lunedì 16 novembre 2015

Oltre le abitudini


Non riesco ad abbandonare l’abitudine a fumare una sigaretta dopo l’altra. Ho fatto di tutto, ma ho sempre fallito. Fumare è peccato?

Non fare di una mosca un elefante! Le persone religiose sono bravissime in questo. Che cosa accade veramente quando fumi? Fai entrare un po’ di fumo nei polmoni e poi lo fai uscire. È una specie di pranayama… sporco, sudicio, ma sempre un pranayama! Stai facendo yoga, anche se in modo sciocco.

Non è peccato; può essere stupido, ma di sicuro non è peccato.

C’è solo un peccato ed è l’inconsapevolezza, e una sola virtù, la consapevolezza.

Continua a fare quello che fai, ma rimani un testimone, e subito la qualità di ciò che fai verrà trasformata.

Non ti dirò di non fumare – ci hai già provato. Tanti cosiddetti santi ti avranno detto di non fumare, perché se fumi andrai all’inferno. Ma Dio non è stupido come i suoi santi: mandare qualcuno all’inferno solo perché fuma qualche sigaretta è una cosa senza senso.


Un giorno Weintraub va al ristorante e ordina uova al bacon. È un ebreo ortodosso e, a casa, sua moglie cucina in modo strettamente kosher, ma Weintraub sente che un po’ di bacon, per una volta, non può fargli male.

Mentre sta uscendo dal ristorante però, improvvisamente Weintraub si blocca terrorizzato. Il cielo è coperto di nuvole nere, cade una saetta e la terra trema con il rombo del tuono.

“Ma guarda!” esclama allora Weintraub. “Tutto questo rumore solo per un pezzettino di bacon!”

Questo è ciò che i tuoi cosiddetti santi ti hanno fatto credere per secoli.

Fumare non è sano, non è igienico, ma non è peccato. Diventa un peccato solo se lo fai in modo inconsapevole. Non è il fatto di fumare che lo rende un peccato, ma l’inconsapevolezza con cui lo fai.

Lasciami sottolineare questo fatto. Puoi pregare tutti i giorni in modo inconsapevole – quella preghiera è peccato. Puoi diventare preghiera-dipendente; se un giorno non preghi, per tutto il giorno ti sembrerà che qualcosa non va, che qualcosa manca… c’è un vuoto. La stessa cosa vale per il fumare o il bere – non c’è alcuna differenza. La tua preghiera è diventata un’abitudine meccanica, è diventata la tua padrona. Ti dà degli ordini; tu sei solo il suo servo, il suo schiavo. Se non preghi, ti costringe a farlo.

Il punto quindi non è il fumo. Puoi fare regolarmente tutti i giorni la tua Meditazione Trascendentale, e sarà la stessa cosa. Se è presente la qualità dell’inconsapevolezza, della meccanicità; se è diventata una routine fissa, se sei vittima dell’abitudine, non puoi farne a meno, non sei più padrone di te stesso, allora è peccato. Ma il suo essere peccato deriva dalla tua inconsapevolezza, non dall’azione in se stessa.

Nessuna azione è una virtù e nessuna è un peccato. Tutto dipende dalla consapevolezza che c’è dietro l’azione.

Dici: “Non riesco ad abbandonare l’abitudine a fumare una sigaretta dietro l’altra”. Non m’interessa quanto fumi; m’interessa di più la tua abitudine. Qualsiasi abitudine che inizi a dominarti, è peccato. Dovresti vivere con una maggiore libertà, dovresti essere in grado di agire non in base all’abitudine, ma in base alla situazione.

La vita cambia continuamente – è un flusso – mentre le abitudini sono stagnanti. Più sei circondato dalle abitudini, più sei chiuso alla vita. Non sei aperto, non hai finestre, non hai alcuna comunicazione con la vita. Continui a ripetere i comportamenti abituali anche quando non si adattano alla situazione, al momento, anche quando non sono la risposta giusta. Le abitudini sono sempre un po’ in ritardo, non del tutto adeguate. Da qui deriva il fallimento della tua vita.

Ricorda che io sono contrario a ogni tipo d’abitudine – che sia buona o cattiva, non è quello il punto. Non esistono buone abitudini come tali, non esistono cattive abitudini come tali. Le abitudini sono tutte cattive, perché abitudine vuol dire che una cosa inconsapevole è diventata un fattore dominante della tua vita, è diventata determinante. Non sei più tu a decidere. La risposta non nasce dalla consapevolezza, ma da uno schema, da una struttura che hai appreso in passato.

Ho visto tanti ricchi vivere una vita di grande povertà. Le loro abitudini si erano consolidate prima che diventassero ricchi, quando erano ancora poveri. Ecco perché trovi tanta infelicità nei ricchi; essa nasce dalle abitudini che si erano radicate in loro quando erano poveri.

Uno degli uomini più ricchi del mondo – anzi non uno dei più ricchi ma a quanto pare il più ricco – era il Nizam di Hyderabad. La sua collezione di diamanti era la più preziosa del mondo, perché era il proprietario delle miniere di diamanti di Golconda, da cui sono stati estratti i diamanti più grandi. Il Kohinoor viene da Golconda; una volta apparteneva al Nizam. Aveva tanti di quei diamanti che si dice che nessuno potesse nemmeno calcolare esattamente il valore della sua collezione. Migliaia e migliaia di diamanti – non venivano contati, ma pesati!

Era però uno degli uomini più avari del mondo. Usava lo stesso cappello per trent’anni; anche se arrivava a puzzare, non lo cambiava. Per quasi tutta la vita indossò la stessa giacca, senza neanche farla lavare per paura che gliela rovinassero. Era così avaro – non ci potrai credere – che raccoglieva i mozziconi di sigaretta lasciati dai suoi ospiti e poi li fumava. L’uomo più ricco del mondo che fuma i mozziconi degli altri! La prima cosa che faceva quando un ospite se ne andava, era di andare a guardare nel portacenere e raccogliere i mozziconi.

Quando morì, gli trovarono in una scarpa, sporca, il diamante più grande del mondo. Lo nascondeva nella scarpa! Magari aveva qualche idea al riguardo – pensava di poterlo portare con sé nell’altro mondo. Magari temeva che alla sua morte qualcuno lo rubasse. Era il diamante più grande; l’aveva usato come fermacarte sul suo tavolo. Prima di morire deve averlo messo nella scarpa.

Perfino morendo continui ad agire in base alle vecchie abitudini, seguendo vecchi modelli. Ho sentito raccontare:

Il vecchio Mulla Nasruddin è diventato molto ricco. Un giorno, sentendo avvicinarsi la morte, decide di dare alcune disposizioni per il suo funerale, e ordina una bella bara d’ebano, foderata di cuscini di raso. Inoltre fa preparare dal sarto un bellissimo caffettano di seta per vestire il suo cadavere.

Il giorno in cui il sarto gli consegna il caffettano, Mulla Nasruddin lo prova per vedere l’effetto che fa, e poi esclama: “Ma che hai fatto? Dove sono le tasche?”.

Fumare o non fumare non è importante. Se continui, magari morirai un po’ prima. E allora? Il mondo è sovrappopolato, potrai solo fare del bene morendo un po’ prima. Magari ti verrà la tubercolosi. E allora? La tubercolosi adesso è quasi come un comune raffreddore. Anzi, per il raffreddore non c’è cura, mentre per la tubercolosi ce n’è una; lo so perché io soffro di raffreddori. Avere la tubercolosi vuol dire essere molto fortunati.

È possibile che tu muoia due anni prima o che ti prenda la tubercolosi, ma sicuramente non è un peccato – non preoccuparti per questo. Se vuoi veramente fare qualcosa per te stesso, smettere di fumare non ti servirà; so di persone che smettono di fumare e poi iniziano a masticare le gomme americane. La stupidità è la stessa! Oppure, se sono indiani, masticano il pan – è la stessa cosa. Il punto è che devi fare qualcosa, la tua inconsapevolezza richiede una qualche attività, un’occupazione. È un’occupazione, ed è solo un sintomo, non il problema reale. Non è la radice del problema.

L’hai mai notato? Appena ti senti turbato a livello emozionale, inizi a fumare. Ti dà un po’ di sollievo; è un’occupazione. La mente viene distratta dal problema emozionale. Le persone fumano quando sono tese. Il problema è la tensione, il disturbo emozionale – il problema è da qualche altra parte; fumare è solo un’occupazione. Sei impegnato a far entrare e uscire il fumo, e così per il momento ti dimentichi… perché la mente non può pensare due cose alla volta, ricordalo. Uno dei principi basilari della mente è che può pensare solo una cosa alla volta: è unidimensionale. Se fumi e pensi al fumo, vieni distratto da tutte le altre preoccupazioni.

Questo è il segreto dei cosiddetti mantra spirituali; non sono altro che distrazioni, come il fumo. Ripeti: “Om, Om, Om” o “Ram, Ram, Ram” o “Allah, Allah, Allah” — questo serve solo per dare un’occupazione alla mente. Tutte queste persone che insegnano i mantra dicono: “Ripeti il mantra più velocemente possibile, in modo che non ci sia nemmeno una piccola pausa tra le due ripetizioni. Fai in modo che si sovrappongano – ‘RamRamRam’ — senza lasciare un intervallo tra i due Ram, altrimenti in quello spazio potrà inserirsi un altro pensiero.”

Certo, ti darà un certo sollievo – lo stesso che ricavi dal fumo, perché la mente avrà trovato una distrazione dalle sue ansie e dal mondo. Ti dimentichi del mondo: hai trovato un buon trucco. Tutti i mantra sono trucchi, espedienti, ma sono considerati ‘spirituali’. Anche fumare una sigaretta dopo l’altra è un trucco. È un mantra laico; puoi definirlo non religioso, secolare.

Il problema reale è l’abitudine.

Dici: “Ho cercato in tutti i modi di….”

Non hai però cercato di essere consapevole; hai cercato di smettere senza essere consapevole. Ma questo non è possibile. L’abitudine ritornerà, perché la tua mente non è cambiata: i suoi bisogni sono gli stessi e così anche i suoi problemi, le sue tensioni, le sue angosce. Cosa farai quando emergeranno quelle angosce? Subito, automaticamente, cercherai una sigaretta.

Hai deciso tante volte di smettere e tante volte hai fallito – non perché fumare sia così importante che smettere è impossibile, ma perché stai procedendo dal lato sbagliato. Invece di diventare consapevole di tutta la situazione – del motivo per cui fumi – invece di diventare consapevole del modo in cui funziona, stai solo cercando di smettere. È come potare i rami dell’albero senza tagliare le radici. Il mio lavoro qui riguarda le radici, non i rami.

Se tagli foglie e rami, la chioma dell’albero diventerà ancora più folta. Così non lo ucciderai, anzi gli darai una mano. Se vuoi veramente smettere, dovrai guardare più in profondità, non ai sintomi, ma alle radici. E dove sono le radici?

Probabilmente sei una persona molto ansiosa, altrimenti non potresti fumare così; questo fumare una sigaretta dopo l’altra è solo il risultato. Probabilmente hai dentro di te mille problemi e preoccupazioni; ti porti dietro un grosso carico nel cuore, nel petto, e non sai come dimenticartene. Non sai come lasciar perdere le preoccupazioni; fumare ti aiuta a dimenticarle.

Dici: “Ho cercato in tutti i modi….”

C’è una cosa da comprendere. Gli ipnotisti hanno scoperto una legge fondamentale: la legge dell’effetto contrario. Se cerchi in tutti i modi di fare qualcosa senza comprendere i principi fondamentali, il risultato sarà proprio l’opposto.

È come quando impari ad andare in bicicletta. Sei in una strada tranquilla, senza traffico, la mattina presto, e vedi un paracarro sul lato della strada. È una strada larghissima e il paracarro è piccolo, ma nasce la paura di finirci contro. Ora ti dimentichi persino di questa strada larghissima. In realtà, persino se fossi bendato sarebbe molto difficile andare a sbattere contro il paracarro, eppure a occhi aperti ti dimentichi di tutta la strada, ti focalizzi sulla pietra. E la paura è tanta, vuoi essere sicuro di evitarlo. Il problema per te è ora quello di evitare questa pietra, perché urtandolo potresti farti del male.

A questo punto l’impatto diventa inevitabile: dovrai urtare il paracarro. Ne sarai sorpreso, dirai: “Ho provato in tutti i modi”. In effetti è proprio perché hai provato in tutti i modi che ti sei scontrato con quella pietra. Più ti avvicini, più cerchi di evitarla e più diventi focalizzato su di essa. Diventa una forza ipnotica, ne vieni ipnotizzato. Diventa un magnete.

È una legge fondamentale della vita. La gente cerca di evitare tante cose, e finisce per cadere proprio in quelle cose. Fai un grosso sforzo per evitare una cosa e cadrai senza scampo proprio in quel fosso. Non puoi evitarlo, perché non è quello il modo di evitarlo.

Resta rilassato, non fare grandi sforzi, perché è tramite il rilassamento, non tramite lo sforzo, che puoi diventare consapevole. Rimani calmo, tranquillo, silenzioso.

Il mio suggerimento è: fuma quanto vuoi. Prima di tutto non è peccato. E ti posso anche garantire che la responsabilità sarà mia. Prenderò il peccato su di me, e quando incontrerai Dio nel giorno del Giudizio Universale potrai dirgli semplicemente che il responsabile è questo tipo qui. Non preoccuparti che sia peccato. Rilassati, e non sforzarti di smettere – non ti servirà.

Lo Zen crede nella comprensione senza sforzo. Il mio suggerimento è: fuma quanto vuoi, ma fuma con meditazione. Se le persone dello Zen possono bere il tè con meditazione, perché non dovrebbe essere possibile fumare con meditazione? Il tè contiene gli stessi stimolanti delle sigarette; sono le stesse sostanze, non c’è molta differenza. Fuma con meditazione, con grande religiosità. Falla diventare una cerimonia. Prova a farlo nel modo che ti dico.

Crea un angolino in casa tua riservato al fumo: un piccolo tempio dedicato al dio del fumo. Prima inchinati al tuo pacchetto di sigarette. Conversa un po’ con lui, chiedigli: “Come stai?”. Poi lentamente tira fuori una sigaretta – con grande lentezza, il più lentamente possibile, perché solo se lo fai lentamente puoi essere consapevole. Non farlo in modo meccanico, come fai sempre. Dopodiché dai qualche colpetto con la sigaretta sul pacchetto, molto lentamente, prendendoti tutto il tempo che vuoi. Non c’è alcuna fretta. Poi prendi l’accendino e inchinati all’accendino. Questi sono degli dei molto importanti! La luce è un dio, quindi perché non può esserlo l’accendino?

Poi fuma con grande lentezza, come se facessi la meditazione Vipassana. Non farlo come un pranayama – veloce e profondo – ma molto lentamente. Buddha afferma: respira in modo naturale. Tu fuma in modo naturale: piano, senza fretta. Se hai fretta, allora sì che diventa un peccato. È peccato voler finire il più in fretta possibile, è peccato se non vuoi osservare. Ad esempio fumi e intanto leggi il giornale: chi è che vuole osservare un peccato? Ma non è peccato, quindi osserva – osserva ognuno dei tuoi atti.

Dividi ogni azione in frammenti più piccoli, in modo da poterti muovere lentamente. Rimarrai sorpreso da come, se osservi il fumare, esso tenda a diminuire. Un giorno, all’improvviso, non ci sarà più. Ma tu non hai fatto alcuno sforzo per smettere. Smette da solo perché, quando diventi consapevole di uno schema morto, di una routine, di un’abitudine meccanica, hai creato ed espresso in te una nuova energia di consapevolezza. Solo quell’energia può esserti di aiuto, nient’altro.

Questo non è vero solo per il fumo, ma per ogni cosa nella vita: non cercare a tutti i costi di cambiare te stesso, perché questo modo di fare lascia delle cicatrici. Anche se cambi, sarà una trasformazione superficiale; troverai qualche sostituto – dovrai farlo, altrimenti ti sentirai vuoto.

Se una cosa muore da sola – perché sei diventato così silenzioso e consapevole della sua stupidità che non devi fare alcuno sforzo – se cade da sé, come una foglia morta cade dall’albero, allora non si lascerà dietro alcuna cicatrice, e nemmeno un ego.

Se invece smetti di fare qualcosa grazie a uno sforzo, creerai un ego molto grande. Penserai: “Ora sono un uomo molto virtuoso perché non fumo più”. Se pensi che fumare sia peccato, è naturale che, quando smetti, penserai di essere una persona molto virtuosa.

I tipi virtuosi sono così: uno non fuma, un altro non beve, uno mangia solo una volta al giorno, un altro durante la notte non beve nemmeno un po’ d’acqua … sono tutti grandi santi! Queste sono considerate qualità sacre, grandi virtù! Abbiamo reso la religione così sciocca – ha perso ogni gloria. È diventata stupida quanto lo sono le persone. Ma tutto dipende dal tuo atteggiamento: se pensi che qualcosa sia peccato, la tua virtù sarà proprio l’opposto.

Voglio sottolineare questo fatto: non fumare non è una virtù e fumare non è peccato. La consapevolezza è virtù e l’inconsapevolezza è peccato. La stessa legge si può applicare a tutti gli aspetti della tua vita.

Tratto da: OSHO Ah, this!


fonte: http://risvegliati.altervista.org/oltre-le-abitudini/

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