Spazio sostanza/potenziale (in rosa), spazio dominante e reale manifesto. |
Quando percepisci qualcosa, meglio se d’assieme ("Lato tuo, centrale", come nel guardare un paesaggio dall'alto, avendo consapevolezza frattale espansa), e sei certo/a, quindi, che “sia proprio così (come immagini tu)”… allora, puoi fare di tutto, per riunire la tua percezione… alla sua dimostrazione concreta e valida per chiunque.
Molti hanno già fatto così. Molti ci sono riusciti.
Qualcuno ha “pagato” per questo. Altri sono stati “premiati”…
Questa è la differenza che esiste fra, uno scarto aziendale ed il relativo prodotto finito e certificato (in realtà, "non si butta via niente, di te" e tutto viene... trasformato, "qua, così"):
"gli uomini vengono invitati a partecipare a un banchetto ma, non appena assaggiate le vivande, vengono trasformati in maiali, leoni, cani, a seconda del proprio carattere e della propria natura.
Ma il
“metodo” è sempre lo stesso ed è, dunque, valido, percorribile,
sperimentabile “a botta sicura”, funzionando a pieno, comunque (la "differenza" è illusoria, e consiste solo nel trattamento ricevuto, dalla dominante).
C’è un “prima del ‘è già successo’” e un “dal ‘è già successo’ (in poi)”.
Il “dopo” è la storia deviata. Il racconto dell’esperienza umana post avvento della dominante (il “qua, così”). Ora, prendere atto di ciò, è utile e centrale “lato, tuo”, al fine di mettere ordine tra ere del tempo, diverse (addirittura tra "tempo e tempo", ossia: tra l'invenzione del tempo ed il "prima del tempo"); diverse perché contrassegnate da prospettive dominanti, diverse.
Il “prima” è qualcosa che hai dimenticato.
E lo hai dimenticato, poiché sei “decaduto/a dentro” al… “dopo”, per mezzo del momento dominante “qua, così”, che ti ha bloccato in quel... “istante”, consacrandolo ed innalzandolo al livello di “pietra angolare (in leva)” del/per il “tuo” futuro/destino/orbita.
Nel loop, il loop. Ciò che, di conseguenza, “sai, credi, riconosci, consegui, adotti, etc.”.
In questo “tuo riconoscerti (di parte)”, ti viene a mancare l’esperienza pregressa: la tua esperienza pregressa.
E, un simile vuoto, attira del “contenuto”, che risulta essere esterno rispetto a te.
Ciò che lasci, viene preso.
uno stato originale, che sovraintende e che precede qualsiasi formazione dominante.
È, per “capire”, il potenziale del contenitore di ogni possibile ed immaginabile “forma”.
Una sorta di eterico, di anticipante l’intenzione creatrice (che giunge sempre dopo, rispetto all’infrastruttura a capo del potenziale).
La dominante ed il Dominio, sono “personalità” diverse.
L’una abita nell’altro (contenuto e contenitore).
Mentre il Dominio cicla, come ogni altra “cosa”, la dominante è sempre “sé medesima”, come un virus che trasversalmente riesce ad auto trasmettersi per ogni tipo di “reame (reale)”.
Ora, la dominante è il “parassita” e, molto probabilmente, il motivo dell’esperimento umano, riproiettato in una sorta di “Honeypot”:
in informatica, un honeypot (letteralmente: "barattolo del miele") è un sistema o componente hardware o software usato come "trappola" o "esca" a fini di protezione contro gli attacchi di pirati informatici.
Solitamente consiste in un computer o un sito che sembra essere parte della rete e contenere informazioni preziose, ma che in realtà è ben isolato e non ha contenuti sensibili o critici; potrebbe anche essere un file, un record, o un indirizzo Ip non utilizzato.
Il valore primario di un honeypot è l'informazione che esso dà sulla natura e la frequenza di eventuali attacchi subiti dalla rete.
Gli honeypot non contengono informazioni reali e quindi non dovrebbero essere coinvolti da nessuna attività; rilevazioni in senso opposto possono rivelare intrusioni non autorizzate o malevole in corso.
Gli honeypot possono portare dei rischi ad una rete, e devono essere maneggiati con cura. Se non sono ben protetti, un attacker potrebbe usarli per entrare in altri sistemi…Link
In “cosa” sei, dunque? E “che cosa” sei, quindi?
È ovvio che SPS ha tolto il Filtro di Semplificazione (per ora).
Non è, forse, quello che volevi? Non ti stavi, forse, annoiando un po’ troppo, al di dentro?
La “tua” noia è, in realtà, un effetto desiderato da ciò “che non c’è, ma esiste”: dalla dominante.
Tutto quello che “ti accade” è un effetto collaterale, mirato. Ma, tra tutto questo (che va a costituire il “firewall ambientale”, l’interferenza, il rumore di fondo, etc.), c’è anche molto altro:
c’è, ad esempio, l’effetto onda gravitazionale... proveniente dal “prima del ‘è già successo’”.
Oppure pensavi che “il passato è passato, e basta”?
“Ciò che facciamo in vita, riecheggia per l’eternità…”.
Il Gladiatore
Nulla va mai perduto, per sempre.
L’infrastruttura potenziale (spazio sostanza) "ricorda" tutto, in una
maniera del tutto simile al rigore scientifico per la conservazione e la
registrazione dei dati (di ogni dato. Di tutto i dati). Questo succede ovunque e comunque, sempre…
La “programmazione di tipo ‘a’ (pre ‘è già successo’)”, si avvale di un’attesa “meccanico ripetitiva, preventivata”:
è, così, previsto che tu – dalla tua nascita, in poi – segua e consegua un certo numero di "sollecitazioni", parte per parte, atteggiamento per atteggiamento, etc.
Se
tu non eseguirai, nel corso della “tua” vita “qua, così”, quel “tot di
movimenti (esercizi)”… allora non si svilupperà nel modo preventivato,
il tal muscolo, osso, tendine, espressione, attitudine, etc.
Questa tecnologia, agganciata al “tuo fare”, apre lo spazio al “vuoto del libero arbitrio”, nel senso che:
- il tuo pieno (comportamento atteso)
viene invertito
- con il vuoto (comportamento disatteso)
attirante altro (il “libero arbitrio” emerge da questa considerazione).
Ma, il “libero arbitrio” – rielaborato dall’osservazione ed esperienza, deviata, umana – risulta essere fuorviante, rispetto a “quello che è, nella sostanza” e a “quello che diventa ‘qua, così’”.
Nel post deviazione dominante, esso risulta come “marchiato” dalla dominante stessa che, per mezzo della propria grande concentrazione di massa, riesce e può “spiegare (a sé)” qualsiasi ambito, di tutto quello che rientra nella propria giurisdizione (attrazione, governo e imposizione).
L’orbita di un intero pianeta può, così, rientrare nel raggio d’azione dominante, ad esempio.
Ad esempio, perché, nella sostanza… l’universo non esiste se tu non ne puoi fare diretta esperienza (infatti, "sei mai andato nello 'spazio'"?).
Per cui, concretamente, tutto quello che esiste per “te”, è tutto quello che puoi “toccare con mano”.
Eppure, anche vivendo secondo questa modalità, agganci ugualmente tutto quello che ti passa la dominante (via status quo), ossia, per il 99%... fede, credo, conseguenza, teoria, assioma, tendenza, speranza, nulla sostanziale…
Divisione e... "sostanza". |
Ti
dilani in infiniti pezzetti (parti) che, in questa maniera, ricadono a
pioggia in un ambito reale manifesto “qua, così” oltremodo di parte
unica, ossessionante, pressante, comprimente, riunificante, etc. ed
invertente la spinta, che “prima” ti disintegra e poi ti riqualifica... in un insieme, che non corrisponde più alla somma delle parti, risalenti al “prima”.
Tutto si trasforma “qua, così”… ma, ad “immagine e somiglianza” della dominante.
Dominante che per “te”, ovvio, non esiste (ma c’è).
Ergo:
- ti smarrisci in te stesso/a
e, d’insieme
- nell’assieme (che non riconosci più come il frutto del ‘è già successo’).
Perché non solleciti il tal osso, muscolo, atteggiamento, nel numero di volte preventivato ed atteso (programmato)?
Questa è la corretta angolazione riflessiva, la prospettiva dalla quale ricominci a prendere atto di te. Dalla quale inizi a scorgere qualcosa di te, che esiste sempre “al di là delle nubi”, nonostante le... nubi (ambiente di parte).
Accorgiti di essere, dunque, “dentro a qualcosa (che la forma ideale del loop, ti ricorda)”.
Ecco un esempio (perché tutto funziona, di conseguenza, così. Tutto riflette la strategia della dominante. Per questo, la dominante, si cela. Perché, altrimenti, il segnale frattale espanso e riflesso – inerente alla sua interoperabilità d’assieme contemporaneamente alla relativa piena manifestazione – renderebbe sin troppo evidente la compresenza concreta e sostanziale, della dominante).
Il termine interoperabilità è utilizzato in ambito tecnologico per indicare un elevato grado di sinergia di sistemi diversi col fine di offrire servizi o funzionalità nuove. È direttamente legato alla ormai consolidata tendenza di far convergere su alcune tecnologie evolute una vasta gamma di servizi.
Quando in tale ambito ci si riferisce a software o linguaggi di programmazione che risultano interoperabili su diverse piattaforme informatiche si usa più comunemente il termine portabilità…Link
Eccoti, dunque, l'esempio relativo al "è già successo".
Lascia perdere la comprensione della citazione, dal punto di vista “tecnico (contenuto)”. Vai al di là di tutto quello che sei portato/a “qua, così” a… dover o non dover… seguire. Non è “quello”.
È… altro: ciò che esiste “fra gli spazi”. Ok?
Soluzione…
Albert Einstein notò che il problema della radiazione del corpo nero, come anche quello dell'effetto fotoelettrico, poteva essere risolto usando l'ipotesi dei quanti proposta da Max Planck cinque anni prima.
Planck aveva postulato che l'energia elettromagnetica non seguisse la descrizione classica, ma che potesse oscillare oppure essere emessa in pacchetti discreti di energia proporzionale alla frequenza (come stabilito dalla legge di Planck).Questa ipotesi aveva l'effetto di ridurre il numero di modi possibili ad una data energia, alle alte frequenze, nella cavità descritta precedentemente, e quindi l'energia media a quelle frequenze ottenuta con l'applicazione del teorema di equiripartizione dell'energia.
La potenza irradiata andava a zero a frequenza infinita, e la potenza totale predetta era finita.
La formula per la potenza irradiata del sistema idealizzato (corpo nero) era in linea con gli esperimenti noti, e venne chiamata "legge di Planck della radiazione di corpo nero".
Basandosi su esperimenti precedenti, Planck era stato in grado anche di determinare il valore del suo parametro, ora chiamato costante di Planck.
I pacchetti di energia sono chiamati fotoni, e giocano un ruolo essenziale nella descrizione quantistica dell'elettromagnetismo.Cultura di massa.
Molte descrizioni popolari in storia della fisica, così come molti libri di testo, riportano una versione errata della storia della catastrofe ultravioletta.
In questa versione, la "catastrofe" fu notata inizialmente da Planck, che sviluppò la sua formula come risposta.
Di fatto Planck non si è mai preoccupato di questo aspetto del problema, perché non credeva che il teorema di equipartizione fosse fondamentale; la sua motivazione per l'introduzione dei "quanti" era dunque completamente diversa…Link
"La sua motivazione..." e la "sua" motivazione (completamente diversa).
La mela è stata intagliata dal coltello (mano), oppure, la mela tiene tra i "denti", un/il coltello? |
C'è un "problema":
- risolto usando l'ipotesi dei quanti proposta da Max Planck cinque anni prima
- Planck aveva postulato che (apparenza d’evoluzione del pensiero scientifico by strategia dominante. Gli scienziati sono inconsci di essere strumentazione, usata dalla dominante)
- creazione della tal “nuova” legge, ad hoc, poichè... "serve"
- questa ipotesi aveva l'effetto di ridurre il numero di modi possibili ad una data energia ("semplificazione oscurante" lato dominante, centrale)
- la potenza irradiata andava a zero a frequenza infinita, e la potenza totale predetta era finita ("potenza irradiata andava a zero" = mascheratura della compresenza dominante. "La potenza totale predetta era finita" = era finita/definita)
- la formula per… era in linea con gli esperimenti noti (ipotesi, esperimenti noti, in linea… finita. La parzialità di parte, relativa a… condotta a livello di “legge”)
- basandosi su esperimenti precedenti, Planck era stato in grado anche di determinare il valore del suo parametro, ora chiamato costante di Planck (il “finito” semplifica la “complessità” – ciò che esiste, al di là della visione dominante, di parte – indi, diventa addirittura una “costante”, dimostrando – se indossi la tua lente frattale espansa – proprio la fissa, indissolubile “qua, così” compresenza, non manifesta, della dominante stessa che, ovvio, passa sempre in secondo piano, funzionalmente e strategicamente, auto occultandosi per mezzo dell’ambiente in toto)
- i pacchetti di energia sono chiamati fotoni, e giocano un ruolo essenziale nella descrizione quantistica dell'elettromagnetismo (bingo. Il frutto di tutto ciò, del “problema iniziale (aperto a tutto)”, è proprio quello di condensarlo “qua, così”, in una versione di parte, comoda, “essenziale nella descrizione”… della “tua” realtà manifesta, conseguente, limitata ed auto limitante).
Cosa afferma la cosiddetta “cultura di massa”?
Prima, osserva cosa viene negato, di essa
- una versione errata della storia
- in questa versione, la "catastrofe" fu notata inizialmente da Planck, che sviluppò la sua formula come risposta (Planck, come ogni altro “attore non protagonista - indiretto, inconscio”, serve per… cosa? Per cosa è progettato un “servo meccanismo”?).
- sviluppò la sua formula come risposta (questa "versione... della storia", viene negata, perché evidenzia la forma a loop, autoreferente, del reale manifesto “qua, così”, by dominante. È, infatti, il famoso “bias di conferma”, utilizzato nello status quo, dai poteri che si nutrono di ciò che è nello status quo, proprio per delegittimare tutto quello che “osserva in maniera alternativa sostanziale”).
L’anello è sempre chiuso, anche quando ti sembra aperto (se è "aperto", lo è solo triangolando con un punto esterno, frutto della tua consapevolezza/ricordo/accorgerti).
E lo è, sino a quando sei tu ad… aprirlo.
Accorgiti.
Perché le sollecitazioni, “previste da/in ‘a’”, non avvengono generalmente? Perché, nel frattempo, sei decaduto/a in ‘b’ ("è già successo").
È successo qualcosa, che non ricordi più. Il dimenticare è l’effetto collaterale, proprio di quello che ‘è già successo’ post… deviazione dominante.
Sul “lungo termine (gli umani saranno tutti morti? No) si spalmano gli effetti della ragione fondamentale”.
Ossia, qualcosa che non “vedi” ma “ti capita”.
Qualcosa di preventivato.
Qualcosa di insospettabilmente sincronico “lato dominante, centrale”.
La frattalità espansa riporta tutto a “riva (a te)”, come la risacca delle onde oceaniche/marine/lacustri.
Sul lungo termine, tutto ritorna.
Perché il circuito si richiude in se stesso, ossia, in base all’imprinting ricevuto dall’osservazione “a monte”.
Complessità apparente = "via" scelta dalla dominante, per te, al posto tuo... |
La legge, strumento, memoria, frattale espansa… è il sistema operativo, a capo dell’infrastruttura “spazio sostanza (il tessuto composto unicamente da particelle fondamentali, indivisibili, adatte al trasporto dell’informazione “scenografica di parte/turno dominante”).
Come ti accorgi, fra l’altro, della sua esistenza sostanziale?
Risolto dopo 350 anni mistero pendoli: perchè oscillano insieme.
Quasi 350 anni fa l'inventore e scienziato olandese Christiaan Huygens osservò che due orologi a pendolo appesi sullo stesso muro nel tempo sincronizzano le loro oscillazioni.
Le cause del fenomeno sono stato oggetto di numerose ipotesi, nessuna però particolarmente convincente. Oggi uno studio sulla rivista del gruppo Nature Scientific Reports svela l'arcano, o almeno ci prova:
i pendoli trasferiscono energia l'uno all'altro attraverso pulsazioni sonore.Due scienziati portoghesi hanno ipotizzato che le pulsazioni possano trasferirsi da orologio a orologio, perturbandone le oscillazioni e provocandone la sincronizzazione.
I due hanno sviluppato un complesso modello matematico prima di condurre esperimenti con una coppia di orologi appesi a un binario fissato a un muro.
Le simulazioni teoriche e le osservazioni concordavano.
"Abbiamo potuto verificare che il trasferimento di energia... avviene attraverso pulsazioni sonore" ha scritto Luis Melo del dipartimento di Fisica dell'università di Lisbona, uno dei due autori.
Questo non solo risolve "un vecchio fondamentale, problema", ma migliora la comprensione di ogni tipo di oscillatore.Huygens costruì nel 1656 il primo orologio a pendolo, l'orologio più preciso disponibile all'epoca, con un margine di errore di un minuto al giorno, che poi l'inventore ridusse a 10 secondi.
Nel 1665, osservò uno strano fenomeno:
due orologi appesi alla stessa struttura si muovevano all'unisono, ma in direzioni opposte.Link
La sincronizzazione è, principalmente, ambientale by dominante, ma per mezzo del Sistema operativo frattale espanso (il “Genio”).
Lo scambio di energia, non è tale, ma è inerente (e riporta) allo stato frattale espanso stesso:
- testimonia dello scambio informazionale polarizzante e terra riformante, sempre in atto (segnale di clock)
- due orologi appesi alla stessa struttura si muovevano all'unisono, ma in direzioni opposte (questo significa che, togliendo il “segno, vai al modulo”… che è proprio il fulcro centrale della tua osservazione “lato tuo, centrale”. Ossia, le direzioni opposte sono relative ad un livello d’effetto, che nulla cambia rispettivamente alla sincronizzazione ambientale, risonante dominante: quello di cui occorre che ti accorga).
La vedi la forma piramidale, sul fondo? |
Le “direzioni opposte” sono, in realtà sostanziale, sempre la stessa direzione… se, riesci ad osservare in maniera espansa… l’ambiente complessivo, con la dominanza piramidale “a monte”.
Le “direzioni opposte” sono la dualità, nella dualità, ma… al di “sopra (prima)”, esse rientrano nello stesso “momento angolare “è già successo’”.
Se tu riuscissi a decodificare l’informazione,
ivi contenuta (nel tutto), potresti “leggere” tutto quello che “è già
successo”, anche al di là di ogni versione di parte, riportata “fedelmente” nei libri storici deviati.
Il trasferimento di informazione è wireless. Avviene non localmente (come a livello frattale, t'insegna anche la tecnologia attuale). Il segnale di clock, è portante, per cui raggiunge tutto e tutti “qua, così”, al fine di auto mantenerlo tale e quale “nei secoli dei secoli”…
“La politica monetaria espansiva della Banca centrale europea sta raggiungendo i suoi limiti e i Paesi della zona euro dovrebbero studiare una strategia di uscita per evitare effetti collaterali negativi…”.
Jeroen Dijsselbloem
Onde gravitazionali frattali espanse, armonizzano l’ambiente, rispetto alla dominante.
Lo riunificano sostanzialmente, dopo che lo hanno disgregato, annichilendo la memoria apparente.
Questo “battito”, vibra con/come il “tuo” cuore: essendo, questo, collegato armonicamente, risuonando “qua, così” unitamente.
Nella sostanza, la frammentazione è illusoria ma, concreta (“divide et impera”).
Allo stesso tempo...
Nella sostanza, l’unificazione è concreta ma, illusoria (il potenziale rimane sempre, anche se non ricorri ad esso).
Nel gioco d’insieme, qualcosa ha la meglio, nonostante tutto.
Qualcosa che, quindi, precede… questo “qua, così” a forma di tutto.
Qualcosa che, quindi, esiste anche se – per “te” – non c’è.
Immagina la dominante. Conferiscigli una forma. Ammettila in te.
Mostra la tua immaginazione...
È già un buon inizio…
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2016/Prospettivavita@gmail.com
Bollettino SPS numero 1804
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