Oggi è "ufficiale"! Esistono bovini in giro nel web!
...il tormentone delle bufale sul web è nato assieme al proliferare di news che come caratteristica fondamentale hanno un semplice elemento: non sono allineate alla censura operata dalla stampa ufficiale.
Ed ecco che compare subito il termine "ufficiale"; come vedremo è essenziale.
Si parla di una ventina d'anni fa. Allora nel web vi erano ancora quasi esclusivamente due tipi di notizie: quelle ufficiali, e quelle di "controinformazione".
I social network non costituivano ancora un surrogato della rete; oggi sono luoghi dove avvengono il 99% delle interazioni tra internauti.
La loro presenza ha originariamente costituito un rischio. I s.n. erano infatti un luogo dove in tempo reale rischiavano di circolare notizie "scomode", e talvolta la cosa in effetti accadeva.
La contromossa appariva scontata, e scontatamente precisa e funzionale.
Anche senza entrare nel merito delle "evoluzioni" dei motori di ricerca, che sostanzialmente oggi servono per lo più a restituire redditi a coloro che investono in pubblicità (e non parlo solo di prodotti...), è comunque evidente che sui social network la maggioranza di notizie di controinformazione sono inserite ad hoc per screditare le notizie vere. Chi non se ne fosse accorto, è invitato a ritirarsi in un luogo del mondo dove non gli sia concesso fare danno in alcun modo, ad esempio votando. Il suo voto sarebbe per l'appunto pilotabile dal marketing, pregiudicando i principi democratici in via originaria.
Nonostante la mia ironia amara di cui sopra, resta l'evidenza del fatto che la maggioranza di persone tende ancora a considerare le notizie "ufficiali" come più meritevoli di fiducia e più attendibili rispetto alle notizie "non ufficiali".
Difatti la parola UFFICIALE è d'uso quotidiano agli addetti ai lavori, ovvero quei giovani impiegati negli uffici stampa delle agenzie di web-marketing che ininterrottamente si ardimentano per scovare parole ad effetto; parole che, quando lette, inducono l'utente a cliccarvi sopra, spinto da un "bisogno emotivo".
Una volta bastava il porno. Oggi probabilmente il web, e la forma pensiero comune, ne risultano talmente impregnati da mitigarne gli effetti attraenti per la cd. "attenzione involontaria".
Ora la seconda mossa: l'introduzione del termine "bufala" per identificare una notizia falsa, e la diffusione di tale termine in modi tali da far sentire, coloro che vi credono [...alla notizia], dei tonti! Delle persone che credono alla prima cavolata che leggono!...
Ma osserviamo meglio.
Una bufala oggi è definita tale non perché qualcuno, ad esempio un politico, un giornalista o uno scienziato, sia stato REALMENTE testimone della sua "non autenticità".
Al contrario: una bufala è quella notizia che viene sbufalata da un sito antibufala!
La differenza dovrebbe saltare agli occhi dei normodotati.
Il sito antibufala è un sito...
UN SITO!
Un sito come un altro, con dietro delle persone tutt'altro che preparate sull'argomento, che non fanno altro se non verificare, tra le fonti UFFICIALI, la conferma o smentita UFFICIALE della notizia.
...Quindi la notizia dovrebbe essere falsa solo perché le fonti ufficiali non la confermano??
Ciò è tanto ridicolo da apparire persino comico.
Delle persone che in fondo ancora credono (spesso solo inconsciamente, mentre in apparenza pensano di essere molto svegli, smaliziati e anticonformisti) all'autenticità ed alla buona fede degli organi di informazione ufficiali, controllano se una notizia NEMICA delle fonti ufficiali sia vera o no cercando conferma dalle fonti ufficiali stesse???
La verità è che la maggioranza delle notizie sbufalate sono create e fatte circolare apposta per essere poi ridicolizzate. Questo trasforma i siti "antibufala" in sfacciati complici della quotidiana disinformazione, in fonti sostitutive della nostra propria coscienza critica, ne più ne meno di quanto non facessero vent'anni fa le fonti di informazione ufficiale.
Chi vuole sapere la verità, non deve far altro che affrontare il difficoltoso e fumoso sentiero del pensiero autonomo, svincolato dai limiti delle "credenze".
Purtroppo la maggiore difficoltà di quest'operazione è ciò che esotericamente si chiama "restituire i giocattoli al diavolo".
I giocattoli altro non sono, in questo caso, che le nostre comode abitudini.
Le certezze sulle quali poggiamo il nostro equilibrio psicologico senza il quale probabilmente non riusciremmo neanche ad alzare il culo la mattina per andare a cercar successo nella società.
...non dimentichiamo che la Bayer ha reso tossicodipendente il mondo per un secolo, proponendo l'eroina come un farmaco miracoloso "privo di qualsiasi effetto collaterale".
fonte: http://erospoeta.blogspot.it/2015/09/la-bufala-dellantibufala.html
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