martedì 8 marzo 2016

Il crollo totale della dittatura saudita si avvicina velocemente

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Per l’osservatore casuale, l’Arabia Saudita potrebbe attualmente sembrare una nazione coraggiosa che si va affermando. Sfida l’Iran, lotta contro i ribelli nello Yemen, minaccia d’invadere la Siria, e se certe voci sono credibili, avrebbe cercato missili nucleari dal Pakistan. Tuttavia, queste non sono le azioni di una nazione stabile che si afferma dominante nella regione. Sono le convulsioni di una nazione che agonizza.

Da quando i prezzi mondiali del petrolio sono precipitati, l’Arabia Saudita non è la stessa. Non sorprende che dato che i prezzi sono scesi, altre nazioni petrolifere ne siano colpite. L’economia russa era alle corde, il Canada precipita nella recessione e il Venezuela è sull’orlo del collasso totale.

Tuttavia, probabilmente non c’è una nazione più dipendente dal petrolio dell’Arabia Saudita. Se qualcuno sarà distrutto dai bassi prezzi del petrolio, sono i sauditi. Il nocciolo della questione è che questo Paese è a corto di denaro. Non sembra a prima vista. Solo di recente ha iniziato ad usare le enormi riserve, e il debito in rapporto al PIL è notevolmente basso. Tuttavia, l’emorragia di denaro avviene a un ritmo allarmante.

Inondano il mercato con petrolio a buon mercato per soffocare la concorrenza (una mossa pericolosa per un governo che riceve l’80% delle sue entrate dal petrolio), e combatte diverse costose guerre per procura contro l’Iran, che non vanno così bene. La situazione è talmente disastrosa che il FMI si aspetta sia a corto di denaro entro 5 anni. Per la maggior parte dei Paesi non sarebbe un grosso problema. Ricorrerebbero al debito e continuerebbero fin quando il sistema finanziario non si sbriciola dopo anni. Ma i sauditi non possono farlo. Il loro governo e la loro società sono strutturati in modo tale che non possono vivere col debito. Il motivo è che non è uno Stato-nazione.
In realtà, l’Arabia Saudita non lo è affatto. Ci sono due modi per descriverla: una società politica con un modello di business intelligente, ma in ultima analisi insostenibile, o è così corrotta da assomigliare a un’organizzazione criminale verticalmente e orizzontalmente integrata. In entrambi i casi non può durare. E’ da tempo i politici si preparano al crollo del regno saudita. Nelle ultime conversazioni con capi militari e governativi, siamo rimasti sconvolti da quanto sorpresi sembrassero da tale prospettiva. Ecco l’analisi su cui si dovrebbe lavorare. In un certo senso, il re saudita è l’amministratore delegato di un’azienda a conduzione familiare che converte il petrolio in proventi per acquistare lealtà politica. Prendono due forme: dispense in denaro o concessioni commerciali ai sempre più numerosi rampolli del clan reale, e un minimo di beni pubblici e opportunità di lavoro per la gente comune“.
In sostanza, l’Arabia Saudita si basa sulla corruzione istituzionalizzata. Ha bisogno di contanti immediati per mantenere in riga la popolazione, mantenere la sempre più grande famiglia reale ricca e felice e per assicurarsi che ognuno faccia il suo dovere. Non è come si vede nella maggior parte delle nazioni occidentali, dove gran parte della popolazione ha senso civico. Questo sistema ha bisogno del denaro, e non può sopravvivere sulle cambiali. Le élite in questa società pretendono una vita lussuosa perpetua e la dispense dal governo sono l’unica cosa che impedisce alle masse oppresse di ribellarsi. Una volta a corto di denaro, tutto cadrà a pezzi.

Ma la situazione finanziaria non è l’unico problema del regno saudita. Gran parte del budget è stato bruciato per combattere la guerra allo Yemen, che va male. Decine di mercenari della Blackwater sono stati uccisi in un attacco missilistico il mese scorso, i ribelli yemeniti hanno catturato una loro base militare, due settimane fa (nel territorio saudita, tra l’altro), e la settimana scorsa le forze yemenite sono riuscite a catturare oltre un centinaio di soldati sauditi. Questo è un regime che governa con la paura e l’oppressione.

Come potranno continuare se l’esercito non può battere una rivolta nel proprio cortile. Quando dispense e tangenti finiranno, e con una popolazione stufa e stanca di essere dominata dalla famiglia saudita, quanto tempo credete ci vorrà perché si ribelli? E soprattutto l’Arabia Saudita affronta una grave crisi idrica. Proprio come in California, è fortemente dipendente dalle falde acquifere sotterranee non rinnovabili, e si usa più acqua per persona di molte nazioni occidentali (in realtà, il doppio della media UE). Saranno a corto di acqua tra meno di 13 anni. Questo ha portato il regime saudita ad iniziare a tassare l’acqua per la prima volta, in parte per la crisi idrica, e in parte a causa del calo dei proventi del petrolio.

Come si vede, molte minacce esistenziali incombono sull’Arabia Saudita. Le sue guerre per procura contro l’Iran esauriscono le casse così come i proventi del petrolio sono ai minimi storici, la popolazione oppressa è inquieta e non potrà avere risposte alle proprie esigenze dall’élite avida, e affronta un disastro ambientale nazionale che potrebbe imporre una battuta d’arresto totale. In breve, uno dei più forti alleati degli USA in Medio Oriente e fulcro dei petrodollari, affronta il crollo totale che può accadere entro un decennio. Questo creerebbe il caos in Medio Oriente, e avrebbe enormi conseguenze per l’economia globale. E alla fine, non c’è davvero nulla che si possa fare per impedirlo.


Joshua Krause, The Daily Sheeple 6 marzo 2016 – Uprooted Palestinians

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2016/03/07/il-crollo-totale-della-dittatura-saudita-si-avvicina-velocemente/ 

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