Si sente spesso
dire: “era malato”, “aveva un brutto male”, “è stato sfortunato” ecc. con
riferimento a chi è stato colpito da gravi patologie purtroppo sempre più frequenti
al giorno d’oggi, in particolare cancro o oncoequivalenti, questi odierni modi
di dire altro non sono che convinzioni indotte che a certe malattie nulla si
può opporre, non c’è scampo; niente di più fuorviante poiché trattasi di una
radicata illusione delle coscienze.
In caso di
gravi malattie di un proprio caro o di se stessi nessuno si sente in grado di
fare delle scelte per contrastare in maniera alternativa il “male” pertanto si è
destinati ad un calvario di sofferenza e solo se si dispone di una ferrea
motivazione a guarire prima o poi si uscirà dal ciclo infernale di cure i cui
effetti collaterali devastanti sono ormai noti a tutti.
Quando si
tratta di persone care e di noi stessi io personalmente credo che è sia
doveroso prendere in mano la situazione in maniera chiara e cercare oltre,
oltre a quello che ci viene proprinato
come “cura” quando al contrario è una batosta che lascia il paziente, già
gravato dalla stessa patologia, in una condizione a volte disastrosa e senza
alcuna forza interiore di reagire.
Nessuno si fa carico di ricercare soluzioni differenti dall’usuale
percorso di cura imposto come unico possibile, ma comodo e già bello pronto
senza alcuno sforzo pur sapendo che gli esiti spesso sono nefasti, quindi l’andazzo
è quello di limitarsi a “girare” da questo a quel dottore, ospedale, clinica,
analisi ecc. rigorosamente ben “accreditati” in tal modo non si potrà dire che
non si ha avuto “cura”; tuttavia qualcosa pulsa sempre sotto le spoglie della
coscienza assopita che ogni persona umana ancora ha e solo nel momento del dolore
profondo pare riesca a venire a galla.
Non è certo colpa nostra se le cose vanno così, tutti
siamo nati in questa società che ci ha abituati ad affidarci e a credere nei
suoi metodi e che ha allestito un eccellente(?) sistema sanitario che dovrebbe
pensare a curare i malati. Sempre più spesso tuttavia ci si accorge
dell’inganno, dell’impossibilità di cura, dell’incapacità anche di
diagnosticare alcuni mali e porvi rimedio efficace e quando
questo accade allora qualcuno, purtroppo pochi, cerca al di fuori dell’illusione
concepita a copertura della claudicante sanità pubblica svegliandosi dall’ipnosi
della malattia.
Oggi poi con i più avanzati mezzi nel settore
sanitario fa ancora più male sapere di persone sane che a seguito di test
diagnostici di controllo, insistentemente pubblicizzati come preventivi[1],
si sono ritrovate in un vortice senza fine di cure e disagi di ogni genere, da
cui non tutte ne escono a testa alta (vive).
Il problema della falsa prevenzione e sovradiagnosi[2]
è ormai arcinoto, ma non si deve assolutamente sapere che i test preventivi non
riducono il numero di malati, non prevengono le malattie, non diminuiscono il
numero di morti per le rispettive malattie, ma innalzano l’illusione di
efficienza del sistema con la scusa che prendendo sul principio il “male” si
avranno più possibilità di sopravvivere, cosa che non corrisponde al vero in
quanto i metodi ufficiali di cura non tengono conto del malato nella sua
interezza ed una semplice diagnosi può, più della stessa malattia, comportare
conseguente irreparabili.
La realtà
purtroppo è più crudele di quello che normalmente si può immaginare poiché
questo sistema preventivo ha il solito scopo di far ingrassare la macchina
infernale delle cure dissennate, macchina
che viene costantemente oleata e perfezionata per funzionare sempre al meglio,
riuscendo a volte a prevedere anni prima il male dal quale saremmo afflitti,
giusto per farci stare più tranquilli sia chiaro!
Qualsiasi grave
sintomo (non malattia) dovesse presentarsi bisogna analizzarlo in ogni sua
componente, basterebbe anche solo porsi in maniera critica a livello fisico (sintomi)
per valutarlo nella sua reale gravità e decidere un percorso di cura, che, mi duole dirlo, dovrà essere scelto da noi,
non da altri, solo così saremo consapevoli di tutto il “cammino” di guarigione e troveremo la giusta motivazione
ad uscire dalla malattia che viene a mancare quando demandiamo il compito della
nostra guarigione ad altri.
Per guarire il primo e più importante passo è volerlo e il miglior modo di avviare un genuino convincimento verso la propria (e altrui) salute è proprio quello di occuparsi in prima persona del proprio soffrire.
Quando si sta
male sarebbe di fondamentale importante sapere quanto realmente sia grave il
nostro malessere, dico sarebbe in quanto la questione del tutto ignorata dalla
medicina tradizionale la quale tratta ogni patologia di forte impatto sociale con
lo stesso metodo allarmistico e distruttivo metodo (protocollo). Il cancro anche
quando benigno e/o piccolo è pur sempre il “male” da estirpare con immediatezza.
Con ogni mezzo, non c’è tempo di farsi domande. Com’è possibile che per un
cancro di pochi millimetri ci si accanisca sostanzialmente con le stesse
pesanti cure(?) del cancro esteso?
Purtroppo la scienza medica non risponde a questi
elementari quanto vitali quesiti, agisce senza pensare a discapito del fisico,
ma soprattutto della morale del paziente, la quale viene tenuta costantemente
in allarme, sotto lo scacco di una paura agghiacciante poiché il
protocollo non ha sentimenti, non ha cuore; il medico spesso cerca di attenuare il colpo, ma così è stato
deciso per lui e così deve fare.
Quindi ho
compreso che ci tocca valutare il “peso” della malattia autonomamente, dopo
aver compreso molto del funzionamento del nostro corpo e di cosa sia realmente
la malattia a quel punto potremmo decidere consapevolmente di seguire delle
cure alternative e/o naturali che giocoforza, per i motivi suesposti, saranno
efficaci. [3]
[4]
[5]
[6]
[7]
Avessimo per le
mani una tabella della gravità della nostra malattia renderebbe tutto più semplice e di sicuro
spazzerebbe via molte paure inutili che aggravano notevolmente le condizioni
sanitarie.
Per fare un esempio e rendere “tangibile” un discorso
che potrebbe sembrare astratto ai più nonché avvedersi dell’importanza di tali
informazioni ho ideato una tabella ipotetica e molto semplificata relativa ad
un male noto, chiaramente sarebbe auspicabile generare una simile classificazione
per ogni patologia.
IPOTETICA
TABELLA GRAVITA DELLE MALATTIE (CANCRO)
|
||||
INTENSITA’ E SINTOMATOLOGIA
(PATOLOGIA DIAGNOSTICATA)
|
CURE FORNITE DALLA SANITA’
|
ALTRE CURE OLISTICHE SCELTE AUTONOMAMENTE
|
||
1
2
3
|
Intensità nulla o lievissima che non da sintomi.
Il corpo ripristina le funzionalità di base
autonomamente.
Asintomatica.
|
Terapia farmacologica lieve (no chemio), possibile
radioterapia.
Asportazione chirurgica.
Ricovero e successivo protocollo di controlli periodici
per 5 anni.
|
Nulla. Vita normale, non è successo niente, la persona
non sa di avere una “malattia”
|
|
4
5
6
|
Intensità lieve-moderata.
Lievi sintomi spesso confusi per dolori generici e
passare inosservati.
Sintomatologia lieve o moderata.
|
Terapia farmacologica medio-alta (radio + chemio) non
sempre.
Interv. chirurgico probabile.
Ricovero + protocollo di controlli periodici per 5 anni
|
Cambio abitudini sull’ approccio alle problematiche di
vita.
Attività fisica.
Alimentazione equilibrata.
Aumentare il tempo dedicato al riposo.
Possibilità di continuare la vita normale.
|
|
7
8
|
Intensità medio alta. Il corpo in questa
fase(riparatoria) induce dei sintomi marcati o forti che costringono a
rivolgersi al personale medico.
|
Terapia farmacologica forte (radio + chemio+ farmaci di
“protezione”).
Asportazione chirurgica.
Ricovero riabilitazione + successivo protocollo di
controlli periodici per 5 anni.
|
Riposo. Cura alimentare mirata alla disintossicazione +
energizzante + integratori naturali.
Cure varie(es. Gerson o altri), farmaci per attenuare i
sintomi se necessari.
Se possibile att. fisica (passeggiate + sole).
Interruzione immediata paura e conflitti in corso tramite
terapia psicoterapeutica.
Cambiamento stile vita e di pensiero.
Attività piacevoli appena possibile.
|
|
9
|
Intensità molto alta. Sintomi molto forti, impossibilità
di sostenerli senza aiuto esterno(rimedi-farmaci attenuatori).
Variazioni fisiche evidenti.
|
Terapia farmacologica forte (radio + chemio+ radio +
farmaci di “protezione” e altri).
Intervento chirurgico se necessario. - Ricovero
riabilitazione + successivo protocollo di controlli periodici per 5 anni.
|
Cure intense e combinate (metodo Di Bella + Gerson +
altri)
Terapia psicoterapeutica giornaliera.
Interruzione immediata paura e conflitti in corso. – Aliment.
naturale di sostegno.
Utilizzo di farmaci in sinergia con le fasi della
malattia per ridurre i sintomi.
Attività piacevoli appena possibile.
Intervento chirurgico consigliato in molti casi.
Qualsiasi altra terapia se necessaria.
|
|
10
|
Situazione disperata, sintomi insostenibili, si può
perdere la lucidità/coscienza.
Variazioni fisiche evidenti.
Si potrebbe andare incontro alla morte per alcuni tipi
di patologie.
|
Terapia farmacologica di sostegno (del dolore).
In alcuni casi impossibili radio e chemio
Se possibile asportazione chirurgica immediata.
Ricovero + dimissioni per impossibilità cure per
prosecuzione terapia del dolore in attesa del destino.
Protocollo controlli periodici per 5 o + anni.
|
Cure intense e combinate (metodo Di Bella + Gerson +
altri) Alimentazione naturale o di sostegno.
Psicoterapia giornaliera.
Sostegno dei parenti.
Tentativi per interrompere la paura ed altri conflitti
in corso.
Utilizzo di farmaci in sinergia con le fasi della
malattia per ridurre i sintomi e mantenere in vita il paziente.
Intervento chirurgico. Qualsiasi altra terapia se
necessaria.
|
Immagine tabella
|
In
considerazione che i sintomi riportati nella tabella si riferiscono ad una
patologia già accertata diagnosticamente(strumentalmente) e tenuto conto dello
scopo della malattia[8],
che nella medicina tradizionale è del tutto sconosciuto, la quale arriva per
svolgere un compito specifico e poi va via, in assenza del recidivare della
causa che l’ha indotta, se dovessimo accusare dei sintomi di una
patologia di una gravità indicativa tra l’1 e il 6 e non avessimo degli
accertamenti strumentali dell’esistenza della patologia, nella stragrande
maggioranza dei casi essa andrebbe via senza sconvolgimenti di sorta.
Quindi in definitiva se dovessimo solo basarci sui
sintomi moltissime malattie verrebbero e andrebbero via senza neanche essere
notate o creare grandi scompensi psico-fisici, oggi invece, grazie alle meraviglie della
diagnostica preventiva, dobbiamo cogliere la malattia sul nascere e la dobbiamo
debellare a prescindere da quale sia il suo scopo, senza capirla e senza
riuscire a capire noi stessi, poiché comprendendo la malattia si comprende se
stessi.
Pur trattandosi di una
semplice riflessione abbozzata con una scarsa visione d’insieme ed in assenza di
professionalità in materia, non si può tuttavia negare che, visto i risultati non molto
incoraggianti della medicina convenzionale[9],
è giunto il momento di cambiare l’approccio alla malattia per
beneficiare finalmente di un’esistenza più consapevole.
Marcello Salas
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