martedì 17 novembre 2015

Putin: 40 paesi finanziano lo Stato Islamico

Ribelli "moderati" con armi sofisticate USA

In dichiarazioni pronunciate questo Lunedì davanti alla stampa, nel corso del vertice del Gruppo dei 20 (G-20), Il presidente della Russia ha indicato che, come sembra, vi sono 40 paesi, inclusi alcuni componenti del G-20, che forniscono aiuti finanziari al gruppo terrorista dell’ISIS (Stato Islamico- Daesh in arabo).
 
Vladimir Putin non si è limitato ad accuse generiche ma ha fornito esempi per mettere in evidenza ai partecipanti la veridicità delle informazioni raccolte dall’intelligence russa.

“Nel corso del vertice abbiamo fornito esempi basati sulle nostre informazioni circa il denaro che ricevono le unità del Daesh (……). Questo denaro procede da 40 paesi, fra i quali ci sono alcuni membri del G-20”, ha detto il presidente della Russia, Vladimir Putin.

Nella riunione svoltasi alla presenza dei leaders dei principali paesi emergenti nella città turca di Antalya (sud est), il mandatario russo ha inoltre sottolineato l’importanza di frenare il contrabbando di petrolio portato avanti dagli estremisti takfiri del Daesh.

Nello stesso contesto, Putin ha mostrato alcune foto prese  da un aereo in cui si si contempla con chiarezza la dimensione degli affari illegali del petrolio e dei prodotti petroliferi che realizza il gruppo terrorista.

Da ricordare che alla fine del 2014, il direttore del Servzio Federale di Sicurezza della Russia (FSB),Alexánder Bórtnikov, ha indicato che, fra i clienti del petrolio rubato illegalmente dall’Iraq e dalla Siria, figurano alcuni paesi europei, che acquistano a prezzi irrisori.

Putin al vertice di Vienna
 Putin al vertice di Vienna
Oltre al contrabbando del crudo, lo Stato Islamico dispone di altre fonti per finanziarsi, come il traffico di organi, e la vendita dei resti archeologici e storici.

Il presidente della Russia ha sottolineato che nei momenti in cui si richiede uno sforzo internazionale contro questo gruppo terrorista, non si deve dover segnalare che un paese sia coinvolto più o meno nella lotta contro i takfiri dello Stato Islamico.

Allo stesso modo, Putin  ha manifestato  la disponibilità  di Mosca per contribuire alla lotta contro i terroristi del Daesh ma ha messo in risalto che questo percorso nel paese avrà necessità dell’aiuto degli Stati Uniti, dei paesi europei, dell’Iran, dell’Arabia Saudita ed ella Turchia.

Nella prima sessione di questo vertice, Putin ha richiamato, nella domenica, tutta  la comunità internazionale ad “unire gli sforzi” per fare fronte alla minaccia terroristica.

Le dichiarazioni del presidente russo si sono prodotte dopo che si sono verificati gli attentati terroristici che hanno sconvolto Parigi, provocando 140 morti. Un giorno dopo di questa giornata sanguinosa, lo stesso ISIS ha minacciato di attaccare anche Roma, Londra e Washington.

Nonostante tutti i buoni propositi di lotta al terrorismo, espressi nel corso del vertice di Vienna, si registra la notizia in data di oggi, 16 Novembre, che gli USA hanno rifornito un nuovo carico di armi e munizioni all’organizzazione dei ribelli SAC (Coalizione dei ribelli), una sigla che ragguppa diversi gruppi terroristi che combattono contro l’Esercito Siriano. La notizia è stata trasmessa dall’agenzia Reuters e risulta che non sia la prima volta ma che, già nel mese di Ottobre, gli USA avevano fornito 50 quintali di armi e munizioni a questo gruppo di ribelli jihadisti che gli USA definiscono “moderati”.

Un funzionario militare statunitense ha dichiarato che il carico non è stato trasportato in Siria direttamente da mezzi USA ma da “altri”, alludendo a mezzi turchi che sono quelli che di solito si occupano di fornire armi ai gruppi ribelli jihadisti in Siria.

La strategia del Pentagono, come dichiarato dal portavoce, Jeff Davis, è quella di armare e sostenere i gruppi di “ribelli moderati” i quali, secondo gli USA, dovrebbero combattere contro l’ISIS e contro l’Esercito siriano.

In realtà, come già accaduto ultimamente nel mese di Luglio, il primo gruppo di combattenti addestrato ed armato dagli USA, è stato sequestrato dal gruppo di Al Nusra (Al Quaeda in Siria) e le loro armi sequestrate, come attestato da vari rapporti. Lo stesso era accaduto in precedenza e risulta che tutte le armi fornite dagli USA sono finite ai gruppi terrristi di Al-Nusra o dell’ISIS.

Continua quindi, al di là delle dichiarazioni ufficiali, il doppio gioco della coalizione USA di armare i gruppi terroristi che mirano a rovesciare il regime del Presidente Al-Assad per instaurare un governo islamico sotto la “protezione” degli USA, dell’Arabia Saudita e della Turchia.


Fonti: Hispan Tv
Press Tv

Traduzione e sintesi: Luciano Lago
http://www.controinformazione.info/putin-40-paesi-finanziano-lo-stato-islamico/

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