrogativi con molta serietà. Non avevano paura dei miti, e non avevano paura dell'immaginazione. A volte proviamo a farlo anche noi, ma alla fine preferiamo non approfondire e sognare di fronte a Star Trek, nell'illusione che l'universo sia un posto sicuro e confortevole dove tutti parlano l'inglese.

La vera forza del Necronomicon non risiede nel suo contenuto, ma nel terrore esistenziale provocato dalla sola idea che possa essere esistito, e che tuttora possa esistere. Il Necronomicon non rassicura. Non ci dice che l'universo è un luogo accogliente e sicuro. Ci dice che siamo un granello di polvere all'interno di un vasto disegno popolato da cose molto strane. Date un'occhiata a qualsiasi testo di astrofisica. Sapete bene, che è vero.


Fonti principali:
http://www.luckymojo.com/esoteric/occultism/magic/books/necronomicon/nconantifaqrvw.txt
https://it.wikipedia.org/wiki/Necronomicon

Traduzione e sintesi a cura di Anticorpi.info
http://www.anticorpi.info/2015/11/necronomicon-libro-eretico-tra-leggenda.html 

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