Primavera
– estate è il momento per le esercitazioni attive dell’esercito. Nel
2016 nel nostro Paese avremo dieci esercitazioni multinazionali e decine
di grandi manovre. Le forze di terra russe effettueranno esercitazioni
con diversi Paesi della CSTO (Organizzazione del Trattato Collettivo di
Sicurezza) e della SCO (Shanghai Cooperation Organisation). La Marina
farà esercitazioni congiunte con India, Egitto, Kazakhstan e
Azerbaigian.
L’obiettivo principale delle manovre, e non per la prima
volta, sono le cosiddette esercitazioni di prontezza. Questo tipo di
manovre deve riguardare tutti i distretti militari (tra cui l’Artico) e
le armi. Tali esercitazioni con breve preavviso esistevano in epoca
sovietica, ed è molto bene che siano state riavviate, perché sono il
modo più efficace per valutare la prontezza dei militari e delle unità e
formazioni militari.
Il termine “esercitazione di prontezza” non
significa qualcosa d’imprevedibile. Le esercitazioni sono elaborate dai
piani del Ministro della Difesa, secondo la gestione finanziaria e delle
risorse umane e tecniche. Naturalmente esistono anche esercitazioni non
previste, ma oggi praticamente non ce ne sono. Tutte le esercitazioni
iniziano attivando l’allarme.
Il breve termine per le truppe è dato non
sapendo l’esatto inizio dell’allarme. C’è solo la consapevolezza di
quando e cosa aspettarsi. Il gruppo si muove nel distretto designato e
attua il piano di battaglia. Le esercitazioni di prontezza non sono
effettuate solo nel nostro Paese, ma anche in altri Paesi con modalità
più o meno simili per tutti gli eserciti del mondo. Il Ministro della
Difesa della Federazione Russa Sergej Shoigu dichiarava che, con le
esercitazioni di prontezza, è importante mettere l’accento sul
dispiegamento di truppe su lunghe distanze.
Il capo del Ministero
chiedeva anche l’elaborare di un piano per la creazione di gruppi nelle
aree minacciate e per effettuare esercitazioni di difesa aerea con
l’impiego dell’Aeronautica. Le manovre multiarma del nostro esercito
creano panico in occidente. Per trasportare truppe l’Aeronautica deve
studiare ogni tipo di minaccia. In una certa misura tali paure sono
giustificate, dato che il nostro Paese si prepara a una guerra futura,
cioè lavora su scenari di possibili azioni militari. Ma in realtà, non
c’è nulla d’insolito.
La Russia non è il Lussemburgo. Come in epoca
sovietica, abbiamo il più grande territorio nel mondo. Tuttavia,
attualmente in Russia non abbiamo un grande esercito. Le Forze Armate
dell’URSS raggiunsero i cinque milioni di uomini. Oggi l’esercito è
composto da circa 700000 uomini, di cui la metà reclute. La quantità del
personale dell’esercito non permette il dispiegamento di truppe in
tutte le regioni in cui potenziali conflitti possono svilupparsi.
L’unico modo per rispondere alle minacce è sviluppare il trasferimento
di truppe a migliaia di chilometri dal punto di schieramento permanente.
E, dal mio punto di vista, questo è corretto. Non vi è alcun confronto
tra il nostro esercito con quello sovietico, l’economia era diversa. Il
Ministero della Difesa crea Forze Armate limitate, composte da
professionisti e molto mobili. Sono d’accordo con lo Stato Maggiore che,
a un certo punto, con minacce provenienti da tutte le direzioni, non
potremo schierarci in tutto il mondo.
Messaggio agli aggressori
Studiamo le manovre. In epoca sovietica eravamo perfettamente in grado di trasferire centinaia di migliaia di soldati. Ricordiamo che nel 1945, dopo la sconfitta della Germania nazista, l’esercito fu trasferito a combattere i signori della guerra giapponesi. Per inciso, la guerra con il Giappone non è ufficialmente ancora finita. Attualmente Tokyo ha un’enorme superiorità militare in Estremo Oriente. Ipoteticamente le cosiddette Forze di autodifesa del Giappone possono facilmente annettersi le isole Curili del Sud.
Studiamo le manovre. In epoca sovietica eravamo perfettamente in grado di trasferire centinaia di migliaia di soldati. Ricordiamo che nel 1945, dopo la sconfitta della Germania nazista, l’esercito fu trasferito a combattere i signori della guerra giapponesi. Per inciso, la guerra con il Giappone non è ufficialmente ancora finita. Attualmente Tokyo ha un’enorme superiorità militare in Estremo Oriente. Ipoteticamente le cosiddette Forze di autodifesa del Giappone possono facilmente annettersi le isole Curili del Sud.
Nel frattempo, il gruppo principale
delle nostre forze si concentrano su come reagire alle minacce
provenienti da Siria e Turchia, che ha un esercito di 600000 effettivi.
Così, la Russia non può permettersi di mantenere grandi forze ai confini
con il Giappone. Come si dice, se vuoi la pace, prepara la guerra. Con
le manovre improvvise e l’effettivo trasferimento di truppe su lunghe
distanze la Federazione Russa dimostra ai giapponesi il pericolo di
organizzare provocazioni militari e tentativi di scatenare un conflitto
armato.
I giapponesi non avranno il tempo di pensare ad un assalto se le
nostre forze, insieme a materiale militare e sistemi missilistici di
difesa aerea e sistemi di difesa costiera, metteranno le isole Curili
sotto la protezione dei nostri interessi strategici. Questo livello di
attenzione è la più efficace prevenzione della guerra. L’aggressore deve
sapere che sarà danneggiato se fa un passo sulla nostra terra. Negli
anni ’90 e ai tempi di Serdjukov avevamo un esercito povero, senza
denaro per effettuare grandi manovre. Ora possiamo essere sicuri che, in
caso di conflitto, come nell’agosto 2008, risponderemo nel modo più
rapido.
Generale Leonid Ivashov, presidente dell’Accademia dei problemi geopolitici, Rusplt, 19/04/2016 – South Front
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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